Un match mediocre deciso in overtime (Tampa Bay Buccaneers vs Cleveland Browns 17-23)

La partita del FirstEnergy Stadium di Cleveland vedeva di fronte i Browns, padroni di casa con un record di 3-7 e reduci da sei sconfitte nelle ultime sette partite, e i Buccaneers (5-5) che nelle ultime due partite (altrettante vittorie) sembrano siano riusciti a raddrizzare una stagione quasi già compromessa a metà del suo svolgimento.

Gli ospiti riescono a recuperare il DT Vita Vea dopo che per l’intera settimana era rimasta incerta la sua presenza in campo, ma devono rinunciare al RB Fournette, anche se Tampa può contare su Rachaad White che nella partita contro Seattle (giocata in Germania) è stato autore di un’ottima prestazione nel gioco di corsa; tra le fila dei padroni di casa da segnalare le assenze soprattutto in difesa con gli indisponibili Newsome (CB) Winovich e Togiai (DL)

Il match si apre con due drive simili per le due squadre, sia in termini di yard (70/80) che di tempo utilizzato (4/5 minuti) e di risultato finale (entrambi conclusi in touchdown) con le difese non troppo reattive e poco pronte ad adottare contromisure; da segnalare due big play (1 per parte) con White autore di una corsa di 35 yard per i Bucs e Schwartz con una corsa di 31 yard direttamente in touchdown per i Browns (7-7).

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Nel successivo drive Cleveland deve accontentarsi di un FG di York dalle 51 yard (10-7); la fine del primo quarto e la prima metà del secondo vivono di sterili possessi delle due franchigie che portano solo a dei punt, anche se i Browns producono di più mentre i Bucs collezionano “3 and out”; poco prima dell’intervallo però Brady, con la collaborazione di Godwin, White e Brate porta i suoi a ridosso della red zone e con il FG trasformato da Succop si va all’intervallo in parità sul 10-10, dopo che un tentativo di lancio di Brisset direttamente in end zone viene intercettato da Edwards.

Il terzo quarto vede le due squadre copiarsi di nuovo i drive, con due “3 and OUT” a testa, ma subito dopo i Buccaneers vanno ancora a segno con una ricezione di Kieft ben imbeccato da Bardy, dopo che le giocate di Evans, Godwin, White e Jones avevano portato il team della Florida sulle 5 yard di Cleveland (10-17). Il terzo quarto finisce senza particolari sussulti con i due attacchi ben contenuti dalle opposte difese; anche l’ultima e decisiva frazione di gioco è un continuo susseguirsi di possessi non produttivi, ma quando mancano poco più di due minuti sul cronometro i padroni di casa danno vita ad un drive che nasce a metà campo dove Chubb trova i corridoi giusti e porta i suoi in piena red zone, dove Brissett pesca direttamente in touchdown il TE Njoku che porta i Browns a impattare il risultato (17-17).

Brady con 30 secondi rimasti tenta dei lanci lunghi senza risultato e si va all’overtime dove gli attacchi, soprattutto quello di Tampa, fanno estrema fatica a conquistare terreno e down; Cleveland è più equilibrata tra corse e passaggi, mentre i Bucs fanno quasi esclusivamente affidamento sui passaggi e Brady cerca troppo insistentemente Godwin. Quando manca meno di un minuto al termine, Amari Cooper compie la giocata che decide l’incontro: ricezione di 45 yard che porta i suoi sulla linea delle 3 yard, da dove Chubb entra in touchdown dando la vittoria alla squadra allenata dal HC Kevin Stefanski (23-17)

Nella squadra dell’Ohio il QB Brissett, pur pressato dal reparto difensivo di Tampa (4 sack) è riuscito, soprattutto nel finale dei tempi regolamentari e nel overtime, a guidare dalla cabina di regia i suoi (23 su 37, 210 yard, 1 TD e 1 intercetto) con il decisivo lancio su Cooper allo scadere del tempo supplementare. Proprio il ricevitore ex Raiders e Cowboys ha primeggiato tra i ricevitori (7 ricezioni per 94 yard) ben affiancato da Njoku (5 per 29) autore del touchdown del pareggio sul 17-17; sulle corse Nick Chubb ha dimostrato il suo valore (26 corse per 116 con 4.5 yard di media e il TD della vittoria)

La difesa dei Browns ha ben contenuto l’attacco guidato dal OC Leftwich, soprattutto nella seconda metà del match, con Myles Garrett a mettere pressione su Brady (1.5 sack) coadiuvato in linea da Elliot (1) e Clowney (0.5) e il LB Owusu-Koramoah a guidare i Browns sui tackle (8 totali); complessivamente il reparto, pur non collezionando nessun intercetto, ha avuto 5 tackle-for-loss e 6 QB Hit, aiutando così il backfield a contenere i sempre pericolosi ricevitori dei Bucs.

Per quanto riguarda i numeri di Tampa, Brady (29/43 per 246 yard e TD) ha ben guidato i suoi nella prima parte della sfida, ma si è smarrito un po (come tutti i suoi compagni) nel quarto quarto e nel decisivo overtime, insistendo forse troppo su Godwin e tralasciando target altrettanto validi come Evans e Jones; la linea offensiva non l’ha certo aiutato, subendo 3 sack e 6 QB Hit. Sul gioco di corse, data l’assenza per infortunio di Fournette, Rachaad White non ha replicato le ottime statistiche della partita contro Seattle (14 corse per 64 yard, ma togliendo la corsa di 35 yard la media crolla a poco più di 2 yard) ed è stato più efficace nel gioco aereo (9 ricezioni per 45 yard)

Tra i ricevitori la parte del leone è stata fatta da Chris Godwin (12 ricezione su 13 target, 110 yard e 1 TD) con Jones (3 per 40) ed Evans (2 per 31) a dividersi i restanti lanci; a dire il vero Mike Evans non ha avuto sicuramente una giornata all’altezza del suo valore con 2 ricezioni su 9 target, sia per errori suoi che per imprecisione di Brady anche se ha raggiunto il notevole traguardo delle 10000 yard ricevute in carriera, tutta con la franchigia della Florida; da segnalare che il TE Otton protagonista della vittoria contro i Rams e della buona performance contro i Seahawks non ha messo a referto nessuna ricezione. L’altra cosa, più grave, è l’ennesimo infortunio occorso al tackle Tristan Wirfs vera pedina fondamentale nella già disastrata linea d’attacco di Tampa e si spera che l’entità del problema non tenga troppo lontano dal campo il forte giocatore proveniente da Iowa University e scelto al primo giro del draft 2020.

In difesa Devin White è tornato sui suoi livelli collezionando 13 tackle totali, 0.5 sack e 1 QB Hit (degli 11 totali di squadra); anche David (LB), Winfield e Neal (DB) si sono distinti nelle statistiche personali oltre a Mike Edwards con il suo intercetto su Brissett a fine primo tempo. Come reparto i numeri dicono 4 sack e 7 tackle-for-loss, anche se purtroppo le prestazioni sono vistosamente calate nella fase decisiva del match, sicuramente anche per demerito del proprio attacco, che ha costretto i difensori a restare molto tempo sul terreno di gioco (alla fine 40 minuti di possesso Browns contro i 30 dei Bucs)

Tampa continua a essere molto dipendente dal gioco aereo, e di conseguenza alle prestazioni di Brady, ne sono testimonianza i 5 primi down su corsa contro i 9 su passaggio; anche la prestazione sui terzi down (4/15 e 26.7%) è simile al periodo più negativo della stagione della squadra di Bowles; l’unica statistica fortunatamente contro tendenza è quella dell’efficacia in red zone (2/2 100%)

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I Cleveland Browns (4-7) nonostante la vittoria sono quasi del tutto tagliati fuori dalla corsa ai playoff nella AFC con il duo Ravens e Bengals a comandare nella North Division (entrambe a 7-4) ma da qui al termine della stagione possono togliersi ancora qualche soddisfazione, grazie ad un ottimo gioco di corse e ad una difesa sempre attenta; la prossima giornata andranno a Houston a fare visita ai Texans, team con il peggior record della NFL con 1 vittoria, 9 sconfitte e 1 pareggio e quindi la squadra di coach Stefanski potrebbe incrementare il numero di vittorie in attesa degli scontri diretti contro Baltimore e Cincinnati.

I Buccaneers hanno dimostrato ancora una volta tutte le loro debolezze, con un attacco in cui il gioco di corsa non ha particolare successo, indipendentemente dal RB schierato, problema dovuto anche alla linea d’attacco che tra partenze e infortuni evidenzia una cronica difficolta a creare corridoi per il gioco di corse.

L’attacco pur con tante stelle, soprattutto tra i ricevitori, è troppo dipendente dalle prestazioni del suo QB e l’intesa dell’asse Brady-Evans sembra svanita, bisogna vedere se solo sul campo o per problemi di spogliatoio; la difesa da sola non può vincere le partite e le 189 yard concesse su corsa sono veramente eccessive anche se a sua discolpa si può citare l’inconsistenza dell’attacco nella parte finale di match, che ha stancato eccessivamente un reparto già in difficoltà in diverse occasioni in questa stagione.

Il vantaggio di Tampa è giocare in una division che è sicuramente la peggiore della lega, ma con prestazioni di questo tipo anche il primato divisionale può ritornare in discussione; anche se i Buccaneers riuscissero ad arrivare ai playoff troveranno sulla loro strada team più attrezzati che metterebbero in estrema difficoltà Brady & Co. mettendo ancora più in evidenza i numerosi punti deboli della squadra, sia in attacco che in difesa.

Le prossime partite (la prossima sarà in Florida contro gli arcirivali dei Saints) dovranno chiarire se i Buccaneers possono riuscire a sistemare almeno qualche problema che li affligge e puntare ad arrivare ai playoff e giocarsela, oppure se la finestra temporale di molte star (una tra tutte Brady) si stia inesorabilmente chiudendo e il rischio che la franchigia della famiglia Glazer scivoli ancora una volta nell’anonimato possa diventare concreto.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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