Corsari nella baia (Arizona Cardinals vs San Francisco 49ers 24-20)

Ci erano già andati vicino due volte lo scorso anno, da netti sfavoriti, ma alla fine la squadra che sarebbe poi arrivata al Super Bowl aveva sempre avuto la meglio. Stavolta, all’esordio della stagione 2020, gli Arizona Cardinals sono riusciti nell’impresa di piegare i San Francisco 49ers campioni della NFC, confermando di trovarsi particolarmente bene al Levi’s Stadium, dove hanno un record di 5-2, e contro i 49ers, nei confronti dei quali vantano 9 vittorie nelle ultime 11 partite.
E i ragazzi di coach Kingsbury sono riusciti nell’impresa dapprima rimanendo attaccati alla partita dopo aver rischiato il tracollo in avvio (al termine del primo quarto di football il computo delle yard era 166 a 44 per i 49ers), quindi, passata la breve bufera, gli ospiti sono sembrati aver più voglia di vincere dei padroni di casa.

San Francisco invece è partita forte, poi si è impantanata senza più trovare il bandolo di una partita che alla fine è sfuggita di mano a Garoppolo e compagni. I 49ers hanno pagato a caro prezzo l’assenza, per un problema al piede sinistro, del loro receiver numero 1 Deebo Samuel, e l’infortunio che sul finire del primo tempo ha praticamente tolto dalla gara il fortissimo tight end Kittle il quale, dopo aver chiuso la prima frazione con 4 ricezioni per 44 yards, nella seconda metà gara è stato poco più di un fantasma. Senza Samuel ed il rookie prima scelta Aiyuk, appiedato da un problema muscolare, un gruppo di ricevitori già sospetto prima dell’avvio della stagione, ha mostrato tutti i suoi limiti, visto che alla fine i tre wide receiver di ruolo: Bourne, Taylor e Pettis, hanno contribuito con appena 4 ricezioni (su 11 palle lanciate nella loro direzione) per 41 yard.
Nel complesso comunque anche lo stesso Garoppolo non è esente da colpe: i Cardinals hanno messo una buona pressione sull’ex Patriots, ma anche quando la sua linea ha tenuto, Jimmy G è stato tutt’altro che irreprensibile. Emblematica a questo proposito è stata l’azione, un quarto e 5 sulle 16 di Arizona, che ha sancito il successo degli ospiti: il bersaglio, Trent Taylor ha corso una traccia ad uscire, ma Garoppolo anziché servirlo subito dopo il taglio verso l’esterno ha lanciato quasi a fine traiettoria, permettendo al cornerback Murphy di recuperare e di deviare il pallone. I protagonisti del passing game sono così stati il factotum Mostert, che ha segnato una meta entusiasmante dopo una galoppata di 76 yard, l’altro runner McKinnon e il sempre prezioso fullback Kyle Juszczyk che con una sola ricezione ha impattato il numero di yard portate a casa dall’intero gruppo dei ricevitori.

L’assenza di un passing game credibile ha permesso ai Cardinals di saturare la line of scrimmage, e così sono arrivati tre sack ed il totale guadagnato dal temibilissimo rushing game dei 49ers, il secondo della NFL nel 2019, è stato di 123 yard, bottino tutto sommato buono ma non certo straripante. Una delle poche note liete della giornata per i californiani è stato il ritorno in campo dello sfortunatissimo runner Jerick McKinnon che dopo aver saltato la stagione 2018 causa la rottura del legamento crociato del ginocchio e l’anno successivo, perchè l’articolazione continuava ad avere dei problemi, ha offerto un buon apporto, con 3 corse per 24 yard e altrettante ricezioni per 20 yard più una meta, meritato premio dopo due annate davvero tribolate.
La difesa dei 49rs è partita davvero bene, mettendo sotto grande pressione l’attacco dei Cardinals soprattutto grazie ai due end Bosa e Hyder e bloccando sul nascere anche i tentativi di corsa di Murray. Poi però la pressione si è affievolita, Murray ha iniziato a schizzare da tutte le parti ed il secondario ha patito lo strapotere del receiver Hopkins con la safety Ward ed il cornerback Moseley davvero in giornata no.
Il 7 su 14 nelle conversioni di terzo down e le ultime due serie, in cui i Cardinals hanno segnato altrettante mete dopo drive di 71 e 75 yards, sono lì a testimoniare una giornata decisamente difficile per il reparto di coach Robert Saleh.

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Arizona ha avuto il grande merito di tener duro in avvio di gara. Poi, grazie ad un punt bloccato, lo special team ha regalato all’attacco la palla sulle 10 di San Francisco e la meta quasi immediata di Chase Edmonds ha ridato fiato ai Cardinals che erano poi bravi a contenere l’attacco di San Francisco e quindi, nel finale, riuscivano a piazzare due touchdown in cinque minuti e mezzo rendendo vano l’ultimo assalto dei padroni di casa.
Il piano di coach Kingsbury era chiaro: utilizzo esteso di passaggi corti e laterali per evitare la terribile pass rush di Bosa e compagni e per cercare di servire in ogni modo possibile il neo acquisto DeAndre Hopkins, giocatore di grandissimo valore che non solo i Cardinals avevano strappato ai Texans in estate ma a cui la dirigenza in rosso aveva già offerto il prolungamento del contratto prima ancora di giocare un down in maglia Cardinals. E Hopkins ha ripagato la fiducia con una prestazione monstre: 14 ricezioni, record in carriera, per 151 yard.

Contro i 49ers l’utilità di Hopkins e del sempreverde Fitzgerald si è vista soprattutto nelle piccole cose: un primo down guadagnato per pochi centimetri o uno screen che sembrava destinato ad una perdita di terreno, trasformato in un +6 o +7. In avvio di partita, quando la pressione dei 49ers era particolarmente asfissiante, Murray ha corso qualche volta di troppo, ma nel finale con i californiani che iniziavano ad essere stanchi, l’ex regista di Oklahoma è diventato un folletto imprendibile (per referenze chiedere a Richard Sherman, placcatore normalmente molto sicuro, superato in agilità dal quarterback nativo di Bedford in Texas in occasione del secondo touchdown ospite). 
Anche se non hanno i numeri notevoli di Murray, non va dimenticato l’apporto sia di Kenyan Drake (16 portate per 60 yard) che di Edmonds (6-26) importantissimo per togliere pressione dal passing game. E tutto sommato non è spiaciuta neppure la linea offensiva, da anni tallone d’Achille del team del deserto, che contro una difesa di grande talento, ha concesso due sack per sole 6 yard ed è stata strumentale per le 180 yard conquistare sulla terra e le 404 totali: non male contro un reparto che nel 2019 era stato il secondo nella NFL per yard concesse.

La difesa dei Cardinals, messa sotto accusa dopo un 2019 da dimenticare, ha invece offerto una prova di grande compattezza sotto il confermato defensive coordinator Vance Joseph. La safety Budda Baker è sembrato essere dappertutto mentre uno dei nuovi arrivati, l’outside linebacker DeVondre Campbell ha confermato di dare il meglio soprattutto nelle coperture sul passaggio. Bene hanno fatto anche i cornerback Peterson, Murphy e l’ultimo arrivo del secondario in casa Cardinals, quel Dre Kirkpatrick che Joseph conosceva già per averlo allenato in quel di Cincinnati.  Chandler Jones ha iniziato il 2020 nel modo in cui aveva terminato il 2019, mettendo a segno un sack, ma tutta la linea difensiva, da Zach Allen a Corey Peters ad Angelo Blackson, firmato appena una settimana prima da Houston, ha disputato una buona gara.  Certo, non tutto in casa Cardinals è filato liscio: il rookie prima scelta Isaiah Simmons ha pagato a caro prezzo il suo esordio nella Lega dei Grandi con due errori che praticamente sono costati 14 punti ma ci sono state altre incomprensioni fra i giocatori ospiti, graziati però quasi sempre dall’attacco dei 49ers.

L’inizio di partita era come detto tutto di marca 49ers con il kicker Gould che apriva la nuova stagione dopo un 2019 da dimenticare centrando i pali da 52 yard poi, sul drive seguente dei californiani, il linebacker rookie Isaiah Simmons perdeva per un attimo di vista il suo uomo, Raheem Mostert, quindi, quando lo inquadrava di nuovo, era ormai troppo tardi, col runner che riceveva un passaggio verso il centro di Garoppolo, prendeva d’infilata la difesa ospite e siglava il 9-0 dopo una galoppata di 76 yard. Quando San Francisco recuperava il possesso dopo un three and out di Arizona la partita sembrava già incanalata a favore dei padroni di casa, ma un guadagno nullo di Mostert ed un incompleto di Garoppolo costringevano i 49ers al punt. Allo snap, il linebacker Ezekiel Turner passava dietro il blocco del collega Gardeck, si infilava in mezzo alla linea di San Francisco ed andava a bloccare il calcio di Wishnowski, con lo stesso Gardeck, soprannominato “the barbarian”, che recuperava l’ovale. Ad Arizona era poi sufficiente una sola azione, un passaggio laterale al runner Edmonds che entrava in meta al pelo nell’angolo destro della end zone, per accorciare le distanze.
Il secondo quarto si apriva con una grande goal line stand di Arizona che grazie alla coppia Kennard e Campbell bloccava su un quarto e uno la corsa di Mostert, poi però Gonzalez sbagliava da 52 yard il field goal del pareggio. Poco prima del two minutes warning un lancio di Murray venina deviato da Greenlaw ed intercettato da Tartt, ma nemmeno il vantaggio di avere palla sulle 26 avversarie svegliava l’attacco di San Francisco che doveva accontentarsi di tre punti, cosa che faceva anche Arizona con Gonzalez che allo scadere si faceva perdonare l’errore precedente e centrava i pali da 56 yard, record in carriera, e si andava all’intervallo con i 49ers a +3.

Il secondo tempo iniziava con un drive fiume dei Cardinals che si concludeva con un altro errore, stavolta da posizione non impossibile, di Gonzalez, ma la serie degli ospiti era caratterizzata da un paio di ottime corse di Murray, primo campanello di allarme per i padroni di casa. Nel resto del quarto erano le difese a farla da padrone poi, con poco più di 17 minuti da giocare, Arizona iniziava un drive dalle sue 6 e grazie a 3 penalità contro i padroni di casa e ad un’ottima ricezione di Hopkins, gli uomini di Kingsbury arrivavano a ridosso della red zone dei locali. Qui, su un secondo e 8, Kyler Murray sfruttava due grandi blocchi di Edmonds e del tight end Maxx Williams, eludeva facilmente il tentativo di placcaggio di Richard Sherman e volava in meta per il primo sorpasso Arizona.
Stavolta finalmente l’attacco dei 49ers prendeva un minimo di vita, ma solo un minimo perché dopo una grande ricezione del fullback Juszczyk, lasciato colpevolmente solo dalla difesa ospite, per 41 yard, l’attacco dei 49ers combinava un pasticcio, con Garoppolo intercettato dalla safety Banjo. Buon per i californiani però che nella stessa azione il linebacker Hicks avesse commesso una enorme pass interference su McKinnon, e così San Francisco manteneva il possesso dell’ovale. Poco dopo un’altra incomprensione portava la difesa Cardinals a pasticciare sulle coperture, e Garoppolo trovava facilmente McKinnon per la meta del 20-17 a metà ultimo quarto.
La difesa dei 49ers però non era più impenetrabile come nel primo quarto e in poco più di 3 minuti Arizona rimetteva il naso avanti: sulle 38 dei padroni di casa Murray pescava un liberissimo Hopkins che si involava verso la meta. L’ex Texan veniva fermato sulla 1 ma da lì era facile per Drake segnare il touchdown del 24-20. San Francisco iniziava il drive della disperazione chiudendo ben 4 primi down ma in red zone i due cornerback Peterson e Murphy abbassavano la saracinesca ed Arizona metteva in ghiaccio una preziosa quanto sorprendente vittoria.

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