Same old story (Chicago Bears vs Green Bay Packers 9-17)

Anno nuovo, storia vecchia. Vecchia sì, ma pur sempre di attualità: i Green Bay Packers battono in casa i Chicago Bears e volano alla Wild Card.

Con questa, la striscia di vittorie dei Packers consecutive contro i Bears ammonta a 10!

Significa che sono 5 anni che Chicago subisce umiliazioni senza fine da parte dei cugini del Wisconsin e se ad inizio stagione le speranze Navy and Orange erano quelle di poter reclamare il trono del Nord per i prossimi 10 anni (frase pronunciata dal GM Ryan Poles), dopo soli 4 mesi ci si rende conto che Rodgers o non Rodgers i Packers sono un’organizzazione migliore dei Bears. E continueranno ad esserlo (lo spiegone sul perchè lo lasciamo alla fine).

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La partita di suo è abbastanza particolare fin dal principio, poichè Chicago è fuori da tutto e con la prima scelta assoluta al prossimo draft già assicurata. Il solo “scopo”, se così volessimo definirlo, è quello di sgambettare Green Bay all’ultimo tratto di corsa per eliminare gli storici rivali dai playoff.

Con dei Bears privi di stimoli (per inciso la rivalità più importante della NFL non è uno stimolo per questi ragazzini…) per i Packers la missione non è poi tanto complessa; difatti l’incontro termina 17-9 per i padroni di casa che festeggiano così la qualificazione per la post season.

Il football americano è fatto di momenti, basta un gesto per cambiare l’inerzia della partita. Talvolta una singola azione può essere sufficiente per portare a casa il risultato o per ribaltare il gioco. Trovo che sull’inizio del quarto periodo, quando Fields e Kmet stavano cominciando a girare puntando alla rimonta, l’intervento di Carrington Valentine a togliere lo sferoide dalle mani del TE Bears privandolo così di un touchdown praticamente fatto sia valso l’incontro. Grande visione in copertura, tempismo perfetto, “game, set and match”.

Riguardo alla partita c’è poco altro da aggiungere: Aaron Jones finisce la sua stagione regolare nello stesso modo in cui l’aveva iniziata, massacrando i Bears sulle corse e sbranando la difesa di Matt Eberflus con 111 yard. Jones super in Week 1, super in Week 18 e nel mezzo il nulla più assoluto. Il suo veliero fantasma compare solo all’occorrenza del matchup contro Chicago, fa razzia e sparisce col bottino. Il tutto per i Bears appare più come una punizione semi-divina che altro.

Ma questi Bears non possono aggrapparsi a certe storie di fantasmi, specie quando loro per primi esprimono la migliore inconsistenza che si possa immaginare. L’attacco segna 9 punti, equivalente di tre calci piazzati del bomberone Cairo Santos, il quale con 34 centri stagionali diventa il miglior realizzatore di field goal in singola stagione nella storia dei Bears lasciando indietro di uno Robbie Gould. 9 punti contro una difesa, quella di Green Bay, che solo qualche settimana fa ne aveva concessi 30 ai Carolina Panthers! I quali, a loro volta, hanno chiuso le due settimane successive segnando la bellezza di 0 punti. Zero punti in due partite… Ecco, questo dato dovrebbe far riflettere. Non tanto i tifosi o i lettori, quanto il front office di Chicago sul futuro imminente dei Bears.

Justin Fields ci ha già riflettuto dichiarando, a fine partita, di aver dato il massimo e salutando e ringraziando Chicago in maniera preventiva. L’ombra della prima scelta al draft è cresciuta alle sue spalle nei due anni passati e se “il massimo” dato da Fields nelle ultime due stagioni è riassumibile in un 10-24 (qualche partita l’ha saltata ma questo è relativo), beh allora signori il QB ha fatto bene a salutare perchè il tempo di Caleb Williams è giunto.

Muoversi diversamente oggi sarebbe follia. Fields è un grande atleta, con uno stile di corsa superiore e questo non si può negare, ma quanto a QB in giro si può trovare di meglio e nel caso dei Bears senza nemmeno troppi sforzi.

Avremo i prossimi 4 mesi da spendere per approfondire meglio le questioni inerenti al draft, dove Chicago sceglierà alla 1 e alla 9 massimizzando il suo potenziale con due pick altissime. Forse.

Anche sulla sponda dei Packers ci sono argomenti interessanti: Jordan Love, dato da molti come perdente, come inadatto, come inadeguato alla successione del re Aaron Rodgers, nel suo piccolo ha centrato un grande obiettivo: quello di qualificarsi con la sua squadra alle eliminatorie.

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A livello di franchigia questo è un importante passo avanti, che tra l’altro risponde al passo indietro dei Bears. Perchè se a Chicago i playoff rimangono un miraggio e un mero desiderio, a Green Bay oggi sono una realtà tangibile e quello che succederà succederà.

Intanto Jordan Love troverà familiarità con il momento più bello dell’anno, con le tensioni del pre e del post partita, con tutto ciò che concerne il “win or go home” e le emozioni annesse e connesse.

Tutti fattori che possono portare migliorie al processo di crescita, di squadra e personale. E se in Wisconsin ci si prepara al prossimo passo con i biglieti per Dallas già comprati, in Illinois siamo solo al preludio dell’ennesimo anno zero che, con immancabile puntialità, si presenta sul calendario.

alex cavatton firma area 54

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2 Commenti

  1. Bruciare Fields e’ insensato, per quanto sia forte Caleb Williams…..ed è forte.
    Chicago deve tradare indietro, vendendo carissima la prima scelta ed assicurando un grande ricevitore alla squadra (Harrison Jr).
    Con le altre scelte che ottiene nel trade e la sua nona scelta può completare tutti i ruoli carenti (cioè quasi tutti), ed essere subito competitiva con JF.
    Altrimenti si trova un Qb da buttare e quello nuovo inserito in una squadra incompleta, col rischio di infortunarsi o, peggio ancora per un Qb, giocare male.
    E sono pure tifoso di GB, ma vorrei combattere contro dei grandi Bears.

  2. Giusto un appunto su Aaron Jones: capisco che a un tifoso dei Bears possa essere sfuggito, ma in realtà questa è stata la terza partita di fila in cui ha superato le 100 yds (358 in tre partite), per il resto ha avuto diversi infortuni ma in generale quando supera le 100, GB vince.
    Poi è abbastanza inutile fare confronti tra una partita e l’altra (discorso Panthers), per dire, i Lions in due partite contro i Vikings, pur vincendo, hanno concesso 44 punti a una squadra che contro i Raiders ne aveva segnati TRE.
    Il problema di Fields secondo me è che è troppo forte per fare il Taysom Hill, ma il suo rendimento è troppo sbilanciato verso le corse: i QB che corrono troppo di solito hanno vita breve (Cam Newton anyone? Anche se Fields mi sembra un filo più intelligente)

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