Jameis Winston, storia di un ludopatico.

Jameis Winston è un ludopatico. Non nel senso letterale del termine, sia chiaro. Negli anni passati tra il college e la NFL Winston è stato al centro di diversi scandali, dal taccheggio alle molestie sessuali, ma nessuno lo ha mai visto giocarsi il signing bonus di Tampa Bay al tavolo da Black Jack. Jameis Winston è un ludopatico perché la sua ascesa e il suo declino nel mondo del football seguono le fasi della dipendenza da gioco d’azzardo, e perché il suo stile di gioco nel bene e nel male è quello di uno scommettitore incallito.

jameis winston

Ogni ludopatia comincia con le prime vincite, una fase che Winston ha vissuto nei due anni da titolare al college di Florida State, dove giocando un football spesso rischioso ma efficace si è guadagnato l’Heisman Trophy e la selezione come prima scelta assoluta al Draft 2015.

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In questi highlight vedrete diversi lanci forzati in double o triple coverage ma anche una precisione inusuale per un quarterback così giovane.

Dopo aver riscosso, però, per ogni giocatore d’azzardo arriva il momento delle perdite, la seconda fase. Nel suo esordio in NFL con i Tampa Bay Buccaneers, Winston si accorge presto che al banco della NFL certi azzardi si pagano caro. Il primo passaggio della sua carriera professionistica è un pick 6.

Winston comunque dimostra presto di non essere il nuovo JaMarcus Russell.  Il talento c’è e inizia presto a intravedersi. Un anno dopo l’esordio, nella gara d’apertura della sua seconda stagione, Jameis bombarda i Falcons con 4 touchdown, dando l’impressione di poter diventare la next big thing della NFL.

L’ascesa di Winston però è stata sempre frenata da un rendimento altalenante: il QB dei Buccaneers ha alternato costantemente exploit da 3 touchdown e un intercetto a horror show da 3 intercetti e un touchdown.

Per quattro anni Winston ha galleggiato tra vincite astronomiche e perdite disastrose. Ogni volta che è andato in rosso, poi, ha potuto contare sul credito garantito dall’essere la prima scelta assoluta. D’altronde, dopo avergli messo sulle spalle il futuro della franchigia i Bucs non avevano altra scelta che sperare in una consacrazione definitiva. Per di più, tutti gli allenatori e i coordinatori offensivi che l’hanno avuto tra le mani sono stati convinti di poter curare la sua predisposizione agli errori, di poter eliminare i rischi inutili dal suo stile e trasformarlo nel quarterback che avrebbe riportato in alto Tampa Bay.

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In questo video girato durante la stagione 2017 di Hard Knocks, Winston è a colloquio con John Gruden e Rex Ryan. Il primo lo paragona ad un giovane Brett Favre, il secondo si rammarica di non aver mai avuto nelle sue squadre un quarterback del livello di Jameis.

Nella stessa stagione di Hard Knocks, l’head coach di Tampa Dirk Koetter esprime un giudizio più equilibrato e meno entusiastico. In un colloquio privato, il coach mette il suo giovane QB davanti alla contraddizione della sua carriera NFL, dicendogli:

«Sei l’unico giocatore che può farci vincere le partite da solo, ma sei anche l’unico che ce le può far perdere».

A due anni di distanza, la profezia di Koetter si è avverata. Winston ha vinto tante partite grazie al suo talento, ma ne ha perse ancora di più prendendosi rischi inutili, e proprio il mancato sviluppo del giovane quarterback è finito per costare allo stesso Koetter la panchina.

Per salvare una situazione sempre più compromessa i Bucs si sono rivolti a Bruce Arians, che dopo aver lanciato le carriere di due futuri hall of famer come Peyton Manning e Ben Roethlisberger ha scelto di tornare in pista proprio con Winston, per cercare di far brillare un diamante che nessuno era ancora riuscito a sgrezzare.

winston arians

Dopo un inizio terribile, le cose sembravano andare meglio. Tra la terza e la quinta giornata Winston è sembrato più posato e meno incline agli errori, e ha coronato il periodo positivo guidando l’attacco ad una prova da 55 punti contro i Rams in Week 4.
Ma proprio quando sembrava aver imboccato la strada giusta, Jameis ci è ricascato in pieno. Davanti al pubblico del Tottenham Hotspur Stadium di Londra il quarterback dei Bucs ha regalato la sua peggior prestazione di sempre, culminata in 5 intercetti e 2 fumble di cui uno perso, per un totale di 6 turnovers.
Nella partita contro i Panthers Winston è arrivato alla terza fase della ludopatia, quella in cui il giocatore inizia a scommettere -e perdere- le chiavi di casa.
Gli errori di Winston in quello che rischia di essere lo spartiacque negativo della sua carriera sono il riepilogo dei difetti che gli hanno impedito di consacrarsi, e meritano per questo di essere analizzati.

Quando è in giornata no, Winston fatica terribilmente a leggere le difese avversarie, come un giocatore di Poker che abbocca ai bluff più palesi. In questo intercetto lanciato l’anno scorso contro i Bengals, ad esempio, non si accorge che gli avversari dopo lo snap sono passati da una cover 4 a una cover 3 Buzz, e finisce per lanciare in bocca alla safety che si è alzata di posizione.

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Ma il problema è ancora più profondo. Anche quando legge bene la situazione, a Wiston capita spesso di prendere la decisione sbagliata. Proprio questa pecca nel decision making ha portato al primo intercetto lanciato contro i Panthers, nella primissima azione offensiva dei Buccaneers.

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Winston sa che Carolina, come spesso accade, è in Cover 3, e sa anche che lo schema che deve eseguire, un curl/flat concept, è un buon modo di attaccarla. Dopo lo snap guarda verso destra e ha la conferma della disposizione avversaria. Poi si gira verso sinistra e decide di attaccare quel lato, servendo la curl route di Mike Evans, che viene però intercettato dal cornerback Bradberry. È un errore inspiegabile, perché Winston vede chiaramente che il linebacker sul lato alla sua sinistra, Luke Kuechly si è allargato in direzione del ricevitore dei Bucs, restringendo notevolmente la finestra di lancio. Sull’altro lato invece il linebacker era rimasto più stretto, lasciando così più spazio per completare il lancio.

È stato un grave errore, solo parzialmente scusabile per l’ottima esecuzione della difesa e per il rapido collasso della tasca. Ma ogni attenuante svanisce se si guardano i precedenti di Winston, che non è nuovo ad errori del genere, dovuti ad un decision making più che discutibile.

Come se non bastasse, le carenze del gioco di Winston non si limitano a letture e decision making. Gli intercetti peggiori arrivano quando anche dopo aver letto bene la situazione e aver preso la decisione giusta Winston incappa comunque in errori di esecuzione elementari, come se fosse alla roulette e volesse puntare sul rosso ma la fiche gli scivolasse maldestramente sul nero.
È successo in questo intercetto contro i 49ers, e in modo ancora più palese in quello lanciato contro i Giants, dove ha letto bene la situazione e ha scelto la traccia giusta e più sicura, ma a causa del pessimo footwork ha sbagliato clamorosamente un lancio di 10 yard.

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Tornando alla débacle di domenica scorsa, sul secondo intercetto Winston non ha particolari colpe.

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Essendo un Terzo e dodici, i Bucs hanno bisogno di un guadagno consistente, e per garantirlo Winston ha bisogno di un drop lungo e del tempo necessario per far sviluppare le tracce dei ricevitori, ma il right tackle viene battuto talmente velocemente che nemmeno due secondi dopo aver ricevuto lo snap Winston si trova Bruce Irvin aggrappato al braccio destro. A causa del colpo subìto dal lato cieco, il passaggio finisce direttamente in bocca a un difensore dei Panthers.

È evidente che la linea d’attacco ha sofferto terribilmente l’aggressività di Carolina, ma le sue difficoltà non assolvono minimamente Winston, perché per ogni occasione in cui la linea ha protetto male Winston, ce ne sono almeno due in cui il quarterback ha fatto sfigurare ingiustamente i suoi uomini di linea prendendo le scelte sbagliate, come in occasione dei due fumble consecutivi commessi a fine secondo quarto. Sì, con i Bucs alle soglie della redzone Winston ha commesso due fumble di fila, il primo dei quali perché inspiegabilmente ha esitato in occasione di uno screen pass.

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Per funzionare, lo screen pass dev’essere eseguito con un tempismo perfetto. Winston invece  al momento del lancio esita senza motivo, e per questo si espone al colpo del difensive lineman. Fortunatamente per i Bucs, il pallone viene recuperato da un offensive lineman, ma la perdita di terreno porta comunque ad un 2nd&19.

Quando si gioca d’azzardo, saper accettare e contenere le perdite è fondamentale. Vista la situazione, (I Bucs sono sotto di soli dieci punti) l’unica opzione sensata per il quarterback è non forzare nulla, cercare un guadagno se possibile ed eventualmente accontentarsi del field goal. Per un ludopatico, però, l’unico modo per rientrare delle perdite è scommettere ancora, scommettere di più. Winston non riesce a ragionare in un altro modo, è più forte di lui.

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Così, dopo lo snap cerca un ricevitore libero sul profondo, ma la pressione di Carolina lo costringe ad evadere rapidamente dalla tasca. Anziché accettare la perdita e lanciare fuori dal campo, Wiston resiste disperatamente, dimenandosi mentre aspetta una traccia libera che non arriverà mai, fino a che Butler gli piomba alle spalle e gli strappa il pallone, che questa volta viene recuperato da Carolina.

Ci sarebbe un altro tempo da giocare, ma la partita finisce in quel momento. Le speranze di rimonta dei Bucs vanno in frantumi insieme all’ottimismo sui miglioramenti mostrati da Winston nelle ultime tre partite. Il partita è virtualmente finita, dicevamo, ma la giornata nera di Jameis è appena a metà, perché nel secondo tempo il QB dei Bucs commetterà altri tre intercetti, di cui almeno due, va detto, sono anche merito della difesa fantastica di Carolina. Winston ha trovato l’avversario peggiore contro cui incappare in una delle sue giornate storte. Contro avversari più modesti, probabilmente i suoi errori non avrebbero fruttato statistiche così deprimenti nella casella dei turnover.

jameis winston

Resta il fatto che le tre fasi della ludopatia hanno portato Winston in fondo al baratro, a un passo dal perdere tutto. Da qui ci sono due strade. La prima è la bancarotta, che nel suo caso vorrebbe dire abbandonare definitivamente le speranze di diventare un franchise quarterback. La seconda è quella della guarigione, una strada davvero difficile da immaginare a questo punto, perché Winston sembra essersi giocato tutto il credito che aveva nei confronti di una franchigia che lo ha sostenuto fino all’ultimo. 

Jameis Winston si è scavato una fossa enorme, ma ha un’ultima possibilità per tirarsene fuori. Visto che i Bucs non hanno QB di riserva di livello, Jameis avrà altre dieci partite per cercare di ristabilire la propria credibilità in NFL. Non ha bisogno di lanciare per 400 yard e 4 touchdown ogni partita, ma di tenere sotto un numero ragionevole i turnover. È molto difficile che ci riesca, perché non l’ha fatto fino ad ora, ma non ci sono altre possibilità. A fine anno Winston sarà free agent e dovrà per lo meno dimostrare di essere riuscito a ristabilirsi psicologicamente dopo la performance sciagurata di Londra. Dovesse riuscirci, nonostante tutto qualche squadra disposta a rischiare su di lui ci sarà.

Per una volta, a giocare d’azzardo non sarà lui.

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Alberto Cantù

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