Rodgers passa al Soldier Field, ancora una volta (Green Bay Packers vs Chicago Bears 24-14)

Tra Packers e Bears, se c’è Aaron Rodgers in campo, finisce quasi sempre alla stessa maniera. Un pò come quando MJ faceva visita al Madison Square Garden e i Chicago Bulls rollavano i New York Knicks, con invidiabile costanza di rendimento.

L’inizio sembrava promettere bene per Chicago, che affida il gioco sulle corse alle gambe di Khalil Herbert e a quelle di Justin Fields; entrambi fanno bene, Herbert meglio però con 97 yard e 1 touchdown e con delle movenze che a tratti fanno dimenticare le pesantissime assenze di David Montgomery e di Damien Williams ai tifosi. Anche la difesa dei Bears parte ruggente e scatena la sua furia subito nelle prime battute con Khalil Mack che dà il benvenuto a Rodgers con un sack.

Poi però la fluidità della manovra Bears si inchioda e in un paio di 3’n out Aaron Rodgers prende il comando e non lo cede più. Chicago soffre un blackout offensivo che dura 30 minuti a cavallo del secondo e terzo periodo, la difesa fa quel che può ma sotto i colpi di Devante Adams e di Aaron Jones non c’è scampo. Specie dal momento in cui i vari mestieranti gialloverdi alla Dillon o alla Lazard completano corse e ricezioni che portano il treno dei Bears a deragliare. 

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Un film già visto, troppe volte. Quello in cui Rodgers arriva a Chicago e si gode la “vacanza premio” contro una squadra che ciclicamente ha delle difficoltà di espressione, di apprendimento, legate alla qualità dei suoi pedoni o a quelle di sviluppo di un quarterback che sia.

Domenica era l’occasione giusta per vedere il futuro che rifilava una spallata al passato. Per vedere Justin Fields che metteva in solaio Rodgers. Tutte fantasie però. Come forse è giusto che sia l’esperienza vince sull’acerbo, il quale avrà una notte in più sulla quale riflettere, rimuginare, sulla quale costruire la propria voglia di sangue e gloria.

Tecnicamente Green Bay è due spanne sopra, per tutti quelli che pensavano che Rodgers si sarebbe risparmiato in vista di un nuovo contratto altrove le risposte sono arrivate con puntualità e precisione. L’avvio di stagione dei Packs conferma che nonostante difficoltà e rapporti inclinati, nonostante infortuni e visioni del mondo opposte, Aaron Rodgers è qui per trascinare la SUA squadra al titolo. Se poi ci riuscirà rimane da vedere, ma l’obiettivo è prefissato. Solo, dalle parti del Wisconsin si ha troppa paura di parlarne perchè quell’ostacolo del Championship Game sembra ancora insormontabile nella mente e nel cuore di chi tira le fila e la voglia di rivalsa rischia di portare lontani da ciò che si spera di raggiungere. Questo è il feeling visto da fuori naturalmente.

Da una parte, quella di Green Bay, la locomotiva fischia per l’ultimo viaggio buono; dall’altra, quella di Chicago, gli operai stanno ancora sistemando le carrozze e capendo chi, al netto del tranviere Justin Fields, dovrà salire sui vagoni. La biglietteria è aperta.

Partendo dal fatto che, in ogni caso, i Packers sono superiori e che non hanno certo bisogno del favore arbitrale per vincere (non lo scrivo per poi evitare incomprensioni ma perchè lo penso davvero), ci sono delle considerazioni che vanno fatte e sebbene queste possano apparire al lettore come “quelle che i Bears chiamano a loro favore”, qui stiamo pur sempre parlando di verità pura.

Le Rodgers Rules esistono: alla National Football League piacciono, i Packers fanno finta di non conoscerne l’esistenza esternandosi, a noi Bears (e penso di poter parlare anche per bocca dei Vikings) non piacciono. 

Green Bay entra nella sesta settimana di campionato come seconda squadra meno penalizzata in stagione. Cinque partite, 22 penalità che son costate ai Packers 205 yard. Ribadisco, con o senza penalità, i Packers avrebbero vinto la loro sfida di domenica contro i Bears, però da tifoso, appassionato, e voce di una delle fanbase NFL tra le più attive in Europa, ho voglia di difendere anche quelli che sarebbero stati i nostri diritti.

Come sia possibile che un ragazzino di 22 anni, entrato da solo un mese in NFL, sia in grado di leggere l’infrazione difensiva di Green Bay mentre sette arbitri esperti se la facciano “sfuggire” rimane un mistero! E giustamente Fields decide di giocarsi una free play perchè in quella situazione è così che si fa. Solo che i giudici di gara ignorano le flag nei loro taschini e convalidano l’intercetto difensivo. Da lì Green Bay riprende il possesso (ingiustamente) e va a segnare il punto del sette pari.

Mistero anche sull’holding che annulla il touchdown di Khalil Herbert, poi prontamente vendicato da Mooney. Mistero sul negare un timeout chiamato a gran voce da Fields e con l’evidente complicità dei gesti delle sue mani; Fields viene ignorato e prende 5 yard di penalità per aver fatto scadere l’orologio, l’idea offensiva già poco chiara va in vacca e i Packers godono. Intanto gli holding a sfavore dei padroni di casa arrivano fissi ad ogni giocata importante e nemmeno quando Fields viene colpito duro mentre è a terra vengono fatti sconti, perchè qualcuno ha fatto HOLDING in attacco!

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Nel mentre, Rodgers, in qualche maniera, riesce a tenere il pallone in mano fino a 10 secondi e degli holding nemmeno l’ombra…

Infine sarebbe buona cosa se la National Football League facesse chiarezza sul concetto di taunting (verbal abuse): “I still own you!”è ciò che Aaron Rodgers urla ai tifosi di Chicago in maniera provocatoria dopo aver segnato il touchdown della vittoria, come a dire “qui il capo sono ancora io!”. Per me ci sta tutta come reazione perchè da una parte Rodgers dice la verità, dall’altra va considerato che il QB dei Packers da sempre sopporta ogni genere di insulto del pubblico Bears e dunque è giusto alzare la voce quando serve. Però qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè il trash talking di Rodgers è ammesso in ogni caso, mentre quando Mario Edwards Jr. fa trash talking contro Rodgers sdraiato a terra si becca 15 yard di penalità?

Perchè contro il pubblico si può dire ciò che si vuole? Non credo proprio. The “Taunting Rule” prevents players from excessively taunting the oppositionin italiano impedisce ai giocatori di schernire eccessivamente la parte opposta. Ma a quanto pare contro Rodgers non si applica.

Qui non si cerca di fare vittimismo anche perchè gli errori di valutazione avvengono e colpiscono sempre tutti nello sport, quindi vorrei evitare di rimettere in piedi il Processo di Biscardi. Però i conti non tornano e al netto della superiorità dei Packers comunque la sensazione che si utilizzino due pesi e due misure rimane. Stesse cose dette mille volte nei podcast, più volte ribadite anche da super esperti di football quali EJ Snyder (Bootleg Podcast originale, quindi non proprio il tifoso estremista come nel mio caso). Ma pazienza, va bene così. Guardiamo oltre e accettiamo il verdetto del campo, perchè è quello che conta, ancora una volta sfavorevole al Soldier Field, dove i Packers di Rodgers hanno vinto 9 delle ultime 11 partite a testimonianza del fatto che la superiorità in questa decade ci sia sempre stata e che sia tuttora tangibile. I numeri non mentono mai.

Green Bay si rilancia verso la conquista della NFC North viaggiando con un record di 5-1, con le ultime cinque uscite tutte vittoriose. Chicago si ritrova a galleggiare nella bolla della mediocrità, del 3-3, perchè sviste arbitrali a parte manca ancora qualcosa. Qualcosa di importante nelle dinamiche di sviluppo del gioco. Certo rispetto ai quaranta e passa punti incassati l’anno scorso e a quella sensazione di essere umiliati dai più acerrimi rivali siamo ben lontani. La catena si muove meglio con Lazor al comando, i tight end sono leggermente più coinvolti e anche quella maledetta linea offensiva sta mostrando qualcosina di buono. Ma c’è tantissimo lavoro da fare per superare quello scoglio e diventare finalmente un giorno una vera contender.

Fields dice di aver giocato male e vuole prendersi le responsabilità per la sconfitta. Spesso Justin ci mette la faccia al posto dei Bears, cerca di comportarsi da trascinatore, ma ad intermittenza si sente anche un pò di puzza di falso profeta. Come a voler sempre giustificare gli altri mettendo il carico sopra le proprie spalle così magari, in tempi non sospetti, qualcuno potrà difenderti per averci messo la faccia. Perdonerete la mia diffidenza ma a livello personale non son d’accordo sull’ostentare umiltà e leadership ad ogni costo e in questa prima fase ho notato che JF lo fa senza pensarci due volte. Bene riconoscere i propri limiti e i propri errori, ma nel mettersi troppo di frequente in prima linea ci intravedo quella nota di paraculaggine che non mi piace. Forse sbaglio, ma anche qui ci vedo qualcosa da migliorare.

Se i più forti non si riescono a battere, l’alternativa è quella di attendere che appendano le scarpe al chiodo o che cambino aria. E finchè Aaron Rodgers resterà nella North, tutti gli altri si devono rassegnare.

Noi abbiamo ancora una buona riserva di pazienza nel serbatoio. Aspetteremo.

alex cavatton firma area 54

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2 Commenti

  1. Le chiamate a favore di Green Bay che menzioni sono dubbie, hai ragione, ma anche il PI di St Brown, quello era touchdown.

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