[NFL] Week 3: Cincinnati Bengals vs Green Bay Packers 34-30

Ah la formidabile e talvolta crudele imprevedibilità della NFL… Una difesa che nelle prime due partite ha concesso una marea di yard tiene in scacco un attacco temibile, rubandogli quattro volte il pallone; un rookie che al suo esordio assoluto nella massima Lega gioca alla grande ma alla fine commette il fumble che costa la partita al suo team; una squadra che dopo aver subito un parziale di 0-30 vince la gara ed un ritornatore che a causa di un fumble perso ad inizio partita sarà poi tagliato il giorno successivo.

Insomma, come avrete capito, i quasi 65.000 tifosi accorsi al Paul Brown Stadium di Cincinnati per godersi la sfida fra i locali Bengals ed i Green Bay Packers non hanno certo avuto di che annoiarsi anche perché, di episodi da circoletto rosso, ce ne sarebbero molti altri. Ma andiamo con ordine nel raccontare quella che è stata la dodicesima sfida fra i due team, con i Bengals che già erano avanti negli scontri diretti 6-5 e grazie al 34-30 di domenica hanno regalato il terzo successo in altrettanti tentativi contro i Packers a coach Marvin Lewis.
Assolutamente incredibile è stato però l’andamento del match, con Cincinnati che si portava dapprima sul 14-0 nel giro di dodici secondi: alla segnatura con la corsa da 3 yard del runner rookie Bernard, seguiva a brevissima distanza quella del collega di reparto Green-Ellis, propiziata però da un clamoroso errore del returner di Green Bay Jeremy Ross.
Sul kickoff seguente al primo TD di Cincinnati infatti, il numero 10 ospite non controllava l’ovale prontamente recuperato dal linebacker di casa Mays che consegnava la palla al suo attacco con, appunto, appena due yard da coprire per violare la end zone. Il povero Ross avrebbe poi continuato a ritornare i kickoff contro i Bengals per poi essere tagliato subito il giorno seguente al match.

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M.D. Jennings

Tornando alla partita, l’uno-due sembrava tramortire i Packers che in attacco non riuscivano veramente a combinare nulla ed in più perdevano per un durissimo colpo ricevuto alla testa il tight end Finley.
All’improvviso però i tifosi dei Bengals entravano in una sequenza da incubo: la difesa dei Packers, che in due gare aveva racimolato la miseria di una palla recuperata (un intercetto), strappava ben quattro volte l’ovale al team di casa: Dalton veniva “pizzicato” una volta da Shields, quindi perdeva un fumble sul sack di un indiavolato Matthews, imitato poi da un inguardabile Gresham e dal runner Green-Ellis. E su quest’ultima palla persa, la safety di Green Bay Jennings recapitava l’oggetto in cuoio direttamente in meta.
Nonostante tutti questi regali, l’attacco dei Packers faticava non poco (faceva specie a questo proposito, la breve ma intensa litigata fra coach McCarty ed il regista Rodgers, personaggi che in questi anni a Green Bay sono sempre stati in grande sintonia) e all’intervallo il punteggio diceva 16-14 Packers.

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Alla ripresa delle ostilità, le “teste di formaggio”, già senza il rookie Lacy appiedato da una commozione cerebrale, dovevano fare a meno anche del runner titolare Starks, k.o. per un problema al ginocchio. Coach McCarthy era dunque costretto a ripiegare sull’ultimo atleta rimasto sano in quel ruolo, l’altro rookie Johnathan Franklin che però non aveva mai portato palla in regular season.
Quella che sembrava una maledizione, si tramutava invece in una benedizione: il novizio non tradiva alcuna emozione e trascinava l’attacco dei Packers a due segnature. La prima si incaricava personalmente di metterla a referto con una corsa da 2 yard, la seconda, un passaggio di sette yard di Rodgers a James Jones, la propiziava grazie ad una galoppata da 51 yard.
Con venti minuti di football ancora da giocare, ed un parziale di 0-30 sul groppone, i Bengals sembravano ormai con un piede e mezzo nella fossa, ed invece la gara cambiava nuovamente volto: in quattro giochi Dalton e compagni percorrevano 65 yard e quando un A. J. Green fino a quel momento annullato da Shields, veniva pescato vicino alla sideline da Dalton e catturava il pallone che trasformava in sei punti, la partita era completamente riaperta.
Green Bay però sembrava poter rispondere agevolmente alla meta di Green, ma un lancio di Rodgers a Cobb veniva intercettato dall’ottimo Hall sulle 5 dei Bengals e nella serie seguente un Dalton completamente trasformato completava 4 passaggi sui 5 tentati per 76 yard, trovando poi Marvin Jones in meta per il 27-30.

giovani bernard bengals
Giovani Bernard in touchdown

Sul drive seguente si decideva il match e in un solo gioco si intrecciavano in modo incredibile una serie di storie. I Packers arrivavano fino sulle 35 dei Bengals, ma su un secondo e 6 Rodgers veniva “saccato” dalla coppia Peko-Dunlap.

Sul terzo e 12 ancora Rodgers trovava Cobb che sembrava chiudere il down, ma il challenge di coach Lewis, non convinto che il receiver avesse varcato la linea del primo down, si rivelava vincente e Green Bay si trovava a doversi giocare un quarto e uno sulle 30 avversarie con 4 minuti da giocare.
La distanza per un buon kicker non era certo proibitiva ma il calciatore titolare di Green Bay è quel Mason Crosby che dopo un buon 2011, da un anno a questa parte sta faticando non poco. Nonostante Crosby in questo 2013 sia stato finora perfetto (4 su 4 nei field goal e 12 su 12 nelle trasformazioni), coach McCarthy dimostrava di non fidarsi del suo piede e decideva di andare alla mano per conquistare un primo down che avrebbe con ogni probabilità congelato la gara.
Si incaricava di chiudere il down il rookie Franklin che fino a quel momento era stato devastante (10 portate per 96 yard), ma questi perdeva l’ovale sul placcaggio di un monumentale Michael Johnson, con la safety Nelson che recuperava il fumble ed iniziava a riportarlo verso la meta avversaria. Dopo 6 yard Nelson veniva bloccato dal tight end ospite Quarless che causava un nuovo fumble ma stavolta a recuperare il pallone era il veteranissimo cornerback Terence Newman che faceva esplodere il Paul Brown Stadium riportando in meta l’ovale.
Sotto di quattro punti, Green Bay aveva ancora tutto il tempo del mondo (tre minuti e 47 secondi) per ribaltare la situazione, ma Rodgers chiudeva una gara da dimenticare con due incompleti sulle 20 di Cincinnati che spegnevano definitivamente le speranze di rimonta dei Packers.

In casa Packers spicca la pessima giornata di un Rodgers che con i due intercetti ha chiuso con un rating di 64,5, il peggiore dalla gara di playoff persa con Chicago nel 2010, mentre fra i suoi ricevitori, il solo Nelson (8 ricezioni, 93 yard) ha sfoderato una prestazione degna di nota. Al di là della risicata vittoria, arrivata anche grazie ad una buona spinta della dea bendata, l’importanza del successo può rivelarsi decisiva da un punto di vista morale per i Bengals.
Dopo anni di mediocrità, con Marvin Lewis il team dell’Ohio ha raggiunto lo status di buona squadra, ma non ha mai fatto il salto ulteriore. Ora, dopo aver battuto dieci giorni fa Pittsburgh, spesso dominante contro Cincinnati, e domenica una squadra di grande valore della NFC come Green Bay, potrebbe arrivare la spinta giusta che la compagine dell’Ohio attendeva per diventare finalmente una “Superbowl contender”.
Per raggiungere però questo traguardo, il primo passo dovrà essere la maturazione del regista Dalton. Anche contro Green Bay, Andy “il rosso” non ha pienamente convinto: i due intercetti sono soprattutto suoi errori ed anche la protezione della palla nel traffico (vedi fumble perso sul sack di Matthews) lascia decisamente a desiderare. Per altro, quando poi la partita era sul filo, Dalton non ha più sbagliato un colpo, trascinando i suoi ad una grande rimonta.

Andy Dalton Bengals
Andy Dalton

Nel rushing game il rookie Giovani Bernard ha ottenuto lo stesso numero di portate del veterano Green-Ellis, ma con una media a portata decisamente superiore (5 yard contro 2,9) ed il prodotto di North Carolina ha dimostrato di essere un’arma efficace anche nei pressi della goal line. Dunque salvo clamorosi crolli, il futuro non potrà che essere del numero 25.
Contro i Packers, Dalton ha distribuito equamente i suoi lanci, anche perché il fenomeno A.J. Green è stato contrastato efficacemente da Shields. L’altro receiver titolare in maglia nero-arancio, Mohamed Sanu, ha confermato di non essere un velocista ma di poter mettere in difficoltà i secondari avversari con la precisione delle sue tracce, mentre il tight end Gresham ha dimostrato la sua impalpabilità come ricevitore (quattro ricezioni, 27 yard) e la sua inettitudine come bloccatore.

Il vero cuore del team nero-arancio è però la difesa: anche in una giornata in cui il fenomeno Atkins ha giocato ben al di sotto dei suoi standard, l’end Michael Johnson ha confermato di essere in un momento di forma assolutamente strepitosa, con due sack, due hit su Rodgers, tre placcaggi per perdita di terreno e soprattutto il fumble di Franklin che ha fatto girare la gara a favore dei padroni di casa. Nonostante le 245 yard lanciate da Rodgers, il secondario guidato dai cornerback Hall e Jones, ha spesso messo la museruola a Cobb e Jones contribuendo in modo decisivo a mettere in crisi l’attacco degli ospiti.

Fra i runner discreto Starks, ha invece stupito la grande prova del rookie Franklin, come detto all’esordio in NFL. Oltre alle 103 yard in 13 portate, il runner nativo di Los Angeles ha anche aggiunto tre ricezioni per 23 yard ed un ottima pass protection, anche se quel fumble maledetto, il runner da UCLA se lo ricorderà a lungo.
La difesa invece dopo essere stata ridicolizzata da San Francisco, ed aver comunque concesso molto contro i Redskins, è tornata a giocare su livelli almeno decenti: già detto dell’ottimo Shields, è piaciuto anche il gruppo di linebackers con Hawk molto bravo in copertura ed il duo Brad Jones e Clay Matthews a farla da padrone contro la corsa.
Nel prossimo turno i Packers riposeranno e potranno ripensare ai tanti errori commessi al Paul Brown Stadium , mentre i Bengals saranno ospiti di Cleveland nel derby dell’Ohio prima di affrontare New England in un incontro che potrebbe dare già una svolta alla stagione di Dalton e compagni.

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