Analisi difensiva del Super Bowl LIII

In aperta controtendenza rispetto all’evoluzione prettamente improntata su sviluppo e agevolazione del gioco offensivo, il Super Bowl LIII verrà ricordato per l’impressionante prestazione delle due difese. Considerato il ruolino di marcia di entrambe le formazioni, risulta ancora più inverosimile che la partita appena disputata sia il Super Bowl a più basso punteggio della storia. Infatti, Patriots e Rams vantavano rispettivamente il quarto ed il secondo miglior attacco in stagione a contrasto con la settima e ventesima difesa. Come hanno fatto, dunque, Bill Belichick e Brian Flores da una parte e Wade Phillips dall’altra a limitare a tal punto due dei migliori attacchi della lega? Nel seguente articolo cercheremo di analizzare il lavoro dei due coordinatori della difesa con l’ausilio di alcune clip del match.

Il game plan dei Patriots ricorda il capolavoro firmato Belichick che annichilì “The Greatest Show on Turf” nel 2001 dando il via alla dinastia di New England. Una pass rush forte e creativa, una rush defense verticale che non si facesse ingannare dalla moltitudine di corse counter del playbook di McVay, aggressività sui ricevitori avversari sulla linea di scrimmage e una gran percentuale di difesa a uomo. A coronare il tutto la capacità impressionante dei giocatori dei Patriots di rispettare alla lettera le proprie mansioni. La secondaria ha seguito uno schema ben preciso per tutta la partita, con il raddoppio sistematico su Robert Woods e il CB All-Pro Stephon Gilmore a seguire Brandin Cooks come un’ombra. Altro caposaldo delle difese di Belichick è la single safety con Patrick Chung (fino all’infortunio) o Devin McCourty in mezzo al campo pronti a leggere il QB e ad agire di conseguenza. Dunque, considerato tutto questo, a pesare sulla prestazione offensiva dei Rams è stata l’incapacità di McVay di creare giochi per i propri TE che avrebbero potuto approfittare di match-up favorevoli con i LB avversari e l’inabilità di Goff di andare oltre la prima lettura che veniva sistematicamente annullata dai Patriots. Ma vediamo qualche esempio.

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Nella clip sopra si nota quanto detto in precedenza. Difesa a uomo, Gilmore su Cooks, Devin McCourty pronto a raddoppiare su Woods e pass rush che non si limita a sfidare il diretto avversario ma cerca di confondere la linea offensiva con movimenti ad aggirare. Clayborn parte schierato di fronte al left tackle ma allo snap passa dietro Butler che attacca l’A-gap tra centro e left guard, costringendo l’altra guardia ad una scelta fra lo stesso Clayborn o Van Noy che la attacca con un blitz ritardato. Il ritardo di Van Noy fa in modo che Gurley, convinto che la chiamata non preveda blitz, esca dal backfield lasciando Goff scoperto. E così, con il right tackle impegnato con Flowers e la guardia che decide di seguire il blitz di Van Noy, Clayborn si trova la strada spianata verso Goff che è costretto ad accelerare il lancio. La marcatura della secondaria è ottima, con Jason McCourty che segue da vicino il target di Goff e viene aiutato da Chung che legge il QB e raddoppia il placcaggio su Reynolds lasciando il suo uomo. Risultato: QB hit e incompleto.

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Situazione analoga nella seconda clip. Ancora una volta il fatto che la difesa sia schierata ad uomo è evidente già pre-snap. Gilmore è sempre isolato con Cooks, Devin McCourty segue Woods coadiuvato dalla single safety Duron Harmon, Jason McCourty e Jones raddoppiano Reynolds mentre Jackson è in marcatura su Everett. Questa volta il blitz di Van Noy è palese ma CJ Anderson abbandona comunque il backfield. Dall’interno della linea difensiva, Butler ed Hightower attaccano i due A-gap tra centro e guardie, collassando la protezione di Goff verso il centro. Questa volta è Van Noy ad aggirare i suoi compagni tagliando fuori il diretto avversario e trovando il varco giusto verso Goff anche grazie al lavoro di Flowers che porta il right tackle verso l’esterno. Goff non ha neanche il tempo di spostare gli occhi sulla sua seconda lettura che Van Noy e Hightower convergono su di lui per il sack. Dalla seconda angolazione è ancora più chiaro il movimento ad aggirare di Van Noy, che costringe il diretto avversario ad inseguirlo invece di affrontarlo direttamente, oltre al lavoro di Butler e Hightower che liberano la strada a Van Noy. Come nella prima situazione, la copertura della secondaria è ottima e, ancora una volta, la linea offensiva non riesce a trovare il modo di arginare la pass rush creativa di Flores e Belichick.

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La terza clip riguarda la giocata più importante della partita. Con il punteggio di 10-3 per i Patriots, a quattro minuti dalla fine, con i Rams a 30 yard dalla end zone, Gilmore intercetta Goff chiudendo quasi definitivamente i giochi. Dopo aver notato la volontà di McVay di lanciare in profondità, come dimostrato dalle chimate precedenti, Belichick e Flores optano per un doppio blitz di Harmon e Devin McCourty. La linea offensiva riesce ad arginare McCourty ma Harmon trova strada libera verso Goff, anche grazie al finto blitz di Van Noy che occupa un uomo di linea ma poi indietreggia in copertura. La pressione di Harmon costringe Goff a lanciare prima del tempo, senza la possibilità di aggiustare i piedi e con il peso del corpo sbilanciato all’indietro. Gilmore agisce da vero All-Pro: conoscendo la chiamata difensiva capisce che Goff non avrà il tempo di aspettare la fine della traccia corsa da Cooks e quindi tiene gli occhi incollati sul QB avversario. In questo modo vede partire il lancio e si fa trovare in perfetta posizione per intercettarlo. Nella seconda angolazione si nota come il diretto avversario di Van Noy rimanga spiazzato dal mancato blitz del LB e si ritrovi a non bloccare nessuno.

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La quarta clip ci aiuta a dimostrare che anche quelle poche volte in cui New England decide di non difendere a uomo, lo schieramento pre-snap non lascia trapelare nessuna informazione che indichi la zona. Gilmore si schiera davanti a Cooks, Van Noy e Jones lasciano intendere di essere in marcatura su Woods mentre Chung e Jason McCourty sembrano occuparsi di Reynolds e Higbee. La chiamata offensiva dei Rams è un caposaldo dell’attacco firmato Sean McVay: la bootleg. Goff finge la portata di Gurley per poi uscire dalla tasca con un movimento opposto a quello della linea offensiva. La chiamata sarebbe perfetta contro la difesa a uomo ma viene resa inefficace dalla zona e dalla giocata fondamentale di Van Noy. Il LB dimostra grande disciplina evitando di seguire il movimento della linea offensiva per rimanere nel suo gap: ciò gli permette non solo di poter seguire Goff ma anche di atterrare Reynolds che si sarebbe liberato nella flat per un guadagno importante. Il colpo, regolare poiché entro le due yard dalla linea di scrimmage, toglie un’opzione a Goff a cui rimagono solo Cooks e Higbee che però sono perfettamente coperti dalla secondaria. Il giovane QB di Los Angeles non ha nemmeno l’opzione di correre poiché Deatrich Wise, così come Van Noy, ha disciplinatamente mantenuto la sua posizione costringendo Goff a liberarsi del pallone per evitare il sack.

Nonostante la sconfitta, anche la difesa dei Rams, guidata dall’inossidabile Wade Phillips, ha compiuto un lavoro egregio lasciando a soli 13 punti l’attacco di New England. L’impresa è stata possibile grazie alle uniche due cose che abbiano mai messo, seppur minimamente, in difficoltà Tom Brady: una pass rush dall’interno della linea difensiva che gli impedisca di “scalare la tasca” e uno schieramento che non permetta di capire pre-snap la tipologia di difesa che si sta adottando. Se per quanto riguarda la pass rush molto del merito va alle abilità di Aaron Donald e Ndamukong Suh più che agli schemi di Phillips, nel secondo caso è tutta farina del sacco dell’esperto DC, già vincitore di un Super Bowl con i Broncos.

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Come si nota nella clip qui sopra, dai movimenti pre-snap, lo schieramento di Los Angeles sembra chiaramente indicare la difesa a uomo. Peters è su Edelman, Talib marca Hogan, Robey-Coleman addirittura finge di spostarsi su Gronkowski prima di tornare davanti ad Allen mentre Barron e Littleton sembrano pronti ad occuparsi di Gronkowski qualora si stacchi dalla linea per ricevere. Non solo, quando Edelman si mette in moto prima dello snap, Peters lo segue passo passo, proprio a voler sottolineare di essere in marcatura ad uomo. E così, quando Brady vede Talib lasciare un cuscinetto di 5 yard a Hogan, non ci pensa due volte e lancia nella sua direzione. Il problema è che il lancio finisce esattamente nella zona di copertura di Robey-Coleman che riesce a deviare l’ovale permettendo a Littleton di intercettarlo. Chiamata veramente di livello di Phillips che sfrutta a proprio vantaggio la consueta velocità di lettura di Tom Brady. Si può infatti notare come, alla partenza del lancio, lo schieramento sembri indicare ancora la difesa a uomo con Robey-Coleman attaccato a Dwayne Allen e Talib davanti ad Hogan, seppur distaccato. Questo continuo cambio di marcature può però anche risultare pericoloso, come dimostrato dalla prossima clip.

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In questa giocata Wade Phillips tenta di ottenere l’effetto contrario rispetto alla prima situazione. Fingere di essere in zone coverage per poi passare a uomo. Con Burkhead uscito dal backfield per schierarsi da ricevitore outside the numbers, Wade Phillips chiama in copertura Marcus Peters invece di assegnarlo come di consueto ad un LB. La speranza dei Rams è di far credere a Brady di essere schierati a zona, poiché non avrebbe molto senso sacrificare un CB per marcare un RB. Inoltre, per lo stesso motivo, Littleton finge di disinteressarsi del suo uomo (Gronkowski). Il problema di questa finta è che non permette a Littleton di schierarsi nella posizione corretta per difendere la seam route di Gronkowski. Essendo in ritardo, infatti, il LB losangelino non riesce ad ottenere la cosidetta “outside leverage” che costringerebbe il TE dei Patriots a chiudersi verso la safety. Gronkowski riesce dunque a rimanere all’esterno del LB, allontanarsi dalla safety e catturare il perfetto lancio di Tom Brady che fa da setup per l’unico touchdown di giornata e la vittoria dei Patriots.

Abbiamo scelto questi video poiché esemplificativi della grande prestazione delle due difese e per cercare di far comprendere l’incessante lavoro che c’è dietro ogni singola azione. Ogni piccolo dettaglio può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta in una partita così delicata. Nessuno saprà mai cosa sarebbe successo se, per esempio, Littleton fosse riuscito a guadagnare l’outside leverage su Gronkowski, ma, allo stesso modo, nessuno può affermare che la partita non sarebbe cambiata radicalmente per quel decimo di secondo in più o in meno.

Analisi di un’azione decisiva del Super Bowl LIII

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