Le pagelle di week 6 NFL

Prima settimana di pagelle in cui ci sono degli assenti giustificati, i team in bye. Il vostro prof preferito (se non è così, non ditemelo) nel fine settimana si è spostato a Londra insieme al preside e due illustri docenti per andare a parlare con i genitori di due studenti fin qui indisciplinati, Jaguars e Dolphins.

Ricordo che qui potete capire come e perché leggere le pagelle di Huddle senza farvi venire i crampi al fegato se su qualche voto non siete d’accordo. Ricordo che il voto di fianco alla città è per la partita, quello tra parentesi si riferisce a tutta la stagione, ovviamente fino a questo momento.

Allora via con gli insindacabili giudizi di week 6.

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Eagles – Buccaneers 22-28

Philadelphia 5 (5,5)

Il punteggio è un pochino ingannevole. Gli Eagles non hanno mai dato davvero l’impressione di essere in partita. Tampa ha rallentato nella seconda metà del match e così Philadelphia è parsa riavvicinarsi ma non ho mai avuto la sensazione potessero davvero riaprirla.

Tampa Bay 6,5 (6,5)

Va bene mettere da parte le energie una volta che si ha la gara in pugno. Instillo però un dubbio: siamo sicuri che si tratti di questo? Rimane sempre impressionante come siano imbottiti di talento. Gronkowski ancora fuori? Rispolverata a Howard.

Jaguars – Dolphins 23-20

Jacksonville 6,5 (5)

A loro va a buon fine una chiamata da “all in” che non gira a Miami. La differenza sostanziale è che nel loro caso era cosa buona e giusta farla, perché non avevano nulla da perdere. Lawrence non è aiutato quasi per niente. Commette qualche errore da rookie, sì, certo. Quel lancio finale riguardatelo, però, nient’affatto banale eh. Ha davvero tutto quel che serve per emergere e diventare tra i top del ruolo. Robinson per me resta un giocatore molto sottovalutato: linea per linea, RB per RB la differenza con Gaskin si nota eccome. In difesa hanno avuto annate migliori. Sì, è un eufemismo.

Miami 5,5 (4)

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Drammatico il bilancio dopo sei settimane. Anche perché nelle mie “bold” di inizio anno vedevo i Dolphins come una delle sorprese, attesi dalla stagione delle conferme. Bisogna rassegnarsi a una realtà diversa, per questo il voto alla prestazione di Londra è 5,5. È una gara tra due squadre in difficoltà e Miami non gioca male. Certo i conti non tornano e rischiare va bene, ma fino a un certo punto. Nel finale è un suicidio, e non coraggio, giocarsi un quarto down anziché puntare. È tornato Tua. Ha fatto il suo ma deve essere aiutato. Su di lui resto in camera di consiglio. Ho dei dubbi. La certezza: se non si riesce mai a correre sono dolori. Bravo Waddle. Mi è piaciuto molto anche il carattere di Gesicki, leader.

Panthers – Vikings 28-34 OT

Carolina 6 (6)

Pesa, pesa l’assenza di McCaffrey. Eccome se pesa. Senza il catalizzatore delle attenzioni l’attacco annaspa e soffre di riflesso anche la difesa. Il guizzo finale – quando per le statistiche c’era rimasto solo un piccolissimo pertugio in cui infilarsi per ribaltare un esito che pareva ormai scontato – allunga il match ma non cambia la sostanza.

Minnesota 6,5 (6)

L’impressione nel primo tempo era che i Vikings potessero controllare il resto della partita. Come ormai un classico per i gialloviola alla fine è andata diversamente. È servito il supplementare per domare i Panthers. Arrivano al bye in equilibrio tra vittorie e sconfitte. Per arrivare ai playoff un cambio di marcia resta necessario.

Ravens – Chargers 34-6

Baltimore 9 (9,5)

Quinta W consecutiva dopo la sconfitta in over time contro i Raiders all’esordio. Stavolta annichiliscono una delle formazioni che meglio si sono comportate sin qui. I Chargers sette giorni prima avevano segnato 47 punti ai Browns. Non vanno oltre un TD a Baltimore. Evitate di annoiarmi con le discussioni su Lamar, sono del suo partito e non intendo ascoltare critiche preconcette. La rotazione dei RB prosegue ed ha segnato pure Bell, la chiave per me rimane ugualmente quell’Andrews sopraffino.

Los Angeles 5 (8)

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Rullati. Baltimore ha letteralmente corso sopra i Chargers e gli ha tolto l’ossigeno per poter replicare in qualche modo in attacco. Ci vedo soprattutto molti meriti dei Ravens. Il processo di crescita di Los Angeles secondo me passa anche da scoppole come quella di domenica.

Giants – Rams 11-38

New York 5 (4,5)

Nelle condizioni in cui si trovano dubito avrebbero potuto fare più di quanto hanno mostrato. Tenere testa ai Rams in questo momento non è nelle loro corde. Male, questa volta, Jones, che avevo sempre “protetto” perché spunti positivi ne aveva offerti.

Los Angeles 7 (8,5)

Il compito è stato eseguito come si deve. L’avversario non permette di certo voti pindarici basandosi su questa prestazione, c’è comunque quel 5-1 su cui fondare le proprie speranze e le proprie aspettative per il prosieguo.

Colts – Texans 31-3

Indianapolis 7 (5,5)

Servono vittorie e morale ai Colts per rimettersi in marcia e provare di qui in avanti a invertire la rotta. Anche i Texans così fanno brodo. Il record di Indy secondo me non è del tutto veritiero e hanno margini per azzardare la remuntada. Se Mack vuole cambiare aria è il caso di tentare di portare a casa qualcosa di utile.

Houston 4 (4)

Non me la sento di infierire. Anche se si potrebbe farlo, perché ad Indianapolis si accartocciano nonostante alcune prestazioni di singoli comunque sopra la sufficienza.

Football Team – Chiefs 13-31

Washington 4 (5)

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La celebrata difesa del Football Team dopo sei partite si ritrova ad essere la peggiore della sua division, sì quella division che annovera anche Eagles e Giants. Che i Chiefs siano un brutto cliente si sa, eppure parecchie squadre li hanno fatti tribolare in questo primo scorcio d’annata. Non Washington.

Kansas City 7 (5)

Ancora due intercetti per Mahomes. Parto dalle pecche perché chi punta al bersaglio grosso deve rimettersi in riga. Con Washington per il resto Kansas City non fatica troppo e nel secondo tempo si prende la vittoria che serve ma che lascia i Chiefs per il momento, e sottolineo per il momento, in fondo alla division.

Bears – Packers 14-24

Chicago 6 (6)

I Bears restano a lungo a contatto, nonostante un’eterna siccità offensiva nel mezzo della gara. La fanno sudare ai Packs. Non è ancora il momento del passaggio di consegne tra Rodgers e Fields, ma quest’ultimo sta crescendo – bel drive per segnare il secondo td – e la delusione di domenica lo farà migliorare. Quell’intercetto apparentemente incredibile? Aveva visto muoversi i difensori di Green Bay e immaginava di avere un free play. Gli arbitri invece non hanno lanciato la flag. Bravo il rookie RB Herbert.

Green Bay 6,5 (7,5)

Sono una granitica certezza. Magari non come gioco domenica al Soldier Field. In ogni modo dall’alto del loro 5-1 la division possono solo perderla. Chicago riesce a tenergli testa ed esporre alcune debolezze: sulle corse concedono spesso cospicui guadagni e nella fase iniziale muovere la palla risulta farraginoso.

Lions – Bengals 11-34

Detroit 4 (4)

La batosta di Minneapolis e una squadra che gioca con entusiasmo di fronte sono state un mix indigesto per dei Lions che hanno visto funzionare davvero pochissimo. Se a inizio anno ho apprezzato il carattere e la caparbietà nel cercare di affrontare un cammino irto, adesso non vedo più nemmeno quelli.

Cincinnati 8 (8,5)

I Bengals davanti ai Browns dopo 6 partite. Incredibile? Fino a un certo punto. Fin dalla prima giornata hanno dimostrato di avere frecce da scoccare. L’abbrivio che vittorie nette e inequivocabili come quella di domenica potrebbe garantire è parecchio utile nello sviluppo di Cincinnati e nel tentare di guadagnarsi un posto in prima fila in gennaio.

Browns – Cardinals 14-37

Cleveland 5 (5,5)

Senza Chubb, perdono cammin facendo anche Hunt. Ci sono state giornate migliori per coach Stefanski. La sconfitta di misura con i Chiefs a inizio anno aveva fatto pensare a un potenziale antipasto di finale di conference. Ma dopo sei settimane Cleveland ha fallito tutte le tre gare in cui ha affrontato team che ora hanno un record positivo. Il tempo non manca, servirà anche per recuperare elementi. Con Arizona però è arrivata una seconda bocciatura consecutiva in una prova di maturità e il bilancio non si può considerare pienamente sufficiente in questo momento.

Arizona 9,5 (10)

La cavalcata continua. Vittime di giornata i Browns. Murray gioca con una fiducia che gli permette di tenersi lontano dagli errori. Buona giornata anche per Conner, di cui non sono un estimatore (al netto dell’ammirazione per la storia personale). I cinque sack fanno capire che giornataccia sia stata per i Browns. Il prof Rizzotto segnalava: che fosse un leader come Watt l’anello mancante tra i Cardinals tutto potenziale e poco arrosto dello scorso anno e quelli concreti e brillanti di questa stagione? Eh…

Patriots – Cowboys 29-35 OT

New England 6,5 (5,5)

Che i Patriots sono ben allenati lo sappiamo da almeno un paio di decenni. Tant’è che riescono a giocarsela anche con un avversario per me imbottito con un maggior tasso di talento tirandolo per la camicia fino al supplementare. Pungolano con perizia le debolezze difensive dei ragazzi con la stella sul casco. E riescono a reggere a lungo anche l’urto dei loro terminali offensivi. Jones non è ancora una tela senza sbavature, da rookie non potrebbe essere altrimenti.

Dallas 7 (9)

Partita che portano a casa ma che nel mio immaginario avrebbero dovuto vincere più agevolmente. “È la NFL baby!” Avete ragione, ma resto della mia idea. La sfida a scacchi tra le sideline l’ha dominata BB. Nel finale Diggs fa (intercetto) e disfa (colpe sul touchdown dei Pats). Lamb c’è. Cooper no.

Broncos –  Raiders 24-34

Denver 5 (6,5)

Come per Carolina, ho la sensazione che questa sia la dimensione più consona alla qualità dei Broncos. Nonostante ciò, qualcosa di meglio dalla difesa mi aspetto. Così come Bridgewater deve aver più cura dell’ovale, anche se è costretto a lanciare così tanto e a cercare il profondo. Dopo un inizio alla pari si perdono su entrambi i lati dell’ovale.

Las Vegas 7,5 (7)

Quanto serviva una boccata d’aria fresca dopo la pesantissima settimana alle spalle. I Raiders ci mettono un quarto a prendere per bene le misure dei Broncos. Si rilassano un po’ nel finale, quando la difesa concede più che nel resto del match, e combinano un pasticcio sull’onside kick. Ma la sveglia serve e arriva un altro turnover a chiudere un match vinto meritatamente. Ah, sono di nuovo in cima alla division sulla poltrona insieme ai Chargers. Plauso a Drake e Ruggs. E a un Crosby incontenibile. Io alzerei il volume di giochi indirizzati a Waller. Si veda l’effetto Andrews. Intanto buona la prima, coach Bisaccia.

Steelers – Seahawks 23-20 OT

Pittsburgh 6 (6)

Ecco gli Steelers vorrebbero partecipare alla corsa per il premio “facciamo rimangiare i votacci al prof”. Serviranno però avversari più probanti per riuscirci. Suvvia Seattle senza Wilson (e Carson, anche) ha già fatto molto così. Anzi, avrei voluto vedere di meglio dai gialloneri. Roethlisberger indovina qualche bel drive, ma che brutto il fumble nel quarto periodo. Oddio, pure il passaggio che non intercetta Adams è davvero un’oscenità.

Seattle 5,5 (5)

Corri, corri che – forse – qualcosa si smuove. Rimanendo ancorati al terreno riescono a recuperare una prima metà di gara con pochi sbocchi. Smith nel finale azzecca anche un drive eroico per il field goal del pari e dell’over time. Peccato che torni brutto anatroccolo commettendo il fumble che spiana la strada al successo di Pittsburgh. Sfida tra due squadre lontane dai tempi belli, con il record però che per il momento sorride debolmente agli Steelers. Lockett fantasma. Erroracci di Adams e Metcalf che non sono passati inosservati.

Titans – Bills 34-31

Tennessee 9 (7,5)

Una vittoria che può dare energie per spiccare il volo. Battere i Bills non sembrava possibile. Invece. Un Henry ancora monumentale ha sfoderato l’ennesima prestazione monstre. Chi non lo tiene in considerazione per la corsa all’MVP è in malafede. La difesa non è imperforabile, ma stiamo entrando nella stagione in cui affrontare i Titans diventa un esercizio poco piacevole.

Buffalo 6,5 (8)

Potevano provare ad allungarla fino ai supplementari ma hanno cercato di vincerla tentando di convertire un quarto e uno poi fallito. Ne abbiamo discusso nel “consiglio di classe” (leggasi anche Scusate il disturbo, che potete recuperare qui). E la decisione è stata condivisa, perché cambia davvero poco in questo momento, mentre un successo avrebbe fornito ancor più benzina alla cavalcata dei Bills. Va aggiunto che la difesa non aveva contromisure per Henry e sarebbe stato un problema gestirlo anche in seguito. Qui Buffalo deve lavorare.

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