[NFL] Week 13: il ritorno della Legion of Boom (Seattle Seahawks vs Minnesota Vikings 38-7)

Quella tra i Vikings ed i Seahawks, avrebbe dovuto essere, almeno sulla carta, una delle partite di maggior interesse della Week 13 appena conclusa; Minnesota, con un record di 8-3, derivato primariamente dalle prestazioni di un’eccezionale difesa e di un Adrian Peterson al comando dell’intera Nfl per rushing yards, era pronta ad affrontare un vero e proprio ‘statement game’. I Vikings, battendo i detentori del titolo NFC avrebbero definitivamente messo a tacere i detrattori, affermando con decisione che per i playoffs ci sono anche loro e non solo in qualità di turisti.

Tuttavia al TFC Bank Stadium non è andato in scena uno scontro alla pari, nè si è vista una partita combattuta tra Team con aspirazioni di post-season. L’incontro si è sviluppato come un vero e proprio monologo dei Seahawks, che non solo hanno confermato i grandi progressi delle ultime settimane, ma hanno messo in campo una prestazione da incorniciare, dominando in tutte le fasi di gioco.

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Certo la squadra di casa non ha avuto grande fortuna. Dopo aver dovuto rinunciare, già prima della partita, a Linval Joseph, il nose tackle che nel corso di questa stagione sta fornendo prestazioni degne di un invito al Pro Bowl, nel corso dei primissimi snap del match i Vikes hanno perso quelli che sono forse i suoi due migliori giocatori difensivi del roster, Antonhy Barr (LB) ed Harrison Smith (S). Nè è derivata una sezione centrale della difesa fortemente indebolita (considerando anche che nella posizione di Strong Safety partiva per la prima volta da titolare quest’anno Antone Exum), ed è proprio in quella zona di campo che Russel Wilson e i suoi hanno sviluppato maggiormente il proprio gioco.

Ciò nulla toglie all’ottima performance dell’attacco di Seattle, con un Russell Wilson in grande spolvero (21/27 per 274 yards e 3 Td’s, cui vanno aggiunte 51 yards di corsa ed un ulteriore segnatura), un Thomas Rawls che con l’ennesima partita da un centinaio di yarde (101, con un Td) sta riuscendo nell’impresa di non far notare l’ormai prolungata assenza dai campi di Marshawn Lynch ed un Doug Baldwin in grado di mettere a referto altri 2 Td’s in ricezione, con 94 yards totali. E non va dimenticato che Seattle ha dovuto fare a meno di Jimmy Graham, che pur non essendosi forse integrato al meglio negli schemi di Pete Carroll in questa stagione, resta pur sempre una minaccia notevole per le difese avversarie.

Numeri offensivi importanti, che si affiancano alla performance di una difesa in grado di tenere l’attacco avversario costantemente lontano dalla End Zone, non permettendo alcuna segnatura (i 7 punti dei Vikings sono derivati dal lavoro dello Special Team, in particolare da un kick return di 101 yards da parte di Cordarrelle Patterson avvenuto nel terzo quarto).

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Non sono infatti certo esaltanti i numeri offensivi di Minnesota: Teddy Bridgewater, costantemente sotto pressione e non protetto adeguatamente da una O-line che si è rivelata in più di un’occasione in questa stagione come il punto debole della squadra, ha concluso il match con un 17/28, con sole 118 yards ed un intercetto. Non meglio il gioco di corsa: Peterson si è visto limitato ad 8 portate, immagazzinando solo 18 yards. Trovandosi subito a dover inseguire uno svantaggio in doppia cifra i Vikings sono stati costretti a rinunciare alla loro arma offensiva più efficace, in una partita in cui gli avversari hanno presto preso il controllo per non perderlo più.

Le dinamiche in atto nella NFC potrebbero portare ad un rematch nella post-season; con la sconfitta di domenica i Vikings hanno ora un record di 8-4, al pari dei Packers nella NFC North, ma si trovano in seconda posizione in ragione della sconfitta nello scontro diretto. Dovessero riuscire ad ottenere il primato nella division (non del tutto escluso viste anche lo stato di forma e le prestazioni attuali di Rodgers e i suoi, reduci da una vittoria a dir poco rocambolesca), otterebbero il seed #3 nella Conference. Seattle, a 3 lunghezze di distanza dai Cardinals nella NFC West, presumibilmente otterrà una Wild Card, e potrebbe quindi per loro prospettarsi un nuovo viaggio nella terra dei 10.000 laghi.

Ma chiunque si troverà ad affrontare questi Seahawks da gennaio in poi (è vero, la qualificazione non è ancora stata raggiunta, ma avrebbe un che di clamoroso una loro assenza), dovrà trovare il modo di confrontarsi con una squadra che pare dare il meglio di sè quando le partite cominciano a pesare un pò di più. Avvertite anche i Carolina Panthers (12-0), la Legion of Boom è tornata.

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