Hot Take: qualche (in)certezza sulla NFL – Episodio 13

Il football americano è lo sport più razionale e, in un certo senso, freddo che esista: ogni giocata, come ben saprete, altro non è che la traduzione di centinaia di segnacci disegnati su una lavagnetta da paranoiche controfigure di Professor X e provati migliaia di volte in allenamento.
Freddezza, troppa freddezza.
Fortunatamente, però, a rendere più mite il clima nel mondo NFL ci siamo noi tifosi – aiutati da analisti più o meno qualificati – con le nostre sparate a zero, o come direbbero nei paesi anglofoni “hot take” che stando a Wikipedia – inglese – significa « a hot take piece of deliberately provocative commentary that is based almost entirely on shallow moralizing»: deliberatamente provocatorio.

Una hot take non deve per forza essere ragionata, anzi, spesso altro non è che frutto dell’emotività del momento e del modernissimo bisogno di esternare su uno schermo ogni nostro pensiero: questa rubrica nasce proprio per questo, per dare spazio ai vostri pensieri “più irrazionali” e successivamente sviscerarli, razionalizzarli ed eventualmente bocciarli o approvarli.
Questa rubrica, in definitiva, altro non è che l’inevitabile sequel transmediale delle nostre discussioni su Telegram: parteciparvi è facilissimo, tutto ciò che dovete fare è apporre l’hashtag hot take dinanzi alla vostra hot take.

Senza dilungarsi ulteriormente…

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Entro la fine della stagione assisteremo ad una partita nella quale la somma dei punti delle squadra sarà maggiore od uguale a cento
Bellissima Hot Take, prima di tutto.
Veder giocare Patrick Mahomes ed i Kansas City Reids, ehm, Chiefs può essere sicuramente fuorviante facendoci sembrare estremamente ed ingiustamente semplice realizzare un touchdown in quanto, come visto domenica, spesso e volentieri a questi qua basta un minuto per percorrere il campo… se non addirittura una giocata!
Nella storia NFL, dati alla mano, di partite concluse con più di cento punti totali ce ne sono state solamente cinque, la più recente delle quali l’indimenticabile Monday Night Football fra Rams e Chiefs: dando per scontato che il nome di una delle due squadre in questione faccia rima con “Beefs”, vedo come possibile shooutout Chiefs-Saints di Week 15.
Penso però che entrambe le squadre abbiano il potenziale offensivo per scollinare quota settanta punti totali ma che pronosticare cento punti sia pressappoco impossibile poiché stiamo pur sempre parlando di un qualcosa occorso solamente in cinque occasioni sulle quasi DICIASSETTEMILA partite giocate nella centenaria – da poco – storia della NFL.

Il record dei Chargers non è assolutamente veritiero: l’anno prossimo potrebbero essere una seria contendente per i playoff
Il record dei Chargers non rende giustizia al talento a disposizione di coach Lynn, alla brillantezza di Herbert ed all’ottima squadra assemblata dal front office: nell’ultimo biennio, per un motivo o per l’altro, i Los Angeles Chargers sono stati presi di mira dalla bea bendata – o chi per lei – e condannati a soffrire sulla propria pelle le peggiori sofferenze.
Infortuni a ripetizione ai giocatori più importanti? Check.
Partite perse all’ultimo? Check.
Sostanziosi vantaggi scialacquati con nonchalance e recidività mai viste nella storia? Check.
A pieno organico i Chargers potrebbero essere quasi considerati una contender in quanto sulla carta il loro roster è profondo, di ottima qualità e carico nelle posizioni più importanti: pensiamo per un attimo alla difesa.
Nel pass rush troviamo il temibile duo Bosa-Ingram, alle loro spalle i dinamici Perryman e Murray e, dulcis in fundo, una secondaria composta da Chris Harris Jr., Casey Hayward Jr., Derwin James e Nasir Adderley: a causa dei sopracitati infortuni L.A. quest’anno non ha mai potuto contare su James, ha passato mesi senza Harris ed al momento non può contare né su Hayward né su Ingram.
Gli infortuni non sono un alibi – conosco un tifoso di San Francisco che probabilmente revisionerà questo articolo prima di pubblicarlo che avrebbe giusto due cose da dire a riguardo – però è chiaro che anche la miglior offseason non si tramuterà in vittorie autunnali con la depth chart strapazzata e stravolta dagli infortuni.
PS: l’allenatore, nonostante il carisma, non credo sia quello giusto per una squadra che vuole essere contender, ma per maggiori delucidazioni sull’argomento ti invito a dare un ascolto all’ultimo episodio di Scusate Il Disturbo, che Michele Serra ne parla più che approfonditamente.
Concordo con te, anche se serviranno delle coraggiose modifiche.

https://twitter.com/SharpFootball/status/1333426087163006979

Ravens-Steelers verrà rimandata ancora
A primo acchito questa Hot Take non sembra avere particolarmente senso in quanto la state leggendo ad un giorno di distanza dal maledetto kickoff della partita più controversa dell’anno: il motivo per il quale ho deciso di inserirla lo stesso nell’articolo risiede nel fatto che il caro lettore avesse detto tutto ciò sabato a mezzogiorno.
Complimenti a te!

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Chiunque sia chiamato a ricostruire i Jets dalle basi dopo lo 0-16 sceglierà di farlo NON con Trevor Lawrence ma con Sam Darnold e la quantità assurda di prime scelte che otterrà in cambio della numero 1 e di quasi qualsiasi asset tradabile nella squadra
Sarei bugiardo a dire di non aver fatto pensieri sinistramente simili a quello sopra.
È difficile difendere un quarterback con un record da titolare come il suo, ma nonostante tutto rimango fermamente convinto che Darnold sia un quarterback incredibilmente talentuoso sabotato da circostanze in cui NESSUN quarterback di oggi, ieri e del futuro sarebbe stato in grado di aver successo: il ragazzo, molto semplicemente, non ha mai avuto una vera opportunità.
Lawrence è probabilmente il prospetto più hypato dai tempi di Andrew Luck e credo che parecchie squadre saranno disposte a fare un Ricky Williams – magari non così estremo – per assicurarselo: New York, realisticamente, potrebbe rifornirsi di pick per un paio d’anni e, finalmente, innescare un processo di rebuilding incentrato su Sam Darnold, quarterback che però non so se potrà contare su altri due o tre anni di beneficio del dubbio prima di iniziare a vincere con consistenza.
Io ci credo ancora in Sam Darnold, anche se il problema non è sicuramente lui, ma piuttosto una struttura societaria ridicola, disfunzionale, instabile e chi più ne ha più ne metta: New York non potrà mai vincere senza il tanto agognato “cambio di cultura” e, Darnold o Lawrence che sia sarà condannato ad anni di frustrazione e dolore: dopo tre anni questi qua devono ancora garantire al proprio quarterback una linea d’attacco PERLOMENO nella media.
La tua Hot Take mi piace e sì, sarebbe uno scenario incredibilmente suggestivo, ma questa mossa mi sembra troppo intelligente e razionale per i Jets: meglio dare al pubblico quello che vuole, ossia un altro ottimo quarterback gettato in pasto alle belve che lo smembreranno risucchiando ogni parvenza d’autostima presente nel suo sistema linfatico fino a trasformarlo in un BuSt.
PS: che bello che a questo punto diate per ovvio lo 0-16 dei Jets.

La NFL è la lega più competitiva tra quelle PRO americane (vedi l’esempio Raiders – in negativo – e Patriots – in positivo)
Un po’ è perché giocandone solo sedici ogni partita conta e di “partite di riposo” a la NBA – o anche MLB – non ce ne possono essere poiché ogni sconfitta in questa lega ha delle conseguenze, un po’ è perché quando si rischia la propria salute in campo la si vuole rischiare solo ed esclusivamente provando a procacciarsi una vittoria, un po’ è perché la complessità di questo sport ha fatto sì che le panchine – e non solo – venissero progressivamente infestate da geni sociopatici in grado di confezionare articolati gameplan vincenti durante la settimana, gameplan capaci di compensare a gravissime lacune a roster: non saprei nemmeno io esporre una motivazione soddisfacente che giustifichi la mia approvazione.
Quanto successo domenica fra Raiders e Falcons ci mette davanti agli occhi il significato di trap game, ossia un modo banale per dire che in NFL nessuna partita sia vinta ancor prima di essere giocata: un paio di anni fa i Bills dell’allora rookie Josh Allen annientarono – in trasferta – i favoritissimi Minnesota Vikings di Kirk Cousins, quarterback nuovo di zecca che avrebbe dovuto permettere ad una squadra arrivata al Championship Game di fare il salto di qualità.
Perché cito tale partita?
Perché l’esito di tale partita mi ha così sconvolto che da quel momento ho imparato a non dare mai più nessun risultato per scontato in NFL: si può dire altrettanto delle altre leghe sportive professionistiche americane? Non credo.

Mahomes è un po’ meno spettacolare rispetto alle ultime stagioni ma è decisamente più concreto ed efficace nelle letture, questa cosa lo rende ancora più forte
Il concetto di spettacolare è tremendamente soggettivo, pertanto mi viene difficile rispondere in modo soddisfacente alla tua Hot Take.
Mahomes ha confessato circa un annetto fa di aver messo insieme la propria stagione da MVP senza essere ancora in grado di leggere le difese avversarie e, di conseguenza, affidandosi quasi esclusivamente al proprio esagerato talento ed all’improvvisazione: concordo quindi con te nel dire che questa versione di Mahomes sia leggermente più “sicura” – e quindi meno spettacolare – di quella del 2018…
… poi però lo vedi eludere la pressione con un paio di piroette, slogarsi il braccio lanciando con precisione svizzera dalla parte opposta rispetto a quella verso cui sta correndo e connettere per un assurdo primo down con Kelce, o ancora meglio, per un touchdown lunghissimo con Tyreek Hill: lo spettacolo con Mahomes inizia nel momento in cui scende in campo per il riscaldamento e nonostante la versione 2.0 sia leggermente più imbrigliata di quella sopracitata a mio avviso lo spettacolo da lui offertoci rimane con distacco il migliore nel panorama NFL.
E sì, probabilmente fino ai 40 anni ogni anno che passa coinciderà con un sostanzioso e tangibile miglioramento
.

Tyreek Hill batterà i record di Jerry Rice, per yards ricevute e touchdown ricevuti
Dopo la partita di domenica rispondere negativamente a questa domanda è un po’ più difficile, ma calmiamoci per un attimo e proviamo ad essere razionali: i record di Jerry Rice, molto semplicemente, sono intoccabili.
Rice, oltre che a livelli mai visti prima, ha giocato per ben vent’anni mettendo insieme ben quattordici stagioni da più di 1000 yards: se a ciò aggiungiamo il fatto che ne abbia pure concluse nove con almeno 10 touchdown ricevuti – fra cui una a 22 – ci si rende conto che pensare di battere record del genere è ridicolo per un giocatore al quinto anno fra i professionisti.
Tyreek dalla sua ha abilità, quarterback e sistema di gioco, ma chi ci può garantire che riuscirà a rimanere sufficientemente sano per portare a termine venti stagione in questo inferno di lega? La sua velocità, poi, dovrà pur svanire ad un certo punto? Nel momento in cui non riuscirà più a correre “semplicemente” oltre il defensive back avversario, riuscirà a riadattare il proprio gioco in modo da continuare ad essere efficiente e temibile?
Troppe domande alle quali è prematuro rispondere, anche se una cosa te la concedo: la connessione Mahomes-Hill è perlomeno inscrivibile nella stessa atmosfera nella quale si trova Montana/Young-Rice.

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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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