Super Bowl LVII: Analisi del roster dei Kansas City Chiefs

Terminata l’era dominata dai New England Patriots, la NFL sembra aver trovato la sua nuova dinastia: i Kansas City Chiefs parteciperanno infatti domenica al loro terzo Super Bowl negli ultimi quattro anni e con la regular season appena conclusa i capi indiani hanno ottenuto il loro settimo titolo divisionale consecutivo. Dopo aver partecipato alla post season appena tre volte nei quindici anni che hanno preceduto l’arrivo di Andy Reid, da quando il coach californiano siede sulla panchina dei giallorossi (2013) sono arrivate nove partecipazioni ai playoff, e un Super Bowl.

OFFENSE

L’addio in offseason del funambolico Tyreek Hill, che nella passata stagione aveva messo assieme 111 ricezioni, 1239 yard e 9 mete, aveva portato alcuni addetti ai lavori a supporre che l’attacco Chiefs avrebbe perso almeno una marcia. Invece con il formidabile quarterback Patrick Mahomes (15) alla guida, l’offense di Kansas City ha segnato 16 punti e guadagnato 286 yard totali in più rispetto al torneo 2021. Temibile sui passaggi lunghi, in grado di lanciare con precisione praticamente da qualsiasi posizione del suo corpo (incredibile a questo riguardo rimane il suo passaggio nel quarto finale del Super Bowl perso contro Tampa Bay con il corpo quasi orizzontale rispetto al terreno) e pericoloso quando mette in moto le sue leve, il buon Mahomes è “The Man” a Kansas City.

Oltre alle indubbie doti tecniche, il prodotto di Texas Tech ha anche dimostrato di avere davvero un grande cuore e un notevole “fegato” disputando metà gara di playoff contro i Jaguars con una forte distorsione alla parte alta della caviglia destra e poi, appena una settimana dopo, giocando l’intera gara contro Cincinnati (tenete conto che normalmente per guarire da un tale infortunio la prognosi è 3-6 settimane).

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Senza più Hill, Mahomes ha utilizzato in modo ancora più frequente il tight end Travis Kelce (87). A trentatré anni Kelce ha estratto dal cappello a cilindro un’altra stagione stratosferica, in cui ha stabilito il record in carriera per numero di ricezioni con 110, e di touchdown con 12. Poi, non contento, ha giocato due gare da incorniciare in post season, dove sono arrivate altre tre mete.

Il gruppo ricevitori dei Chiefs è invece un’incognita. Il miglior receiver puro è stato fin qui Juju Smith-Schuster (9) che in stagione regolare ha portato a casa 79 ricezioni, ma nelle ultime 5 gare l’ex Steeler è stato impalpabile. L’altro wide receiver titolare è Marquez Valdes-Scantling (11), il “deep threat” del team con una media di oltre 16 yard per ricezione, ma anche nel caso dell’ex Packer la costanza non è esattamente la sua dote migliore. Nelle ultime sei gare di regular season e nella prima di playoff con Jacksonville, infatti, MVS non è mai andato oltre le 28 yard ricevute, poi nella finale di Conference contro Cincinnati, è stato una spina nel fianco della difesa dei Bengals concludendo la gara con 6 ricezioni per 116 yard. Gli altri ricevitori di ruolo a disposizione di Mahomes sono Mecole Hardman (17), che ha avuto una stagione travagliata causa infortuni e difficilmente sarà presente al Super Bowl, il rookie Skyy Moore (24) che però in 16 gare giocate ha messo a segno appena 22 ricezioni, Justin Watson (84) ed il promettente Kadarius Toney (19), arrivato a metà stagione dai Giants. Toney è atleta completo, in grado di ricevere, di correre con l’ovale in mano e di riportare i punt, ma sia nella sua parentesi nella Grande Mela che a KC ha dimostrato una fragilità fisica davvero preoccupante.

Con queste premesse è diventato protagonista nel passing game il runner Jerick McKinnon (1), terzo come palle ricevute in stagione regolare con 56, record in carriera. E un ruolo significativo nel gioco aereo se l’è conquistato anche il tight end al secondo anno Noah Gray (83), che ha visto quadruplicare il numero di ricezioni rispetto all’annata da rookie. Da notare anche che con un Kelce spesso utilizzato largo sulla line of scrimmage, l’offensive coordinator Bieniemy può schierare ben tre tight end in campo, con Kelce, Gray e Jody Fortson (88), mentre è davvero usato col contagocce il fullback Michael Burton (45).

Il running game dei Chiefs è invece ormai saldamente mani del rookie Isaiah Pacheco (10), nettamente il leading rusher in rosso con 170 corse e 5 mete. Dopo aver più o meno equamente diviso le portate con Clyde Edwards-Helaire (25) nella prima metà del campionato, il possente prodotto da Rutgers è diventato il protagonista del gioco sulla terra del reparto di coach Bieniemy mettendo in difficoltà con le sue corse di potenza le difese troppo concentrate a fermare Mahomes e compagni per via aerea. L’avvento di Pacheco ha messo fine al ruolo di primattore di Edwards-Helaire che in tre anni con i Chiefs non ha mai pienamente convinto, complici anche diversi infortuni. Edwards Helaire, tra l’altro, è out da fine novembre per un problema alla caviglia e non si sa ancora se riuscirà a essere presente al Super Bowl.

Per far rifiatare Pacheco, i Chiefs utilizzano McKinnon, qualche galoppata di Mahomes e non disdegnano di dare la palla nella pancia dei receiver, avendo atleti come Toney, Moore e Hardman che in campo aperto possono creare seri problemi. Quasi dimenticato nel suo ruolo di runner n°3 è invece quel Ronald Jones (2) che è già stato campione NFL con i Buccaneers ed ora ci riprova con KC.

I Chiefs sono stati nel complesso fortunati a livello di infortuni in linea offensiva. Il giocatore più “assente” per guai fisici è stato infatti la guardia sinistra Joe Thuney che ha perso 140 snap (l’equivalente grossomodo di un paio di match). Àncora del gruppo e probabilmente il giocatore con maggiore tasso tecnico è il forte centro Creed Humphrey (52), che a soli 23 anni è già uno dei più forti interpreti del ruolo, eccellente soprattutto nel running game.

Guardia sinistra è Joe Thuney (62) probabilmente il migliore bloccatore sul passaggio, mentre a destra gioca un altro ottimo e giovane giocatore, Trey Smith (65). I tackle sono a sinistra l’ex Raven Orlando Brown (57), giocatore solido dal rendimento costante, e a destra Andrew Wylie (77), l’anello debole del quintetto, che nei playoff finora non ha certo brillato soprattutto nel running game. L’unica riserva che ha giocato un pochino in stagione è stata la guardia Nick Allegretti (73), con risultati però rivedibili.

Perchè i Chiefs sono sempre davanti a tutti

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DEFENSE

Il pericolo pubblico numero 1 della difesa in rosso si chiama naturalmente Chris Jones (95), in questo momento con Aaron Donald probabilmente il più forte interior linemen del campionato. In regular season Jones è arrivato a quota 15 sack e mezzo e ne ha aggiunti due nei playoff, oltre a essere una presenza temibile anche nel running game.

La difesa dei Chiefs schiera spesso di base due soli defensive linemen e a fianco a Jones o per fargli prendere un attimo di fiato, ruotano Khalen Saunders (99), Derrick Nnadi (91) e un altro ex Baltimora, Brandon Williams (66), il veterano del gruppo con i suoi quasi 34 anni. Non solo Jones ha più del doppio degli snap giocati dal compagno più utilizzato che è Saunders, ma anche a livello di rendimento l’ex Mississippi State si staglia all’interno di un gruppo onestamente non eccezionale. Gli end titolari sono Frank Clark (55) e il rookie George Karlaftis (56), una delle due prime scelte dei Chiefs nel 2022. Karlaftis è secondo nel team con 6 sack ma il suo rendimento è stato piuttosto incostante e contro la corsa sta decisamente faticando. Completano il gruppo degli edge rusher Michael Danna (51), forse il più completo del gruppo, e Carlos Dunlap (8), che dopo aver giocato una vita a Cincinnati spera, a 33 anni, di conquistare il primo Super Bowl di una lunga carriera. Da notare, a livello tattico, che spesso nelle situazioni di ovvio passaggio, Danna affianca Jones come interior lineman. Alle spalle della linea il cuore della difesa è pattugliato da Nick Bolton (32) e Willie Gay (50). Il primo è il giocatore con all’attivo più snap in regular season ed è il linebacker più utilizzato anche in copertura mentre Gay è impiegato sia come linebacker puro che, non raramente, come blizzatore. Il rookie Leo Chenal (54) e Darius Harris (47) completano il pacchetto dei linebacker, con il primo chiamato in causa come terzo lb nelle situazioni di corsa mentre Harris viene utilizzato di più nella copertura sul passaggio.

Il secondario dei Chiefs è davvero un reparto all’insegna della gioventù, visto che nessuno dei propri elementi ha più di 4 anni di esperienza e fra i cinque titolari ci sono ben due rookie e un altro paio di esordienti sono impiegati spesso da coach Spagnuolo. I cornerback sono l’emergente L’Jarius Sneed (38) autore di una grande stagione e il rookie Jaylen Watson (35) che ha vissuto una stagione di alti e bassi ma per un atleta scelto al settimo e ultimo giro, l’ex Washington State ha abbondantemente superato ogni aspettativa. Altro rookie costantemente in campo è Trent McDuffie (21), il primo giocatore scelto dai Chiefs nel draft 2022, il quale invece ricopre il ruolo di slot cornerback ed è stato forse il migliore in copertura del secondario.

La prima riserva fra i cornerback è un altro giocatore al primo anno, Joshua Williams (23), che nella finale di conference contro Cincinnati, è subentrato all’infortunato Sneed con buoni risultati.     

Le due safety titolari sono l’ottimo ex Texan Justin Reid (20) e Juan Thornhill (22) che dopo una parte centrale di stagione difficile, da diverse settimane ha alzato il suo livello di gioco. Thornhill è di solito la safety che staziona sul lungo mentre non raramente Reid si avvicina alla line of scrimmage. Nelle formazioni dime, cioè con sei defensive backs, per coprire sul profondo insieme a Thornhill, entra un altro rookie, Bryan Cook (6) che di tutti i giocatori al primo anno è forse quello cha patito di più il salto fra i professionisti, pur non sfigurando nel complesso. Una curiosità riguarda l’uso che il defensive coordinator Steve Spagnuolo fa dei suoi defensive backs in pass rush: il secondario dei Chiefs ha infatti messo a segno la bellezza di sette sack e mezzo contro, ad esempio, i tre messi a segno dai defensive backs degli Eagles (e in regular season Philadelphia ha atterrato il QB avversario 15 volte più dei Chiefs)

DELUSIONE

Difficile parlare di delusioni in un team che ha raggiunto un traguardo straordinario come il Super Bowl ma era forse lecito aspettarsi qualcosa in più dal trio Valdes Scantling, Moore e Hardman, anche se quest’ultimo è stato menomato pesantemente dall’infortunio al bacino che gli impedirà molto probabilmente di partecipare al Gran Ballo di domenica.

SORPRESA

Non avranno magari avuto il rendimento del regista di San Francisco Purdy, scelto pure lui al settimo giro, ma sia Jaylen Watson che, soprattutto, Isaiah Pacheco hanno ampiamente ripagato i Chiefs delle scelte fatte all’ultimo giro dei draft                       

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