Profondo Roster 2021: Denver Broncos

Dall’ultimo Super Bowl giocato e vinto al termine della stagione 2015 con Manning in cabina di regia, a Denver si sono succeduti la bellezza di nove quarterback (escludendo quelli con un solo tentativo o il povero Kendall Hinton, che di ruolo fa il receiver ma che nel 2020 si trovò a dover lanciare contro i Saints poiché tutti i qb erano infortunati) tutti con risultati più o meno modesti. L’attacco dei Broncos staziona ormai da 5 anni nell’ultimo terzo della graduatoria per punti segnati, i registi utilizzati hanno messo assieme un rapporto fra mete e intercetti che è quasi di 1 a 1 ed una percentuale di intercetti attorno al 3%. Tanto per darvi un’idea, escludendo i rookie, in questo 2021 solo 2 quarterback hanno una percentuale peggiore, Murray e Burrow, ma entrambi hanno un numero di touchdown lanciati più che doppio rispetto agli intercetti. Così, anche in questo 2021, il nuovo GM George Paton ed il Presidente per le football operations John Elway hanno optato per l’ennesimo cambio sul ponte di comando ingaggiando Teddy Bridgewater.

OFFENSE

La storia, tutto sommato piuttosto sfortunata, di Bridgewater in NFL inizia nel 2014 quando fu draftato dai Vikings. Con Minnesota l’ex Louisville disputò due buone stagioni poi, quando sembrava pronto per il grande salto nell’olimpo dei migliori quarterback della NFL subì un terribile infortunio nella preseason 2016 che lo tenne lontano dai campi praticamente per due anni. Nel 2018 fu acquisito da New Orleans con cui ha disputato una gara nel primo anno e cinque, con altrettante vittorie, nel campionato 2019. Questo convinse i Carolina Panthers a dargli una chance da titolare, ma le cose in quel di Charlotte non sono andate come previsto e questa estate è arrivata la chiamata dei Denver Broncos.

In questo 2021 con i Broncos, Bridgewater ha vinto le prime tre sfide, prima di perdere domenica contro la feroce difesa dei Ravens in un match in cui per altro, il nativo di Miami ha giocato solo metà partita, fermato nell’intervallo dai medici per una commozione cerebrale. L’impressione però, confermata dal primo tempo contro Baltimore, è che difficilmente i Broncos, che in altri reparti sono sicuramente un team da titolo, arriveranno al Super Bowl con Bridgewater in cabina di regia. Le prime tre vittorie sono arrivate contro le due franchigie di New York e contro Jacksonville, vale a dire le compagini che dopo tre settimane erano ancora senza vittorie, ed in questi tre impegni Bridgewater ha svolto diligentemente il suo compito, con 4 td pass e senza intercetti, con una percentuale di completi oltre il 75% e una media di yard passate a partita di 275, ma sono arrivati anche 7 sack, diventati 9 dopo domenica.

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Il buon Teddy non ha regalato palloni agli avversari e non ha demeritato anche nei passaggi lunghi, con 7 completi per 212 yard, ma nessuno dei suoi td pass ha viaggiato per più di 10 yard e, come ha messo in chiara evidenza Baltimore, l’ex Cardinal fa decisamente fatica quando le difese avversarie riescono a mettergli pressione addosso.

E in quel di Denver a Bridgewater non mancano certo i bersagli: il tight end Fant è fra i migliori nel ruolo nella NFL ed è già arrivato a quota 18 ricezioni e due td, leader del team in entrambe le categorie. A quota 18 palle catturate c’è anche Courtland Sutton, che sta riprendendo confidenza col campo dopo aver saltato quasi completamente la stagione 2020 per un problema al legamento crociato del ginocchio sinistro. Con oltre 14 yard a ricezione come Sutton c’è anche Tim Patrick, giocatore assolutamente sottovalutato, che dopo un 2020 solido, sta disputando un 2021 ancora migliore.

Purtroppo, nella terza settimana è andato k.o., pure lui per un problema al legamento crociato del ginocchio sinistro, K.J. Hamler, giocatore difficile da marcare per la sua clamorosa velocità, che ha già terminato la stagione. Ma le armi a disposizione di Bridgewater non sono certo terminate qui, visto che entrambi i runner, il veterano Melvin Gordon ed il rookie Javonte Williams, sono ricevitori capaci fuori dal backfield, il tight end dal nome quasi impronunciabile Okwuegbunam è già arrivato a 9 catch più un touchdown, e a roster c’è anche la prima scelta del 2020, Jerry Jeudy, che dopo aver giocato un ottimo match nella prima settimana contro i Giants sul finire della gara è andato k.o. per un problema alla caviglia che lo terrà fuori ancora per due o tre settimane.

Melvin Gordon e Javonte Williams si dividono più o meno equamente le portate nel running game ma entrambi stanno facendo molto bene. L’ex Charger corre quasi a 5 yard di media, mentre Williams ha mostrato la sua grande fisicità in una portata mostruosa contro Baltimore, in cui ha continuato a guadagnare terreno nonostante fosse inseguito da mezza difesa dei Ravens e avesse due difensori sulla schiena, ed è già ora uno dei runner più difficili da placcare. L’apporto di Bridgewater nel running game è stato fin qui limitato (12 portate, 48 yards) ma l’ex Louisville non è mai stato un grande portatore di palla. La linea offensiva è composta dal centro Lloyd Cushenberry, dalle guardie Graham Glasgow e Dalton Risner e dai tackle Bobby Massie e Garret Bolles. Cushenberry è finora sicuramente piaciuto di più sul passing fame che non nel running game, mentre Bolles, dopo 3 anni di buon rendimento contraddistinti però da un numero impressionante di penalità, ha disputato un grande 2020, con relativa convocazione finale al Pro Bowl, e anche in questo 2021 è finora il migliore del reparto.

Per i problemi fisici a Glasgow e Risner, il coaching staff di Denver è stato costretto ad utilizzare tutte e 4 le guardie, con Muti che ha già disputato due gare e Meinerz che ha esordito domenica contro Baltimora con risultati decisamente rivedibili. Risner è stato finora il più solido dei quattro nel proteggere il quarterback, mentre Muti si è distinto nel running game ma è stato letteralmente divorato domenica dalla pass rush dei Ravens.                     

DEFENSE

Il reparto di coach Ed Donatell non difetta certo di grandi giocatori, e infatti la difesa dei Broncos è seconda per punti subiti e quarta per yard concesse, anche se, dopo aver annichilito due attacchi onestamente in grossa difficoltà come quello dei Jets e dei Jaguars, Miller e compagni hanno concesso oltre 400 yards ai Ravens facendo squillare più di un campanello di allarme.

Lo schieramento è una 3-4 base che prevede tre linemen, con Mike Purcell in mezzo, Dre’Mont Jones e Shelby Harris ai lati. Le due riserve, utilizzate per altro sovente, sono DeShawn Williams e Shamar Stephen. Finora il terzetto titolare si è disimpegnato davvero bene contro la corsa, ma Harris si è fatto sentire anche nella pass rush, visto che ha all’attivo un sack, due hit e 6 hurries. Il problema per i Broncos è che Williams e Stephen hanno faticato nel contenere il gioco di corsa e al momento c’è un grosso gap fra titolari e riserve. Della rotazione dei linemen fa parte anche McTelvin Agim che ha esordito domenica contro Baltimora mettendo a segno subito un sack.

All’esterno dei linemen ci sono i due edge rusher, che in questo momento sono il fortissimo Von Miller e Malik Reed. In questo momento perché in realtà Reed sta sostituendo Bradley Chubb, la prima scelta del 2018, andato k.o. all’esordio contro i Giants per un problema alla caviglia che ha richiesto una operazione e che lo terrà lontano dai campi ancora per un mesetto. Reed onestamente non se la sta cavando male ma certamente il suo illustre collega dal lato opposto del campo sta ancora una volta dimostrando tutto il suo valore. A 32 anni e dopo aver saltato tutto il 2020 per la rottura di un tendine della caviglia sinistra, Miller è già arrivato a quota 4,5 sack, sesto nella graduatoria NFL, due hit e ben 10 hurries ed è stato votato AFC defensive player of the month per il mese di settembre. In attesa di Chubb, la prima riserva degli edge rusher è il rookie Jonathon Cooper che sta faticando ad essere realmente efficace.

L’inside linebacker principale dei Broncos è Alexander Johnson, giocatore arrivato tardi in NFL dopo essere stato accusato di aver violentato una donna nel 2015 ed essere poi stato scagionato nel 2018. Titolare da metà stagione 2019, Alexander ha tenuto da allora un rendimento altissimo ed è una delle pedine fondamentali di una difesa fra le migliori della NFL. Anche il reparto inside linebacker ha peraltro perso un interprete importante, con l’infortunio a Josey Jewell, già fuori per la stagione a causa della rottura del muscolo pettorale destro. Al suo posto sta giocando Justin Strnad, atleta molto veloce che infatti ha più compiti di copertura rispetto a Johnson, per una difesa che solo raramente rinuncia ai quattro linebacker mentre spesso, in situazioni di ovvio passaggio, si schiera con due soli linemen.     

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E anche nel secondario non mancano le stelle. I cornerback titolari sono Kyle Fuller, che con Chicago è stato convocato due volte al Pro Bowl nel 2018 e nel 2019, ed il rookie Patrick Surtain Junior che ha avuto un notevole inizio di carriera in NFL. Il figlio d’arte (il papa Patrick Surtain Senior è stato un ottimo cornerback con Miami e Kansas City) ha naturalmente accusato qualche pausa, normale per un esordiente in un ruolo delicato come quello del cornerback, però non solo ha dimostrato di possedere grande velocità, ma si è finora disimpegnato bene sia nelle coperture a uomo che in quelle a zona. Lo slot corner è Bryce Callahan, altro ex Bear, che finora è il più positivo dei tre cornerback, avendo concesso appena il 33% di completi. I Broncos hanno in IR invece Ronald Darby, partito titolare nel match di esordio ma appiedato da un problema muscolare proprio nella prima gara, ennesimo infortunio di una carriera purtroppo costellata dai guai fisici.

Le due safety titolari dei Broncos, che sono perennemente sul terreno di gioco, sono Justin Simmons e Kareem Jackson. A trentatrè primavere, l’ex Houston non sembra accusare il peso degli anni e delle 12 stagioni in NFL, mentre Simmons, reduce da due ottime annate, sta onestamente giocando al di sotto delle sue possibilità. Altro elemento da tenere in considerazione è il rookie Caden Sterns, che contro Baltimora, pur avendo giocato appena 7 snap, ha messo a segno ben due sack ed è stato bravo ad evitare una ricezione di Watkins per un lungo guadagno.

LA SORPRESA

Dopo due annate piuttosto anonime, e apparentemente chiuso dai vari Sutton, Jeudy e Fant, Tim Patrick sta avendo un’altra stagione molto positiva e sembra avviato a superare il già ottimo bottino di 51 ricezioni e 6 mete del campionato 2020. 

LA DELUSIONE

Forse chiamarla delusione è un po’ eccessivo, poiché contro la corsa si sta disimpegnando con la consueta efficacia, ma nelle prime quattro gare la copertura sul passaggio della safety Simmons non è stata sicuramente all’altezza di quella delle annate precedenti. Simmons ha concesso più o meno la stessa percentuale di completi di Surtain e le stesse yard, ma quest’ultimo è un rookie alle prime armi mentre l’ex Boston College è un veterano al sesto anno convocato al Pro Bowl della stagione 2020. 

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