[W12] New England Patriots vs New Orleans Saints
New England Patriots – New Orleans Saints 18-37
Era da tanto tempo che non si vedeva Bill Belichick con una faccia così alla fine di una partita, forse neanche alla fine del Superbowl perso contro i Giants. Allora l’incredulità per l’esito inatteso era più grande di qualsiasi altra cosa, ma alla fine di questo Monday Night stra-perso dai suoi Patriots a casa dei “nuovi padroni” imbattuti della NFL, la faccia di quello che – forse – rimane il miglior coach sulla piazza esprimeva impotenza.
Quand’era stata l’ultima volta che i Patriots avevano preso 38 punti in questo modo? Chi era stato l’ultimo quarterback ad aver lanciato 5 (cinque) touchdown contro la squadra che si può legittimamente definire l’ultima dinastia della NFL? Quanto bisogna andare indietro nel tempo – se mai era successo – per ritrovare Belichick che a 5 minuti dalla fine toglie dal campo i titolari di fronte ad una sconfitta inevitabile e colossale non tanto nel punteggio quanto nella sostanza?
Tanto per essere chiari: questo non è un elogio funebre per i Patriots, che sono ben lungi dall’essere fuori dai giochi. Hanno comunque tanto talento a disposizione, non sono certo i peggiori del lotto e sono in ottima posizione per vincere la division ed entrare in carrozza nei playoffs ed in quel periodo della stagione in cui tutto può succedere. Ma un fatto resta: lunedì sera, in un Superdome assordante e affollato da quasi 71mila persone, davanti a tutto il paese per il rito del Monday Night Football, i New Orleans Saints hanno letteralmente strapazzato i New England Patriots. E il modo in cui ciò è avvenuto è, per gli ex-campioni, la parte peggiore.
L’inizio, comunque, non è sfavorevole ai Patriots. Beh, certo, il primo passaggio della partita è subito una bomba da 33 yards di Brees per Henderson; ma poi la difesa di New England regge e i Saints si devono accontentare di un field goal. E quando tocca ai Patriots questi iniziano a macinare terreno, sulle ali di un Maroney decisamente in palla (alla fine 15 portate, 64 yards e 2 TD). Il drive è lungo (quasi otto minuti, 14 giochi e 80 yards), ben giocato e si chiude con la corsa di 4 yards in end zone di Maroney su un 4°/1. Gli ospiti si gasano, sicuri di essere riusciti ad assestare il colpo. I Saints, infatti, forse accusano, perchè il drive successivo si chiude con un punt; ma quando al primo gioco successivo Tom Brady spara un intercetto nelle mani di Mike McKenzie si ha la sensazione che la gara sarà ancora lunga.
All’attacco dei Saints bastano 3 minuti per sfruttare l’occasione e segnare, e stavolta il grosso del lavoro lo fa Pierre Thomas, che guadagna 48 sulle 59 yards totali del drive, compresa la ricezione da 18 yards che vale il vantaggio 10-7. New England non riesce a ribattere; sul primo gioco dei Saints successivo al punt la difesa dei Patriots si perde letteralmente Devery Henderson e Drew Brees lo pesca solissimo per il touchdown da 75 yards che porta i Saints sopra di 10.
New England reagisce, continua a muovere la palla abbastanza bene ma rispetto all’avvio di partita è la difesa di New Orleans che sale di livello; pur menomata dagli infortuni e con una secondaria rappezzata (seppure da due innesti di livello come Mike McKenzie e Chris McAlister) contiene l’attacco dei Pats quando serve e li costringe al field goal. Quando si cambia, però, non c’è quasi partita: la difesa di Belichick non c’è, e se c’è non ha comunque armi a sufficienza contro questi Saints: dopo 3 giochi Brees lancia 25 yards per David Thomas e subito dopo pesca Robert Meachem in end zone per un touchdown da 38 yards che, subito prima dell’intervallo, porta New Orleans sopra di 14 punti e spacca la partita. Drew Brees, a metà partita, è già 11/13, 229 yards lanciate su 6 diversi ricevitori e 3 TD. Impressionante.
Alla ripresa, come già all’inizio, sono i Patriots a segnare per primi, alla fine di un drive che vede tre fumbles ed è illuminato dalla bomba da 47 yards sulla connection Brady-Moss che porta New England sulle 2 yards; e da lì per Maroney segnare è una formalità.
Ma avere i Patriots a soli 7 punti di distanza evidentemente non turba molto Drew Brees: il suo primo passaggio successivo è subito per Colston, che si fa 68 yards quasi indisturbato e due giochi dopo Darnell Dinkins riceve il 4° TD pass di Brees per il 31-17 (e diventa il 19° giocatore dei Saints ad aver segnato un touchdown quest’anno). 3 giochi e 74 yards in 1 minuto e 22. Nel pandemonio del Superdome, scatenato anche da un incredibile blocco di Lynell Hamilton che stoppa il ritorno del successivo kickoff, Belichick inizia a grattarsi la testa.
I Patriots ripartono, riescono di nuovo ad imbastire qualcosa, sono ancora vivi e arrivano fino alle 10 yards avversarie dove però la difesa dei Saints li costringe ad un 4°e 4; invece di calciare Belichick decide di giocarselo ma il passaggio per Moss è deviato e il punteggio rimane fermo. Nel drive successivo la difesa biancoblu riesce a limitare i Saints, ma poi è la difesa di casa che soffoca Brady costringendo gli ospiti 3/out. La palla torna nelle mani di Drew Brees che accendere di nuovo il pubblico: subito 27 yards su Colston, poi qualche corsa e un paio di passaggi corti per Meachem ed alla fine altre 20 yards sempre su Colston ed il gioco è fatto. 9 giochi e 75 yards in poco più di 5 minuti, e il punteggio schizza sul 38-17. Sulla sideline Welker, Moss e Brady guardano senza parole la vivisezione a cui Drew Brees sta sottoponendo la loro difesa. Belichick scuote la testa.
C’è ancora tempo, mancano 7 minuti e mezzo, si può ancora fare qualcosa. Ma Tom Brady fa quella sbagliata, forzando un passaggio profondo dove non c’è nessuno tranne Darren Sharper, che intercetta l’ennesimo pallone della sua fenomenale carriera e lo riporta indietro per 38 yards. New Orleans sbaglia il field goal seguente, ma ormai non conta più nulla: a ben 5 minuti e mezzo dalla fine Belichick decide di mettere dentro i rimpiazzi e chiudere in pratica la partita. Brady, Moss, Maroney e compagnia rimangono fuori ad ascoltare i canti del Superdome e a vedere Mike Bell e Pierre Thomas che fanno scorrere il cronometro fino all’inevitabile finale.
Come già detto, non è certo l’aver perso una partita che potrà chiudere la porta in faccia ai Patriots. Il problema vero è l’aver sbattuto il naso sul fatto che questa squadra ha dei limiti ed è inferiore a quelle che, oggi come oggi, sono le più forti del lotto: i Patriots sono infatti stati annichiliti dai Colts (che all’inizio del 4° quarto erano sotto di 17 punti) e dominati dai Saints, e per chi è abituato da anni a trionfare non deve essere una bella sensazione. Un po’ come un ricco che improvvisamente si trova povero.
A New Orleans, invece, la sensazione è esattamente l’opposta. Abituati ad anni di vacche magre ora i tifosi sognano ad occhi aperti, di fronte ad una squadra che, se gioca come sa, è semplicemente ‘unstoppable’. E il suo quarterback può legittimamente aspirare al titolo di MVP; probabilmente stimolato dal confonto diretto con Tom Brady, Drew Brees è stato incredibile: 18 su 23, 371 yards, 5 touchdown, nessun intercetto ed un pazzesco rating di 158.3. Ogni altro commento è superfluo: a New Orleans sognare è assolutamente lecito.
Quand’era stata l’ultima volta che i Patriots avevano preso 38 punti in questo modo? Chi era stato l’ultimo quarterback ad aver lanciato 5 (cinque) touchdown contro la squadra che si può legittimamente definire l’ultima dinastia della NFL? Quanto bisogna andare indietro nel tempo – se mai era successo – per ritrovare Belichick che a 5 minuti dalla fine toglie dal campo i titolari di fronte ad una sconfitta inevitabile e colossale non tanto nel punteggio quanto nella sostanza?
Tanto per essere chiari: questo non è un elogio funebre per i Patriots, che sono ben lungi dall’essere fuori dai giochi. Hanno comunque tanto talento a disposizione, non sono certo i peggiori del lotto e sono in ottima posizione per vincere la division ed entrare in carrozza nei playoffs ed in quel periodo della stagione in cui tutto può succedere. Ma un fatto resta: lunedì sera, in un Superdome assordante e affollato da quasi 71mila persone, davanti a tutto il paese per il rito del Monday Night Football, i New Orleans Saints hanno letteralmente strapazzato i New England Patriots. E il modo in cui ciò è avvenuto è, per gli ex-campioni, la parte peggiore.
L’inizio, comunque, non è sfavorevole ai Patriots. Beh, certo, il primo passaggio della partita è subito una bomba da 33 yards di Brees per Henderson; ma poi la difesa di New England regge e i Saints si devono accontentare di un field goal. E quando tocca ai Patriots questi iniziano a macinare terreno, sulle ali di un Maroney decisamente in palla (alla fine 15 portate, 64 yards e 2 TD). Il drive è lungo (quasi otto minuti, 14 giochi e 80 yards), ben giocato e si chiude con la corsa di 4 yards in end zone di Maroney su un 4°/1. Gli ospiti si gasano, sicuri di essere riusciti ad assestare il colpo. I Saints, infatti, forse accusano, perchè il drive successivo si chiude con un punt; ma quando al primo gioco successivo Tom Brady spara un intercetto nelle mani di Mike McKenzie si ha la sensazione che la gara sarà ancora lunga.
All’attacco dei Saints bastano 3 minuti per sfruttare l’occasione e segnare, e stavolta il grosso del lavoro lo fa Pierre Thomas, che guadagna 48 sulle 59 yards totali del drive, compresa la ricezione da 18 yards che vale il vantaggio 10-7. New England non riesce a ribattere; sul primo gioco dei Saints successivo al punt la difesa dei Patriots si perde letteralmente Devery Henderson e Drew Brees lo pesca solissimo per il touchdown da 75 yards che porta i Saints sopra di 10.
New England reagisce, continua a muovere la palla abbastanza bene ma rispetto all’avvio di partita è la difesa di New Orleans che sale di livello; pur menomata dagli infortuni e con una secondaria rappezzata (seppure da due innesti di livello come Mike McKenzie e Chris McAlister) contiene l’attacco dei Pats quando serve e li costringe al field goal. Quando si cambia, però, non c’è quasi partita: la difesa di Belichick non c’è, e se c’è non ha comunque armi a sufficienza contro questi Saints: dopo 3 giochi Brees lancia 25 yards per David Thomas e subito dopo pesca Robert Meachem in end zone per un touchdown da 38 yards che, subito prima dell’intervallo, porta New Orleans sopra di 14 punti e spacca la partita. Drew Brees, a metà partita, è già 11/13, 229 yards lanciate su 6 diversi ricevitori e 3 TD. Impressionante.
Alla ripresa, come già all’inizio, sono i Patriots a segnare per primi, alla fine di un drive che vede tre fumbles ed è illuminato dalla bomba da 47 yards sulla connection Brady-Moss che porta New England sulle 2 yards; e da lì per Maroney segnare è una formalità.
Ma avere i Patriots a soli 7 punti di distanza evidentemente non turba molto Drew Brees: il suo primo passaggio successivo è subito per Colston, che si fa 68 yards quasi indisturbato e due giochi dopo Darnell Dinkins riceve il 4° TD pass di Brees per il 31-17 (e diventa il 19° giocatore dei Saints ad aver segnato un touchdown quest’anno). 3 giochi e 74 yards in 1 minuto e 22. Nel pandemonio del Superdome, scatenato anche da un incredibile blocco di Lynell Hamilton che stoppa il ritorno del successivo kickoff, Belichick inizia a grattarsi la testa.
I Patriots ripartono, riescono di nuovo ad imbastire qualcosa, sono ancora vivi e arrivano fino alle 10 yards avversarie dove però la difesa dei Saints li costringe ad un 4°e 4; invece di calciare Belichick decide di giocarselo ma il passaggio per Moss è deviato e il punteggio rimane fermo. Nel drive successivo la difesa biancoblu riesce a limitare i Saints, ma poi è la difesa di casa che soffoca Brady costringendo gli ospiti 3/out. La palla torna nelle mani di Drew Brees che accendere di nuovo il pubblico: subito 27 yards su Colston, poi qualche corsa e un paio di passaggi corti per Meachem ed alla fine altre 20 yards sempre su Colston ed il gioco è fatto. 9 giochi e 75 yards in poco più di 5 minuti, e il punteggio schizza sul 38-17. Sulla sideline Welker, Moss e Brady guardano senza parole la vivisezione a cui Drew Brees sta sottoponendo la loro difesa. Belichick scuote la testa.
C’è ancora tempo, mancano 7 minuti e mezzo, si può ancora fare qualcosa. Ma Tom Brady fa quella sbagliata, forzando un passaggio profondo dove non c’è nessuno tranne Darren Sharper, che intercetta l’ennesimo pallone della sua fenomenale carriera e lo riporta indietro per 38 yards. New Orleans sbaglia il field goal seguente, ma ormai non conta più nulla: a ben 5 minuti e mezzo dalla fine Belichick decide di mettere dentro i rimpiazzi e chiudere in pratica la partita. Brady, Moss, Maroney e compagnia rimangono fuori ad ascoltare i canti del Superdome e a vedere Mike Bell e Pierre Thomas che fanno scorrere il cronometro fino all’inevitabile finale.
Come già detto, non è certo l’aver perso una partita che potrà chiudere la porta in faccia ai Patriots. Il problema vero è l’aver sbattuto il naso sul fatto che questa squadra ha dei limiti ed è inferiore a quelle che, oggi come oggi, sono le più forti del lotto: i Patriots sono infatti stati annichiliti dai Colts (che all’inizio del 4° quarto erano sotto di 17 punti) e dominati dai Saints, e per chi è abituato da anni a trionfare non deve essere una bella sensazione. Un po’ come un ricco che improvvisamente si trova povero.
A New Orleans, invece, la sensazione è esattamente l’opposta. Abituati ad anni di vacche magre ora i tifosi sognano ad occhi aperti, di fronte ad una squadra che, se gioca come sa, è semplicemente ‘unstoppable’. E il suo quarterback può legittimamente aspirare al titolo di MVP; probabilmente stimolato dal confonto diretto con Tom Brady, Drew Brees è stato incredibile: 18 su 23, 371 yards, 5 touchdown, nessun intercetto ed un pazzesco rating di 158.3. Ogni altro commento è superfluo: a New Orleans sognare è assolutamente lecito.