NFL Preview 2020: Carolina Panthers

L’immagine che viene in mente pensando ai Panthers in questa offseason è quella di un bellissimo tramonto, che regala un romantico e malinconico sfondo alla silhouette di Charlotte, con i suoi avveniristici grattacieli che circondando il Bank of America Stadium.
Un tramonto che fa da malinconico sfondo alla fine di una grande storia d’amore, quella tra i Carolina Panthers e i suoi beniamini degli ultimi dieci anni e si sa, le storie d’amore possono finire bene o meno bene, ma il minimo comune denominatore è che il sole sull’era Rivera è calato e quella che sorgerà a settembre sarà l’alba di una nuova era: l’era di Matt Rhule.

Se invece vogliamo metterla in termini più scientifici che romantici, la costante dell’esistenza è che tutto ha un inizio e una fine, l’uomo può solo accelerare o rallentare gli eventi e in questo caso, l’entità catalizzatrice è David Tepper, che deciso di dare una svolta totale alla vita dei Panthers, chiudendo definitivamente un ciclo e aprendone un altro completamente nuovo.
Alla base di questa decisione c’è sicuramente l’esito della stagione precedente, deludente sotto ogni punto di vista, che ha scontentato tutti, sia i fan, che hanno chiesto a gran voce la “Clean House”, sia la dirigenza, motivata a riportare la franchigia di Charlotte nel posto dove merita. Per farlo Tepper ha capito che è necessario radere al suolo e ricostruire dalle fondamenta.
Questo processo è definito dagli esperti NFL americani come “Rebuild”, cioè ricostruzione, ed è a questo che stiamo assistendo, un progetto di ricostruzione con nuovi elementi, nuove filosofie e nuovi protagonisti in campo, e di conseguenza tanti addii, alcuni dolorosi.
Come tutte le ricostruzioni servirà tempo, pazienza, lacrime e sangue ma c’è fiducia che i risultati arriveranno.

Prima di parlare del futuro chiudiamo con il passato.
L’era di Rivera si è chiusa nel peggiore dei modi, con un record di 5-11, molto al di sotto delle aspettative. Il Coach Californiano ha avuto l’ultima chance, e se l’è giocata molto male, soprattutto in virtù del fatto che dal 2018 diversi Coach sono cambiati, cacciati come capri espiatori quando invece si era capito che il problema era effettivamente proprio lui e il 2019 ha mostrato nuovamente tutti i suoi limiti: gioco prevedibile, presenza carente in sideline e mancanza di opzioni. Anche la difesa, che riusciva spesso a tenere la squadra a galla ha subito una pesante involuzione. A questo mettici la sfortuna, con Newton che si infortuna di nuovo saltando tutta la stagione, il back up Kyle Allen è valido ma di certo non è un franchise QB.
Dopo lo 0-2 iniziale il giovane QB va anche sopra le aspettative, facendo illudere tanti tifosi e trascinando la squadra a una serie di vittorie che porteranno il record al 5-3 a metà stagione. Da lì però il tracollo. L’entusiasmo si spegne, tutti i limiti di Rivera escono fuori e i Panthers incasseranno ben 8 sconfitte consecutive, piazzandosi ultimi nella NFC South e con numeri desolanti e pochissime note liete, identificabili al solo McCaffrey, unica luce nelle tenebre.

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Per Tepper è sufficiente, è arrivato il momento di separarsi da Ron Rivera, con il quale però ci si lascia in buonissimi rapporti, e di iniziare il nuovo progetto. Il designato per il nuovo ciclo sarà Matt Rhule, con un contratto di 7 anni per 62 milioni di dollari. Giovane Head Coach dalla NCAA, Rhule è un grande esperto in rebuild e progetti a medio-lungo termine, il suo palmares è una prova: con il Temple College in 4 anni è passato da record 2-10 a vincere il Military Bowl nel 2016, mentre a Baylor in tre anni passa da record 1-11 a vincere il Texas Bowl e giocarsi lo Sugar Bowl, ma perdendolo l’anno scorso. Queste sue doti di progettazione hanno convinto Tepper ad assumerlo per la sua ricostruzione, c’è molta curiosità sul fatto che riesca a riportare i Panthers in alto nel giro di tre-quattro anni, di certo ha le caratteristiche per farlo.

Rhule, Hurney e Tepper si mettono subito al lavoro già dalla Free Agency, le decisioni che prendono saranno clamorose e di impatto ma necessarie in ottica rebuild. Seguirà una serie di addii importanti, con il duplice scopo sia di svecchiare che di fare spazio nel Salary Cap. Il primo addio illustre è quello di Luke Kuechly, non per scelta tecnica ma perché le concussion incassate negli ultimi hanno convinto il miglior middle linebacker degli ultimi dieci anni a fare un passo indietro e ritirarsi, per lui pronto un post nel front office.

La tenebrosa scure di Rhule colpisce giocatori fino a qui pensati intoccabili, uno su tutti Greg Olsen, capitano e bandiera o come Eric Reid, che ha giocato una ottima stagione l’anno scorso. Verranno lasciati andare altri capisaldi come Mario Addison, Gerald McCoy, James Bradberry, Greg Van Roten… insomma i cuori dei fan nero-blu-argento sono stati messi a dura prova e non è ancora tutto! Il colpo davvero duro arriva alla posizione QB. In un primo momento sembrava che l’intenzione era di continuare con Newton, ma la trattativa per il rinnovo si è arenata sulla durata del contratto e le parti si sono divise, fino alla decisione della franchigia di mettere Newton disponibile per trade e successivamente di lasciarlo andare, non senza polemiche, qualche settimana dopo.
La sua pesante eredità verrà presa da Teddy Bridgewater, giovane QB talentuoso ma mai esploso veramente, complici infortuni gravi, ma che sembra aver ripreso la buona strada e sul quale Rhule ha piazzato una scommessa importante: 3 anni per 63 milioni, la domanda è: sarà un QB di transizione o è su di lui che la franchigia punta per tornare al top? Solo il tempo lo dirà. Nel frattempo la società si è mossa anche per trovargli un back up, dato che Kyle Allen verrà tradato ai Washigton Redskins per un quarto pick 2021, al suo posto arriva dalla XFL P.J. Walker, vecchia conoscenza di Rhule che lo ha avuto al Temple College, talento interessante già distintosi come miglior QB della sua Lega. Walker non sarà un caso isolato di giocatore preso perché da lui allenato al college: Rhule infatti porterà alla sua corte altri cinque giocatori che hanno militato tra Temple e Baylor.

Sul fronte arrivi altri nomi interessanti sicuramente sono Russell Okung, veterano OL arrivato via trade con i Chargers per il più giovane ma più economicamente pretestuoso Trai Turner, e Robby Anderson, wr speedster in uscita dai Jets. In difesa arriva dai Raiders Tahir Whitehead, veterano e solido placcatore, e in secondaria l’innesto di una certa importanza è Eli Apple, ex Giants, Saints e Raiders, a portare un po’ di esperienza.
Tutto questo passa per la mossa, la più importante nella Free Agency Panthers, di blindare Christian McCaffrey con un contratto di 4 anni per 64 (meritatissimi) milioni, facendo di lui il RB più pagato della NFL e non credo sia il caso di dire perché, limitandoci a dire che McCaffrey è il presente e il futuro dei Panthers, e sicuramente il primo mattone della ricostruzione in atto.

Si arriva al Draft e anche qui i Panthers fanno notizia, anzi la storia, perché useranno tutti i pick a disposizione per un solo reparto, mai successo prima. Tutti i pick usati per la difesa nella fattispecie, che tra lacune storiche e partenze è sicuramente il reparto sul quale lavorare di più. Al primo round, 7° pick, i Panthers scelgono Derrick Brown, DT da Auburn molto stimato dagli analisti, che lo considerano già fondamentale per il fronte difensivo Panthers che, soprattutto sulle corse, ha deficitato tantissimo l’anno scorso. Gli altri pick oscilleranno tra linea e secondaria, da tenere d’occhio sicuramente il DE Yetur Gross – Matos da Penn State e il DB Troy Pride Jr da Notre Dame.

OFFENSE

mccaffrey panthers titans

Certo, se paragoniamo l’attacco dei Panthers a quelli della NFC South sicuramente è quello più indietro ma non per questo meno interessante. Se stendiamo una ipotetica depth chart quello che viene è un attacco giovane e di talento, che punta sull’entusiasmo, sulla fame e voglia di emergere. Ci sono certezze, scommesse e conferme. La certezza è Christian McCaffrey, il ragazzo delle meraviglie, a detta di molti il miglior RB in circolazione, se non credete a chi scrive credete ai numeri: 1,387 yard corse con 15 TD, 1005 ricevute per 4 TD, le sue yard hanno composto il 43% delle yard macinate da tutta la offense di Carolina nel 2019! Rinnovo milionario più che meritato per questo ragazzo che anno dopo anno alza l’asticella dei limiti umani. Per quanto riguarda la scommessa come già detto è incarnata da Teddy Bridgewater, al quale Rhule ha deciso di dare una chance per tornare nel giro dei grandi dopo l’infortunio e i due anni da back-up di Brees ai Saints. Nel 2019 è stato chiamato a sostituire Brees infortunato ha ben impressionato sia fisicamente che tecnicamente, oltre a questo si punta molto sulla fame e voglia di riscatto di un talento un po’ incompreso e un po’ sottovalutato, sarà davvero interessante capire se Rhule ci ha visto giusto.

Le conferme invece sono da ricercare nel reparto WR, dove ci si aspetta l’esplosione di DJ Moore che migliora anno dopo anno e sembra pronto per il grande salto, accanto a lui il gregario Curtis Samuel se la deve vedere con il neo arrivato Robby Anderson, velocista dai Jets, la cui testa calda rappresenta un po’ uno spauracchio ma che quando è sul pezzo è un arma davvero pericolosa con QB accurato. Il punto debole è sicuramente la linea d’attacco, che non sembra dare certezze, si spera che Okung dia solidità e si aspetta che Greg Little maturi dopo un rookie year al di sotto delle aspettative. In definitiva è un attacco votato all’estro e l’esplosività, attenzione quindi a sottovalutarlo.

DEFENSE

jameis winston

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Se per l’attacco si intravede un potenziale, la difesa invece è un enorme cantiere. Il 2019 è stato annus orribilis sotto ogni punto di vista tranne uno: la linea, seconda in NFL per numero di sack. Questo perché composta da gente di grande esperienza come Mario Addison, Dontari Poe e Gerald McCoy che però sono stati sacrificati sull’altare del Salary Cup. Dietro di loro gli addii di Kuechly, Reid e Bradberry contribuiscono ad aggiungere buchi talmente grandi che nemmeno un draft a tutta difesa riuscirà a mettere delle toppe consistenti. Nota tecnica: Rhule tornerà in 4-3 dopo anni di 3-4, e in questa ottica la linea appare ancora competitiva, seppur con l’età media molto più bassa. Kawann Short e Derrick Brown saranno sicuramente temibili in mezzo, mentre in pass rush Brian Burns è pronto a esplodere dopo un buon primo anno a imparare dai più anziani. Dietro di loro Shaq Thompson dovrà dimostrare di poter essere il nuovo leader della difesa dopo anni accanto a Luke Kuechly, certo: nessuno può sostituire tale mostro sacro come intelligenza e carisma, ma se ha imparato bene la lezione potrà mettersi sulle spalle la difesa nero-blu-argento, mentre il compito ingrato di sostituire Luke come middle linebacker va a Tahir Whitehead, difficile pensare che sia stato scelto per prenderne l’eredità, è più probabile che sia il veterano a basso costo di transizione, l’usato sicuro che può dimostrarsi utile fino a che non si trovi il nuovo fenomeno o che non lo si compri.

La secondaria è sicuramente più thrilling, è l’ora della verità per Donte Jackson, il cui talento è indiscusso, così come la sua immaturità, dovrà dare una risposta e forse l’aiuto del veterano Eli Apple, altro usato a basso costo, può essere d’aiuto. Allo stesso modo Tre Boston dovrà fare da chioccia a Jeremy Chinn, proiettato starter direttamente dal Draft, anche qui i numeri ci sono, ma dal college alla NFL è tutto un altro discorso. A monte di tutto è una difesa in costruzione, quest’anno servirà a capire su quale giovane puntare per il futuro, in attesa poi di innesti importanti, ma i limiti ora sono ben visibili.

COACHING STAFF

Quando fu annunciato Rhule non pochi addetti ai lavori rimasero spiazzati. Una squadra che fino a cinque anni fa era nell’elite e che vuole tornarci difficilmente si affiderebbe a un Coach la cui esperienza in NFL è ridotta a un solo anno come assistant OL Coach ai Giants. In virtù di questo i dubbi su questa scelta si basano sul suo bagaglio di esperienza, e cioè che la NFL non è il college, ma sembra che a Tepper in primis non importi, dato il sostanzioso contratto che gli ha fatto firmare, e soprattutto non importa a Rhule stesso, che ha scelto come Coordinator due coach College, il trentenne Joe Brady come OC da LSU e Phil Snow, 64 anni come DC da Baylor, che conosce bene.

Rhule piace perché non appare essere affatto timido, anzi, in pochi mesi ha rivoluzionato il roster, senza guardare in faccia a nessuno e settato un record nel Draft. Chi deve ricostruire deve essere spregiudicato, deciso e non aver paura di prendere decisioni impopolari. Tepper conta molto su questo, un po’ perché anche lui è spregiudicato e soprattutto perché, al di la di tutti i dubbi, i risultati sono dalla parte di Rhule: i rebuild che ha effettuato ai College sono stati un successo clamoroso, quindi sembra calzare a pennello per i Panthers. Ora va fatto lavorare e tra tre anni vedremo chi ha ragione. Buon lavoro e benvenuto ai Carolina Panthers.

Record previsto: 5-11

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

I Panthers sono una squadra in pieno rebuild che vedrà i frutti del lavoro tra 3-4 anni e questo sarà l’anno dove il lavoro non si vedrà tanto nel risultato delle partite quanto dalle risposte che i singoli giocatori daranno in campo. Rhule non è chiamato a playoff e record positivi ma a capire su chi contare per il futuro. I tifosi quindi Panthers non si aspettino post season o record positivi.

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Alessandro Calabrese

Appassionato di Football Americano e tifoso dei Carolina Panthers dal 2006. Ex giocatore, da 3 anni Coach in II Divisione FIDAF

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2 Commenti

  1. Sono incuriosito dai Panthers di Matt Rhule, penso che coi Giants possano essere la sorpresa NFC

    1. Non sono così ottimista, almeno sui Panthers, arrivare a record positivo sarebbe un miracolo. Spero di sbagliarmi ovviamente…

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