I peggiori team della storia: Indianapolis Colts 2011

Cosa succede ad una franchigia quando il proprio starter QB, stella indiscussa non solo del team ma della NFL stessa, colui che ti ha portato alla vittoria di un Super Bowl, deve alzare bandiera bianca per l’intera stagione a causa di problemi fisici importanti? Ecco, i Colts del 2011 sono una delle risposte a questa domanda. Nel loro caso una stagione da 2-14 dopo essere stati presenti ai play-off per nove anni consecutivi.

La stella a cui facciamo riferimento non può essere che il futuro hall of famer Payton Manning che a causa di un problema serissimo alle vertebre del collo si è dovuto sottoporre ad un delicato intervento chirurgico che lo tenne poi fuori per l’intera stagione.

Per sopperire a questa gravissima perdita ad Indy si optò per richiamare dal pensionamento il QB ex Titans Kerry Collins, il quale si era ritirato poco prima, coadiuvato da Curtis Painter. Il coach Jim Caldwell non riuscì tuttavia a trovare la quadra della situazione.

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La prima stagionale è stata un po’ il preludio a quanto ci fosse da aspettarsi in quella regular season. Contro i Texans, Indy parti bene registrando un intercetto di Melvin Bullitt ma un 3&out regalò nuovamente la palla a Houston che inizio a trottare concludendo il primo tempo con un vantaggio di 34-0, il peggior deficit nella storia all’epoca di Indianapolis. La partita terminerà poi con un touchdown della bandiera di Reggie Wayne.

Da li partì una sequela di sconfitte che, per quanto di margine ridotto, portò la franchigia ad uno 0-6 abbastanza raccapricciante per le abitudini del periodo per i tifosi Colts. Week 7 pose dinanzi a loro i New Orleans Saints in una rivincita del Super Bowl XLIV. Brees riuscì a passare 3 touchdown nel solo primo quarto chiudendolo con un vantaggio di 21-0. A fine partita il tabellino dirà Colts 7 – Saints 62 per quella che è tutt’ora la sconfitta peggiore della storia dei Colts per numero di punti concessi (62) e per differenza di punteggio (55). Prima partita dal 2000 in cui una squadra concede più di 60 punti.

Inutile dire che dopo quella sconfitta il morale crollò a terra e le partite successive furono un andirivieni continuo di sconfitte senza mai dare l’impressione di poter fare qualcosa. Pian piano la squadra stava sgretolandosi. Se i rookie davano l’impressione di effettuare dei miglioramenti, erano i veterani a non girare bene e molti finivano in IR. Testate online si divertirono a schernire i tifosi Colts segnalando che  potevano dormire sonni tranquilli per le successive gare senza preoccuparsi degli infortuni perché a parte Peyton Manning, che non fu mai posto fuori dal roster dei 53 con la speranza potesse tornare in campo, tutti i giocatori chiave erano già in Injury List.

Con l’infortunio di Kerry Collins e le prestazioni improponibili di Curtis Painter, per la settimana 13 contro i Patriots viene annunciato che il QB starter del match sarà il backup #2 Dan Orlovsky. Il giocatore riuscirà a segnare ben 21 punti nel quarto quarto ma non basteranno a compiere l’impresa contro dei lanciatissimi Patriots. Nella settimana successiva contro i Ravens non c’è partita con il record che sale a 0-13.

Ci sono anche storie a lieto fine però in questa disastrosa stagione. Se il tempo aiuta a dimenticare ed il destino regala sempre una seconda occasione, Dan Orlovsky rientra perfettamente in questa massima. L’ex prodotto da UConn faceva parte di quei Lions che nel 2008 registrarono uno 0-16 ed il giocatore, da backup, non riuscì ad aiutare il team a trovare la vittoria. Il destino però vuole che le cose ad Indy vadano diversamente e che sia proprio Orlovsky a trovare la prima vittoria stagione guidando i suoi Colts alla vittoria in week 15 contro i Titans, poi bissata in week 16 contro i Texans. Poco male se nell’ultima con i Jaguars arriverà la sconfitta numero 14 della stagione per un record finale di 2-14.

Il peggioramento dalla stagione precedente era tangibile. L’attacco si ritrovò 30° per yard guadagnate rispetto al 4° del 2010, 27° anziché 1° su yard di passaggio, 28° per touchdown anziché 2°. La difesa non aiutò il team dato che concesse un record di completi su passaggi pari al 71,2% agli avversari.

La stagione si concluse con i licenziamenti di Jim Caldwell, di Bill Polian e Chris Polian. La franchigia con la pick 1 dell’anno successivo decise di puntare su Andrew Luck dando il ben servito a Peyton Manning dato ormai per finito. Come sono andate le cose negli anni successivi è già storia.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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