Padroni del proprio destino (Chicago Bears vs Jacksonville Jaguars 41-17)

Weekend lungo quello dei Bears, che festeggiano il Natale con una domenica favorevole sotto ogni punto di vista.

Squadra e tifosi hanno fatto il pieno in una trilogia di football NFL: si comincia il 25 sera con la sconfitta dei Vikings e conseguente eliminazione dai playoffs di Zimmer e soci, proseguendo sabato con un gufo ben appollaiato sulla spalla per seguire la partita tra San Francisco 49ers e Arizona Cardinals (il gufo ha portato bene e sì, George Kittle, anche Chicago ti ama e ti aspetta a braccia aperte!), per poi chiudere domenica in una morbida passeggiata sul campo dei Jaguars.

Senza la sconfitta dei Cardinals non si potrebbe parlare con tono ottimistico dal momento che se Arizona non si fosse tecnicamente suicidata nella penultima, i Bears non rientrerebbero più nelle discussioni playoffs. Dico non rientrerebbero perchè nessuno si aspetta di vedere i Bears contrastare i Packers di uno stratosferico Aaron Rodgers nel gran finale di stagione regolare. Specie dal momento che il primo posto nella NFC non sia ancora certo per Green Bay, visto che Saints e Seahawks inseguono con una gara di svantaggio. Il valzer a tre dei vertici inciderà sulla corsa playoffs di Chicago tanto quanto lo scontro divisionale tra i Cardinals e i Rams che si affronteranno in week 17.

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Cardinals-Rams e Packers-Bears si giocheranno domenica 3 gennaio alle ore 22:25 italiane per garantire la contemporaneità delle sfide. La partitissima della NFC North era inizialmente programmata alle h 19:00.

Bivio intrigante sul finale di stagione dunque: i Bears vanno alla Wild Card se vincono o se i Cardinals perdono. Green Bay deve vincere contro Chicago per consolidare il primo posto nella conference assicurandosi il Bye. Arizona ha un solo risultato utile e deve vincere sul campo dei Rams che, a loro volta, sarebbero eliminati dai playoffs in caso di sconfitta contro i Cardinals e di vittoria dei Bears. Gli indicatori delle partite sono rivolti verso le vittorie di Packers e Rams, ma nelle sfide divisionali non bisogna mai dare nulla per scontato.

Questo il quadro che più interessa agli appassionati. Per quanto concerne i riepiloghi del football giocato, non serve raccontare ciò che è successo perchè il risultato del campo è ampiamente descrittivo già di suo. La visione di Mike Glennon e Mitchell Trubisky insieme nel pre-partita riporta Chicago indietro di 4 anni, quando il “giraffone” dei Jags giocava ai Bears con assegno del valore di $17M firmato da McCaskey bello stretto in saccoccia. Poi nel giro di poche settimane, Glennon e la miseria del suo gioco aprirono le porte all’acclamatissimo rookie da North Carolina che, dopo anni bui, sembrava poter regalare speranze ai tifosi. Speranze ben presto tramutate in frustrazioni e in sogni infranti. Non ultimo, quello sull’intercetto di ieri a Jacksonville quando Mitchell, dopo quasi mezza decade in campo, dimostra di non aver ancora imparato alcuni aspetti inerenti ai fondamentali del gioco.

La domenica di Trubisky è facile, grazie e soprattutto al mostro di Allen Robinson II che con 10 ricezioni e 103 yard pulisce il campo da ogni dubbio. La prestazione difensiva di Roquan Smith gli fa eco: per il linebacker 8 tackle e ben 2 intercetti!

Ora, due giocatori così non andranno al Pro Bowl. Non che interessi particolarmente eh, però questo lascia intendere molto sui criteri di valutazione: per Smith 97 solo tackle (1° in NFL), 4 sack, 1 FF, 2 Int. Mentre per Robinson, che ricordiamo giocare davanti al rinnegato Mitchell Trubisky, 100 ricezioni (5° in NFL), 1213 yard, 6 TD. Lascio a voi i commenti.

Gloria anche per David Montgomery ieri, come nelle ultime cinque settimane di campionato per il running back. Contro i Jaguars, Monty ha corso per 95 yard alle quali ne ha aggiunte 26 su ricezione firmando la quinta prestazione consecutiva da oltre 100 yard di scrimmage. Era il 1977 quando ai Bears successe qualcosa di simile, protagonista il leggendario Walter Payton che quell’anno venne nominato MVP.

Siccome nessuno ha voglia di celebrare una vittoria contro i Jaguars, troppo impegnati a cacciare Trevor Lawrence al prossimo draft (e con la sconfitta di ieri il primo pick assoluto è in cassaforte), preferiamo mettere in evidenza ciò che non ha funzionato per i Bears e al quale allenatori e giocatori dovranno per forza di cose rimediare per evitare che la stagione termini il 3 di gennaio. Nonostante il cambiamento sul playcall offensivo, le chiamate restano prevedibili e scontate, il tutto resta parzialmente coperto dalle funamboliche e sempre sicure prese di Allen Robinson (togli lui non vai lontano da quanto espresso da Mike Glennon ieri). La linea offensiva è migliorata visibilmente, Alex Bars ha avuto un buon crescendo, ma contro i Packers serve la perfezione. Come serve la perfezione a livello difensivo specie sul pass-rushing game, che per Chicago è sulla carta il più devastante della lega, ma in campo rimane troppo spesso in ombra. Ieri, come in altre occasioni, Khalil Mack ha giocato sotto le aspettative mentre il suo socio Robert Quinn è come sempre non pervenuto. Contro Rodgers si vince o si muore, e con questo atteggiamento degli edge i corvi stanno già sorvolando il Soldier Field.

Sarà un lunga settimana quella che attende “il classico”. Ci si avvia verso una partita che si preannuncia tanto scontata, quanto imprevedibile dove, come sempre, un piccolo evento può cambiare la sostanza e il risultato. Oppure, come sempre, indirizzarlo verso un’unica soluzione, quella che non trova il modo di risolvere l’enigma Rodgers. Quella più familiare a tutti, ma non per questo più gradita. Packers e Bears giocheranno a farsi il dispetto e forse, considerando che nella storia è successo solo due volte che un team che ha perso sei partite consecutive in campionato abbia poi ricevuto l’accesso alla post-season (Bengals e Panthers), chi ha da perdere di più è Green Bay.

Il dispetto dunque, vedremo chi lo subirà.

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