[NFL] Week 8: Il pagellone NFL

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico. E’ il nostro pagellone NFL!

Voto 10: Willie Snead

Non draftato, rimpallato da una practice squad all’altra, fino all’approdo a New Orleans. Poi Sean Payton che interviene personalmente per tenerlo in rosa e i numeri su ricezione che si ammassano, passando Marques Colston, Darrenn Sproles, Brandin Cooks e qualsiasi altro ricevitore dei Saints. 10 Willie riesce a firmare una partita che vincere, perde e poi torno a vincere quasi da solo. Prima perde un fumble sanguinoso che porta i Giants al TD, poi ne recupera uno in overtime sul quale intervengono gli dei del football: face-mask e yard supplementari guadagnato per favorire il field goal della vittoria in una contesa che entra nella leggenda NFL e che traghetterà a caratteri gargantuelici il suo nome verso i posteri.

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Voto 9: Kwon Alexander

Abbiamo dedicato grosso spazio al dramma e alla partita di Kwon Alexander su queste pagine. Vale in ogni caso la pena riportare le sue gesta anche qui. Dopo la morte del fratello diciassettenne, 9 il prodotto di LSU vince in pratica da solo l’importante partita contro i rivali Falcons. Lo premiamo perché per l’ennesima volta la NFL ci ricorda come il football può essere per chi lo vive una opportunità vitale di ritornare al meglio dopo una tragedia. Alexander è infatti solo l’ultimo di una lunga lista di giocatori colpiti da disgrazie familiari che reagiscono sul campo. Quando lo sport guarisce, o almeno tenta di  farlo, l’anima.

Kwon Alexander Tampa Bay Buccaneers

Voto 8: Steve Smith

15 stagioni, 8 oltre le 1000 yard ricevute. Due casacche, sempre primo ricevitore per chiunque ne disponesse. Steve Smith Sr. si è rotto il tendine d’Achille, e lo davano per finito; ma già 8 oggi pensa a come tornare l’anno prossimo. 19, 15 e 16 sono le yard a ricezione nelle ultime tre partite: vogliamo scommettere che l’anno prossimo stiamo parlando degli stessi numeri? Ecco la scommessa più grande nella carriera di questo fantastico atleta. Buon recupero.

Voto 7: Derek Carr

Un giorno ci domanderemo: “Ma quand’è che i Raiders sono diventati forti?” E la risposta sarà l’ottava settimana della stagione 2015. Oakland distrugge gli arcigni New York Jets, con 333 yard e 4 touchdown 7provenienti dal loro quarterback. Dopo un primo anno pieno di speranze, il prodotto di Fresno State sta confermando di essere uno dei migliori quarterback giovani in NFL. Amari Cooper è preso da Darrelle Revis? Fa niente, c’è Michael Crabtree, c’è Andre Holmes. C’è una squadra, finalmente, a Oakland!

Voto 6: C.J. Anderson

I Broncos di C.J. Anderson erano imbattuti anche prima di avere un gioco di corsa. Svegliatosi dal torpore (anche dovuto a qualche problema fisico6 di troppo), il runningback da Cal infila 101 yard e una segnatura da 28 contro i Packers, distrutti come fossero una squadretta minore. Non è un segreto che la decadenza di Peyton Manning abbia costretto Gary Koubiak a cercare una stabilità via terra, arrivata però solamente quattro giorni fa. Non c’è limite alle ambizioni di Denver, tranne quello che imporranno i suoi corridori, e Anderson sarà uno degli osservati speciali di questa incredibile stagione in Colorado.

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Voto 5: Carson Palmer

Ce la mette tutta Palmer per far perdere i suoi Cardinals. Prima sparacchia lontano da Fitgerald e Malcolm Floyd due palloni facili da recapitare, poi quando il risultato 5gira dalla parte di Arizona, riesce a mantenere in contesa i piccoli Browns lancindo per Tashon Gipson, che giocherebbe per gli altri, l’ennesimo errore di una partita sonnolenta a dir poco. I Cards sono molto più forti e hanno vinto, ma quando conterà davvero? Palmer ha bisogno di ritornare in sella molto presto, pena qualche altra sconfitta per i suoi.

Voto 4: La trappola all’Edward Jones Dome

Qui si pensa ad andare a giocare in Inghilterra in tre stadi differenti, a costruire nuovi stadi in California, a rinnovare quello di Miami, a migliorare in qualsiasi modo l’esperienza dello spettatore che accorre a sostenere la sua squadra. E 4 non si fa nulla per quel diavolo di anello di cemento su cui tutti scivolano e tutti si fanno male? Settimana scorsa Josh McCown, questa Reggie Bush. E metteteci un tappeto!

Voto 3: Colin Kaepernick

Kaep è passato dal SuperBowl a fare acqua da tutte le parti. L’ultimo pezzo che si stacca dalla scialuppa 49ers in una deriva nata dalla 3ridicola cacciata di Harbaugh e proseguita con il ritiro in massa di qualsiasi difensore. Non tutte le colpe sono sue (buona parte della linea offensiva è stata spesata in una massa suicida da parte dlela dirigenza) ma non possiamo che non eleggerlo a capro espiatorio della debacle di Frisco. Dopo tutto, una volta che la Read Option ha perso il suo appeal a livello NFL, Russell Wilson è sopravvissuto. Lui no, ora fa da backup a Blaine Gabbert, che è uno che non guarda nemmeno dove lancia. E a fine stagione farà anch’egli la valigia.

Voto 2: Ted Ginn Jr.

“Vai Ted, ricevi questa che abbiamo vinto sta partita maledetta!” Sembrano essere queste le parole di Cam Newton mentre la palla decisiva finisce nelle mani dell’ex Miami. Ted Ginn Jr. ha tre metri sul 2difensore, la palla tra le braccia ma per qualche ragione (e badate bene che non è scusato dalle condizioni meteo) la lascia andare. Ai limiti del linciaggio. Viene perdonato dai compagni probabilmente solo perché i Panthers vincono, rimangono imbattuti e sono troppo occupati a festeggiare.

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Voto 1: Ken Whisenhunt

Dopo 3 vittorie su 23 partite alla guida dei Titans, Tennessee si è liberata di Whisenhunt. Esperimento decisamente poco riuscito quello dell’ex di San Diego sulla sideline azzuro-blu, con molte premesse di un gioco offensivo spumeggiante sepolte sotto un’esecuzione pressapochistica. Ken non è riuscito a 1trasmettere a due quarterback rookie (Zach Mettenberger e Marcus Mariota) i dettami della sua filosofia d’attacco, che molto ha a che spartire con ciò che utilizzano squadre come New England. Inoltre, non ha saputo mantenere il gruppo unito, perdendo tutte (tranne una) le partite dalla settimana 2 alla 17 di ogni stagione in cui è stato alla guida dei titani. Un vero peccato non abbia avuto quelle tre o quattro W in più che potevano estendere il suo regno. Lo troveremo come OC da qualche altra parte l’anno venturo, vedremo quanta fiducia saprà racimolare in quella posizione.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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