Le pagelle di week 14 NFL

Ci sono state parecchie settimane migliori di questa 14esima. Tante partite scontate. Alcune che si sono riaperte abbastanza clamorosamente. Per le emozioni forti abbiamo dovuto aspettare la domenica e il lunedì notte. Davvero una bella partita Cardinals-Rams, tra due formazioni che possono vincere la NFC. La corsa play-off è sempre più emozionante. Livellata verso in basso proprio nella NFC, più selettiva verso l’alto nella AFC. Ecco le nostre pagelle.

Ecco il solito memorandum su come leggere le pagelle (tra parentesi il voto complessivo alla stagione).

Vikings – Steelers 36-28

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Minnesota 6,5 (5)

I Vikings “che mi aspettavo sarebbero stati” li abbiamo visti nel primo tempo. Forse un pelo meno, ma i difetti degli Steelers si sono incastrati alla perfezione. I Vikings “che sono quest’anno” sono riemersi di prepotenza dall’intervallo in avanti. Timidi, conservativi, spreconi. Mal allenati, soprattutto. (Approfondimento)

Pittsburgh 5,5 (5,5)

Cominciare a giocare dopo trenta minuti non è mai consigliabile. Grave se dopo il bel successo contro i Ravens hanno sottovalutato l’impegno del TNF. I Vikings li aiutano a rientrare, loro ricambiano nel finale: Claypool si attarda a festeggiare una ricezione e una possibilità di pareggiare in più svanisce. 

Jets – Saints 9-30

New York 3 (3,5)

Ecco la squadra che riesce a (quasi) trasformare in un quarterback Hill. Wilson perde il suo bersaglio Moore e non cava un ragno dal buco. Coach Saleh se non ritrova la capacità di forgiare una difesa degna di questo nome che l’ha portato nella Grande Mela non avrà lunga vita in biancoverde.

New Orleans 8 (5,5)

Riabbracciare Kamara è un bell’andare. Di quelli che ti aprono un milione di possibilità, se ti chiami Payton. E’ chiaro che non può immaginare di scalare l’Everest con questi attrezzi. Intanto però vede avvicinarsi la sufficienza. E ha interrotto la serie di sconfitte.

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Panthers – Falcons 21-29

Carolina 5,5 (4,5)

Continua la serie negativa di Newton: 11 sconfitte consecutive come QB titolare dei Panthers. Tanto che finisce la partita in panchina. I compagni quasi riescono a rimontare. Quasi. E non basta quasi. Scivolano sul fondo della division soli soletti, loro che avrebbero dovuto essere secondo molti “in crescita” quest’anno.

Atlanta 7 (6)

Restano aggrappati alla speranza di giocare ancora in gennaio. Obiettivamente se ero ottimista un mesetto e mezzo fa, ad oggi non lo sono. Faticano anche con i Panthers, il livello è questo e non permette di sognare troppo. Di trovare le basi su cui costruire, forse sì.

Texans – Seahawks 13-33

Houston 4 (3)

Buon avvio per Mills, giustamente promosso titolare per capirne le qualità. La squadra evapora cammin facendo e spiana la strada ai Seahawks. 

Seattle 8 (4)

Penny gira come non gli era mai accaduto prima in carriera. E se le corse funzionano Seattle ha un passo che non è quello che abbiamo visto in questa stagione. La connection Wilson-Lockett si ridesta. All’appello manca ancora Metcalf. E probabilmente c’è troppo latte versato alle spalle.

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Chiefs – Raiders 48-9

Kansas City 9,5 (8,5)

Rivali divisionali umiliati. Subito la difesa a mettersi in mostra. Poi l’esplosione dell’attacco come ai tempi belli. E finalmente anche Edwards-Helaire si aggrega alla festa. Sesta vittoria di fila, se arrivano ai play-off con questo morale non saranno un cliente facile per nessuno.

Las Vegas N.G. (4,5)

Travolti. La difesa non ha contromosse. L’attacco è azzerato. E gli restano le briciole. Trentacinque a tre in mezz’ora più che un fossato: è la Fossa delle Marianne. Non ci si risolleva se di fronte c’è una squadra. Il voto stagionale è severo? Forse. Rivedere sempre lo stesso copione nelle stagioni dei Raiders mi ha innervosito.

Browns – Ravens 24-22

Cleveland 7 (6)

Un bel sospirone di sollievo. Perché pensavano di essersi messi nel taschino i Ravens ben prima di quando ci sono riusciti effettivamente. In attacco i pezzi del puzzle sono ancora lì sul tavolo, da assemblare meglio. La difesa pur se chiaramente agevolata dal cambio di quarterback avversario, mostra il piglio giusto per augurarsi il meglio e sprintare insieme a tutti gli altri verso il titolo divisionale.

Baltimore 5,5 (7)

Rischiano un naufragio con l’uscita dal campo di Lamar. Huntley ci mette un po’ a carburare. Quando lo fa, raddrizza la barca con una performance più che onorevole. Aver a che fare con una quantità simile di defezioni però non sarebbe sostenibile per nessuna squadra. Il loro attuale primo posto nella North rischia di farli assomigliare ai ciclisti che lanciano la volata troppo presto (per continuare nella metafora di cui sopra).

Football Team – Cowboys 20-27

Washington 5,5 (6)

Immaginare che possano giocarsi la gara fino all’ultimo quando ancora si sta bevendo il té caldo negli spogliatoi tra le due frazioni è utopistico. Eppure. Arrivano davvero a giocarsela. E senza McLaurin infortunatosi. E con un contributo minimale di Gibson.

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Dallas 6,5 (8,5)

Difesa super (che giocate Lawrence, Gregory… e Parsons!), attacco insomma… Cari Cowboys, attenzione perché si rischia di fare poca strada nella post season così. Quando rivedremo il vero Prescott?

Titans – Jaguars 20-0

Tennessee 7 (9)

Non ripeto quanto sia complicato quest’anno condurre in porto qualsiasi partita. I Titans ringraziano principalmente la difesa. Avere almeno Julio in campo è un’iniezione di talento che fa felice Tannehill e Vrabel.

Jacksonville N.G. (3)

Che Meyer non fosse la scelta migliore era chiaro a parecchi dall’inizio. E ora il disastro sta assumendo proporzioni che vanno oltre il campo di football. Non è solo una questione di gioco. La gestione è terrificante sotto ogni aspetto e abbiamo appena iniziato a scalfire la superficie.

Chargers – Giants 37-21

Los Angeles 8 (8,5)

Segnalo un touchdown stellare di Herbert, che completa un passaggio da 59 yard con un angolo incredibile per Guyton. Vanno avanti ampiamente prima di vedere i Giants mettere un po’ di ciccia in padella. Ormai però è già tempo del caffè, perché la gara è dominata da Los Angeles.

New York 3,5 (4)

Resta poco da chiedere a questo punto all’annata. Tra quel che rimane ci metto far ritrovare la condizione migliore e il morale a Saquon Barkley.

Broncos – Lions 38-10

Denver 8 (7)

Il mio 10 a Demaryius Thomas, l’ex ricevitore dei Broncos scomparso poco prima dell’incontro a soli 33 anni. Un ragazzo che meritava ogni bene per quello che ha dovuto affrontare nella sua vita. I Broncos lo ricordano schierandosi in 10 lasciando libera la posizione che per tanti anni ha occupato. Denver poi vince agevolmente una partita che deve vincere.

Detroit 4 (4)

Brusco risveglio. La vittoria sui Vikings già dimenticata, cancellata da una prova anonima.

Bengals – 49ers 23-26 OT

Cincinnati 6,5 (8)

Di positivo c’è che non si arrendono, che la difesa mette in mostra ottime qualità, che Burrow è un campione e ci tiene a dimostrarlo. Tra gli appunti negativi va annotato che arriva una sconfitta, che fino alla fine del terzo periodo la gara aveva un indirizzo preciso e puntava all’oro e rosso.

San Francisco 7,5 (6)

Kittle mostruoso. Sorregge l’attacco da solo in una giornata in cui non ingrana il gioco di corsa e in cui Samuel è meno pimpante del consueto. Che spettacolo il touchdown della vittoria di Aiyuk. Come abbia fatto a restare in campo non lo sa nemmeno lui. Attenzione a farsi rimontare così nell’ultimo periodo dopo essersi costruiti un ampio margine nelle prime tre frazioni. Le casette costruite con il legno vengono abbattute dal lupo cattivo.

Buccaneers – Bills 33-27 OT

Tampa Bay 7,5 (9)

Era una delle prove toste da superare. E lo fanno. Non mancano gli avvisi. Essere rimontati fin quasi vedersi battuti in volata non è un grandissimo segnale. Perriman fa l’Antonio Brown, ma io resto convinto che tra le tante armi l’81 sia più importante di quanto si creda. Altrimenti l’avrebbero già tagliato.

Buffalo 6,5 (6)

Un primo tempo ancora sotto choc per la sconfitta con i Patriots? La versione “troppo brutti per essere i veri Bills” però non è un inedito in questo 2021. Così vederli risorgere fa ben sperare per il prosieguo nonostante il finale amaro. Allen canta e porta la croce. Resta il rammarico per quella maglietta visibilmente tirata a Diggs ma non sanzionata dagli arbitri che avrebbe potuto cambiare il risultato finale.

Packers – Bears 45-30

Green Bay 7,5 (9)

Inseriscono il turbo dopo la pausa. Ancora mi chiedo perché ci sia qualcuno che si ostini a sfottere Rodgers in modo plateale, ben sapendo di accenderlo ancora di più. Magari fatelo a partita finita se proprio non state nella pelle. Che poi, non è che siete i 49ers di Walsh… Aaron Jones usato con il contagocce, gocce di veleno per i Bears.

Chicago 6 (4)

Un buon primo tempo con Grant (Jakeem, ché non è così famoso da bastare il cognome) a fare da dose booster per provare il colpaccio. Non c’è sufficiente solidità per restare aggrappati alla contesa fino al 60’. Nota comune a tutte le squadre: primo, non regaliamo la palla agli avversari.

Cardinals – Rams 23-30

Arizona 6 (9)

Importante lezione per i Cardinals. Non giocano una partita pessima, anzi. L’ovale però va protetto di più. In un match tirato, soprattutto ai play-off, i turnover fanno la differenza. E la difesa per poter competere al meglio deve stringere un paio di bulloni. Cosa ho capito io: che devo rivedere il mio giudizio su Conner, giocatore estremamente cresciuto e molto più completo di quanto supponevo ai tempi di Pittsburgh; che Green ha ancora benzina nel serbatoio e può insegnare parecchio ai Moore (a restare in campo coi piedi per esempio) e ai Kirk.

Los Angeles 9 (8)

La miglior versione dei Rams. Quella che mi fa rilanciare la possibilità che sembrava sopita che possano arrivare in fondo. Li vedevo in difficoltà addirittura per tenere stretto il loro posto play-off dopo l’ultimo mese di gare (pre-Jacksonville), ora le cose cambiano. Completamente. Difesa che ferma e produce, attacco spumeggiante e con tantissime opzioni. Se la chimica è finalmente a posto l’esperimento potrebbe riuscire molto, molto bene. Nell’ultima azione si è visto cosa significa poter allineare fianco a fianco Miller e Donald.

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