[NFL] Week 6: Melvin Gordon, period (Los Angeles Chargers vs Cleveland Browns 38-14

Dopo 5 partite combattute, tre delle quali finite all’overtime, i Browns vengono demoliti dai migliori Chargers di stagione, guidati dal sempre giovane Philip Rivers, 15 TD e 3 INT in queste prime 6 partite, e dal Mauro Icardi dello sferoide prolato, al secolo Melvin Gordon, uno dei migliori “finalizzatori” dell’intera lega e che al First Energy Stadium oltre a 3 TD ha ammassato 150 yard dalla los.

I Chargers hanno preso subito il comando delle operazioni andando a segno nel primo drive e hanno sfruttato l’inconsistenza del “possesso palla” del team di casa per chiudere la pratica già nel primo tempo. Oltre all’incontenibile Gordon, Rivers ha potuto contare sull’abilità di attaccare il profondo da parte di Terrell Williams che nel primo tempo si è reso protagonista di due supa dupa catch che hanno prodotto 14 punti e vaporizzato le speranze dei Browns di restare in partita. In particolare la prima ricezione contro la tripla copertura della secondaria di Cleveland è stata un capolavoro di ball placement da parte di Rivers e di “cazzimma” del #16 che si è andato a conquistare il prolato tra tre maglie avversarie.

L’inconsistenza della OL di Cleveland, calpestata dal front-7 avversario, e l’incapacità dell’attacco di Cleveland di trasforare i tanti minuti col possesso del pallone in punti hanno fatto il resto e nel secondo tempo i Chargers si sono permessi il lusso di far giocare tale Geno Smith…

Pubblicità

ANGOLO CHARGERS

Rivers Chargers Browns

Le potenzialità dell’attacco erano note, più difficile era immaginare che Rivers, a 36 anni, potesse essere efficace come mai in carriera. L’ex NC State sta giocando ad un livello inimmaginabile aiutato da una capacità e velocità di lettura che sopperiscono ad una mobilità che sta svanendo, e forse non c’è mai stata, tanto che quella che fino a domenica pareva essere una delle difese più efficaci ed aggressive della lega non l’ha mai praticamente sfiorato (un solo sack subito). La crescita di Melvin Gordon, ogni anno più forte, e le volate di Ekeler stanno togliendo tanta pressione al #17 che quando mette in aria il prolato riesce spesso a trovare linee di passaggio clamorose, come dimostra il già citato TD di Williams.

Sul reparto ricevitori non c’erano troppi dubbi nonostante la mancanza di grossi nomi, tolto Allen ovviamente, mentre a stupire è una OL che non ha grandi nomi ma sta facendo un lavoro immenso sia sul gioco di corsa che quando deve dare tempo al proprio signal caller. La difesa è quella che ci aspettavamo, nonostante gli infortuni, e come prevedibile Derwin James sta prendendo il comando di una secondaria che domenica ha trovato anche due intercetti da Desmond King, CB al secondo anno da Iowa. Qualcuno ad inizio stagione aveva pronosticato i Chargers come possibile squadra da battere nella AFC, forse allora c’era un po’ troppo ottimismo attorno ad uno dei team più sfortunati della lega ma quello che stanno mostrando nelle ultime settimane, siamo alla 3 W consecutiva, sembra poter giustificare tanta fiducia.

ANGOLO BROWNS

Duke Johnson Browns Chargers

Dopo tante partite combattute era inevitabile che prima o poi dovesse arrivare una sfida così ma, al di là del risultato, la versione dei Browns scesa in campo al First Energy Stadium domenica deve far pensare e forse, aggiungo io, preoccupare i tifosi di Cleveland. I problemi in OL erano stati mascherati abbastanza bene fino ad adesso ma è evidente che questo, insieme a quello dei WR, sia il reparto più debole del team di Jackson. I 4 sack concessi nel primo tempo ne sono una dimostrazione e se non si troverà la quadra è difficile pensare di poter sviluppare gioco con continuità. Aiuterebbe forse un Mayfield più mobile e più deciso nell’uscire dalla tasca quando capisce che non c’è possibilità di scaricare il pallone ai propri WR anche se troppe volte la pressione è arrivata ancor prima che si sviluppassero le tracce, non concedendo quindi chance al rookie meraviglia.  

Dicevamo dei ricevitori, altro tasto dolente in casa Browns. Aver lasciato andare Gordon e non aver firmato Dez sono due “peccati” di cui probabilmente qualcuno nell’Ohio si sta già pentendo e la firma di Perriman non è certo la soluzione al problema. Il fatto è che alle difese avversarie basta raddoppiare Landry per rendere inefficace il passing game e senza una seconda punta e con un gioco di corsa che funziona a tratti diventa difficile per i Browns pensare di essere pericolosi in attacco come testimoniano gli oltre 20 minuti di possesso palla sterile nel primo tempo, con soli 6 punti a tabellone. Anche la difesa ha mostrato qualche crepa e come anticipato in una delle ultime puntate di Scusate il Disturbo era inevitabile che tanta aggressività, il marchio di fabbrica della D di Gregg Williams, prima o poi presentasse il conto. Va trovata una soluzione contro il gioco di corsa, come dimostrano le prestazioni con Raiders e Chargers, ma è difficile dare troppe colpe, o criticare, un reparto che giocando in questo modo ha permesso ai Browns di tornare ad essere competitivi mascherando spesso le deficienze offensive.

Settimana prossima i Charges volano a Londra per affrontare dei Titans in crisi e regalarsi la quarta W consecutiva mente i Browns proveranno a riprendersi contro i Bucs in una partita che promette di lasciarsi guardare viste le filosofie opposte dei due team.

[ad id=”29269″]
Pubblicità
T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.