Super Bowl LVI: Los Angeles Rams vs Cincinnati Bengals Preview

It’s Super Bowl time!

La 56ª edizione del Super Bowl andrà in scena il 13 febbraio 2022 al SoFi Stadium di Los Angeles, in quella che è di fatto la casa dei Rams sebbene questi risultino essere gli “ospiti” per via dell’alternanza annuale su chi gioca in casa tra AFC e NFC. Finale inedita tra le due formazioni che raggiungono la partita delle partite dopo aver vinto le rispettive divisioni ed essersi presentate ai playoff occupando il seed n°4.

Sean McVay (36 anni) e Zac Taylor (38 anni) saranno i più giovani capi allenatori a sfidarsi nella storia del Super Bowl. Come in occasione del 50° Super Bowl, quando Peyton Manning e Cam Newton si affrontarono nel febbraio 2016, i due quarterback titolari di domenica sono le prime scelte assolute delle loro classi al draft: Matthew Stafford nel 2009 e Joe Burrow nel 2020.

I Rams tornano alla finalissima per la quinta volta, ad oggi una vittoria e tre sconfitte: due comparse come squadra di St. Louis, una delle quali vincente nella stagione del 1999 (quella di “One Yard Short”), mentre le due finora disputate come Los Angeles Rams hanno dato entrambe esito negativo. Dunque i Rams di Los Angeles devono ancora regalare un titolo alla “città degli angeli” e l’occasione di giocarsi il Super Bowl tra le mura amiche è davvero unica!

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I Los Angeles Rams sono la prima squadra nella NFL a giocarsi un Champonship e un Super Bowl nel proprio stadio durante la stessa stagione, mentre per il secondo anno consecutivo un team arrivato alla finale giocherà davanti al proprio pubblico; i Tampa Bay Buccaneers hanno giocato in casa il Super Bowl dell’anno scorso.

Per i Cincinnati Bengals si tratta invece della terza apparizione al Super Bowl: sia nel 1981, sia nel 1988, le tigri dell’Ohio hanno perso contro i San Francisco 49ers allenati dal grande Bill Walsh. L’idea di non ritrovare i Niners all’atto finale quindi, consente ai Bengals di fare tutti gli scongiuri del caso per potersi appropriare di un Super Bowl per la prima volta nella storia.

Le contendenti al trono per il 2021 sommano un record alquanto perdente in sede di Super Bowl: 1-5. Per i colori sociali delle due città si potrà parlare, in qualche modo, di prima volta. Il comune di Cincinati, in accordo con la Cincinnati Public Schools, ha annunciato che in occasione del Super Bowl nel giorno di lunedì 14 febbraio le scuole rimarranno chiuse con l’auspicio di festeggiare a oltranza l’eventuale, storico, successo.

Cincinnati Bengals

Pensare ai Bengals fino a ieri, e pensarli oggi…

Il mondo cambia in una manciata di secondi e non smette mai di regalarci sorprese, spesso inaspettate, proprio come nel caso dei Bengals. Si è parlato di miracoli, di destino, di Burrow e della sua luce, della difesa di Cincinnati e della sua incredibile forza interiore. Si è parlato del calabrone che secondo le credenze popolari non può volare, ma poi la scienza dimostra puntualmente il contario.

Si è parlato di una squadra che dopo anni di fallimenti e tragedie è finalmente riuscita ad incamminarsi nel sentiero giusto; ma all’improvviso la fitta giungla fatta di rovi, spine e insidie si apre e sfocia nella valle incantata. Direzione Los Angeles, per continuare a sognare. Per entrare nella leggenda.

Cincinnati guarda al suo nuovo inizio laddove tramonta il sole e che piaccia o meno il successo o la sconfitta al Super Bowl rappresenterà l’inizio di qualcosa di molto grande. I Bengals però non son giunti fin qui solo per far parlare di miracoli o di casistiche strampalate. Il retaggio del team dell’Ohio è importante e nel suo passato la casata nero-arancio ha già pagato il pesante prezzo di dover perdere una paio di finali dopo aver combattuto con le unghie e con i denti. Il momento di dare un calcio al passato è giunto, il momento di girare la chiave del cancello che porta sulla vetta del monte Olimpo ne è la naturale conseguenza.

L’assetto Burrow-Chase è nato per vincere, dall’occhio della tigre in Louisiana al ruggito “bengalese” di Cincinnati il passo è stato veloce e deciso. Tutto ciò che ruota intorno a questi due fenomeni acquisisce sicurezza e motivo di forza; lavora in un raggio d’azione che tende a volgere verso l’alto perchè tutti, nell’ambiente Bengals, sanno che al momento opportuno Burrow e Chase colpiranno mettendo la loro squadra in condizione di non perdere. Che è diverso dalla condizione di vincere perchè ancora quel fare superiore in termini di gestione/esperienza manca e tutto sembra ancora molto legato all’improvvisazione e alla spregiudicatezza (figlie della giovane età). Nell’assetto Burrow-Chase c’è tanto istinto e tanta improvvisazione: elementi che rendono la loro curva imprevedibile nelle dinamiche della partita e per chi li deve affrontare ogni minima distrazione potrebbe costare più cara di quanto previsto. Improvvisazione sì, ma anche conoscenza dei contenuti e del playbook.

I Bengals di oggi conoscono il loro potenziale e hanno imparato a discernere questo aspetto con sufficiente chiarezza, il che è un punto a favore non indifferente.

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Guardo i Bengals del 2021 e mi vengono in mente i New York Knicks del 1999. Una favola di sport. Un gruppo robusto, fisico e talentuoso ma senza nessuna aspettativa. Un gruppo che ha regalato momenti emozionanti vincendo sfide più che concitate durante i playoff, un pò come è successo a questi Bengals. Quei Knicks furono una favola di sport che però non ha avuto il suo lieto fine. Guardo Burrow, i Bengals del 2021, e mi vengono in mente i New York Knicks del 1999; solo che questa volta Tim Duncan gioca per i Knicks.

Los Angeles Rams

Perdere un Super Bowl spesso segna l’inizio della fine e la stessa sorte sembrava toccare ai Rams.

Sembrava, ma non era così.

Da quel 3 febbraio 2019 (che si rifà al 2018) i Rams fanno una profonda autoanalisi perchè l’obiettivo era lì ad attenderli e perchè la loro prova difensiva contro i Patriots era stata encomiabile. Quella difesa Rams ha pagato un prezzo troppo salato per via di un attacco povero di consistenza e scarso nell’esecuzione; poi c’è la chiacchiera di Bill Belichick, il quale per domare l’attacco dei Rams aveva adottato i sistemi difensivi dei Chicago Bears visti i risultati dominanti di quel gioco nel 2018; ma la verità assoluta è che Goff non era pronto al grande passo. Inutile arrovellarsi oltre.

Oggi Matthew Stafford ha preso in mano le redini del gioco. Se si parla di resurrezione di Stafford, si commette un grosso errore perchè il quarterback ex Lions non è mai morto. Stafford conosce il suo sistema e ha impilato numero da capogiro ben prima di diventare un Ram. Lo ha fatto nella Motown, lo ha fatto dove non gli si è data nè la giusta importanza, nè il giusto assetto (al netto di Megatron).

Quella di Stafford è una rivincita importante, sul campo e sulla vita.

In California i Rams sono andati all-in, ripercorrendo parzialmente quanto fatto dai Buccaneers due anni fa. Un team con ossatura robusta e con esperienza da vendere; un team che ritrova la falcata fulminante, intelligente, di Cooper Kupp. Lo stesso Kupp che si era spaccato brutalmente una gamba e che oggi sembra non aver rivali in grado di contrastarlo in nessuna secondaria. Una stagione da 145 ricezioni, 1947 yard e 16 touchdown è da incorniciare e appendere in salotto assieme alle fotografie dei ricordi più belli. Anche per Kupp, questo 2021 è una rivincita.

Rivincita che resta di moda nella città degli angeli e passeggiando sulla Hollywood Walk of Fame compare persino una stella con il nome di Odell Beckham Jr.

OBJ, scaricato dai Cleveland Browns. Abbandonato in un angolo come fosse un mendicante che non ha più occasione di rilanciarsi e che dunque appare come un peso per la società che si prende il diritto di accantonarlo. Stiamo parlando di Odell Beckham ragazzi! Lo stesso Beckham che ha fatto una delle catch più pazzesche se non la più pazzesca nella storia del football americano; ditemi quello che volete ma i Browns avevano una Ferrari parcheggiata in cortile e nessuno in grado di saperla guidare. A Stafford però le Ferrari piacciono, mi spiego?

E poi c’è sempre quella difesa che fa sbavare tutti gli amanti della vecchia scuola. C’è quella linea che rolla e c’è quella secondaria che è agguerrita e mai sazia. C’è Aaron Donald e la sua incontenibile potenza, le sue tattiche militare di guerra non convenzionali; il suo ninjutsu che più lo guardi e più ti incanta. Il campione scolpito marmo come gli eroi del passato antico, colui che rimane in tutto e per tutto l’uomo simbolo del football a Los Angeles e l’uomo da temere perchè all’interno di questo palcoscenico prestigioso, il game changer è lui.

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Dunque la sintesi losangelina al Super Bowl è questa: Rams = rivincita.

Le chiavi tattiche

Un allenatore che a soli 36 anni ha già portato due volte la sua squadra al Super Bowl è un genio. McVay si è dimostrato intelligente e dinamico nel compiere queste imprese, specie dal momento che lo ha fatto cambiando due quarterback titolari e capovolgendo buona parte del roster negli ultimi tre anni.

L’esperienza accumulata e le motivazioni ritrovate sono fattori che possono cambiare il corso di una partita così importante; per la partita del Super Bowl, McVay sembra essere più propenso a concentrarsi sui singoli matchup che non sul sistema. Il Championship Game contro i 49ers conferma questa tesi, dal momento che i Rams hanno giocato gran parte del campionato con due safety alte per poi trovarsi a difendere in single-high coverages contro i Niners concentrandosi a stoppare i giochi sulle corse.

Uno dei punti di maturazione più significativi per McVay dal suo secondo anno ad oggi è il modo in cui l’allenatore si fidi maggiormente dei suoi giocatori, ai quali permette di esprimersi con maggiore sicurezza. In certi casi si dice “let players play”.

Se la squadra di Los Angeles ha acquisito sicurezza e consapevolezza nel tempo, per quella di Cincinnati il discorso varia. I Bengals sono ancora acerbi e sembrano avere più fiuto che non certezze a livello di sistemi; cercheranno di usare la forza difensiva come punto di partenza per poi colpire al momento giusto. Solo devono augurarsi di non sedersi troppo sul reparto difensivo sebbene questo dispone di abbastanza forza per non tradirli.

Burrow ha fatto diventare le aspirazioni dei Bengals in post-season una realtà, da 31 anni senza vincere una partita ai playoff al Super Bowl tutto d’un fiato. Il carico offensivo andrà alimentato con il passare dei minuti per poi permettere alla difesa di alzare la pressione nelle fasi decisive della sfida: l’idea è quella che Burrow ci metterà un pochino prima di entrare in ritmo, mentre i Rams dovrebbero partire con il piede sull’acceleratore forti anche della familiarità con ogni singola zolla di terreno.

Entrambe le difese sono forti, quella di Los Angeles più completa anche nella secondaria. Entrambi gli attacchi dispongono di arsenali potentissimi. Ma questo tipo di gare è diverso da quelle della stagione regolare in cui si può azzardare di più rispondendo colpo su colpo; la finale potrebbe regalarci un punteggio equilibrato e se così fosse il manuale del gioco andrà aperto sul capitolo del conservativo. Ogni singolo punto messo a segno potrebbe risultare fondamentale e la priorità per le due formazioni sarà quella di evitare di perdere le occasioni di segnare, un pò come successo ai Kansas City Chiefs nel finale del secondo quarto ad esempio. I kicker, in quel senso, avranno un ruolo fondamentale (come sempre del resto).

Ci attendiamo una partita complessa, articolata. Allacciate le cinture, a Rams vs Bengals manca davvero poco!

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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