Inchiostro bollente

Praticamente non esiste giocatore di sport professionistico americano (e non solo) che abbia in bella vista un litro di inchiostro sulla pelle. Migliaia di tatuaggi che spuntano da sotto jersey e da sopra i calzini, che simboleggiano queste vite spesso travagliate, queste loro fedi incrollabili eccetera eccetera. D’altronde se un americano adulto su cinque è tatuato, è normale che questa arte inizi a reclamare il proprio spazio anche nelle chiacchiere sportive.

Sebbene quei tatuaggi nella maggior parte dei casi abbiano connessioni con il vissuto personale dell’atleta che li sfoggia, potrebbero non essere veramente suoi: qualsiasi illustrazione creativa “fissata su un supporto tangibile” è idonea al diritto d’autore e, secondo l’United States Copyright Office, la modalità di rappresentazione include l’inchiostro fissato sulla pelle di qualcuno:

Your work is under copyright protection the moment it is created and fixed in a tangible form that it is perceptible either directly or with the aid of a machine or device. (Copyright.gov)

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L’opinione del Copyright Office sembra essere che i tatuaggi siano davvero degni della protezione del copyright: il 19 aprile 2011, l’artista tatuatore responsabile del tatuaggio di Mike Tyson ha ricevuto una registrazione come artwork su un oggetto 3D. È tuttavia significativo che Tyson abbia firmato un comunicato in cui afferma che

tutte le opere d’arte, schizzi e disegni relativi al [suo] tatuaggio e qualsiasi fotografia del [suo] tatuaggio sono di proprietà di Paradox-Studio of Dermagraphics [Lo studio di tatuaggi]

Quello che molte persone ignorano, secondo gli esperti legali, è che il copyright è di proprietà del tatuatore, non della persona con i tatuaggi e per la maggior parte di noi, me compreso, ciò non rappresenta un motivo di preoccupazione: gli avvocati infatti generalmente concordano sul fatto che esista una sorta di licenza implicita, un tacito accordo tra il tatuatore ed il cliente, che consente alle persone di mostrare liberamente i loro tatuaggi in pubblico, anche in trasmissioni televisive o copertine di riviste. Ma quando i tatuaggi vengono ricreati digitalmente su avatar nei videogiochi sportivi, si arriva sul franoso bordo di questa licenza implicita, la violazione del copyright quindi può diventare un problema ed il tema è ancora molto dibattuto. Lo ha ben sintetizzato Michael A. Kahn, l’avvocato che ha rappresentato il designer del tatuaggio sul viso del pugile Mike Tyson di cui abbiamo detto sopra:

I videogiochi sono un’area completamente nuova. C’è LeBron James, ma non è LeBron James. È una versione da cartone animato di lui.

Electronic Arts, sviluppatore ed editore di videogame, ha ricreato più di cento tatuaggi nei suoi giochi FIFA e UFC, Lionel Messi, Connor McGregor, LeBron James, ma sono relativamente molto pochi quelli di giocatori di football, soprattutto dopo che la EA ha dovuto affrontare una causa per violazione del copyright per la copertina del gioco NFL Street che raffigurava il running back Ricky Williams e alcuni dei suoi tatuaggi (particolare della copertina qui a fianco), ma l’artista ha ritirato la sua richiesta nel 2013. Memore di questo, in Madden 15 la EA ha iniziato ad inserire il rendering dei tatuaggi dei giocatori partendo da Colin Kaepernick, che aveva precedentemente ottenuto i diritti dal suo tatuatore.

Nel frattempo, almeno tre cause sono state intentate contro Take-Two Interactive, e la sussidiaria 2K Games. Una sentenza della corte federale in uno dei casi potrebbe avere un effetto a catena tra i videogiochi sportivi che enfatizzano il realismo dei suoi protagonisti.

La compagnia Solid Oak Sketches ha ottenuto i diritti d’autore per cinque tatuaggi su tre giocatori di pallacanestro (incluso il ritratto del figlio di LeBron James e il prefisso 330 di Akron, presenti sul corpo James) prima di agire nel 2016 perché erano utilizzati nella serie NBA 2K.

Shawn Rome e Justin Wright, due dei tre tatuatori che hanno concesso in licenza il loro lavoro a Solid Oak, hanno dichiarato di essere stati ingannati dal suo fondatore, Matthew Siegler, e non era loro intenzione far partire una causa: era stata ventilata una proposta di incorporare i loro disegni del tatuaggio in una linea di abbigliamento, hanno detto, ma questa ipotesi si è rivelata di facciata. Prima di sporgere denuncia, Solid Oak ha richiesto 819.500 dollari per violazione passata e ha proposto un contratto da 1,14 milioni di dollari per l’uso futuro dei tatuaggi. Darren Heitner, avvocato di Siegler, ha affermato semplicemente che Take-Two ha usato i diritti d’autore senza permesso, e che il signor Siegler voleva essere ricompensato in modo equo, una barzelletta che purtroppo ha un fondo legale serio.

L’anno seguente, James Hayden ha fatto causa perché il tatuaggio Gloria sempre su James, tra gli altri, è stato incluso nella stessa serie. E in aprile, un altro artista ha fatto causa perché i suoi tatuaggi sul wrestler Randy Orton erano stati inclusi in diverse situazioni di WWE 2K.

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Il verdetto finale in queste cause per entrambe le parti costituirebbe un importante precedente su come il proprietario di un tatuaggio possa gestire il copyright della sua opera, ha affermato Yolanda M. King, professore associato di legge presso la Northern Illinois University, che ha ampiamente studiato il problema. Ormai comunque viene dato per assodato che il tatuatore sia proprietario dei diritti di ciò che disegna sulla pelle dei clienti, con tutti i benefici e gli oneri derivati.

Un altro aspetto molto importante, e per le software house direi il più importante in caso di sconfitta nelle aule dei tribunali, è determinare i danni reali: difficile nei casi di copyright, tuttavia. In una causa contro lo sviluppatore del gioco e l’editore THQ, conclusasi nel 2013, Cristopher Escobedo ha chiesto 4,16 milioni di dollari dopo che il suo tatuaggio è stato utilizzato in UFC Undisputed. Un giudice del tribunale fallimentare ha deciso che il tatuaggio, un leone sul lato destro del fighter Carlos Condit, aveva un valore di $ 22.500, e le parti hanno raggiunto un accordo riservato.

Sebbene le società di videogiochi paghino già senza problemi per la licenza di musica protetta da copyright, l’obbiettivo da cercare con le unghie e con i denti è evitare il costo ed il peso logistico della negoziazione con centinaia di artisti per i diritti sui loro tatuaggi.

Dal punto di vista del business, sarebbe più fattibile eliminarli dal gioco o mettere qualche tipo di design di pubblico dominio sui loro corpi

Questo è il pensiero del professor King, che mostra un evidentissimo allontanamento dalla mission delle case di videogame come 2K Games, che cerca di replicare i giocatori nei massimi dettagli così come fa con le divise e gli stadi.

La vicenda si fa ancora più intricata quando si scende di un livello, nel college football, dove attualmente non esistono videogame dedicati ma che, nell’ipotesi, ci si ritroverebbe nella situazione paradossale in cui i giocatori verrebbero ritratti gratuitamente in quanto ufficialmente studenti, ma i propri tatuaggi dovrebbero essere oggetto di contrattazione con i tatuatori.

D’altronde i giocatori NCAA non percepiscono stipendio e si è già indagato su un giro di tatuaggi “pubblicitari” in Ohio, non c’è motivo di credere che rimanga un caso isolato. E gli stessi tatuatori potrebbero essere messi in difficoltà nel momento in cui tatuano il simbolo di qualche college sulla pelle di qualche giocatore, dal momento che non ne detengono a loro volta i diritti, e quest’ultimo finisca per diventare una star della NFL.

Nel mezzo della vicenda rimangono le star dalla pelle vergata. I sindacati dei giocatori e gli agenti sportivi, dopo queste ultime vicissitudini, consigliano agli atleti di rendere esplicito quello che prima era implicito: stipulare accordi di licenza prima di farsi tatuare, cosa che potrebbe prendere addirittura alla sprovvista certi tatuatori tipo Gotti Flores, uno che ci manderà i figli al college con quello che gli ha fatto guadagnare Mike Evans, che ha passato quaranta ore sotto le sue mani a farsi inchiostrare. Possedere la licenza dei propri tatuaggi permetterà così ai sindacati dei giocatori di autorizzare più agevolmente la riproduzione dei loro associati  sui vari titoli, ed eviterà ai player di sborsare di più semplicemente per i tatuaggi sulle braccia dei giocatori.

Siamo giunti alla fine in una strana epoca in cui l’essere umano è diventato un mero supporto per l’espressività, da trascinare nelle aule di tribunale che ormai non mancano mai in ogni buona vicenda giornalistica.

Breve sitografia:

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