
Super Bowl LVII: Kansas City Chiefs vs Philadelphia Eagles Preview
Quella che andrà in scena l’ormai alle porte 12 febbraio, più precisamente alle 00.30 della notte italiana tra domenica e lunedì, sarà la 57° edizione del Super Bowl, l’evento che incollerà davanti alla TV oltre 100 milioni di spettatori. Il teatro dell’evento sportivo forse più atteso al mondo sarà lo State Farm Stadium di Glendale (AZ), La “casa” degli Arizona Cardinals, già cornice dei Super Bowl del 2008 e del 2015, rispettivamente vinti da Giants e Patriots.
Questa volta saranno invece Kansas City Chiefs e Philadephia Eagles le due franchigie pronte a darsi battaglia per la conquista di quello che sarebbe il 3° titolo per i primi ed appena il 2° per gli altri.
Si tratterà indubbiamente di un evento storico, in virtù del fatto che per la prima volta si affronteranno due QB afroamericani, Jalen Hurts e Patrick Mahomes, a coronamento dell’ascesa lenta e ostacolata da mille pregiudizi dei QB di colore, sottovalutati per lunghissimo tempo, ma saliti alla ribalta nell’ultimo lustro. In caso di vittoria degli Eagles, Jalen Hurts diventerebbe solamente il 4° QB afroamericano capace di alzare al cielo l’ambito Lombardy Trophy.
Nei 103 anni di storia di questo trofeo, dopo che Doug Williams, QB degli allora Washington Redskins, aveva segnato la strada nel 1987, sono infatti stati solamente Russell Wilson (2014) e proprio Patrick Mahomes (2020) gli unici altri QB afroamericani capaci di trionfare nel palcoscenico più importante.
A prescindere dal risultato finale, che sia l’uno o che sia l’altro a gioire, sarà un successo per tutta la “black community” americana, sullo sfondo delle tensioni razziali che hanno segnato la NFL nell’ultimo decennio, con Eminem che non più di un anno fa si era inginocchiato in omaggio al QB Colin Kaepernick durante l’halftime show dell’evento.
Impossibile non menzionare Donna Kelce, la prima mamma ad avere due figli che si sfideranno l’uno contro l’altro per accaparrarsi l’ambito trofeo: Jason e Travis, entrambi giocatori fenomenali e rispettivamente bandiere di Eagles e Chiefs.
Sarà una partita speciale anche per Andy Reid, da ormai 10 anni sulla panchina dei Chiefs, ma HC in quel di Philadelphia nei precedenti 14, conditi da 4 sconfitte al Championship ed 1 al Super Bowl, quello tenutosi il 6 febbraio del 2005, vinto dai New England Patriots della premiata ditta Belichick-Brady.
Tanto Mahomes quanto Hurts hanno avuto 2 settimane di tempo per riprendersi dai rispettivi problemi fisici: la distorsione alla caviglia patita dal QB dei Chiefs durante la prima frazione del Divisional Round Game, e l’infortunio alla spalla che sta attanagliando il QB degli Eagles dallo scorso dicembre, tanto da averlo costretto a saltare due partite (Cowboys e Saints). Sono solamente 9 i precedenti tra le due franchigie, con i Chiefs a guidare una serie pressappoco equilibrata, forti di 5 vittorie ed appena 4 sconfitte.
I Chiefs si sono aggiudicati le ultime 3 sfide, ultima delle quali risalente a week 4 della passata stagione, più precisamente al 10 ottobre 2021, quando si imposero per 42-30 al termine di un match sostanzialmente equilibrato sino agli albori dell’ultimo quarto di gioco. L’indiscusso mattatore di serata fu il WR Tyreek Hill (ormai stabilitosi in quel di Miami), autore di una prestazione da 186 receiving yard e addirittura 3 TD. Impossibile non menzionare la partita stellare disputata dal QB Jalen Hurts, direttamente responsabile di 434 yard (387 passing e 47 rushing) e 2 TD.
Kansas City Chiefs
Reduci dalla rimonta patita per mano dei Cincinnati Bengals nel Championship Game dello scorso anno, dopo essersi trovati avanti nel punteggio per 21-3 sul finire della prima frazione di gioco, i Kansas City Chiefs si affacciavano a questa stagione per la prima volta senza l’appellativo di “squadra da battere”, in virtù dell’addio di un’autentica star come Tyreek Hill, capace di produrre 6.630 receiving yard e 56 TD nei 6 anni trascorsi in quel del Missouri.
Dopo 2 sconfitte nelle prime 6 settimane, patite rispettivamente per mano di Colts e Bills, la squadra, trascinata da un Patrick Mahomes in formato MVP, ha decisamente alzato i giri del motore, tanto da aver vinto 12 delle ultime 13 partite disputate (Playoff compresi), di cui le ultime 7 consecutivamente.
Durante tutto il corso della Regular Season, ivi compresa la trionfale seconda metà, la squadra non è mai sembrata quella schiacciasassi inarrestabile che avevamo ammirato nel 2019 o nel 2020, finendo per vincere diverse partite sul filo di lana (quelle con Texans e Titans all’OT o quella con i Broncos) e dimostrandosi parecchio zoppicante nella metà campo difensiva, come comprovato dal 15° posto per punti concessi a partita (21.5), il 10° per yard totali concesse (328.3) e il 19° per yard su passaggio concesse (221.0).
Diametralmente opposto il rendimento del reparto offensivo, trascinato dall’inarrestabile connection “Mahomes-to-Kelce”, capace di issarsi al vertice dei principali dati statistici di reparto: Point/Game (1° posto con 28.7 punti), Yard/Game (1° posto con 407.9 total yard), Yard/Play (1° posto con 6.3 yard) e passing Yard/Game (1° posto con 294.5 yard). Le 1.239 yard e 9 TD prodotte dal partente Tyreek Hill nella passata stagione, il 25% dell’output dell’intero reparto, sono state adeguatamente distribuite (e con gli interessi aggiungerei) tra i vari Juju Smith-Schuster e Marquez Valdes-Scantling, entrambi acquisti nel corso della FA e responsabili complessivamente di 1.620 receiving yard e 5 TD.
Come è ormai consuetudine ogni anno, la difesa orchestrata dal DC Steve Spagnuolo, feticista di coperture esotiche e schieramenti a dir poco aggressivi, si è nuovamente trasformata una volta entrata in “Playoff Mode”, assumendo le sembianze di un baluardo quasi insuperabile per l’avversario di turno, tanto da aver limitato Trevor Lawrence prima e Joe Burrow poi ad appena 217 e 270 passing yard rispettivamente, intercettando inoltre 3 volte il pallone ed ammassando la bellezza di 9.0 TFL e 7.0 sack complessivamente.
Grazie al FG da 45 yard trasformato dall’affidabilissimo Kicker Harrison Butker, quando il cronometro recitava 3 secondi al fischio finale, i Kansas City Chiefs hanno portato a termine la tanto agognata vendetta, dopo un’attesa durata giusto giusto 12 mesi, eliminando i Cincinnati Bengals, l’indiscussa bestia nera di Mahomes & Compagni.
Philadelphia Eagles
La roboante vittoria per 31-7 ai danni dei San Francisco 49ers nell’NFC Championship Game, indubbiamente inflazionata dello sfortunato infortunio patito dal QB Brock Purdy proprio agli albori del match, è stata solamente la ciliegina sulla torta di una stagione pressappoco indimenticabile per i Philadephia Eagles, apparsi inarrestabili per lunghi tratti della stagione (8 vittorie nelle prime 8 settimane) e capaci di concludere la Regular Season con un record di 14-3, valevole della conquista tanto della NFC East quanto dell’intera Conference.
Una volta giunti ai Playoff, dopo essersi meritatamente guadagnati il 1° turno di “bye”, le cose si sono rivelate ancora più facili del previsto, tanto da aver concluso le due sfide disputate con 69 punti all’attivo, a fronte di appena 14 punti subiti complessivamente.
L’essersi trovati a fronteggiare Daniel Jones e Josh Johnson (il 4° QB della stagione dei Niners) ha sicuramente aiutato, tuttavia la difesa degli Eagles si è confermata feroce ed imbottita di talento da capo a coda, merito dell’ottimo lavoro svolto dal GM Howie Roseman durante l’Offseason, sagace nell’andare ad accaparrarsi i servigi dei vari Haason Reddick (autore di 3.5 sack nelle poc’anzi menzionate partite, aggiuntisi ai 16.0 prodotti in Regular Season), C.J. Gardner-Johnson (6 interctti), Kyzir White (macchina da 110 tackle) e James Bradberry (3 intercetti e 17 palloni deviati).
Se gli Eagles, inaspettatamente e contro ogni pronostico, sono stati capaci di raggiungere il Super Bowl, gran parte del merito va attribuito all’HC Nick Sirianni, dimostratosi in grado di stravolgere le sorti dell’intera franchigia in appena 2 anni, coadiuvato da un Coaching Staff Elite, meritevole di aver trasformato un attacco a dir poco asfittico in un’autentica macchina da punti (1° posizione con 28.7 Point/Game al pari proprio dei Chiefs).
Il QB Jalen Hurts, protetto dall’O-Line migliore della nazione e munito di “armi” quanto mai affilate (Smith, Brown e Goedert in particolare), ha disputato una stagione èlite, conclusa con 4.461 total yard (3.701 passing e 760 rushing) e 35 TD complessivi, finendo per essere meritatamente inserito nell’AP 2nd Team All pro.
Se delle acquisizioni nel reparto difensivo abbiamo già parlato, è impossibile soprassedere sulla mossa che forse più di ogni altra ha cambiato il volto di questo attacco, ovvero la trade che ha portato A.J. Brown in quel di Phila in cambio delle pick al 1° e al 3° giro dell’ultimo draft. L’ex Titans, prontamente divenuto il giocattolo preferito dello stesso Jalen Hurts, ha terminato la stagione con un quanto mai lauto bottino: 95 ricezioni, 1.546 receiving yard e 11 TD.
Se del Receiving Corp Brown è indubbiamente il “Batman”, in egual misura Devonta Smith è il “Robin”, ovvero quel WR non particolarmente fisicato (anzi, tutto il contrario) ma altrettanto “elettrico”, sgusciante e dotato di route running pregevole.
L’ex Crimson Tide, l’unico WR capace di vincere l’Heisman Trophy dal lontano 1991, ha disputato una stagione da Sophomore sensazionale, contribuendo alla causa mediante 103 ricezioni, 1.293 rceiving yard e 8 TD.
Chiavi tattiche
Quando saranno i Chiefs ad avere il possesso del pallone, sarà di vitale importanza per gli Eagles riuscire a portare costantemente pressione al n°15, a maggior ragione vista la caviglia ancora con tutta probabilità malconcia. La feroce D-Line degli Eagles, reduce dalla performance quanto mai dominante messa in vetrina nel trionfale Championship Game, si troverà di fronte una delle O-Line più solide dell’intero panorama NFL, quella composta da sinistra a destra da Orlando Brown Jr, Joe Thuney, Creed Humphrey, Trey Smith e Andrew Wylie, con quest’ultimo unico vero punto debole, come comprovato dai 9.0 sack e dalle 53 pressioni concesse in questo 2022.
Wylie avrà il suo bel da fare nel tentare di arginare lo scatenato Haason Reddick, reduce da una prima stagione in quel di Philly a dir poco sensazionale, ed autore di una prestazione monstre nel recente Championship Game, concluso con 1.5 sack, 2 QB hit, 5 pressioni, 1 fumble forzato e 1 recuperato.
In seguito alla dipartita di Tyreek Hill, “l’alpha dog” receiver nelle ultime 5 stagioni, il gioco aereo dei Chiefs si contro-intuitivamente rivelato ancora più pericoloso, merito di un ventaglio di soluzioni decisamente più ampio ed altrettanto imprevedibile, naturalmente sempre capeggiato da quel fenomeno chiamato Travis Kelce, già autore di nientepopodimeno che 21 ricezioni in questa Postseason.
La difesa degli Eagles, issata al 1° posto della lega per minor numero di passing yard concesse (179.8 Y/G) dovrà, neanche a dirlo, prestare particolare attenzione alla connection 15-to-87, sicuramente impossibile da arginare ma in ogni caso necessariamente da limitare.
Con il TD ricevuto da Kelce nel 2° quarto del match di domenica, la fantomatica coppia, arrivata a quota 14 segnature, si è issata al 2° posto solitario della classifica all-time per TD segnati ai Playoff, staccando definitivamente la coppia Montana-Rice (fermi a 13) ed arrivando ad una misera segnatura di distanza da quella composta da Brady e Gronkowski, ormai saldamente nel mirino.
Un ruolo di prim’ordine sarà rivestito dal NB Gardner-Johnson, giocatore estremamente fisico e trash talker quanto mai tagliente, artefice di una stagione pressappoco fantastica, impreziosita da 8 palloni deviati e 6 intercetti (leader nella lega al pari di Fitzpatrick, Woolen e Simmons).
Quando saranno invece gli Eagles ad avere il possesso del pallone, in virtù di un attacco quanto mai ben strutturato e variegato tra running e passing game, i Chiefs dovranno necessariamente prestare particolare attenzione alle RPO, il vero e proprio “bread&butter” dell’attacco avversario, complice la presenza di un QB estremamente letale anche via terra, avendo Jalen Hurts accumulato la bellezza di 831 rushing yard e 15 TD in questa stagione, finendo per risultare assolutamente infermabile in redzone e in situazioni di corto yardaggio.
Quando sottoposto a costante pressione, fortunatamente per lui fronteggiata in rare occasioni, i numeri prodotti da Jalen Hurts calano vistosamente, passando dal 72.8% al 45.0% di completi, da 8.5 a 5.5 Y/A, da 20 TD e 4 intercetti ad appena 4 e 2.
La difesa dei Chiefs, in particolar modo la pass rush, è solita trasformarsi una volta entrati nella fase caldissima della stagione, tanto da aver letteralmente dominato le O-Line di Jaguars prima e Bengals poi, venendo trainata da un Chris Jones travestito da Aaron Donald, apparso oggettivamente immarcabile da qualsivoglia lineman trovatosi di fronte.
Se contro i Bengals la D-Line dei Chiefs aveva avuto vita facile, in virtù di una O-Line rimaneggiata e priva di 3 starter, tutt’altra storia sarà il matchup con quella degli Eagles, statisticamente la migliore dell’intera lega e capace di “silenziare” nientepopodimeno che Nick Bosa, il candidato principe al premio di DPOY, limitato ad appena 3 pressure ed alcun sack nei 60 minuti di partita.
Se dei WR A.J. Brown e Devonta Smith si è già parlato abbastanza, avendo entrambi sfondato il muro delle 1.000 yard in Regular Season, sarebbe bene annotarsi il nome di Dallas Goedert, TE quanto mai funzionale nella Offense orchestrata da Shane Steichen (ricordiamo che in questa stagione Nick Sirianni ha deciso di affidargli in toto il play calling), essendosi ancora una volta confermato come un giocatore estremamente solido tanto in pass protection, quanto altrettanto in ricezione, merito di mani educatissime (appena il 3.0% di palloni droppati) e di un route running a dir poco sottovalutato.
La run defense dei Chiefs, apparsa decisamente in difficoltà in occasione del Divisional Round Game vinto a discapito dei Jaguars (144 rushing yard, 8.5 Y/A e 1 TD), dovrà obbligatoriamente elevare il proprio livello di performance, trovandosi a fronteggiare una delle run offense più esplosive dell’intera nazione, issata al 5° posto per rushing Yard/Game (147.6), merito di un Miles Sanders, giunto nel cosiddetto “contract year”, responsabile di 1.403 rushing yard e 13 TD.
A prescindere da chi riuscirà a spuntarla, sono assolutamente sicuro che ci aspetterà una partita esplosiva, punto a punto, probabilmente ad altissimo punteggio e potenzialmente tirata fino all’ultimo, merito di attacchi elettrizzanti e Coaching Staff quanto mai creativi e amanti del rischio.