Profondo Roster 2021: Houston Texans

Dopo essere stati più o meno degli habituè dei playoff dal 2011 al 2019, con sei apparizioni alla post season in nove stagioni senza però mai andare oltre il secondo turno, gli Houston Texans, ultima franchigia arrivata nella NFL, hanno vissuto un 2020 davvero difficile ed il 2021 non sta andando molto meglio, visto che l’attacco è il peggiore della NFL per yard guadagnate e la difesa è ventottesima nella medesima categoria. Il nuovo head coach David Culley ha il difficile compito di ricostruire un team che dopo aver vinto la division nel 2018 e nel 2019, è poi improvvisamente crollato, anche se qualcosa di buono nella stagione in corso onestamente lo si è visto.

OFFENSE

La vicenda Watson, il quarterback convocato al Pro Bowl nelle ultime tre stagioni ma da mesi sotto inchiesta con l’accusa di aver molestato numerose ragazze, ha naturalmente dato un colpo pesantissimo ad una franchigia già boccheggiante. Dando tutto sommato per scontato che la carriera dell’ex regista di Clemson con Houston sia terminata (Watson aveva già chiesto alla dirigenza di essere ceduto e c’è una possibilità tutt’altro che remota che la sua carriera in NFL sia al capolinea), i Texans hanno optato per ingaggiare il veterano Tyrod Taylor e scegliere al terzo giro dei draft 2021 David Mills, proveniente da Stanford.

Taylor ha disputato un’ottima gara all’esordio contro Jacksonville, poi ha iniziato bene anche la partita contro i Browns ma un infortunio muscolare lo ha costretto ai box. Tornato a novembre, Taylor ha faticato contro Miami, ha trascinato la sua squadra al successo a sorpresa contro Tennessee grazie a due td su corsa, poi però sono arrivati il k.o. contro i Jets e, soprattutto, la prestazione mediocre contro i Colts che ha quasi obbligato il coaching staff ad affidare le chiavi dell’attacco al rookie Mills. Con un “supporting cast” onestamente rivedibile, Mills ha fin qui una percentuale di completi migliore di Taylor, 65,6 contro 60,7, ed un miglior QB rating (82 contro 76) dunque è comunque giustificata la scelta a favore di un Mills che potrebbe essere il volto della franchigia per i prossimi anni. A differenza di molti registi scelti recentemente, Mills non ha grandi qualità come scrambler, ma ha un braccio potente e ha dimostrato di avere la capacità e l’umiltà di imparare dai propri errori.

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Finora l’offensive coordinator Tim Kelly ha cercato di proteggere il giovane rookie impostando l’attacco soprattutto su lanci medio-corti, sia per limitare le possibilità di errore sia per arginare la pass rush avversaria e, ad esempio contro un team temibile a livello di pressione sul qb come Jacksonville, Mills ha mostrato una miglior capacità nel leggere gli eventuali blitz ed è stato “saccato” una sola volta. In quello che è il peggior attacco della NFL, forse l’unica arma davvero temibile è il receiver Brandin Cooks, già a quota 80 ricezioni e non lontano dalle 1000 yard. L’ex Ram ha già segnato 5 mete ed è un aiuto fondamentale per Mills con cui ha un’ottima intesa. Per darvi un’idea del “one man show” di cui è protagonista Cooks basti dire che il secondo receiver in fatto di palle catturate è il runner David Johnson con 29 mentre per trovare un altro ricevitore di ruolo bisogna scendere ai 25 catch di Nico Collins e ai 18 di Chris Conley. Collins è atleta più “fisicato” rispetto a Cooks, ma deve imparare ad usare la sua stazza contro difensori meno dotati in centimetri e chili, mentre Conley è un receiver non troppo affidabile ma pericoloso sulle palle lunghe, opzione però poco utilizzata dall’attacco Texans.

A quota 24 ricezioni c’è poi l’esperto tight end Jordan Akins, seguito a 20 al collega Pharaoh Brown. Fra i tight end i Texans hanno anche il rookie Brevin Jordan, inattivo per la prima metà di stagione, ma che poi nelle sei gare giocate ha accumulato una quindicina di ricezioni e potrebbe essere il futuro dei Texans nel ruolo. Del gruppo ricevitori faceva parte anche il veterano Danny Amendola, che però dopo aver contribuito con 17 ricezioni è ora in IR per un problema al ginocchio.

Se l’attacco di Houston per via aerea ha accusato dei problemi, ma tutto sommato qualche segno di vita l’ha dato, quello sulla terra è nettamente il peggiore della NFL: dopo 14 partite il bottino è di 1083 yard, alla media di 77,4 yard a partita (la seconda peggior squadra nel running game, i Pittsburgh Steelers sono a 84,6). Pensate che i due leading rusher della NFL, Jonathan Taylor e Joe Mixon hanno corso più yard dell’intero attacco Texans, e Nick Chubb e Dalvin Cook sono sotto quella cifra di poco ma solo perché hanno saltato tre gare ciascuno.

Addirittura, il leading rusher del team è tutt’ora Mark Ingram con 92 portate per 294 yard, con il piccolo problema che quest’ultimo è stato mandato a New Orleans a fine ottobre. Con la cessione anche dell’ex Bronco Phillip Lindsay a Miami, i due runner più utilizzati nelle ultime gare sono stati Rex Burkhead e David Johnson. Nelle passate esperienze a Cincinnati e a New England, Burkhead ha sempre offerto un buon contributo però come runner di supporto al titolare, mentre Johnson, dopo uno strepitoso 2016 ad Arizona, non si è più ripetuto, anche se nel 2020 in casacca Texans non ha demeritato (147 corse per 691 yard alla media interessante di 4,7 yard). In questo 2021 per altro la media a portata dei due è assolutamente modesta (2,9 per Burkhead, 3,2 per Johnson). Il backfield di Houston è poi completato da un altro ex Denver, Royce Freeman, che però in 17 portate ha prodotto appena 33 yard, con una media che non arriva neppure a 2 miseri metri per corsa.

Il centro titolare è l’ex Seahawk Justin Britt che nel running game è l’unico della linea offensiva oltre la sufficienza. Britt ha dovuto saltare tre gare per un problema al ginocchio ed è stato sostituito, in modo però inefficace, da Jimmy Morissey, rookie scelto dai Raiders al settimo giro ed approdato nel Texas a metà ottobre dopo che Houston lo ha prelevato dalla practice squad dei nero-argento. Max Scharping a destra e Tytus Howard a sinistra sono invece le due guardie titolari. Scharping sta faticando in entrambe le fasi del gioco ma le sue prestazioni sono un pochino meglio sul running game, mentre Howard non sta giocando male sul passaggio ma è in evidente difficoltà nell’aprire varchi per i runner. Howard è stata la prima scelta di Houston nel 2019 e dopo aver giocato tackle per due anni è stato spostato quest’anno all’interno, con risultati nuovamente rivedibili. Forse non a caso, le gare migliori disputate da Howard sono state le tre partite fra la dodicesima e la quattordicesima giornata, in cui l’ex Alabama State è stato schierato tackle a sinistra causa infortuni vari.

Nelle intenzioni del coaching staff dei Texans, i tackle titolari dovevano essere Laremy Tunsil e l’ex patriot Marcus Cannon, ma entrambi sono ora in IR. Cannon, dopo appena un mese di campionato, ha accusato un problema di ernia alla schiena che ha reso necessaria una operazione. Tunsil, convocato al Pro Bowl al termine della stagione 2019, ha invece avuto un guaio al pollice della mano sinistra, ed è stato operato anche lui, ma un infortunio che doveva durare un mese o poco più si è trasformato in una cosa molto più lunga e in effetti la vicenda ha risvolti piuttosto curiosi (recentemente lo stesso head coach Culley è stato piuttosto vago nel rispondere ad una domanda sul ritorno di Tunsil). I due tackle titolari sono ora a destra Charlie Heck e a sinistra Geron Christian, entrambi atleti che non stanno sfigurando nel passing game ma che invece accusano parecchi problemi nel running game.

tyrod taylor texans jaguars

DEFENSE

I due tackle titolari sono Maliek Collins ed il rookie Roy Lopez. Dopo quattro anni passati a Dallas, Collins ha vissuto una stagione da dimenticare a Las Vegas nel 2020 mentre quest’anno è uno dei difensori dei Texans col rendimento più continuo anche se le penalità restano un suo notevole problema. Lopez è stato scelto appena al sesto giro negli ultimi draft ma finora ha trovato parecchio spazio anche se, dopo la bye del decimo turno, non ha più esibito il buon rendimento offerto nei primi due mesi e mezzo di campionato. Le riserve sono Ross Blacklock e Jaleel Johnson, con il primo che ha dato un buon contributo sulla pass rush con due sack e due hurries mentre Johnson sta, purtroppo per lui, proseguendo nella spirale negativa di una carriera che a Minnesota era iniziata piuttosto bene prima di un 2020 sottotono.

Dopo una stagione da rookie tutto sommato incolore, in questo 2021 è invece esploso l’edge rusher Jonathan Greenard che ha già messo a segno 8 sack e 6 hit ed è nettamente il leader dei texani per atterramenti del qb avversario. Opposto a Greenard gioca un altro elemento molto interessante, vale a dire il ventiseienne Jacob Martin che dopo essere stato utilizzato a singhiozzo sia nella stagione a Seattle che nelle prime due annate a Houston, in questo 2021 sta giocando con buona continuità. Martin è già arrivato a 4 sack, 2 hit e 29 hurries, anche se si sta dimostrando meno efficace di Greenard nel contrastare il running game. Della rotazione degli edge fanno parte anche il versatile DeMarcus Walker il cui rendimento è cresciuto con l’andare della stagione, Derek Rivers e l’esperto Chris Smith, promosso dalla practice squad all’inizio di dicembre, che nell’ultima partita contro Jacksonville ha totalizzato un sack, un hurry ed un hit su Lawrence.

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Nel corso della stagione, tra l’altro, i Texans hanno lasciato partire altri due edge rusher, il veterano Whitney Mercilus, approdato a Green Bay e Charles Omenihu, passato ai 49ers.

Un’altra vittima illustre di una piccola epurazione di linebacker è stato Zach Cunningham che aveva disputato le prime dodici gare quasi tutte da titolare. In realtà il divorzio era nell’aria, visto che in offseason i Texans avevano già cercato una trade, ma nella week 13 Cunningham è stato messo in panchina per motivi disciplinari ed è poi stato tagliato dalla dirigenza rosso-blù.

Senza di lui i due linebacker titolari sono diventati Christian Kirksey e Kamu Grugier-Hill, entrambi nuovi arrivi rispettivamente da Green Bay e Miami. Fino ad ora nessuno dei due ha convinto, soprattutto nel gioco di corsa, ma almeno Grugier-Hill ha contribuito con tre sack ed è il leading tackler della squadra con 70 placcaggi. Altri due linebacker utilizzati nella rotazione sono due atleti pure loro non a roster lo scorso anno, vale a dire l’ex Jet Neville Hewitt che probabilmente fin qui è stato il linebacker dal rendimento più continuo, ed il rookie Garrett Wallow, che invece non ha ancora ”assimilato” il salto nella NFL.

Desmond King e Terrance Mitchell, pure loro al primo anno in Texas, sono invece i due cornerback titolari. King ha già messo a segno 2 intercetti e sta disputando un buon 2021 dopo due annate non certo indimenticabili fra Chargers e Titans, mentre Mitchell è reduce da cinque buone stagioni con Kansas City e Cleveland ma finora ha reso decisamente meno delle aspettative ed ha faticato non poco contro Indianapolis e Seattle. Lo slot receiver è invece l’ottimo Tavierre Thomas che dopo 3 anni a Cleveland in cui ha visto il campo raramente, sta sfruttando al meglio la prima stagione con un utilizzo estensivo.

Justin Reid e Eric Murray sono le due safety, con il primo che sta faticando in copertura mentre l’ex Chief sta giocando bene nel passing game ma in modo deficitario sulla corsa. Sovente utilizzato nel secondario è anche il versatile Lonnie Johnson che nella prima metà di campionato ha concesso decisamente troppi big play e, dopo un paio di gare saltate per un infortunio alla testa è stato spostato nel ruolo di cornerback dove le cose sono andate un po’ meglio.

LA SORPRESA

Dopo un anno da rookie in cui aveva giocato molto a corrente alternata, con molti placcaggi sbagliati, Jonathan Greenard sta vivendo un 2021 davvero importante con 8 sack, 3 passaggi deviati, 2 fumble forzati ed un rendimento tutto sommato solido anche contro la corsa.

LA DELUSIONE

I Texans speravano di aver trovato un importante pezzo della linea offensiva draftando al primo giro nel 2019 Tytus Howard, ma il nativo di Monroeville in Alabama è stato provato all’esterno per due anni deludenti, poi, in questo 2021, è stato spostato all’interno ma sin qui non ha convinto neppure come guardia.

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