NFL Preview 2017: Miami Dolphins

Premessa: questa preview è stata corretta e riscritta diverse volte e, alla fine, è stato deciso di pubblicarla solo una volta terminato il training camp; la speranza è che, una volta terminato Camp Nightmare (soprannome creato dalla solerte stampa di Miami), la cappa di sfortuna che sembra perseguitare questa offseason si dilegui o, quantomeno, dia un attimo di tregua.

I Miami Dolphins, infatti, si trovano nella poco invidiabile situazione di uscire dalla preparazione estiva meno forti di quanto ci erano entrati.

La sequenza di infortuni che colpito i Dolphins (anche questa poco invidiabile) è davvero notevole:

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  • concussion per il running back titolare Jay Ajayi, dalla quale si sta riprendendo solo in questi giorni precedenti alla seconda partita di preseason;
  • infortunio, in allenamento e senza contatto con altri giocatori, al ginocchio sinistro per il quarterback Ryan Tannehill, lo stesso ginocchio infortunato alla fine dello scorso anno: all’epoca (con scarsa lungimiranza, ma col senno di poi è facile dirlo) si era deciso di non procedere chirurgicamente mentre ora l’intervento già programmato mette la parola fine alla stagione del numero 17;
  • infortunio al bicipite destro per Ted Larsen, guardia arrivata quest’anno a Miami per solidificare la linea d’attacco e che invece perderà almeno mezza stagione;
  • infortunio, al primo snap della prima partita di preseason contro i Falcons, al ginocchio e senza contatto di gioco per il linebacker Raekwon McMillan, scelto al secondo giro nell’ultimo draft e per il quale era già pronto lo spot titolare di middle linebacker che, prima dell’infortunio, aveva piacevolmente mostrato di poter meritare: anche per lui operazione e stagione finita ancora prima di cominciare;
  • infortunio al ginocchio (menisco) a Isaiah Ford, ricevitore scelto al settimo giro: non uno di quelli che spostano gli equilibri, dunque, ma un’altra conferma che quando piove lo fa sempre sul bagnato;
  • concussion per Kenyan Drake, running back al secondo anno che, in assenza di Ajayi, era destinato a vedere crescere il suo minutaggio in campo, complice anche il buon primo anno avuto l’anno scorso, e che adesso invece se ne starà buono sulla sideline per un po’;
  • infortunio al tendine d’Achille (e – ovviamente – stagione finita) per Tony Lippett, cornerback al terzo anno: anche qui, non un infortunio rovina-stagione da solo, ma capitato ad un giocatore affidabile e che complica le cose in termini di profondità in uno dei ruoli più delicati in difesa.

“Non è stato facile”: questo il commento di coach Adam Gase a chiusura del training camp ed è dura non essere d’accordo. Ma gli infortuni capitano a tutti, fanno parte del gioco e anche lo scorso anno (chiuso 10-6 e con la prima qualificazione ai playoffs dopo un bel po’ di anni) il roster di Miami aveva subito i suoi bei colpi. Quindi, in un modo o nell’altro la stagione iniziata… ehm… non bene va adesso affrontata e portata a termine: e allora, dopo tutti questi infortuni, cosa rimane ai Dolphins?

OFFENSE

L’infortunio a Tannehill è stato il colpo peggiore e, una volta capitato, la scelta di Adam Gase è stata quella di rivolgersi ad un giocatore esperto, che già conoscesse i suoi schemi e il suo modo di giocare. Jay Cutler era la scelta perfetta sotto questo profilo, e il fatto che avesse appena abbandonato il football giocato per passare dietro i microfoni della Fox significava che anche il suo fisico era ancora sufficientemente in forma.

Si sono scritte e lette molte cose inesatte sul caso-Kapernick e sul fatto che anche i Dolphins lo avessero boicottato a priori ma, in questo caso, è stata solo ed esclusivamente una scelta di football, fatta da un head coach che ha deciso di prendersi il suo rischio, con l’appoggio della società. Quindi, Jay Cutler sia.

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Le incognite sono molte, ma a disposizione di Cutler, sulla carta, c’è parecchia roba: il trio di ricevitori è intatto rispetto allo scorso anno, con Jarvis Landry, Kenny Stills e un Devante Parker che le cronache descrivono come pronto al definitivo salto di qualità.

La posizione di tight end è stata migliorata, con l’arrivo di Julius Thomas (un altro che conosce il gioco di Gase) e dell’ex Anthony Fasano. E dietro a Cutler Jay Ajayi è pronto ad un anno che per lui dovrà essere quello della consacrazione, dopo l’improvvisa esplosione della scorsa stagione.

Come sempre ai Dolphins, molto dipenderà dalla linea d’attacco. La partenza di Brande Albert e lo spostamento di Laremy Tunsil nel suo ruolo naturale di left tackle quanto incideranno sugli equilibri che lo scorso anno il reparto aveva finalmente trovato? L’infortunio di Larsen ha complicato i piani e lo sviluppo del rookie Isaac Asiata non sembra veloce come ci si augurava. Una soluzione andrà trovata, e in fretta, anche perché la mobilità di Cutler sembra più vicina a quella dell’ultimo Dan Marino che a quella di Tannehill, quindi bisognerà proteggerlo bene…

DEFENSE

Per la difesa la perdita di McMillan è stata quasi pari, per gravità, a quella di Tannehill per l’attacco. Il rookie si era messo molto in luce in tutta la preparazione e la scelta di affidargli il delicato spot nel mezzo era sembrata una logica conseguenza, oltre che il modo per massimizzare sull’esterno le doti di Kiko Alonso e Lawrence Timmons.

infortuni presason mcmillan dolphins

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Invece sono saltati tutti i piani e in questo momento i Dolphins stanno sondando il mercato in cerca di rinforzi e, nel contempo, provando Mike Hull (terzo anno, scelto undrafted da Penn State) come sostituto. Attorno a loro, comunque, tutta la difesa sta cercando di ricompattarsi e riorganizzarsi dopo la travagliata scorsa stagione, sotto la guida del nuovo coordinatore Matt Burke.

Nella linea di difesa la prima scelta Charles Harris, defensive end da Missouri, ha iniziato il suo programma di studi “Diventare Cameron Wake”. Le cronache lo danno più brillante nei minicamp di inizio estate di quanto non sia stato nel training camp una volta indossate le protezioni ma, come sempre, il responso lo darà solo il campo. Al suo fianco, all’interno della linea, stanno invece brillando i due rookies Vincent Taylor e, soprattutto, Davon Godchaux, ex LSU scelto al quinto giro per il quale la possibilità di conquistarsi un posto da titolare accanto all’inamovibile Ndamukong Suh viene data come tutt’altro che remota.

Nella secondaria dei Dolphins continua la crescita di Xavien Howard, il cornerback al secondo anno che quest’anno sembra in grado di poter fare il salto di qualità. Accanto a lui Byron Maxwell sembra il più accreditato per lo spot da titolare con Bobby McCain e Alterraun Verner gli unici nomi noti rimasti alle loro spalle dopo l’infortunio di Lippett. Anche qui, forse, verrà sondato il mercato. Nel mezzo, accanto all’imprescindibile Reshad Jones, i favoriti per il posto sono il veterano Nate Allen e la conferma Michael Thomas ma, come sempre, non si escludono sorprese. Per tutti, l’obiettivo minimo è quello di fare meglio dello scorso anno e, visto come è andata, dovrebbe essere alla portata.

COACHING STAFF

Dopo il debutto col botto dello scorso anno, con alle spalle la fiducia incondizionata di uno dei proprietari più facoltosi della lega e uno staff che funziona, Adam Gase ha in mano quasi un contratto in bianco per il suo futuro a lungo termine.

Miami Dolphins Gase mini camp

Evidentemente però è uno che non ama la tranquillità, perché ha subito deciso di prendersi un rischio bello grosso in prima persona. La scelta di Jay Cutler come sostituto di Tannehill risponde innanzitutto alla logica della familiarità (di caratteri, di filosofia di gioco, di pensiero) ma ha il grosso punto interrogativo di riguardare un giocatore già ritirato, anche se da poco, e che non ha lasciato un ricordo splendido nell’ultima parte di carriera. Ma a questo punto, si tratta solo di aspettare e vedere se la scommessa pagherà.

Per il resto, la posizione di Gase è solidissima: l’unico interrogativo può essere la promozione di Burke (ex allenatore dei linebackers) a defensive coordinator al posto di Vance Joseph, passato sulla sideline dei Broncos, ma anche questo, alla fine, è un dettaglio. Adam Gase può concentrarsi sul suo secondo anno come head coach nella NFL. Probabilmente, il secondo di una lunga serie.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching staff

Letta su Twitter: Jay Cutler è un Tannehill con un pochino più braccio e più esperto, ma meno atletico. Vero, ma come si calerà nella nuova realtà? Fatti salvi i soliti discorsi sulla linea offensiva, il reparto è più o meno quello che lo scorso anno non ha fatto male. Con un qb diverso… Con McMillan sano e un cornerback in più a roster sarebbe stato un sei e mezzo pieno, così è un voto è più di stima e fiducia che non basato su fatti (anche perché l’anno sta cominciando adesso). Confidiamo in un miglioramento rispetto allo scorso anno, anche perché fare peggio sarebbe difficile. Dopo solo un anno Adam Gase ha già addosso l’aura di essere il miglior coach capitato a Miami negli ultimi… ehm… tanti anni. E quest’anno dovrà riconfermare i progressi con una squadra forse più debole e un avversario in division forse ancora più forte. Però la stoffa c’è: è un buon inizio.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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