Super Bowl LV: Tampa Bay Buccaneers Campioni!

Il Super Bowl LV, l’occasione per entrambe le contendenti di portare a casa il secondo trionfo nella massima competizione. I Kansas City Chiefs per bissare il successo del 2019, i Tampa Bay Buccaneers per tornare grandi per la prima volta dal 2002.

Una lezione di gioco, quella che i Buccaneers impartiscono alla corazzata di Kansas City. Finisce 31-9 per Tampa, finisce con Tom Brady che vince il suo settimo anello e il titolo di MVP del Super Bowl.

Partita sterile dei Chiefs, con l’ambiente dei campioni in carica travolto emotivamente dallo shock per quanto successo al figlio di Andy Reid, Britt (outside linebacker coach di KC), coinvolto in un incidente stradale che lascia la figlia di soli 5 anni in condizioni critiche. Ma tralasciando con sentita preoccupazione quello che è un dramma a tutti gli effetti, la partita preparata dai Chiefs non è minimamente all’altezza delle aspettative.

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I Kansas City Chiefs peccano di superbia nella notte in cui Patrick Mahomes gioca la peggiore delle sue partite in carriera.

Il fenomeno che veste la #15 rossa viene ingabbiato da Todd Bowels, coordinatore difensivo dei Buccaneers, il quale imposta la sua difesa alla battaglia in modo encomiabile; l’estro e il talento cristallino di Mahomes vengono limitati a 270 yard, zero touchdown, 2 intercetti e 3 sack subiti. La manovra offensiva dei Chiefs è irriconoscibile, allo sbando, con il quarterback che subisce le veloci pressioni di Shaquill Barrett, la fisicità di Ndamukong Shu e la reattività di Cam Gill. Spesso costretto ad arretrare per sfuggire ai blitz di Tampa, Mahomes si muove zigzagando e voltando le spalle alla end-zone nell’intento di liberarsi dalle pressioni ma perde il contatto visivo con i suoi ricevitori e la sola maniera che ha per muovere la catena è quella di cercare Travis Kelce per vie verticali. Il suo tight end e capitano gli regala 133 yard su 10 ricezioni, ma non basta. I Chiefs devono accontentarsi delle briciole e 9 punti su tre calci è tutto ciò che portano a casa.

Dopo una prima parte d’incontro in cui i lanci non hanno funzionato, l’aggiustamento offensivo che arriva a seguito dell’intervallo porta Mahomes a metter palla in mano a Clyde Hedwards-Helaire: 9 portate, 64 yard con 7.1 di media. I difensori di Tampa però, capiscono che il running game dei Chiefs va bloccato sul nascere per imporre a Mahomes di lanciare nell’impedimento della caccia all’uomo scatenatagli addosso e guidata da uno che da sempre ama questo tipo di dinamiche, Jason Pierre-Paul. Tra i più spietati bracconieri di quarterback negli ultimi dieci anni di NFL.

Se la performance difensiva di Tampa supera ogni attesa, la prova dell’attacco di Bruce Arians è la “O” di Giotto. Perfetta nella sua circoscrizione, esprime senso del gioco e continuità. Il saggio maestro Arians utilizza l’esperto braccio destro di Tom Brady per dipingere la sua idea di football, trovando grande soddisfazione nel vedere che questo non trema, mai.

E siamo a Brady, il campione dei campioni. L’uomo che, nonostante i 43 anni, non ha ancora perso la voglia di vincere, di sorprendere, di diventare ancora più grande. Per Tommy una prova pulita ed efficace da 201 yard con 21 completi su 29 tentativi, 3 TD-Pass e zero intercetti. Il QB Buccaneers mantiene la calma e gestisce la partita da vero fuoriclasse, trovando persino quella (non necessaria) redenzione dopo lo sciagurato secondo tempo contro Green Bay che aveva parzialmente macchiato la sua annata.

Nelle nostre preview avevamo presentato Tom Brady come l’uomo che, in questa lega, rappresentava il passato ed il presente. Invece dobbiamo ricrederci perchè Tom Brady è anche il futuro. I Tampa Bay Buccaneers vincono la loro scommessa, quella famosa che li aveva portati la scorsa off-season a puntare tutte le fiches rimaste sul tavolo. La maggior parte erano state posizionate sul #12 di Brady. Una porzione minore invece era stata lanciata in modo quasi sprezzante sul numero #87 (Gronk), sul #81 (Antonio Brown) e sul #28 (Fournette).

Su Gronk in particolare, la puntata paga alto! Il ricevitore veterano conferma la sua storicità nel dichiararsi presente quando chiamato in causa. Poche giocate massimizzano il rendimento negli sviluppi della partita e Gronk non sbaglia mai. Sono 6 le sue ricezioni (2 in end-zone), 67 yard totali, una giocata da 25 e tanta, troppa robustezza. Difficile da contenere. Un qualcosa che, alla testa della staffetta con Brady, trascina la squadra con immensa sicurezza contagiando il mood dei compagni e trasmettendo convinzione e vivacità. Inoltre, i due trovano il modo di aprire il campo e facilitano gli sviluppi delle corse di Leonard Fournette e Ronald Jones II in modo funzionale al gioco aereo.

Quattro scommesse, quattro vittorie: Brady ha condotto l’assalto dei Bucanieri con sagacia andando a segno per tre volte nella notte più importante dell’anno, l’amico di lunga data Rob Gronkowski gli ha regalato due touchdown, un terzo è stato accolto dalle braccia di Antonio Brown, ed infine la potenza delle gambe di Fournette ha firmato l’unica marcatura su corsa. Kansas City Chiefs demoliti in modo surreale e non c’è nulla da poter aggiungere. Nulla se non il fatto che con questa vittoria, il dibattito su chi sia il più forte di sempre trova la parola “fine”.

Nel mentre, immaginiamo che il buon Bill Belichick abbia trascorso la sua serata accarezzando il cane con compulsiva ossessività e nervosismo. Le nostre simpatie vanno alla creatura a quattro zampe…

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Tornando ai fatti del campo, le incursioni di Steve Spagnuolo erano andate inizialmente molto bene, ma Brady ci ha messo meno di quindici minuti prima di regolare il suo braccio e di prendere le giuste misure alla difesa di Kansas in modo calibrato. Questo dettaglio rilevante spinge i difensori Chiefs a commettere delle leggerezze figlie della frustrazione, volano le penalità e gli avversari avanzano.

Per Kansas City saltano gli schemi e crollano le certezze. Nessuno, in questo sport, è invincibile.

Ora però c’è da aspettarsi quella che potremmo definire una reazione vendicativa da parte di questa squadra, ed il resto della lega potrebbe trovarsi già fra sette mesi a doverne pagare le spese. I Chiefs apprendono una lezione “sacrosanta”, una di quelle batoste che lasciano il segno e ogni volta che torneranno in campo si guarderanno allo specchio rimuginando rabbia e voglia di rivalsa nel vedere che sul loro petto è rimasto il solco di una cicatrice indelebile. Queste cose vanno così, ora in NFL tutti sanno, anche meglio di prima, che un animale ferito è più pericoloso di uno in buone condizioni.

Intanto Tampa si innalza come nuova frontiera del successo sportivo americano. La città vive il suo momento di massimo splendore per come i successi nelle grandi competizioni del nord-America hanno colorato d’oro questa “piccola” realtà figlia di un mercato minore. Complimenti Tampa, complimenti Buccaneers, e grazie per aver regalato a tutti gli appassionati un successo che verrà ricordato nel tempo per il modo in cui avvenuto: prima contro lo scetticismo, poi contro delle forze che sembravano invincibili. La magia di questo sport, unico.

Tom Brady batte Patrick Mahomes, Tom Brady batte Tom Brady.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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7 Commenti

  1. All’ottimo commento aggiungerei 2 spunti, probabilmente marginali per come è andata la partita e per quanto netta sia stata la superiorità dei Buccs:
    la supremazia di Tampa nella battaglia di entrambe le linee. Specie di quella difensiva, forse favorita troppo facilmente dalla incapacità dei defensive end dei Chiefs di limitare blitz e pressione su mahomes;
    un arbitraggio per nulla convincente nel secondo quarto su 3 o 4 chiamate nei 2 drive che hanno portato ai td di gronk e brown. Sono sembrate in controtendenza rispetto a tante situazioni analoghe della stagione. L’off side sul field goal non è sembrato esserci. Anche al rallentato non si riesce a percepire

    1. Completamente d’accordo anche se le due chiamate a mio parere non sono state affatto marginali. Hanno colpito al cuore quando KC pareva potersi riprendere.

  2. Poi quei Time out chiamati da Reid alla fine del primo tempo con possesso di TB non li ho capiti… viste le difficoltà non sarebbe stato meglio far scorrere il tempo ed andare all’intervallo su 14-6 per rinfrescarsi le idee? Così hanno dato possibilità ad un clutch QB come Brady di avvicinarsi alla end zone -come poi è successo con il touchdown del 21-6. Mi sembra che anche il coaching staff sia andato un po’ in confusione…

  3. Brady che nel secondo quarto rincorre Mathieu per dirgliene quattro – si scuserà poi nel post-partita – è forse l’immagine più significativa di questo Super Bowl. Tampa Bay vince indovinando ed eseguendo alla perfezione la strategia difensiva. Ma il carisma di Brady è stato davvero contagioso per tutto l’ambiente dei Buccaneers. Non è un caso che Gronkowski, Brown e Fournette, a Tampa, siano venuti a occhi chiusi.

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