
[NFL] Preview 2015: Minnesota Vikings
Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.
Non si odono i Minnesota Vikings far festa, tutt’altro. Il 2014 e l’affaire Peterson hanno lasciato parecchi strascichi all’interno della squadra del Minnesota, polemiche che si sono trascinate sino a ridosso della nuova stagione. Il 2 giugno poi, finalmente, AD si è presentato agli OTA ponendo fine (almeno per il momento) a questa telenovela che ogni giorno presentava un capitolo diverso: prima era lui a non voler più giocare a Minneapolis, poi era la squadra che non voleva scendere a compromessi (il contratto piuttosto oneroso non lasciava margine per molti voli pindarici), smentite di tagli e di trade, richieste in fase di draft forse troppo alte che hanno scoraggiato anche squadre interessate come Arizona, lo scenario suggestivo di vederlo in maglia Cowboys al quale più lui che la squadra texana sembrava credere….ecc…ecc…
Alla fine, nonostante il giocatore si sia sentito scaricato nel momento del processo per violenza sul figlio, le condizioni per lasciarsi non sono mai state vantaggiose per nessuna delle due parti… e vivranno felici e contenti almeno per la prossima stagione, ancora insieme.
OFFENSE
Dal punto di vista prettamente sportivo, Peterson rappresenta una risorsa imprenscidible per questo attacco, parliamo del miglior giocatore di questa franchigia e probabilmente il miglior RB della NFL negli ultimi 15 anni (a braccetto con LaDainian Tomlinson). L’anno scorso i Vikings non hanno corso male a livello quantitativo (112 yard a partita che li posizionano al 14esimo posto della lega), ma è mancata la qualità che dava l’ex Oklahoma Sooners, che da solo aveva la capacità di condizionare le difese avversarie.McKinnon ed Asiata si sono sostanzialmente divisi le portate (rispettivamente 113 e 164), raggiungendo le 1100 yard combinate, forse però il front office si aspettava qualcosa di più, nessuno dei due ha dimostrato di poter riempire le scarpe di un RB titolare, ecco perché un ritorno di Peterson, al di là di tutto, fa molto comodo.
Il running game si è mantenuto su prestazioni sufficienti anche grazie al lavoro di una linea che in fatto di bloccare per giochi di corsa si è salvata, mentre è andata parecchio in difficoltà nel dover proteggere Teddy Bridgewater. È stato draftato al quarto giro TJ Clemmings, giocatore che in fase di pre draft sembrava valere qualcosa di più, probabilmente comporrà assieme a Loadholt un lato destro della linea mastodontico. Con John Sullivan la posizione di centro è al sicuro, mentre a sinistra Matt Kalil finora non ha reso come una quarta scelta assoluta nelle sue prime tre stagioni. Resta la curiosità per il ruolo di guardia sinistra: lì l’anno scorso ha giocato spesso Charlie Johnson veterano arrivato nel 2011 dai Colts, ma rilasciato lo scorso febbraio. Tutto lascia presagire, ad ora, in un utilizzo più estensivo di Brandon Fusco, mentre David Yankey (quinto giro da Stanford 2014) resta un oggetto misterioso: dopo aver partecipato fattivamente ad una delle OL più forti della NCAA degli ultimi anni, l’anno scorso non è stato schierato per nessuno snap pur non avendo alcun problema fisico particolare ed ora sta lavorando per raggiungere un livello accettabile in fatto di forza fisica per i pro.
A proposito di primo anno tra i pro, la stagione da rookie di Bridgewater (a differenza di quanto detto per il running game) è stata positiva più qualitativamente che quantitativamente. Siamo davanti ad uno dei peggiori attacchi per via aerea della NFL, a stento sopra le 200 yard di media (leggermente meglio nelle 12 partite in cui l’ex QB di Louisville è stato titolare). In questo incidono anche altri fattori (della protezione abbiamo già detto, dei target parleremo poi), Teddy di suo c’ha messo una conversione buona di passaggi vicina al 65%, una media di yard per tentativo pari a 7,26 che lo posizione al 14esimo posto della NFL ed una rapporto TD/INT pericolosamente vicino all’1 (14 a 12). Nel complesso comunque la sua è stata una stagione positiva, anche se immagino che nel Minnesota si aspettino miglioramenti nel secondo anno, anche perché dietro a lui tra Shaun Hill, Mike Kafka e Taylor Heinecke non c’è nulla di buono, con il solo Hill in grado di poter interpretare il ruolo di paracadute, seppur con qualche buco…..
L’involuzione, anzi la non evoluzione, che non dovrà colpire Bridgewater, ha in realtà colpito nel 2014 Cordarrelle Patterson: atleta strabordante, ma giocatore di difficile collocazione tattica. Nel suo anno da rookie nel 2013, aveva ben impressionato mettendo assieme di tutto un po’ (ricezioni, corse, ritorni), l’anno scorso invece s’è spiaggiato in un utilizzo evidentemente poco efficace per le sue caratteristiche. Di contro nel ruolo di WR1 “canonico” è emerso Charles Johnson, uno di quei workout warrior usciti da college pressoché sconosciuti (Grand Valley State nella fattispecie), che nel 2013 aveva corso le 40 yard alle combine in 4.39, tempo che in realtà non gli aveva fatto salire molte posizioni, dovendo aspettare il settimo giro per venir scelto dai Packers. A Green Bay poi non ha mai giocato, idem a Cleveland, l’anno scorso infine si è messo sulla mappa sfruttando una situazione di reparto favorevole, con pochissima concorrenza da battere. Quest’anno poi è arrivato, da Miami, Mike Wallaceche sostituisce, anche come uomo copertina del reparto, Greg Jennings, miglior ricevitore in squadra nel 2014. Saranno Wallace e Johnson assieme a Jarius Wright a comporre il terzetto principale a disposizione di Bridgewater. Con il rookie Stefon Diggs che potrà lottare per vedere qualche snap dallo slot.
Da ultimo, ma non per importanza, Kyle Rudolph: il TE che tatticamente sarà centrale per le prestazioni di Bridgewater, bersaglio sicuro anche in endzone almeno per quella decina scarsa di partite a stagione che riesce a giocare, un po’ troppo spesso rallentato dai problemi fisici.
DEFENSE
La difesa dei Vikings, già partendo da prestazioni buone, ha molti margini di miglioramento, specie perché nei suoi uomini chiave la caratteristica principale è la gioventù. Everson Griffen (5), Sharrif Floyd (2), Linval Joseph (5), Eric Kendricks (0), Anthony Barr (1), Xavier Rhodes (2), Trae Waynes (0), Harrison Smith (3), Robert Blanton (3) sono 9 degli 11 titolari (sulla carta) e sommano complessivamente 21 stagioni tra i pro e di questi tutti, tranne Blanton, sono già sotto contratto almeno sino al 2017. Gli unici sopra i 30 anni sono Chad Greenway e Brian Robison.
Guardandola da questa ottica quindi non è tanto quanto hanno dato sinora a fare la differenza, ma quello che potranno dare nei prossimi anni. La linea difensiva per esempio, fiore all’occhiello della Minnesota che puntava al titolo, è stata completamente ristrutturata in poche stagioni: è ancora presto per dire che non ci sono più rimpianti per i fasti degli Williams e di Allen, ma Griffen, Floyd e Joseph sono sulla buona strada. In particolar modo il DE ex USC è appena uscito da una stagione strepitosa condita da 12 sack ed una quarantina di QB hurry. Bisognerà però capire quante di queste cifre fossero per lo più stimolate dall’ultimo anno di contratto, contratto che poi è stato rinnovato pochi mesi fa a cifre importanti (42 milioni in 5 anni, 20 garantiti). (EDIT: in realtà mi fanno notare che questo contratto è stato firmato un anno fa, errore di sbaglio e un pensiero in meno sulle buone prestazioni di Griffen).
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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Vikings 2015.
[review]I voti di Gabriele Balzarotti
Offense - 65%
Defense - 65%
Coaching Staff - 60%
63%
Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Vikings 2015 oppure lasciate un commento con la vostra opinione.