Parola all’insider: Tampa Bay Buccaneers – Lorenzo Martini

Benvenuti a questa rubrica che abbiamo rispolverato per dare spazio ai tifosi della chat Telegram di Huddle Magazine. Abbiamo scelto di intervistare veri fan di alcune squadre NFL, indipendentemente dal loro livello di competenza, prendendo in considerazione solo la loro passione.

Ci interessa infatti un punto di vista diverso da quello dei tanti analisti del gioco, noi vogliamo la prospettiva del tifoso che soffre ogni maledetta domenica per la sua squadra. Non ci resta che iniziare con l’ospite di oggi: Lorenzo Martini, tifoso dei Tampa Bay Buccaneers.

Carlo & Giorgio: Benvenuto! Rompi il ghiaccio presentandoti ai nostri lettori e raccontandoci qualcosa di te in generale, da quanto segui il football e soprattutto come sei diventato tifoso della tua squadra del cuore.

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Lorenzo: Buongiorno a tutti. Mi chiamo Lorenzo, ho 42 anni e vivo a Cesena. Sono responsabile di un ufficio di Patronato, sono sposato e ho una bimba di due anni e questo spiega il motivo per cui partecipo poco in chat…
Seguo il football da circa 30 anni, anche se dei primi tempi ho ricordi abbastanza vaghi di qualche partita vista distrattamente con mio fratello. Diciamo che la stagione che fece scoccare la scintilla, quella in cui diventai un appassionato fu quella del 1997, grazie a tele+, ai suoi Sunday e Monday night trasmessi il lunedì e martedì pomeriggio e alle rubriche sullo sport USA, quella che culminò con l’elicottero di John Elway che divenne in tempo zero il mio primo eroe NFL. Da quel momento la passione non ha fatto altro che crescere: ad esempio ho programmato il viaggio di nozze negli States tre mesi dopo il matrimonio per riuscire a vedere dal vivo qualche partita… Alla fine sono riuscito a vederne solo una, ma è stata una esperienza emozionante oltre ogni limite umanamente esprimibile.

Quando sono diventato un tifoso dei Buccaneers? Penso che ci sia un luogo e un tempo preciso: il Championship perso 11-6 contro i Rams del 2000, quando vidi quella difesa meravigliosa, che era già ai livelli di quella che ci portò a vincere il Superbowl di lì a qualche anno, soffocare quella specie di videogioco ambulante che era il greatest show on turf. Fu uno spettacolo eroico e meraviglioso, che sublimò e mi mostrò agli occhi per la prima volta il senso più profondo del football, quella questione di centimetri da conquistare con le unghie reso mainstream da Pacino/D’amato. Solo un attacco non all’altezza (ai più giovani ricordo che in cabina di regia c’era Trent Dilfer, un quarterback terribile miracolato poi qualche anno dopo dalla difesa dei Ravens, sostituito poi da Shaun King, un carneade di cui poi si persero le tracce nel giro di un paio di anni) e una chiamata controversa su una ricezione di Bert Emanuel, che presumibilmente ha cambiato la storia del gioco, rimandarono l’appuntamento con l’anello, ma fu quella sera che mi innamorai dei caschi col teschio.

Come valuti la Free Agency? Sei rimasto soddisfatto dell’operato del Front Office o avresti preferito delle mosse diverse?

Premesso che sono sempre stato molto critico nei confronti del front office dei Buccaneers, anche perché negli ultimi anni c’era ben poco da condividere… beh, c’era da affrontare il problema del QB, e direi che la soluzione è stata…BOOOM!
Parliamoci chiaro, Winston ormai non era più presentabile. Io non lo sopportavo più da tempo e lo avrei defenestrato almeno due anni fa. Uno dei talenti puri più grandi che mi è capitato di vedere, ma totalmente inaffidabile. A quel punto…beh, la soluzione di Licht è stata portare a Tampa il QB più vincente della storia del football, accompagnato poi dal TE più forte di sempre, per lo meno nell’accezione “moderna” del ruolo, ricostruendo una delle coppie più iconiche viste su un gridiron. Cosa vuoi dirgli? Chiaro, i dubbi sono tanti e sono legittimi: Brady a 42 anni, per la prima volta lontano da BB, avrà ancora fame e voglia di mettersi in gioco? E Gronk, con la cartella clinica che si ritrova sarà ancora all’altezza della NFL, dopo un anno sabbatico? Resterà tutto sospeso fino a settembre, ma di sicuro portano carisma e mentalità vincente, che da quelle parti mancano da troppo, ormai, e comunque non credo che un giocatore di football vada in campo per vivacchiare e timbrare il cartellino e basta, con i rischi che si corrono. Brady ha un’etica del lavoro proverbiale, e ricordiamoci che Gronkowski, prima di ritirarsi e già pieno di acciacchi ha trovato comunque il modo di essere decisivo nel Superbowl dell’anno scorso.

Per il resto, fondamentale il tag su Barrett e la conferma di Suh, peccato per Perriman ma sarebbe comunque stato il terzo e in ogni caso qualche sacrificio era inevitabile. Mi aspettavo qualcosa nel backfield, visto che il gioco di corsa ancora non è molto credibile, ma volendo c’è ancora tempo e comunque qualcosina di buono aveva iniziato a vedersi verso la fine della scorsa stagione. E un po’ in sede di draft è stato fatto, ma ci arriveremo.

Quindi il giudizio nel complesso non può che essere positivo. E quando la rivediamo una free agency così?

Si è concluso da poco il draft più incredibile della storia per il suo svolgimento, questa modalità virtuale è riuscita lo stesso ad emozionarti? In termini di scelte invece quali squadre pensi si siano mosse meglio e quali peggio?

Questo draft in modalità telematica è stato senz’altro particolare, e purtroppo ci ha anche ricordato che, per quanto ci sforziamo di parlare di football, là fuori la situazione è molto grave e nemmeno ci dà la certezza di potere vedere la NFL a settembre. Ma comunque anche in mancanza di certe baracconate che comunque fanno parte dello show, un draft è sempre un draft, con tutto il suo corollario di decisioni più o meno prevedibili, steals e sorprese varie. E, va detto, grazie a questa nuova modalità abbiamo assistito a scene a loro modo memorabili, come il cane sulla sedia di Belichick o Goodell in versione casalinga disperata.

Mi è piaciuto molto come hanno lavorato i Broncos, che hanno messo in mano a Lock un arsenale notevole, e i Ravens, che al draft sono sempre dei maestri e che adesso hanno veramente uno squadrone. Poi cito i Browns che hanno puntellato difesa e linea offensiva, i Jaguars che per una volta sembrano aver fatto le cose con criterio, e i Cowboys che promettono scintille. Soprattutto per demeriti altrui metto tra le squadre in rampa di lancio anche i Cardinals. Male, ma non dico niente di originale, Packers e Seahawks che sembra vogliano per forza mettere in difficoltà i loro fenomenali quarterback. Mi sono piaciuti poco anche i Raiders che avrebbero dovuto pensare un po’ di più alla difesa.

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Venendo alle pick effettuate dalla tua squadra puoi darci una tua valutazione delle vostre chiamate? Ci sono delle scelte che avresti fatto diversamente se fossi stato il GM?

Per quello che riguarda i Buccaneers, sono moderatamente soddisfatto. I need erano offensive line, secondaria e backfield, e le prime tre scelte sono state in quella direzione. Wirfs è un atleta mostruoso chiamato ad iniettare nuova linfa in una linea molto porosa. Winfield ha un curriculum interessante, a dispetto della taglia, e Vaughn sembra essere un RB molto versatile, dentro e fuori dal backfield, anche se forse la sua scelta è stata un po’ anticipata. Di Johnson si dicono grandi cose e potrebbe essere già pronto ad entrare nelle rotazioni, dietro a Evans e Godwin.

Le altre scelte le conosco poco, ci sta un DT per dare profondità al reparto, ma anziché un altro RB avrei puntato ad un altro giocatore per rimpolpare le secondarie, che devono giocoforza migliorare.  Può uscire ancora qualcosa di buono dagli undrafted, o al limite si potrebbe imbastire qualche trade visto che OJ Howard mi sembra palesemente sul mercato e potrebbe essere usato come merce di scambio per rinforzare una difesa che, front seven a parte, ha ancora troppe lacune.

Chi pensi sarà il rookie fra quelli da voi selezionati e/o il giovane già nel vostro roster che avrà il maggior impatto in termini di presenze e miglioramento di reperto?

Punto moltissimo su Wirfs perché sembra davvero un freak, e perché sarà buttato subito nella mischia in un reparto abbastanza asfittico chiamato a proteggere un quarterback che non balla più il mambo dietro la linea come quello che c’era prima. Poi, mi aspetto conferme da Devin White che già la stagione passata aveva dimostrato di essere ai top del suo ruolo come rookie.

Infine, ma il mio è soprattutto un auspicio, nutro speranze in Ronald Jones, che l’anno scorso aveva chiuso in crescendo e in Vaughn, che dovrebbero riuscire a dare respiro a Brady e a creare un gioco di corsa affidabile. In nessun caso possiamo pensare a TB12 che lanci 50 volte a partita come Winston, e quindi la crescita del gioco di corsa è una prerogativa indispensabile per avere ambizioni.

Analizzando il vostro roster quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza? Anche se è molto presto per sbilanciarsi, puoi farci una previsione di record e piazzamento per il prossimo anno?

Il roster dei Buccaneers è senza dubbio il più forte da diversi anni a questa parte. L’attacco, sulla carta, ha un potenziale aereo esplosivo, con la possibilità anche di mescolare le carte grazie a TE con mani molto calde. Il running game resta una incognita, ma riducendo i turnover e aumentandone il numero di giochi si può lecitamente sperare di incrementarne chimica ed efficacia. Il front seven era una garanzia e lo rimane. Il problema grosso resta la secondaria, e per evitare che ogni partita diventi un tiro al piccione bisognerebbe rinforzarla ancora. Il tempo c’è e lo spazio salariale pure.

Siamo chiaramente in modalità win now, Brady e Gronk sono stati presi per provare il colpaccio nell’immediato, con tutti i rischi del caso, e sarebbe un peccato rinunciare ai sogni di gloria per una difesa non di livello. Licht e soci non sono mai stati dei maestri di programmazione, ma stavolta hanno proprio messo tutte le fiches sul tavolo, come se non ci fosse un domani. Io li appoggio nella loro scommessa, ma è chiaro che a questo punto un record inferiore a 11-5 e/o la mancata qualificazione ai playoffs sarebbe un fallimento di dimensioni stratosferiche. Ovvio che tutto questo hype, applicato ad una realtà non abituata a gestirlo come Tampa Bay potrebbe essere controproducente (citofonare Cleveland per ulteriori delucidazioni) ma il giorno è oggi e quindi dico che i tempi sono maturi per vedere la prima squadra giocare il Super Bowl nello stadio di casa.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per l’approfondimento che ci hai regalato sulla tua squadra del cuore, mi raccomando continua in chat a regalarci spunti di riflessione da chi vede le cose dal punto di vista dell’insider.

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Mi è stato chiesto un parere da tifoso… ho cercato di essere freddo e obiettivo, ma alla fine la speranza del fan è venuta fuori.
Un caro saluto e un abbraccio a tutti gli amici di Huddle Magazine.
Hold on.

Intervista a cura di Giorgio Prunotto e Carlo Giustozzi

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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