[NFL] Week 7: Falchi fulminati nel finale (San Diego Chargers vs Atlanta Falcons 33-30)

Il field goal di Josh Lambo in pieno over time corona una rimonta tanto incredibile quanto insperata e regala ai San Diego Chargers una vittoria cruciale, la prima “on the road”, che permette al team californiano di non perdere definitivamente il contatto con le altre formidabili squadre della AFC West.

Il kicker giallo-azzurro, che prima del calcio decisivo era stato impeccabile in altre 3 occasioni, al momento del classico rituale che prevede la consegna del pallone all’MVP di giornata, ha declinato parte dei meriti invitando i microfoni a onorare la difesa che, guidata dal miglior Perryman di stagione, lo ha messo in condizioni di realizzare quello che lui stesso ha definito come “un kick non più difficile di un extra point”.

Non ci sono dubbi che quell’ultima palla sia pesata ben più del normale ma queste parole dimostrano la compattezza di una squadra tutt’altro che sfiduciata e omaggiano giustamente, un reparto che troppo spesso viene indicato come capro espiatorio ma che, contro i Falcons, tutto sommato ha disputato una gara discreta.

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I 30 punti concessi sono ancora troppi per poter promuovere la difesa a pieni voti ma, limitare ad appena 3 punti in più di 2 quarti quello che, stando alle statistiche, si presentava come miglior attacco della lega, per altro con un Julio Jones nuovamente nei panni di extraterrestre, è un segnale importante.

I Falcons, dal canto loro, ce l’hanno messa proprio tutta per buttare alle ortiche una partita che sembrava in cassaforte già a metà secondo quarto; facendo ripiombare i tifosi piumati, per l’occasione focalizzati sul tanto pubblicizzato “back to black”, ovvero il ritorno alle amatissime divise retrò nere, ai fantasmi della scorsa stagione quando, dopo un avvio da 5-0, erano crollati terminando l’anno con un deludentissimo 8-8 che non era valso neanche la wild card.

Con questa, le sconfitte consecutive salgono a 2, con conseguente crollo del record a 4-3 ma, ben che in quella della scorsa settimana, Ryan e soci avevano giocato un ottimo football, arrivando a una penalità di distanza dall’espugnare il fortino di Seattle, in questa le analogie con le debacle dell’anno passato sono state effettivamente tante: drive di dominio alternati a distrazioni inaccettabili, turnover nei momenti critici, difficoltà nella red zone, penalità gratuite.

Sul banco degli imputati alla fine è finito Dan Quinn per la scelta di giocare alla mano un 4th e 1 a metà campo in pieno overtime.
Considerando che le recenti regole dell’OT prevedono che dal secondo possesso in poi, il primo che mette punti a tabellone vince, rischiare di concedere palla a poche yard di distanza dal raggio d’azione del kicker è una chiamata quantomeno discutibile ma questa, va analizzata nello specifico momento in cui è stata fatta; ovvero, in una situazione di totale sfiducia nella propria difesa, che negli ultimi drive non era mai riuscita a contenere le offensive avversarie.

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L’arduo compito è spettato a Freeman la cui corsa si è però infranta su Perryman prima ancora di arrivare alla linea di scrimmage e, sul possesso successivo i Bolts, fedeli alla saetta che portano raffigurata sul casco, hanno fulminato il pubblico di casa compiendo il sorpasso definitivo.

Quinn, come suo solito, ci ha messo la faccia rispondendo così in prima persona:

“Just a gut feeling I had, go be aggressive and get that half yard that we needed”

Che la scelta sia stata sbagliata, anzi disastrosa, lo conferma l’esito della partita ma, vista l’inerzia degli ultimi minuti nei quali i falchi erano in totale balia dei rivali, è difficile sapere se con un punt avrebbero arginato Rivers&Co riuscendo, come si suol dire, a salvare le penne.

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Il problema in casa Falcons va al di là del trovare un colpevole da mettere alla gogna perché nella ripresa l’intera squadra è scesa in campo a motori spenti, preoccupandosi di far scorrere i secondi piuttosto che di chiudere la partita contro un avversario che sembrava in evidente difficoltà.

Alla fine la sconfitta non è stata frutto di una singola giocata sciagurata ma è derivata da una serie di errori causati da un atteggiamento troppo remissivo, che hanno portato i ragazzi di Mike McCoy a ritrovare poco per volta la fiducia necessaria a reagire.

Così, mentre i Chargers riducevano il divario con un Gordon spietato in zona punti (121 yard complessive a cui si aggiungono 2 TD su corsa e 1 su ricezione), i Falcons incappavano prima nei colpi di Joey Bosa, primo pick di quest’estate, che con 2 sack (3° e 4° in 3 match) su 2 terzi down, obbligava i georgiani a chiudere i primi possessi della ripresa riconsegnando palla a Rivers; poi nel sanguinoso intercetto, su un terzo e lungo derivante da 2 inutili penalità della linea offensiva, lanciato da Ryan nelle mani del solito Perryman.

Il primo tournover rosso-nero, arrivato a meno di 3 minuti dal termine, ha garantito ai Bolts un ultimo possesso che ha portato Lambo a pareggiare i conti lasciando appena 18 secondi sul cronometro.

Un tempo così risicato normalmente non basta neanche a pensare un attacco ma per un fenomeno come Julio Jones è più che sufficiente per catturare due ovali, il primo in tripla marcatura, e concedersi anche il lusso di recriminare per una terza ricezione mancata per colpa di una probabile pass interference che avrebbe consentito un kick di 45 yard, distanza più che accessibile per il piede di Bryant.

La mancata penalità ha invece portato il 3 nero a tentare un’improbabile realizzazione da 58 yard che è terminata a un soffio dal palo inferiore spedendo la gara ai supplementari.
Un tale black-out è difficile da spiegare soprattutto pensando al dominio su entrambi i lati del campo mostrato dai ragazzi di Dan Quinn nel primo tempo.

I Chargers infatti, dopo aver trasformato facilmente il primo possesso in 7 punti, hanno subito il furente ritorno dei padroni di casa che però, malgrado l’ottimo avvio sull’asse Ryan-Jones, nel primo quarto si sono sempre arenati nella red zone finendo per mettere a tabellone solo 6 punti.
I presenti al Georgia Dome non hanno dovuto attendere molto per vedere i propri beniamini sprigionare tutto il potenziale offensivo.

A inizio secondo quarto è salito in cattedra Ryan che, dopo aver connesso con Jones una play-action millimetrica da 50 yard, ha risolto un 3rd e 17 recapitando un altro passaggio da manuale a Tamme, ben appostato nella end zone e bravo a non perdere il pallone dopo il duro colpo inferto da Phillips; quindi è toccato a Coleman attirare i riflettori con un una corsa da 30 yard che è valsa il +10.

Prima dell’intervallo anche la difesa si è iscritta al ruolino marcatori con Clayborne che è rotolato oltre la linea di TD dopo aver raccolto il fumble provocato dal duro sack di Beasley.

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La prova del reparto arretrato, come di tutto il resto della squadra, è stata a due facce; alla buona solidità di un primo tempo con 4 sack, 1 fumble forzato con annesso touchdown e un intercetto del rookie Dion Jones, è seguita l’estrema fragilità di una ripresa nella quale non sono mai riusciti a trovare una contromisura alle stoccate centrali di Rivers.

Le buone notizie sul fronte Falcons sono arrivate sicuramente dal reparto giovani dove Jones, Neal e soprattutto Beasley si sono confermati ad alti livelli.
Sul versante offensivo (tanto per cambiare) è uscito sugli scudi l’11 in maglia nera che con 9 ricezioni per 174 yard si è prepotentemente ripreso la testa delle classifiche NFL.

Malgrado la prova un po’ sotto tono della linea offensiva, il reparto di terra, composto dalla temibilissima coppia Freeman-Coleman, è comunque riuscito a conquistare 174 yard complessive condite da 1 TD.
Sul fronte californiano si sono distinti su tutti Williams, che ha guidato i suoi per ricezioni (7) e yard (140), e il veterano Antonio Gates, le cui 5 ricezioni per 38 yard sono avvenute su terzi down fondamentali.

L’analisi più contraddittoria riguarda senza dubbio i due QB che hanno alternato un tempo da veri fuoriclasse, a conferma dello straordinario stato di forma, ad alcuni gravi errori.
Rivers ha chiuso con 371 yard e il 61% di completamento mentre il 2 in maglia nera ha lanciato 273 yard con una precisione del 65%.

Numeri ottimi, appunto, al netto degli errori che però, specialmente quando si traducono in tournover, pesano come un macigno sulla valutazione e, mentre quelli compiuti da Rivers nella prima metà hanno solo rischiato di essere compromettenti, l’intercetto di Ryan nel finale si è rivelato determinante.

Ad Atlanta non è comunque il momento di schiacciare il fatidico “panic button” perché le prestazioni mostrate dal team fin qui non sono certo frutto di casualità e va considerato che, con un pizzico di fortuna in più, il record poteva addirittura essere 6-1.

I valori per rendere questi Falcons continui e temibili anche in ottica playoff ci sono, ora spetterà a Quinn e soci dimostrare che questa squadra è ormai matura e non ha nulla a che vedere con la brutta copia vista nel finale della scorsa stagione.
Certo, servirà una reazione fin da subito e l’occasione perfetta si presenterà già nella prossima giornata quando saranno di nuovo chiamati a difendere le mura del poderoso Georgia Dome contro i Packers di Aaron Rogders.

I Chargers invece voleranno a Denver per disputare il difficilissimo rematch contro gli storici rivali di divisione, battuti appena 2 settimane fa.
Con una sconfitta rischierebbero di dover già dire addio all’obiettivo playoff ma, dopo una vittoria in rimonta come questa, i ragazzi di Mike McCoy sbarcheranno in Colorado galvanizzati come non mai.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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