Huddle’n Music: Baltimore 2000, l’anello e la scena death metal

La prima volta non si scorda mai, in particolar modo nel Maryland. C’è la sensazione di aver raggiunto il primo traguardo a qualche anno dai primi passi, quelli dell’assestamento datato 1996. I Baltimore Ravens sono allenati da Brian Billick, vecchia conoscenza Vikings che dopo l’annata del 1998 come coordinatore offensivo a Minneapolis ha ricevuto la promozione a capo allenatore di Baltimore. Nel 1999 Billick sostituisce Ted Marchibroda, il promo head coach nela storia dei Ravens, il quale non è mai riuscito ad andare oltre le sei vittorie in stagione regolare. Billick arriva nel Maryland e porta il record a .500 vincendo otto partite e perdenone altrettante; terzo posto in AFC Central.

Il 2000, annata particolare in cui la potente difesa dei Ravens ha battuto due importanti record NFL: il totale dei punti concessi alle squadre avversarie nelle 16 partite di regular season del Duemila corrisponde a 165, i record precedenti appartenevano ai Chicago Bears del 1985 (198 punti concessi) e sempre ai Bears del 1986 (187 punti concessi).

La AFC Central di quei tempi era la sola divisione composta da sei squadre: i Tennessee Titans che nel 2000 hanno vinto la division con il record di 13-3 arrivando un passo davanti ai Ravens, poi c’erano i Pittsburgh Steelers, i Jacksonville Jaguars, i Cleveland Browns e i Cincinnati Bengals. Tutte le altre divisioni del campionato contavano cinque squadre.

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I Ravens del 2000 sono arrivati secondi in division con il record di 12-4, il primo positivo da metà anni Novanta e il primo buono per raggiungere le eliminatorie che per Baltimore, quell’anno, sarebbero iniziate con lo scontro al Wild Card in casa contro i Denver Broncos. Partita senza storia, 21-3 per i Ravens con Jamal Lewis autore di 2 touchdown e 110 yard su corsa.

Poi il Divisional Round, proprio contro gli ostici Titans per regolare un conto interno. Titans avanti 7-0 nel primo quarto, Ravens che pareggiano prima dell’intervallo, un field goal per parte nel terzo e infine Baltimore che dilaga nell’ultimo periodo di gioco con una touchdown-combo di special team (90 yard blocked field goal return di Anthony Mitchell!) e difesa (intercetto con pick-six da 50 yard di Ray Lewis!).

Minuti di indescrivibile follia che iniziano così:

“Anthony Mitchell got it!

Oh, my goodness!

He could go all the way!

Instead of three points for Tennessee, It’s a 90 yard return for Baltimore!”

Qualcosa che la mente non può spiegare a parole e che il cuore non può spiegare con le sensazioni. Poco dopo segue l’intercetto di Ray Lewis con gli uomini di linea dei Titans ad improvvisarsi goffi cornerback, nessuno riesce a tirare giù quel #52 lanciato a segno come un treno ed è fatta!

Ray Lewis silenzia Nashville

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baltimore ravens ray lewis

Inutile girarci intorno, quello è il momento in cui i Ravens comprendono che il Super Bowl sarebbe stato loro. L’attimo in cui il lontanissimo obiettivo che si era potuto ammirare solamente dalla televisione sarebbe presto passato di mano i mano tra la gloria di Baltimore. Difatti i Ravens si presentano al Conference Championship contro gli Oakland Raiders e concedono meno del minimo sindacale alla squadra di Jon Gruden: 3 punti e a casa! Finisce 16 a 3 per Baltimora e la formazione del Maryland accede al suo primo Super Bowl; il 28 gennaio 2001 (che fa fede all’annata 2000) al Raymond James Stadium di Tampa si gioca la finalissima tra Ravens e New York Giants davanti a oltre cinquantamila spettatori. Una sfida che non ha senso di essere raccontata perchè Baltimore tiene le redini del gioco dall’inizio alla fine e il punteggio di 34-7 ne è la pesante testimonianza. Tripudio assoluto: prima volta ai playoff, primo Super Bowl giocato, primo anello!

La consacrazione dei Ravens nel 2000 arriva accompagnata da quella della band dei Dying Fetus, i quali nello stesso anno firmano per Relapse Records abbandonando la vecchia etichetta discografica per pubblicare la bomba di brutal death metal intitolata “Destroy the opposition”.

Il gruppo originario di Upper Marlboro, Maryland, cittadina che dista circa 40 miglia a sud di Baltimore, si forma nel 1991 per mano di John Gallagher (chitarra solista e voce).

Il genere musicale proposto nasce come evoluzione del death metal USA, reso celebre da storiche band come Morbid Angel, Deicide e Death (RIP Chuck Schuldiner), e recuperando il peculiare stile cantato del growling; il groove riffing di chitarra progredisce sul suono distorto dello strumento abbassandone gli accordi e aumentando la velocità di esecuzione fino a raggiungere/superare i 200 BPM. La tecnica del blast beat è spesso utilizzata all’interno di questo stile musicale.

Assieme ai Suffocation e ai Cannibal Corpse, i Dying Fetus contribuiscono in maniera massiva alla caratterizzazione del genere, come parte integrante del movimento a rappresentanza del Maryland. I Dying Fetus recuperano tematiche legate al contesto dei film horror e richiamano argomenti sanguinosi e truculenti. Le voci sono gutturali, con rare urla in screaming che rendono difficoltosa l’interpretazione dei testi.

Il disco “Destroy the opposition” è un attacco diretto all’industria del business musicale con condanne alla società consumistica, allo stress lavorativo e oppressivo di uno stato capitalista, all’avidità mossa dall’ossessione del denaro. Successivamente vengono addirittura toccati dei delicati temi politici con annesse polemiche sociali.

Special thanks to: Simone Ciavarella

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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