La stagione 2024 è iniziata in casa Bengals con la grande incognita in merito al recupero di Joe Burrow dall’infortunio, senza precedenti in NFL, al tendine del polso della mano destra che gli aveva fatto chiudere anticipatamente la stagione 2023.
La promozione interna a Offensive Coordinator del quarterback coach, Dan Pitcher, per sostituire Brian Callahan, diventato head coach dei Tennessee Titans, è stata una novità ma nel segno della continuità, pertanto non generava particolari preoccupazioni. Il defensive coordinator Lou Anarumo era chiamato a riscattarsi dopo una stagione in chiaroscuro a causa di una secondaria rivoluzionata.
L’obiettivo minimo dei Bengals erano i playoff e la speranza era quella di competere in un’agguerrita AFC.
COME DOVEVA ANDARE…
L’arrivo in attacco del tight end Mike Gesicki, del running back Zack Moss e del right tackle Trent Brown dovevano garantire maggiore solidità al reparto offensivo. In difesa il defensive tackle ex Texans Sheldon Rankins era chiamato al difficile compito di sostituire D.J. Reader partito per Detroit, magari rendendo meno sulle corse, ma dando un apporto migliore in pass rush.
Il rientro alla base di Vonn Bell, dopo un solo anno ai Panthers, e l’arrivo in free agency di Geno Stone, ex Ravens, garantivano esperienza nel ruolo di safety dopo un anno complicato in cui la secondaria era stata uno dei punti deboli della squadra. Lo spostamento da safety a cornerback esterno di Dax Hill sembrava la mossa giusta per permettergli di far rendere al meglio i propri mezzi atletici.
Un calendario abbordabile e un roster rafforzato da ben 10 pick al draft sembravano il miglior presupposto per un’annata che facesse dimenticare quella inconcludente dell’anno precedente.
…E COME È ANDATA
Male, anche peggio. L’esordio in casa in week 1 contro i New England Patriots in ricostruzione sembrava l’occasione ideale per iniziare la stagione con il piede giusto ed invece è stato solo il presagio di come sarebbe andata tutta la stagione, con il tight end Hudson che goffamente perdeva il pallone entrando in end zone mentre lo spostava da un braccio all’altro.
Questo è stato solo uno dei tanti modi con cui i Bengals sono riusciti a perdere molte partite che sembravano decisamente alla loro portata; i numerosi infortuni concentrati in singoli reparti e il pessimo rendimento di alcuni dei giocatori chiamati a dare solidità al reparto difensivo ed all’offensive line sono stati causa di un’annata da dimenticare.
Se per alcuni giocatori come Chase, Burrow e Hendrickson si sono visti ottimi risultati individuali, tanto da risultare i migliori della Lega nei loro ruoli, il rendimento di squadra è stato nel complesso deludente, in particolare la fase difensiva non ha mai dato l’impressione di poter essere un fattore determinante per la vittoria.
COSA HA FUNZIONATO…
Joe Burrow ha fatto una stagione da MVP, aggiudicandosi il titolo di Comeback Player of the Year, Ja’marr Chase ha guidato la NFL in ricezioni, yard ricevute e TD su passaggio, la famosa Triple Crown, mentre Trey Hendrickson ha messo a segno più sack di tutti nella lega (17,5).
In generale l’attacco, coadiuvato dal nuovo Offensive Coordinator, Dan Pitcher, dopo una partenza lenta, si è trasformato in una macchina inarrestabile, facendo il record assoluto di punti in una stagione della franchigia e posizionandosi, con 27,76 punti a partita, al secondo posto dopo l’attacco della stagione del Super Bowl del 1988. Burrow si è dimostrato, per l’ennesima volta, un vero campione, capace di trascinarsi la squadra sulle spalle, nonostante la costante pressione a causa di una parte interna della linea offensiva molto lontana dal potersi considerare solida.
I tight end si sono dimostrati un’arma inaspettata e vincente, con Gesicki tornato ai livelli delle sue stagioni migliori e con il rookie Eric All che aveva dimostrato, fino al grave infortunio al ginocchio destro che lo terrà fuori anche tutta la prossima stagione, di essere bravo sia in fase di bloccaggio che di ricezione. I wide receiver Higgins e Iosivas si sono dimostrati sempre affidabili quando chiamati in causa, rendendo il corpo dei ricevitori dei Bengals uno dei reparti più temuti dalle difese avversarie.
Il rookie Amarius Mims ha dovuto dare in fretta il suo contributo in linea offensiva andando a sostituire l’infortunato Trent Brown, ai box fino a fine stagione dopo week 3, senza sfigurare e facendo vedere tutto quello di buono che si diceva sul suo conto. Il gioco di corsa ha avuto alcuni sprazzi grazie all’ascesa di Chase Brown, che ha soppiantato definitivamente Zack Moss, messo fuori causa ad inizio Novembre da un infortunio al collo, ma in molti casi si è trattato di giocate estemporanee, facilitate dall’attenzione delle difese per il gioco di passaggio; infatti i risultati non sono stati altrettanto significativi quando si trattava di chiamate di corsa dichiarate
In difesa, tolto Hendrickson che ha dimostrato per l’ennesima volta di fare reparto da solo, quanto a pressione portata sul QB avversario, è difficile riuscire a individuare qualcosa che abbia funzionato. L’accoppiata di safety schierata da metà stagione in avanti, Battle e Stone, ha fatto ben sperare per il futuro, ma è ben lungi dal poter essere considerata un punto fermo di questa squadra.
Il punter Ryan Rehkow è riuscito a sopravanzare nelle gerarchie Brad Robbins, sfruttando un suo infortunio al termine della preseason, per garantirsi non solo il ruolo da titolare, ma anche il rinnovo per il prossimo anno. Niente male per un giocatore undrafted tagliato dai Kansas City Chiefs.
… E COSA NON HA FUNZIONATO
La difesa dei Bengals è stata sicuramente la vera delusione della stagione. Se già nelle precedenti stagioni venivano concesse troppe yard agli avversari, era comunque difficile che queste portassero a big play o a tanti punti subiti, perché c’era sempre una giocata difensiva che riusciva a bloccare l’attacco avversario o quanto meno a limitarlo al field goal. Questo era esattamente il prologo usato per descrivere la pessima stagione difensiva del 2023. Se possibile il 2024 è andato anche peggio.
I difetti sono rimasti, pur cambiando alcuni interpreti; il defensive coordinator, Lou Anarumo, non è riuscito a ritrovare l’alchimia del passato, arrivando addirittura a concedere una segnatura ogni drive avversario, inginocchiamenti esclusi, nella partita contro i Washington Commanders.
La linea offensiva, da sempre tallone d’Achille dell’era Burrow a Cincinnati, ha ceduto miseramente nel reparto guardie con Cappa e Volson rivelatisi i due peggiori nel ruolo, secondo i voti di PFF, di tutta la NFL. L’offensive line coach, Frank Pollack, ha dimostrato nuovamente i suoi limiti, non riuscendo a mettere insieme un reparto affidabile e guadagnandosi così il meritato esonero a fine stagione. Anche quest’anno il gioco di corsa ha stentato, soprattutto quando serviva guadagnare un paio di yard per chiudere il down e non ha mai dato un contributo affidabile per rendere l’attacco meno monodimensionale.
Anche gli special team dei Bengals hanno dato il loro contributo in negativo con qualche errore decisivo di Evan McPherson e uno di Ryan Rehkow che hanno portato a delle sconfitte con una sola segnatura di scarto.
Insomma, la squadra ha passato tutta la stagione a cercare di risolvere i problemi della stagione precedente senza mai riuscirci, dando spesso anche l’impressione di averle provate tutte e di aver esaurito le possibili soluzioni, situazione che ha portato all’inevitabile allontanamento a fine stagione di Lou Anarumo.
E ADESSO?
Si riparte cercando nuove soluzioni a problemi vecchi.
L’esonero di Lou Anarumo e di quasi tutti gli assistenti di difesa e il conseguente ingaggio di Al Golden, defensive coordinator di Notre Dame, sono le mosse adottate per il riscatto di un reparto che difficilmente potrà fare così male come nella passata stagione. L’obiettivo sarà sicuramente quello di valorizzare i molti giovani che lo compongono e che non hanno reso secondo le aspettative, sia per i pochi snap giocati sia per non essere riusciti a sviluppare il loro potenziale.
Lo stesso obiettivo è stato prefisso anche per l’offensive line con l’arrivo di Scott Peters dai Patriots, che dovrà valorizzare i nuovi giocatori che arriveranno dal draft e il poco materiale umano rimasto a roster dai precedenti.
L’impressione è che si prospetti un anno di transizione, in cui si alterneranno partite esaltanti quando la difesa riuscirà a contenere gli avversari e l’attacco si esprimerà secondo il suo potenziale e sconfitte inaspettate quando verranno messi allo scoperto tutti i punti deboli di attacco e difesa che non possono essere colmati con un draft, anche se ottimo, e con i soli cambi di coaching staff.
Le richieste di rinnovo di Burrow per Chase, Higgins, Gesicki e Hendrickson potevano essere la base su cui implementare un roster che necessitava di alcuni ritocchi per poter competere per l’anello, sia come talento che come profondità. Duke Tobin, Il direttore esecutivo e General Manager de facto, aveva dichiarato alla Combine che non avrebbe riproposto la stessa squadra dello scorso anno solo più costosa e invece è andata proprio così, se non peggio.
Rispetto alla week 1 dello scorso anno i Bengals si troveranno con 6 titolari in meno, che saranno sostituiti con giocatori già presenti a roster o presi al draft, non esattamente il rafforzamento che molti tifosi si immaginavano.
La possibilità di usare molti strumenti finanziari per aumentare il salary cap a disposizione, come suggerito da Burrow in offseason, non è stata presa in considerazione e i rinnovi auspicati si sono trasformati in un boomerang che ha creato solo maggior squilibrio tra i reparti, lasciando la Difesa con dei grossi punti interrogativi.
I Cincinnati Bengals sono comunque una squadra in grado di tornare ai playoff, ma difficilmente possono essere considerati una contender perché ci sono troppi margini di incertezza e troppe scommesse da vincere per ambire al massimo traguardo.