NFL Preview 2018: Detroit Lions

Il sole della California scalda i Detroit Lions nei giorni di allenamento congiunto con gli Oakland Raiders. E se l’estate è sinonimo di cantieri tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, tra tutti proprio quello dei Lions è uno dei più interessanti in vista della stagione 2018, lontana solo poche settimane.
Il primo giorno di ‘joint practice’ va a Detroit, il secondo a Oakland nei pareri dei presenti, esternati sui social network. Per i Lions si tratta di commenti di poco interesse, la vera attenzione è su produrre crescita e sull’incastonare una buona classe di rookie in una struttura con la quale non si è riusciti a giungere ai Playoff nonostante una NFC North decisamente abbordabile nel 2017.

OFFENSE

stafford lions

A guidare tutto, al suo decimo anno in NFL, Matthew Stafford. Decimo quarterback in NFL per ProFootballFocus in previsione di questa stagione, il prodotto di Georgia ha subito sack sul 8% delle giocate nel 2017. Cifra considerevole, che però non gli ha impedito di avere 7 yard di media a completo e il maggior numero di yard lanciate in NFC. Nel momento di maggiore maturità, è sicuramente il minore dei problemi di Detroit.
Il maggiore è, ormai da qualche tempo, le corse. Il personale è stato infatti integrato, in draft e free agency. Dal primo è giunto Kerryon Johnson, da Auburn, runningback intelligente e di buona visione senza caratteristiche atletiche impressionanti ma con una lettura dei blocchi eccellente. Dalla seconda è arrivato invece il campione del Mondo LeGarrette Blount, uno dei corridori nord-sud più forti in NFL. Si vanno a sommare al deludente duo Abdullah-Riddick formando un backfield completo.
A ricevere il pallone nulla di nuovo. Marvin Jones e Golden Tate sono i soliti due sottovalutati: Jones è primo in NFL per Air yards, cioè yard che la palla ha fatto dopo la linea di scrimmage prima di toccare le sue mani (misura quindi dell’abilità sul profondo) mentre Tate è primo per efficienza in NFL (numero di target sul numero totale di ricezioni) con il 76,7%, considerando anche i passaggi irricevibili. Grande punto di domanda: Kenny Golladay, al secondo anno, sarà abbastanza forte da essere un papabile terzo violino?

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Altra novità importante riguarda la linea offensiva. Dal camp belle notizie provengono da Frank Ragnow, primo giro che vede costante miglioramento nelle sessioni estive. Dovrebbe giocare guardia di sinistra migliorando quel dato sulla pressione a Stafford che l’anno scorso ha spezzato le ali alla squadra.
Dubbi per la posizione di tight end, con Michael Roberts al secondo anno a combattere per gli snap con Luke Willson (ex Seahawks) e Levine Toilolo (bloccatore ex Falcons). Situazione impossibile ora da decifrare ma Willson sembra in vantaggio.

DEFENSE

Ingram Saints Lions

Il tag a Ezekiel “Ziggy” Hansah in off season è una delle basi su cui la difesa si concentrerà in questo 2018. La parte frontale della difesa ha infatti perso Haloti Ngata (comunque infortunato nel 2017) ed è scossa dall’arrivo del nuovo head coach Matt Patricia, storico defensive coordinator di New England.
Al secondo livello Patricia si ritroverà con una serie di “personaggi in cerca di ruolo”, come Devon Kennard (Giants), Christian Jones (Bears) e Jonathan Freeney (journeyman da New Orleans) a cui si va ad aggiungere Jarrad Davis, giovane linebacker centrale dal rendimento da matricola altalenante – osceno in copertura – nonostante i molti placcaggi messi a segno. D’altra parte, se nel 2017 questa è stata la 27esima difesa della lega, un restyling era quantomeno indicato.

Soprattutto considerando che le secondarie sono di tutt’altro valore. Darius Slay, Glover Quin e Miles Killebrew sono affiancati dal nuovo arrivo DeShawn Shead (Seahawks). Nevin Lawson e Quandre Diggs rappresentano un giovane ulteriore legame a un passato recente che ha visto i DB di Detroit sopperire con il talento personale e qualche buona intuizione del suo coaching staff a un front seven che ha deluso.

Riflettori puntati anche su A’Shawn Robinson: il defensive tackle al terzo anno ha a soli 23 anni l’occasione di essere una pietra angolare nel sistema di Patricia, che usa molti 2-gap in linea (ci torniamo). Altro giocatore giovane da osservare è Teez Tabor: il defensive back, anch’egli giovanissimo, da Florida ha un’abbondanza di quoziente intellettivo ma doti fisiche limitate. Dopo una stagione da rookie a dir poco contraddittoria (escluso a inizio anno poi sempre più utilizzato) la sua lotta per un posto da titolare contro Lawson potrebbe anche riservare una sorpresa preziosa per il reparto.

COACHING STAFF

patricia lions

Dicevamo di Matt Patricia, nuovo head coach. Il personaggio non ha bisogno di presentazioni, con i suoi tre anelli vinti da coordinatore difensivo dei New England Patriots. Una curiosità: iniziò la carriera da allenatore in attacco. Forse anche per questo il suo stile è variabile; egli è infatti lontano anni luce dai coordinatori fissati con uno schema, e preferisce mettere a frutto le caratteristiche individuali dei giocatori, fino a coprire tutto il campo grazie alle loro caratteristiche.
La questione è quindi la seguente: il roster dei Lions va bene per Patricia? Copre un numero sufficiente di movimento e ruoli individuali?

Robinson, per esempio, aveva proprio queste caratteristiche uscito dal college. Totale duttilità sulla linea difensiva e esperienza in 3-4 e 4-3, in zero-technique e two-gap. Un altro giocatore con questi segni distintivi è Jalen Reeves-Maybin, linebacker con un range estremo al contrario di Davis.
La profondità del roster in difesa e le caratteristiche molto variegate dei suoi componenti garantiscono al nuovo coach la possibilità di effettuare un buon lavoro.

Paul Pasqualoni, mentore di Patricia ed ex head coach a livello collegiale, coadiuverà il nuovo coach nell’organizzare la linea difensiva da defensive coordinator. Il suo sarà un lavoro quotidiano, mentre in partita gran parte delle decisioni verrà presa dal suo allievo, ora suo superiore.

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In attacco si è scelta la via della continuità, con “Jim Bob” Cooter confermato come offensive coordinator. Cooter è da 5 anni a Detroit, avendo sfruttato quanto imparato a Indianapolis e Denver con Peyton Manning per far diventare Matthew Stafford uno dei migliori quarterback NFL. L’anno scorso, di questi tempi, egli affermò che il running game sarebbe migliorato e che quello era la sua principale preoccupazione.
Nulla è quindi da questo punto di vista cambiato. Con Ragnow in più in linea, Blount e Johnson nel backfield ci si attende che l’attacco diventi leggermente più equilibrato e possa competere.

“Competere” è una parola difficile da rendere chiara. Al momento attuale i Lions sono una bella raccolta di giocatori da amalgamare in un sistema nuovo. Se Patricia e Pasqualoni fanno un buon lavoro in front seven i Lions possono competere in NFC North. Se Cooter mette a posto le corse, a maggior ragione.
Il problema è che dicendo oggi che i Lions competeranno nel 2018 commetteremmo un errore di eccessiva fiducia verso questo coaching staff, quando invece le possibilità di deludere sono alte tanto quanto quelle di qualificarsi ai Playoff.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

I Detroit Lions hanno un roster migliorato e un grande stratega difensivo a dirigerli, ma si trovano di fronte al muro della NFC North. I soliti fantasmi (protezione per Matthew Stafford, corse e front seven) vanno scacciati, ma è troppo ottimista affermare che succederà subito. Partono da quarta forza nella loro division, con licenza di sorprenderci.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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