Sfida per sopravvivere (Chicago Bears vs Philadelphia Eagles 14-22)

Quella tra Chicago Bears e Philadelphia Eagles è davvero una sfida per la sopravvivenza perchè i due team che lo scorso anno si erano affrontati nel Wild Card Game del doppio palo di Cody Parkey, questa stagione non hanno ancora trovato il ritmo giusto sul campo per potersi definire squadra playoffs.

Gli Eagles hanno vinto le ultime 4 sfide contro i Bears surclassando il team dell’Illinois con punteggi importanti; la quinta di fila è dietro l’angolo.

Si capisce dai primi snap che il team di casa vuole vincere e la partenza aggressiva di Wentz viene rallentata solo sulla goal line da Mack e Goldman (sack). Elliott è l’unico kicker in NFL a non aver sbagliato ancora la trasformazione di un field goal, e non intende fallire il primo questa domenica. 3-0 Eagles che raddoppia poco dopo con l’undicesimo calcio convertito sempre da Elliott.

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Trybisky è in palla, sostanzialmente le difese hanno capito che tenerlo all’interno della tasca lo limita ed il QB di Chicago colleziona più sack che yard. La linea offensiva non tiene, non ha mai tenuto da settembre a dire il vero, e ci si ritrova con Matt Nagy che chiama timeout su un 3° e 8 per poi perdere 9 yard.

C’è mancanza di comunicazione, c’è mancanza di voglia e soprattutto manca la serenità. La comfort zone di Mitchell Trubisky è stata violata innumerevoli volte questa stagione, e quel poco di confidenza che il ragazzo aveva, è stata violata con essa. La situazione è triste perchè il deprimente “3 and out” diventa un fattore continuo. Inutile incolpare i ricevitori perchè sono bassi e non riescono a creare gioco contro secondarie prive di qualità, Trubisky ha perso il senso del football ed i Bears hanno perso il senso della sigla GSH sulla manica sinistra della jersey secolare.

Zach Ertz punge dall’inizio e con la grazia di un fallo fischiato a Nick Williams che colpisce Wentz, si trova in end-zone dopo la seconda grazia dei ref per un face mask clamoroso non sanzionato che il TE ha fatto in attacco su Kyle Fuller (impossibilitato a difendere). Elliott non sbaglia i field goal, ma sbaglia l’extra point.

Poco prima dell’intervallo gli Eagles hanno 172 yard guadagnate, i Bears 1.

La stagione di Chicago finisce qui perchè sulla base di questi numeri non si può ragionare in NFL; per Trubisky zero down convertiti ed un totale di 9 yard prese sul campo. Da tifoso Bears provo imbarazzo nel riportare certe cifre, ma questa è la realtà dei fatti.

E poi c’è il capitolo Jordan Howard: il bulldozer è stato allontanato da Chicago per volere di Nagy e la storia non poteva che proseguire col touchdown della vendetta (pronosticato a The BIC la settimana scorsa). Giusto così, Howard era un grande Bears e se lo merita. Per il bulldozer 82 yard e una marcatura che lascia troppo amaro in bocca ai tifosi Bears mentre guardano David Montgomery soffrire in silenzio. Montgomery probabilmente toccato nell’orgoglio in quanto sostituto di Howard, decide di gettare il cuore oltre l’ostacolo e reagisce sommando 40+36 yard tra corsa e ricezione, oltre a i 2 TD che riaccendono le poche speranze degli orsi.

Ma il film è di quelli già visti, come contro Green Bay, Oakland, o come contro Los Angeles, la sveglia suona in ritardo e i Bears perdono il treno. Questa volta però non ci sono altre corse.

Nagy non riesce a controllare più il suo team e per questo l’ascia della città del vento colpisce inesorabilmente il suo collo, quello di Trubisky e delle sue misere 125 Yds e zero TD, e soprattutto quello del GM Ryan Pace che ha fatto male i conti. L’errore di Adam Shaheen sull’ultimo tentativo di ritorno è emblematico, rappresenta in tutta la sua essenza gli errori delle scelte di Pace e nemmeno guardare avanti (vista la pochezza delle disponibilità al draft 2020) può lasciar ben sperare.

Quello di Chicago però è un ambiente forte, e anche se l’orso è andato in letargo prematuramente questa stagione, il team rimane senza dubbi uno dei più talentuosi nella lega, difesa in particolare.

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Mitchell Trubisky ha finito i lifepoint; Nagy non lo farà sedere in panchina ma l’ipotesi di un rilancio da parte del ragazzo è da escludere. Come ho spesso sostenuto, quando un General Manager NFL si prende dei rischi come quelli di Pace nel draftare Trubisky, la sua figura verrà ricordata per quella decisione. Se i Bears dovessero decidere di chiudere con Trubisky durante la prossima off-season, Pace, nominato GM dell’anno la scorsa stagione, rischia di doversi accomodare fuori dalla porta nel giro di un paio di mesi facendo compagnia al suo pupillo.

Visti i risultati la Bears Nation può considerarsi fuori dai playoffs anche se la sentenza matematica non c’è ancora e nonostante la storia insegni che un turnaround nello sport è sempre dietro l’angolo, non ultimo quello della vittoria dei Washington Nationals alle World Series 2019 di baseball, il cuore Bears fatica a crederci.

Alex-Cavatton

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