Uno sguardo al 2022: Atlanta Falcons

Vi proponiamo la review della stagione 2022 delle trentadue squadre NFL: aspettative, risultati, futuro. Oggi tocca agli Atlanta Falcons.

COME DOVEVA ANDARE…

Lo scorso agosto avevamo introdotto gli Atlanta Falcons 2022 come un team a metà del guado, una squadra che stava faticosamente lasciandosi alle spalle un lustro di football marchiato da una frustrante incompetenza il cui alone tossico non si era ancora del tutto dissipato. Al secondo anno della gestione targata Terry Fontenot-Arthur Smith non si poteva chiedere di competere, ma si chiedeva come minimo di mostrare competenza.

…E COM’È ANDATA

Indubbiamente della competenza si è vista. Quella degli Atlanta Falcons non è stata una stagione esaltante, ma il record di 7-10 è stato in linea con le (non eccelse) aspettative e soprattutto è stato, a differenza di quello più fraudolento del 2021, una affidabile cartina tornasole dello stato del franchise. Nonostante un deficit di talento a volte scoraggiante, la squadra è stata raramente spazzata via dal campo e ha giocato quasi sempre partite combattute; non a caso 13 delle 17 partite si sono concluse con 8 o meno punti di distacco tra i Falcons e gli avversari. Va anche detto che alcune delle vittorie sono arrivate a qualificazione ai playoff già sfumata, e poco hanno fatto al di là di abbassare il valore di quella che alla fine si è rivelata l’ottava scelta assoluta al prossimo Draft.

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COSA HA FUNZIONATO…

La competenza menzionata poco fa si è vista principalmente in due reparti su tre, attacco e negli special teams. La Offense ha finalmente assunto una fisionomia definita, quella predicata dal coach Arthur Smith e basata su un football tremendamente fisico, basato su un gioco di corse apparentemente anacronistico eppure tremendamente efficace, se è vero che i Falcons sono stati il terzo miglior team nella lega per DVOA sulle corse. Per una squadra abituata negli ultimi anni ad uscire malconcia in ogni incontro ravvicinato lungo la linea di scrimmage, aver saputo muovere il pallone via terra per interi scoring drive (come successo contro i Browns in week 4) ha rappresentato una presa di coscienza forte delle proprie capacità e della bontà del lavoro svolto. In questo gioco ground&pound si sono distinti la guardia destra Chris Lindstrom (fresco di nomina ad All Pro e rinnovo contrattuale) e il rookie running back Tyler Allgeier, ottima pescata di Fontenot da BYU che ha superato le 1000 yard su corsa stagionali.

I Falcons sono stati quinti per DVOA sugli Special Team, un miglioramento costante sotto Smith che riflette da un lato la maggiore serietà e attenzione che questo gruppo ha dimostrato, dall’altro il grande rendimento dei due principali ritornatori, Avery Williams e Cordarelle Patterson.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Per la quarta stagione consecutiva nella colonna di ciò che non ha funzionato ci finisce una difesa semplicemente tragica, avvilita da una penuria di talento a cui nemmeno le esperte mani di Dean Pees hanno saputo rimediare. I Falcons hanno raggiunto livelli tragicomici di inefficacia nella pass rush e dopo l’infortunio di Casey Hayward sono crollati anche in secondaria. A non funzionare è stato anche il rendimento di Marcus Mariota, che nelle 13 partite disputate ha tenuto in ostaggio il passing game (e con esso lo sviluppo dei giovani pass catcher) con prestazioni ben oltre il limite dell’accettabile. L’avvicendamento con Desmond Ridder è arrivato solo in seguito al bye di week 14, troppo tardi per permettere al rookie di ambientarsi e ai Falcons di farsi un’idea davvero chiara delle potenzialità di Ridder.

E ADESSO?

Tutte le considerazioni sui Falcons 2022 richiedono un enorme caveat, perché la squadra ha accettato di ingoiare decine di milioni di dollari in dead money, accettando quindi di indebolire il roster nell’immediato per avere mano libera a partire dal 2023. La nube tossica della precedente gestione è praticamente dissipata, ora Terry Fontenot ha a disposizione risorse economiche e munizioni al draft per voltare davvero pagina.

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Alberto Cantù

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