[NFL] Week 14: Tutto ma proprio tutto sulla quattordicesima giornata NFL

Nessuno riesce a fermare Carolina, ormai a soli tre step da un’incredibile stagione senza sconfitte. Alle spalle di Panthers e Patriots, padrone di NFC e AFC, impazza la sfida per conquistarsi i posti che contano e volare in post-season. 16 partite da non perdere in questa quattordicesima giornata NFL dalle grandi emozioni.

Elogio ai Panthers, vincitori della 13esima gara senza sconfitte in questa stagione, la 17esima consecutiva in regular season, come soltanto altre sei squadre sono riuscite a fare nella storia NFL, schiacciando la flebile resistenza dei Falcons. La partita, offensivamente parlando, per Carolina dura poco più di un quarto, ovvero quanto impiega un meraviglioso Cam Newton (15/21 per 265 yard e 3 TD pass) a scatenare Tedd Ginn, il quale riceve appena due lanci, ma li trasforma in oro per 120 yard e due touchdown, ed Ed Dickson in end zone, cui è da aggiungere una quarta segnatura, opera di Jonathan Stewart palla alla mano.
Prima di passare alla ripresa, concentriamoci su quanto fatto dalla terrificante difesa dei padroni di casa nel corso del match: Matt Ryan viene letteralmente demolito, costretto a subire 5 sack, di cui due opera di un Kawann Short d’annata (3 tackle, 2 sack, 2 FF), un intercetto, cui si aggiunge quello successivo al subentrante Sean Renfree, e due fumble, entrambi persi, i quali salgono a quattro considerando anche quelli di Devonta Freeman e Julio Jones. Detto questo si spiega perché Atlanta non metta alcun punto a tabellone nel corso della partita e debba subire, oltre al danno, la beffa di un altro touchdown dopo la pausa lunga, opera di Fozzy Whitthaker, ed un field goal di Graham Gano. I Panthers (13-0) distruggono i Falcons (6-7) per 38-0 e non fanno che confermare la crisi da incubo della franchigia della Georgia.

Diverse sfide in questa Week 14 si decidono con un minimo margine di scarto, a partire dal Thursday Night, che vede impegnate due tra le migliori compagini viste quest’anno, Cardinals e Vikings. Nel primo tempo la sfida è alla pari, chiusasi all’intervallo sul 10-10 grazie ai touchdown di un impressionante Adrian Peterson, che raggiunge l’importante quota di 100 in carriera, e John Brown, su lancio di un Carson Palmer ancora sugli scudi (25/35 per 310 yard e 2 TD pass), oltre che per effetto del field goal a testa segnato da Chandler Catanzaro e Blair Walsh. Arizona prova la fuga, guidata da una grande difesa, capace di forzare ben tre fumble, con un Tyrann Mathieu sempre più straordinario protagonista (11 tackle). Un ottimo Michael Floyd (5 ricezioni per 102 yard e 1 TD), con l’aiuto di Catanzaro, allarga la forbice, ma ci pensa un finalmente convincente Teddy Bridgewater (25/36 per 335 yard e 1 TD pass) a ristabilire la parità, dapprima mettendo Walsh in condizione di colpire da 54 yard, poi lanciando Mike Wallace in end zone.
Da sottolineare che Palmer supera il record di franchigia di Kurt Warner a quota 31 TD pass in una regular season. E mancano ancora tre gare da giocare! I padroni di casa continuano a macinare yard e, con un minuto e spiccioli da giocare, Catanzaro mette tre lunghezze di distanza con il field goal da 47 yard. C’è tempo e modo di recuperare per Minnesota, che raggiunge la distanza giusta per permettere a Walsh di pareggiare il match, ma Bridgewater, nel giocarsi l’ultimo snap disponibile prima del calcio, subisce il sack di Dwayne Freeney e provoca un fumble, recuperato lestamente da Calais Campbell. Grande vittoria dei Cardinals (11-2), che si assicurano un posto ai playoff, per 23-20 sui Vikings (8-5), i quali invece si allontanano dalla vetta della NFC North.

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Si ridimensiona leggermente la disastrosa NFC East, grazie ai successi di misura di Eagles e Redskins contro Bills e Bears. Philadelphia parte alla grande grazie al touchdown di Darren Sproles, ma subisce la veemente reazione degli ospiti, guidata dal solito duo offensivo composto da Tyrod Taylor e Sammy Watkins, che colpisce per 47 yard. Come spesso accaduto di recente, però, la connection perde di efficacia con l’andare del match e i padroni di casa rimettono una segnatura di distanza grazie ad un buon Sam Bradford (23/38 per 247 yard con 1 TD pass e 1 INT), in grado di lanciare la propria pepita di giornata a Nelson Agholor, prima che Caleb Sturgis e Dan Carpenter si scambino un paio di favori a testa in termini di field goal.
Il grande ex di giornata, LeSean McCoy, il quale prima del match bacia il terreno di gioco che gli ha donato tante soddisfazioni in carriera, macina 74 yard in 20 portate, ma il touchdown palla alla mano che pareggia la sfida è opera di Mike Gillislee. La partita si decide nel quarto periodo, grazie ad un field goal di Sturgis a segno da 30 yard, con la gentile complicità delle 41 yard guadagnate dall’ottimo Zach Ertz nel drive. Mancherebbero ancora oltre tre minuti alla fine, ma Buffalo non riesce a recuperare lo svantaggio ed esce sconfitta. Vincono gli Eagles (6-7) per 23-20 sui Bills (6-7).

E’ Washington a tenere a lungo le redini del match contro Chicago, ma rischia di farsi sfuggire la vittoria sul più bello. Alfred Morris e Kirk Cousins, convincente anche al lancio (24/31 per 300 yard con 1 TD pass e 1 INT), colpiscono con un doppio touchdown su corsa, cui risponde un grande Alshon Jeffery (6 ricezioni per 107 yard e 1 TD) a ridosso dell’intervallo. Jordan Reed dimostra di essere diventato sempre più il faro offensivo in termini di ricezioni per la squadra della capitale e allarga nuovamente la forbice, ma un buon Jay Cutler (19/31 per 315 yard con 2 TD pass e 1 fumble) ritrova il feeling con Zach Miller e riapre i giochi, prima che Matt Forte pareggi i conti con la corsa vincente da 7 yard.
Così come nel match precedente tutto è deciso nel quarto periodo da un field goal, opera di Dustin Hopkins da 47 yard, ma, nonostante la difesa dei padroni di casa li tenga in partita per provare a portare a casa il successo, soprattutto nella persona di Lamarr Houston (9 tackle, 1 sack), ogni sforzo è vano. Colpa, anche e soprattutto, di un Robbie Gould anche oggi decisivo in negativo per i suoi, incapace di mandare la sfida in overtime con il field goal da 50 a meno di due minuti dalla fine. I Bears (5-8) escono dunque sconfitti tra le mura amiche per 21-24 contro i Redskins.

L’ultima partita decisa da un minimo distacco ci aiuta a considerare il discorso AFC, ribaltatosi nuovamente dopo le sfide di questa settimana. I Broncos escono sconfitti contro i Raiders e salutano le prime due posizioni in graduatoria, tornando nel lotto delle squadre al momento con un posto tra le Wild Card. C’è soltanto Denver in campo nel primo tempo, ma, sebbene Brock Osweiler sia chiurgico al lancio (35/51), raccoglie fin troppo poco da ciò che produce e mette a segno “appena” quattro field goal con il pressoché perfetto Brandon McManus (4/5). Oakland mette in campo la miglior versione della propria difesa, capace di tenere a bada i padroni di casa nelle zone calde del campo e di forzare ben quattro fumble, ma soprattutto un front seven impressionante, guidato da un Khalil Mack spaventoso (7 tackle, 5 sack, 1 FF), capace di impattare il record di franchigia per sack in una partita.
Quando poi, nella ripresa, si sveglia Derek Carr (12/29 per 135 yard e 2 TD pass), con Osweiler in crisi ed il gioco di corse fermo ad appena 34 yard di guadagno, per la squadra di Mile High sono dolori. Seth Roberts accorcia con la segnatura su ricezione, il centro Max Garcia subisce un tackle in end zone da Benson Mayowa, dopo aver recuperato il fumble del proprio quarterback, e la rimonta prosegue, prima che Mychal Rivera, su lancio da 16 yard di Carr, trovi i punti che valgono la vittoria finale per gli ospiti. Questi falliscono la conversione da due punti, ma McManus non converte il field goal del pareggio da 49 yard poco più tardi. Non basta l’ennesima prestazione da dominatore di Von Miller (3 tackle, 1 sack, 1 FF) ai Broncos (10-3) per avere la meglio di Mack (14 sack in stagione) ed i suoi Raiders (6-7), vincenti per 15-12.

Sembrano tornati in auge anche i Packers, che hanno ragione dei Cowboys senza troppi patemi. A decidere la sfida sono i due runningback dei padroni di casa, oltre all’inettitudine di Matt Cassel (13/29 per 114 yard e 1 INT) e alle capacità di Aaron Rodgers (22/35 per 218 yard e 2 TD), al momento simbolo perfetto di come non si debba ed invece si debba essere quarterback. Eddie Lacy scrive ben 124 yard in 24 portate, aggiungendo il touchdown del punto esclamativo sulla sfida nel quarto periodo.

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James Starks ne aggiunge 71 in altre 11 azioni palla alla mano con una segnatura, oltre ad aggiungere un secondo touchdown in una delle quattro ricezioni dalla mano di Rodgers.
Al resto pensa l’eroe della scorsa settimana, l’omonimo Richard, e l’incapacità di Dallas di produrre qualcosa di buono in attacco, nonostante le 162 yard messe insieme da Darren McFadden (111) e Robert Turbin (51 e 1 TD) in appena 16 portate totali. Niente da fare per i Cowboys (4-9) sempre più lontani dalla vetta divisionale dopo la sconfitta per 7-28 contro i Packers (9-4).

In un infiammato derby tra rivali di division cadono anche i Bengals, al cospetto degli Steelers. Sulla sfida pesa come un macigno l’infortunio subito da Andy Dalton ad inizio partita. Il quarterback si rompe il pollice destro e rientrerà soltanto nell’eventualità di qualificazione avanzata ai playoff. Pittsburgh non ottiene molto a sua volta dal proprio timoniere, un modesto Ben Roethlisberger (30/39 per 282 yard e 1 INT), ma è in grado di sfruttare al meglio le qualità in red zone di DeAngelo Williams, capace di due touchdown da 1 yard oltre che di 76 yard di guadagno in 23 portate, e gli errori del subentrante A.J. McCarron (22/32 per 280 yard con 2 TD pass e 2 INT), il quale viene tra le altre intercettato da William Gay, capace di riportare poi il pallone per 23 yard fino alla end zone avversaria.
Chris Boswell è una sentenza da quattro field goal a segno su altrettanti tentativi e Cincinnati ha una reazione soltanto con un fenomenale A.J. Green (6 ricezioni per 132 yard e 1 TD) e con l’ottavo, meraviglioso intercetto stagionale di Reggie Nelson. Non è abbastanza, però, per mettere in difficoltà gli ospiti. McCarron si regala la seconda gioia di giornata lanciando Rex Burkhead in end zone, ma la partita è già chiusa da un bel pezzo. Vincono gli Steelers (8-5) per 33-20 e provano a lanciare la rimonta alla vetta di AFC North, ancora, però, occupata dai Bengals (10-3).

Torna Rob Gronkowski, tornano alla vittoria i Patriots, che superano i Texans a domicilio. Ed insieme al successo si festeggia anche il ritorno al primo posto assoluto in AFC, oltre che la qualificazione con tre giornate d’anticipo ai playoff, per la settima stagione consecutiva. Keshawn Martin sblocca le marcature su lancio di un Tom Brady a tratti ispiratissimo (22/30 per 226 yard e 2 TD pass) e di per sé questo touchdown basterebbe a New England per portare a casa il match, visto e considerato che i padroni di casa in tutta la partita segneranno appena due field goal con Nick Novak e nulla più.
Brian Hoyer è disastroso (11/22 per 155 yard e 2 fumble) e gli attacchi texani sono contenuti a meraviglia ad appena 189 yard complessive. Leader assoluto della difesa ospite è, in giornata, un Jabaal Sheard dai numeri pazzeschi (5 tackle, 2 sack, 2 FF), mentre dall’altra parte, con J.J. Watt a mezzo servizio a causa di una frattura subita in allenamento in settimana, è finalmente Jadaweon Clowney a mettere insieme statistiche di valore (7 tackle, 2 sack). Non basta, però, perché Gronkowski festeggia il rientro con il decimo touchdown stagionale e James White chiude definitivamente i conti nel quarto periodo. Gronk è il primo tight-end nella storia NFL con cinque stagioni in carriera da almeno 10 touchdown e ci è riuscito appena sei anni dopo essere sbarcato nella Lega. Vincono e convincono i Patriots (11-2) per 27-6 sui Texans (6-7).

La NFC ha ritrovato di recente la protagonista assoluta degli ultimi anni, dopo un inizio di stagione disastroso. I Seahawks, guidati da un Russell Wilson capace di 16 TD pass senza intercetti nelle ultime quattro partite giocate, demoliscono anche i Ravens e tornano ampiamente nel novero delle qualificate per i playoff. Braccio destro dell’indiavolato Wilson visto in giornata (23/32 per 292 yard e 5 TD pass) è soprattutto e sopra tutti Doug Baldwin, in grado di mettere a segno 8 touchdown nelle ultime tre gare giocate, grazie ad un triplo viaggio in end zone, mortifero per gli avversari.
Niente male nemmeno il fatturato di Tyler Lockett, in grado di macinare ben 104 yard in 6 ricezioni e di trasformare due di esse in colpi da 6 punti ciascuno. Lockett diventa il secondo rookie nella storia NFL, dopo Gale Sayers, a mettere insieme almeno cinque touchdown su ricezione, un touchdown ritornando un punt ed uno ritornando un kick-off. Baltimore è tramortita ed il suo nuovo starting quarterback, Jimmy Clausen, è incapace di trovare le contromisure ad una difesa eccezionale, che concede appena due field goal a Justin Tucker in tutto il match. I Seahawks (8-5) continuano a vincere, stavolta per 35-6 contro i Ravens (4-9). Pessima notizia è soltanto la rottura della caviglia per Thomas Rawls, il quale si stava comportando egregiamente da sostituto di Marshawn Lynch e si accoda ai tanti infortuni vissuti dall’attacco dei Falchi Marini quest’anno.

Fenomenale prestazione dei Jaguars contro i Colts tra le mura dell’EverBank Field. Grazie alle ricezioni di un eccezionale T.Y. Hilton (4 ricezioni per 132 yard) e all’iniziale vena di un Matt Hasselbeck andatosi poi a spegnere, oltre che ad infortunare, con l’andare del match, Indianapolis pare essere in controllo della sfida, salendo a condurre anche per 13-3, grazie al touchdown di Robert Mathis, capace di recuperare uno dei due fumble di giornata di Blake Bortles nella end zone avversaria. Da qui in avanti, però, c’è soltanto una straordinaria Jacksonville in campo.

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Un ottimo Allen Hurns (3 ricezioni per 105 yard e 1 TD), Julius Thomas, sempre più rodato nei meccanismi offensivi, ed Allen Robinson, al 12esimo touchdown stagionale, vengono lanciati in end zone dal ritrovato Bortles (16/30 per 250 yard e 3 TD pass), capace anche di mettersi in proprio per la segnatura da 1 yard. Oltre a ciò, i padroni di casa producono altri tre viaggi in end zone, opera di Andre Branch, il quale riporta per 49 yard un fumble di Hasselbeck, Rashad Greene, capace di un punt return vincente da 73 yard, e Denard Robinson, palla alla mano per 1 yard. Gli ospiti riescono appena a regalare il terzo field goal di giornata a segno ad Adam Vinatieri, uscendo dal match con le ossa spezzate. Vincono i Jaguars (5-8), per la prima volta oltre i 50 punti in regular season, per 51-16 contro i Colts (6-7).

Due squadre stanno marciando alla grande in AFC e si affacciano con più di una speranza alle posizioni che contano. La prima sono i Jets, che piegano senza difficoltà le scarse resistenze dei Titans. Ryan Fitzpatrick gioca un primo tempo dominante e, di fatto, chiude i conti dopo la prima mezz’ora di gioco. Eric Decker, Bilal Powell ed un grande Brandon Marshall (6 ricezioni per 125 yard e 1 TD) sono i destinatari dei tre TD pass del quarterback di Gilbert e, grazie anche alle sgroppate di un ottimo Chris Ivory (22 portate per 101 yard), New York mette abbastanza punti a tabellone, considerando i due field goal di Randy Bullock, da poter anche restare negli spogliatoi senza perdere la partita.
Se poi la reazione degli ospiti si ferma ad un touchdown di Marcus Mariota, su ricezione da 41 yard di un lancio di Antonio Andrews (si, avete capito bene..), la lotta resta impari per tutta la durata del match. Una fenomenale difesa, con Buster Skrine sugli scudi (8 tackle, 1 INT), tiene a bada Tennessee e Bullock mette la ciliegina sulla torta da 42 yard. Bella vittoria dei Jets (8-5) per 30-8 contro i Titans (3-10).

Non sono tante le emozioni vissute ad Arrowhead per la sfida tra Chiefs e Chargers, ma i padroni di casa si mettono in tasca una vittoria fondamentale. L’attacco di San Diego produce appena 44 yard su corsa in 18 portate e, se Philip Rivers non ha in mano qualche pepita da lanciare (24/43 per 263 yard e 1 INT), viene difficile per la sua squadra trovare punti a tabellone. Il solo field goal di Josh Lambo da 30 yard non può bastare, nemmeno se la difesa gioca una partita eccelsa, soprattutto con Jason Verrett (8 tackle, 1 INT).
Alex Smith viene tenuto a bada (15/23 per 191 yard con 1 TD pass e 1 INT) e dopo 312 lanci trova il primo intercetto subito, ma gli basta lanciare Albert Wilson in end zone da 44 yard per mettere i 7 punti decisivi tra sé e gli avversari. Dee Ford mette a segno 3 dei 5 sack di squadra, ma è la secondaria dei padroni di casa a tremare nell’ultimo drive a disposizione, quando Rivers riesce a superare un triplo scoglio da quarto down. Arrivato nei pressi della goal line, però, non riesce a trovare il lancio decisivo in end zone, permettendo ai Chiefs (8-5) di vincere per 10-3 sui Chargers (3-10).

Cominciamo ora un viaggio di quattro partite tra squadre che hanno tutte un record negativo e, Giants a parte, sembrano lontane dal poter raggiungere un qualsiasi obiettivo stagionale. A proposito di Giants, però, ecco un fondamentale successo contro i Dolphins per continuare a sperare nella vetta di NFC East. Dopo un inizio a dir poco complesso, in cui New York concede un doppio festeggiamento in end zone a Lamar Miller, rispettivamente da 14 e 38 yard, oltre a trovare le contromisure al runningback, sale in cattedra un maestoso Eli Manning (27/31 per 337 yard e 4 TD pass), il quale sigla il record di franchigia per percentuale di completi in una partita di regular season. All’intervallo la sfida è in perfetta parità, per effetto delle segnature di Rueben Randle e Will Tye a pareggiare quelle di Miller, oltre che di un field goal a testa per Josh Brown ed Andrew Franks.
Ryan Tannehill non riesce ad essere decisivo (25/41 per 236 yard e 1 TD pass), se non nel momento in cui prova a lanciare in avanti Miami con l’aiuto di Kenny Stills, ma, per una volta, gli ospiti riescono nella rimonta e non a subirla. Il protagonista è colui che mette a segno il record di franchigia con sei partite consecutive da almeno 100 yard su ricezione, oltre che essere, nelle prime 25 partite in carriera, il wide receiver più dominante di sempre (176 ricezioni per 2.625 yard e 24 TD). Un magnifico Odell Beckham (7 ricezioni per 166 yard e 2 TD) stende i Dolphins (5-8) e permette ai Giants (6-7), vincenti per 31-24, di portare a casa un match quanto mai importante.

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I Saints ritrovano il successo dopo quattro sconfitte consecutive ed espugnano il campo dei Buccaneers. Se un decisivo Drew Brees (31/41 per 312 yard e 2 TD pass) per i grandi guadagni si affida a Will Snead (7 ricezioni per 122), sono le sicure ed affidabili mani di Marques Colston a garantirgli due touchdown per aprire le marcature. Prima dell’intervallo c’è tempo per Doug Martin per accorciare le distanze, con a seguire un field goal a testa per i due kicker, Kai Forbath e Connor Barth. Tim Hightower, runningback di giornata per gli ospiti, sfugge alla morsa della difesa di Tampa Bay e mette a segno il touchdown da 3 yard che rilancia New Orleans nel terzo periodo.
Negli ultimi 15 minuti la difesa dei padroni di casa, con Lavonte David ancora una volta protagonista (13 tackle), tiene a secco gli avversari, ma la segnatura di Adam Humpries non basta a risollevarli e a risollevare la mediocre prestazione di Jameis Winston (18/32 per 182 yard e 1 TD pass). Qualche incomprensione tra i nervosi Buccaneers (6-7) costa loro il successo, conquistato dai Saints (5-8) per 24-17.

Un solo protagonista permette ai Rams di aver ragione dei Lions, tornati nella loro mediocrità di inizio stagione. Matthew Stafford comincia come peggio non potrebbe una partita in cui sarà soltanto un ottimo Golden Tate (9 ricezioni per 60 yard e 2 TD) a garantirgli qualche soddisfazione, facendosi intercettare da Trumaine Johnson, capace poi di riportare il pallone per 58 yard fino alla end zone avversaria.
Dopo che Tate pareggia il match con il primo dei suoi due touchdown di giornata, inizia il one man show di Todd Gurley. Essendo Case Keenum completamente inabile al lancio (14/22 per 124 yard e 1 INT), il rookie da Georgia si mette in proprio e, oltre a guadagnare ben 140 yard in sole 16 portate, si prodiga in due viaggi in end zone decisiva per la propria squadra. Tate scardina ancora una volta la pur ottima difesa dei padroni di casa, dominata da un indiavolato Aaron Donald (5 tackle, 3 sack), ma Gurley assicura la vittoria ai Rams (5-8) con le sue corse. Escono sconfitti i Lions (4-9) per 14-21.

Porta bene ai Browns la titolarità di Johnny Manziel, in grado di guidare i suoi al successo contro i 49ers. Sono appena 221 le yard guadagnate in totale dall’attacco degli ospiti, molte meno di quelle del solo Johnny Football (270 con 1 TD pass e 1 INT) ed anche della somma di Isaiah Crowell, quanto mai decisivo con i suoi due touchdown, cui aggiunge 145 yard in sole 20 portate, e Brian Hartline (8 ricezioni per 107 yard). Si è fermato per qualche settimana, Gary Barnidge, ma contro San Francisco ha ripreso la sua grande annata mettendo a segno l’ottavo touchdown in questa regular season. Blaine Gabbert viene trascinato a terra da ben 9 sack, di cui 3.5 dell’omonima coppia composta da Armonty (7 tackle, 2 sack) e Desmond Bryant (5 tackle, 1.5 sack, 1 FF), e non riesce a combinare granché, tranne quando regala una gioia a Jerome Simpson, a partita però ormai ampiamente agli archivi.
Vincono i Browns (3-10) per 24-10 sui 49ers (4-9).

Saranno dolori ora per i Bengals senza Andy Dalton nel cercare di recuperare i Patriots in testa alla AFC e cercare di tenere a bada i Broncos che inseguono. Fondamentale scontro tra Colts e Texans per il controllo della AFC South, mentre Chiefs e Jets cercheranno di confermare i propri posti da wild card. In NFC ci sono Panthers e Cardinals in saldo controllo della situazione, con Packers, Seahawks e Vikings ad inseguire. Interessante come Carolina ed Arizona affronteranno Giants e Eagles, permettendo ai Redskins, in caso di vittoria sui Bills e contemporanea sconfitta delle avversarie, di lanciare la fuga in NFC East. Una settimana di emozioni per cuori forti, insomma.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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