Uno sguardo al 2019: Los Angeles Chargers

A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Los Angeles Chargers.

COME DOVEVA ANDARE…

Alla vigilia della centesima stagione NFL, i Chargers erano, secondo USA Today, i favoriti alla vittoria del Super Bowl 54. Arrivavano da un record di 12 vittorie e 4 sconfitte che era stato ottenuto nonostante gli infortuni di Hunter Henry e Denzel Perryman e la stagione 2019 sembrava il perfetto sigillo per Philip Rivers, che avrebbe chiuso dopo 16 anni di carriera con il tanto agognato anello al dito. Il quarterback veterano avrebbe potuto infatti contare, almeno sulla carta, sulla squadra più equilibrata della lega e, malgrado l’infortunio occorso in offseason a Derwin James e l’holdout di Melvin Gordon, avrebbe potuto tentare un ultimo, o quasi, assalto al Vince Lombardi Trophy.

…E COME E’ ANDATA

Male, male, male. Nel complesso la stagione dei Chargers è stata una disfatta più che inaspettata e i losangelini hanno finito con un record praticamente opposto a quello che si poteva pronosticare ad inizio stagione.

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Che la stagione non sarebbe andata come previsto lo si era iniziato a capire a Detroit, a Week 2, quando a un minuto dalla fine, sotto di 13 a 10, il pallone lanciato da Rivers e diretto a Keenan Allen era finito tra le mani di Darius Slay. Il 3 novembre, alla vigilia della partita contro i Packers, i Chargers recitavano un record di 3 vittorie e 5 sconfitte. Quella vittoria contro i Packers sembrava il punto di svolta della stagione, anche perché, oltre alle sfide con i Chiefs, a Rivers e compagni aspettava un calendario in discesa, che avrebbe forse aiutato a risollevare le sorti della squadra.

Come ben sappiamo non è andata così e l’ex franchigia di San Diego, tra una brutta prestazione e un’altra, ha concluso la stagione con un record di 5-11, il quale almeno le permetterà di avere la sesta scelta al prossimo draft.

COSA HA FUNZIONATO…

Nella a dir poco deludente stagione 2019, la difesa dei Chargers si è comunque dimostrata ampiamente sufficiente ed è certamente il reparto che ha mostrato meno difficoltà nel corso della regular season. Joey Bosa si è confermato uno dei migliori defensive end dell’intera lega nonostante l’infortuinio al piede di un anno fa ed è stato sicuramente il miglior giocatore dei Chargers nel 2019. Buone sono state anche le prestazioni dell’altro defensive end titolare, Melvin Ingram, e del cornerback Casey Hayward. L’età avanza (entrambi hanno superato i 30 anni) ma le prestazioni sembrano non calare.

Dal lato offensivo, accanto a Keenan Allen, autore di solide prestazioni, e al rientrato Hunter Henry, sono brillati Mike Williams e, soprattutto, Austin Ekeler. Il primo ha finito la stagione con una media di 20.4 yards per ricezione, migliore statistica dal 2014, mentre il secondo si è messo in messo sfruttando l’holdout di Melvin Gordon e dopo un’ottima stagione con addirittura 8 TD su ricezione si è guadagnato un contratto di 4 anni a 24 milioni, di cui 15 garantiti.

ekeler chargers dolphins

…E COSA NON HA FUNZIONATO

La linea offensiva resta ormai da anni tra le peggiori della lega e Philip Rivers è stato troppe volte vittima della pressione avversaria. Anche il QB originario dell’Alabama però ha avuto delle colpe e nonostante le ottime statistiche messe a referto le sue letture sono state molto spesso insufficienti e anche il fisico, in particolare il braccio, non è più quello di una volta. Resta comunque un buon quarterback che anche nella prossima stagione cercherà di dire la sua, anche se quasi sicuramente in un’altra squadra.

Nonostante le ottime prestazioni di Austin Ekeler il running game quest’anno è stato chiaramente insufficiente, risultando addirittura la prima squadra dal 1946 a non superare le 40 yard su corsa per quattro partite consecutive. Melvin Gordon con il suo holdout non solo non è riuscito ad ottenere un ricco contratto, ma si è anche giocato il posto da titolare.

Un altro grande problema della stagione dei Chargers è stato comunque il coaching staff, che si è dimostrato non all’altezza della situazione. Le chiamate dei coach sono state qualche volta “banali”, soprattutto sul lato offensivo, e ciò era costato il posto all’offensive coordinator Ken Whisenhunt già durante la stagione.

E ADESSO?

La panchina dei Chargers rimane la stessa di quest’anno, con Shane Steichen che è stato confermato come offensive coordinator.

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La notizia più importante è stata però l’annuncio di Philip Rivers che, trascorse tutte e sedici le sue stagioni NFL tra San Diego e Los Angeles, ha scelto di testare la free agency e diventare il nuovo quarterback degli Indianapolis Colts. Il ruolo di QB sarà proprio il nodo più importante da sciogliere tra free agency e draft e il GM Tom Telesco avrà da pensare sul da farsi. L’opinione attualmente più condivisa è prendere al primo giro, anche tramite trade up, un QB giovane ma con alle spalle 4 anni di college da titolare come Justin Herbert. Per i Chargers ci sarebbe anche una terza possibilità, ovvero prendere Tua Tagovailoa, facendo giocare quest’anno da starter Tyrod Taylor e aspettando un anno per schierare il QB ex Alabama.

Hunter Henry è stato taggato, resta da vedere se giocherà anche nel 2020 per i Chargers per poi essere firmato o verrà scambiato prima dell’inizio della prossima stagione. Per il resto, dovranno migliorare, e non di poco, la linea offensiva. In questa ottica è stata buona la firma dell’OT Bryan Bulaga. Si dovrà anche trovare anche un running back al draft da affiancare ad Austin Ekeler e cercare di migliorare la difesa, magari con l’innesto di un buon defensive tackle o un cornerback tra il secondo e il quinto giro.

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Carlo Giustozzi

Nato nelle Marche nel 2003, nel tempo libero cerco di unire la passione per lo sport e quella per la scrittura, con la speranza di farlo per vivere, un giorno. Parlo di parecchie cose, soprattutto pallacanestro, football americano e ciclismo.

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