NFL Preview 2017: Los Angeles Rams

La stagione 2017 dei Los Angeles Rams non si preannuncia molto diversa dalle ultime (almeno) dieci: delusione per la stagione passata, un draft che, sebbene pesantemente condizionato dalla trade per Goff del 2016, ha lasciato più dubbi che certezze e la perenne ed incrollabile speranza che questo sia l’anno buono per uscire dal vortice che ha risucchiato una delle franchigie che può vantare più partecipazioni ai playoff dei quattro quinti dell’intera NFL, in un abisso che sembra essere senza fondo.

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Grossi cambiamenti, specialmente in sideline, ma anche e soprattutto dal punto di vista “filosofico”, hanno attraversato i Rams fin dallo scorso Dicembre, con il siluramento di Jeff Fisher che ha segnato la fine dell’ennesima era negativa. Non più l’usato sicuro di un head coach di esperienza  e tradizione, ma una ventata di gioventù con una delle migliori menti offensive di questi ultimi anni per cercare di integrare il famoso detto secondo il quale la difesa vince le partite, con un attacco in grado non solo di vendere i biglietti, ma anche di segnare quei touchdown che la scorsa stagione sono stati così difficili da vedere realizzati.

OFFENSE

Tutto ruota attorno a Jared Goff, su questo non si discute, ma sarà importante anche vedere se Todd Gurley riuscirà a ripetersi ai livelli del 2015, scrollandosi di dosso la pessima stagione scorsa. Per aiutarlo, dovrebbe intervenire il nuovo schema di blocchi a zona sulle corse per la linea offensiva, un espediente che, nelle intenzioni di McVay, dovrebbe garantire a Gurley corsie più ampie nelle quali infilarsi.

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Per quanto riguarda Goff, il front office ha lavorato molto alla sua protezione. Liberatisi (finalmente) del peso di Greg Robinson, il GM Les Snead e l’head coach Sean McVay hanno scelto di recuperare dalla free agency un left tackle di esperienza in Andrew Withworth, mentre al centro della linea Tim Barnes è stato sostituito da John Sullivan. Con Saffold ed Havenstein come guardie e Jamon Brown nel rulo di tackle, la linea offensiva dovrebbe essere decisamente più solida ed affidabile di quella dello scorso anno.

goff rams

La protezione del QB è fondamentale, ma se non è abbinata ad un buon arsenale di ricevitori, rischia di essere un po’ fine a sé stessa, ed è proprio quello che i Rams rischiano quest’anno. Kenny Britt  ha scelto di andare a Cleveland, ed il vuoto che ha lasciato non sembra essere stato riempito adeguatamente. Robert Woods sembra essere almeno un gradino inferiore a Britt, ma si dice un gran bene del rookie Cooper Kupp, anche se pure lui è più un ricevitore interno che non un classico wideout.  Detto che all’interno c’è già Tavon Austin, perennemente in attesa di “esplodere” stagione dopo stagione, la carenza di armi esterne e profonde sembrano essere il maggior punto debole dell’attacco dei Rams per la prossima stagione.

McVay ama moltissimo usare i tight end, nel suo schema offensivo, ed anche in questo reparto l’addio di Lance Kendricks, le cui mani mai troppo sicure hanno prodotto più imprecazioni che soddisfazioni, lascia la porta aperta ai vari Tyler Higbee e Temarrick Heminghway, ai quali ad aprile si è aggiunto il rookie Gerald Everett.

Con tutte le riserve del caso, nel 2017 dovremmo vedere un attacco meno conservativo e molto più aggressivo rispetto a quanto visto negli ultimi cinque anni con Fisher. Fatichiamo a vedere come tutta questa aggressività e spregiudicatezza potranno essere convertite in yard e touchdown da un corpo ricevitori decisamente sotto la media, ma sarà il campo a smentirci (o a darci ragione) come sempre.

DEFENSE

Via Greg Williams. Finalmente, diciamo noi. Una difesa tra le migliori della lega, messa in mano ad uno degli allenatori più scorretti che esistano ha prodotto un gruppo di giocatori la cui esuberanza era tanto difficile da contenere da diventare quasi controproducente. Tante le penalità commesse, tanti gli errori dovuti alla pessima abitudine di sovrareagire a qualunque cosa, molti i giocatori utilizzati in maniera non adeguata facendo leva sulla loro aggressività anziché sulla loro tecnica.

Per controbilanciare la gioventù e la freschezza messa a capo della baracca, la proprietà ha optato per un uomo di esperienza a guidare una difesa che aveva bisogno di essere riportata sotto le righe. Wade Phillips, uno dei migliori defensive coordinator della lega, eredita un gioiello da rivedere ed al quale modificare qualche sfaccettatura per renderlo più attraente e redditizio.

L’argomento del giorno (o meglio: dell’offseason) è il temutissimo passaggio dalla 4-3 alla 3-4 ma Phillips, che ha rilasciato diverse interviste in merito, ha rassicurato tutti garantendo una transizione senza grossi problemi.

In effetti, guardando le prime installazioni della nuova difesa effettuate in occasione delle OTA, l’unica differenza immediatamente percepibile rispetto allo scorso anno è la posizione di Robert Quinn, ufficialmente indicato come OLB (linebacker esterno), ma in pratica allineato nella sua vecchia posizione di defensive end, solo in piedi anziché a tre punti. Non cambia sostanzialmente nemmeno la posizione di Aaron Donald, anche se ovviamente gli assegnamenti saranno differenti.

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rams dolphins

Avendo perso in un sol colpo William Hayes ed Eugene Sims, toccherà a Brockers  ed Easley fare compagnia a Donald davanti alla linea offensiva avversaria. Opposto a Quinn si schiererà Connor Barwin, un altro veterano in arrivo dalla free agency, che dovrebbe aiutare nella transizione a pro il rookie Samson Ebukan. In mezzo, oltre all’ormai collaudato Ogletree, lo spot di linebacker verrà occupato da Mark Barron.

Il vero punto interrogativo della difesa dei Rams, più che lo schieramento in linea (che a volte assomiglia addiritura alla vecchia 5-2), sarà la consistenza della secondaria. Perso Jenkins lo scorso anno e TJ McDonald quest’anno, i defensive backs sono stati forse il reparto più lasciato a sé stesso di tutta la squadra. Tutti si attendevano un cornerback dal draft, mentre è invece arrivato John Johnson, una safety che potrebbe essere già in grado di entrare in campo sin da subito, rimescolando le carte della secondaria che per ora vedono Trumaine Johnson punto fermo a denti stretti ed alla sua ultima stagione a Los Angeles (a meno di miracoli) ed E.J.Gaines che, dopo la pessima stagione scorsa non può che fare meglio (ma sarà abbastanza?), nelle posizioni di cornerback, mentre Maurice Alexander dovrà cercare di ricomporre con Lamarcus Joyner la stessa coppia terribile che lo scorso anno vedeva coinvolto McDonald.

COACHING STAFF

Sean McVay è, a 31 anni, il più giovane head coach della storia nella NFL. Ha sicuramente il vantaggio della freschezza delle idee, dell’apertura a nuovi orizzonti che Jeff Fisher non aveva. Secondo molti risentirà dell’eccessiva gioventù, ma avergli messo a fianco una vecchia volpe come Wade Phillips dovrebbe aiutarlo a crescere nella maniera giusta. McVay ha scommesso tutto su Goff, e visti i risultati ottenuti con Kirk Cousins a Washington, le prospettive sembrano essere buone.

mcvay rams

Attacco bilanciato ma aggressivo, con Gurley a togliere un po’ di pressione a Goff, difesa attenta e dominante: questo il cocktail messo a punto dalla coppia McVay/Phillips per la nuova stagione dei Rams. L’head coach chiamerà i giochi personalmente, in questa prima stagione, per poi presumibilmente cedere l’incombenza all’offensive coordinator Matt LaFleur.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Il cambio di manico dovrebbe portare una ventata di ottimismo a Los Angeles, ma vediamo davvero difficile che I Rams possano essere competitivi fin da subito. Goff  è ancora un’incognita, e rappresenta la cartina al tornasole dei californiani. Solo con una stagione positiva da parte del numero 16 i Rams potranno sperare di arrivare finalmente oltre quota .500 dopo più di un decennio. La difesa farà la sua parte, ma se qualcuno tra i ricevitori non fa il tanto auspicato salto di qualità, questa sarà ancora una squadra che faticherà moltissimo a mettere punti sul tabellone.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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