Profondo Roster 2021: New York Giants

Doveva essere la festa per l’induzione di Eli Manning nella Giants Ring of Honor, con tanto di ritiro della maglia e cerimonia ufficiale, e doveva essere una festa per la prima vittoria in campionato del team di Joe Judge che affrontava gli Atlanta Falcons, anche loro ancora fermi al palo e in evidente difficoltà. La festa a Manning naturalmente c’è stata, ma purtroppo per i G-Men, sul campo è arrivata un’altra beffa all’ultimo secondo mentre, durante il discorso celebrativo di Manning nella pausa di metà gara, il presidente John Mara è stato pesantemente contestato dai tifosi ormai stufi delle continue sconfitte (rientrando nel suo box lo stesso Mara ha confessato ai giornalisti “contesterei anche io; siamo 0-2 e sotto nel punteggio”). Intendiamoci, i Giants potrebbero tranquillamente essere 2-1 ma una serie interminabile di pasticci, fra cui penalità offensive, fumble, ricezioni mancate di un soffio, intercetti falliti e una infrazione degli special team che ha trasformato la vittoria contro Washington in una cocente sconfitta, hanno inchiodato il team della Grande Mela al secondo avvio stagionale consecutivo con tre sconfitte in fila. 

OFFENSE

Da quando è entrato nella NFL, Daniel Jones è stato sotto la lente ad ingrandimento. Sostituire una leggenda come Eli Manning non è facile, in una città come New York è più difficile, con una serie notevole di problemi, da una linea offensiva ed un gruppo di receiver spesso modesti, al k.o. durante la seconda gara di regular season del 2020 del fortissimo runner Saquon Barkley, è ancora più difficile. Nei primi due anni, Jones ci ha messo anche del suo, fra turnover e sack subiti, con statistiche che parlano chiaro: con l’ex Duke in cabina di regia, New York ha un record di 8 vittorie e 29 sconfitte, con 40 palle perse e 87 sack subiti.

In realtà però nella stagione corrente, Jones non ha demeritato: è il leading rusher del team con 161 yard (la metà di tutte quelle guadagnate via terra dagli uomini in blu), con una media di 7 yard a portata, ha la miglior percentuale della sua carriera di passaggi completi con il 65,4%, non ha ancora lanciato intercetti, ed ha 94,3 di QB rating. Questi miglioramenti però non hanno inciso sulla statistica che più conta, quella delle vittorie. E qui naturalmente viene chiamato in causa anche l’offensive coordinator Jason Garrett, che lavora da due anni con Jones e il cui attacco, dal 2020, è il peggiore nei terzi down, il trentunesimo per punti segnati e il ventottesimo in yard per gioco offensivo. E la gara di domenica è sembrata mettere ulteriori dubbi nelle menti di giocatori e tifosi in blu riguardo la considerazione che l’head coach Judge ha del suo attacco: sotto 6-7 a metà del terzo quarto, i Giants si sono trovati a giocare un quarto e quattro sulle 39 dei Falcons. Qui, anziché tentare un field goal, che con Gano come kicker non è certo impossibile, o giocarsi un quarto down tutto sommato abbordabile alla mano, Judge ha optato per un punt, decisamente non la soluzione più adatta per una squadra alla ricerca di una scintilla in attacco.

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Come detto, un reparto già in difficoltà di suo non è stato certamente aiutato dal grave infortunio che ha colpito Saquon Barkley nella passata stagione e quest’anno il coaching staff ha deciso di reintegrare il runner in maniera graduale (dieci portate la prima giornata, tredici la seconda e sedici la terza) con risultati finora altalenanti: male contro Denver, bene contro Washington, malino contro Atlanta in un match in cui però Barkley ha segnato finalmente una meta su corsa ed ha anche ricevuto 6 palloni per 47 yard. Il backfield dei Giants è completato da un back up solido ed esperto come Devontae Booker, dal giovanissimo Gary Brightwell e dall’halfback/fullback Elijaah Penny. Booker, che ha disputato una buona annata 2020 a Las Vegas, nell’ultima gara contro i Falcons era inattivo, una scelta curiosa vista l’inesperienza del resto del gruppo e la giusta prudenza usata nell’usare Barkley.

Con l’arrivo in offseason di Kenny Golladay, reduce però da un 2020 da dimenticare, il reparto ricevitori dei Giants è sicuramente il migliore fra quelli che Jones ha avuto a disposizione nella sua esperienza nella Grande Mela. Golladay e Sterling Shepard sono due giocatori di sicuro affidamento, con il secondo che è più ricevitore di possesso mentre il primo, che a Detroit lo scorso anno ha disputato appena 5 gare, è più esplosivo, al pari del terzo receiver, Darius Slayton, che in questo 2021 ha contributo con appena 7 ricezioni, rispetto alle 18 di Sheppard e alle 11 di Golladay, ma con una media di 18,1 yard per catch. Slayton ha però sulla coscienza la mancata di ricezione in meta di una bomba lanciata da Jones nella gara con Washington, errore che ai Giants è costato quattro punti in un match perso 30-29. Ma a disposizione di Jones ci sono anche l’interessante Collin Johnson, ex Jaguar, che, contro i Falcons, complici i problemi muscolari a Shepard e Slayton, è stato cercato ben 7 volte, ed il rookie prima scelta Kadarius Toney.

Tre sono invece i tight end per coach Garrett, con l’esperto ex Viking Kyle Rudolph e Kaden Smith utilizzati spesso in coppia nel running game, ed il talentuoso ma inconsistente Evan Engram più usato nel passing game. Dei tre, Rudolph è quello col maggior numero di snap (125) e di ricezioni (4), ma solo perchè Engram ha dovuto saltare le prime due gare di campionato per un problema al polpaccio. Quest’ultimo è sicuramente il più capace del gruppo, ma i tifosi non gli perdonano il fatto di essere stato scelto al primo giro nel draft 2017 e di non essere mai riuscito, ad eccezione del suo anno da rookie, a giocare al livello necessario per una prima scelta (vero, al termine della stagione 2020, Engram è stato convocato per il Pro Bowl ma le ragioni di tale scelta rimangono piuttosto misteriose). Anche contro Atlanta, Engram, che per altro è giocatore esemplare in allenamento e fuori dal campo, ha commesso un costoso fumble e molti tifosi hanno esultato quando si è accomodato in panchina.

Una linea di attacco che già presentava non pochi dubbi, ha subìto alcuni duri colpi fra offseason ed avvio di campionato, con i ritiri di Zach Fulton e Joe Looney ed il terribile infortunio alla gamba sinistra subito contro Washington, da Nick Gates, un problema che potrebbe metterne addirittura a rischio la carriera. Il nuovo centro è Billy Price, acquisito dai Bengals di cui fu la prima scelta nel 2018, con Will Hernandez come guardia destra e un altro giocatore che non ha fatto la preseason con New York, Ben Brederson a sinistra, mentre i tackle sono la prima scelta del 2020 Andrew Thomas e l’ex Patriot Nate Solder. Nella delicata posizione di tackle sinistro, Thomas, dopo una stagione da rookie assolutamente problematica, sta finalmente trovando un rendimento solido, soprattutto nella protezione sul passaggio, mentre Price, dopo aver faticato a Washington, contro i Falcons ha protetto a dovere Jones. Solder, dopo aver preferito saltare la stagione 2020 per i timori legati al Covid, non ha ancora trovato una forma accettabile mentre Hernandez e Brederson stanno faticando soprattutto nell’aprire buchi per il running game.

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DEFENSE

La difesa è sicuramente il reparto meno colpevole dell’esito negativo dello scorso campionato, dopo invece tre annate complicate. In questo 2021 il reparto di coach Patrick Graham non ha demeritato, essendo a metà classifica in fatto di punti subiti, ma non sta ripetendo l’ottima seconda parte di stagione 2020, complici una pass rush poco pungente ed un secondario che ha concesso decisamente troppo. Inoltre, purtroppo per i G-Men, domenica è andato k.o. per la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro Blake Martinez capitano e leader della difesa, e sostituirlo non sarà impresa facile. La difesa dei Giants utilizza spessissimo tre linemen, Leonard Williams, Austin Johnson e Dexter Lawrence. Johnson è atleta solido ma la coppia Williams e Lawrence è sicuramente di livello superiore. Unica riserva utilizzata con continuità è l’altro tackle Danny Shelton, che invece finora è stato poco efficace soprattutto contro la corsa.

Lorenzo Carter, Oshane Ximines ed il rookie Azeez Ojulari ruotano nel ruolo di edge rusher, con quest’ultimo che si è rivelato nettamente il più efficace, essendo l’autore di tre dei sei sack messi a referto da NY. Tra l’altro Ojulari è il primo giocatore della storia dei Giants ad aver siglato tre sack nei primi tre incontri della sua carriera nella Lega maggiore. Tae Crowder e Blake Martinez formavano invece la coppia di linebacker interni ma con il k.o. di quest’ultimo sarà l’ex Chief e Lion Reggie Ragland a gestire il compito all’interno mentre Crowder, scelto lo scorso anno al settimo giro, ha avuto finora una stagione sulle montagne russe, fra la prestazione rivedibile contro Washington e quelle decisamente migliori contro Denver e Atlanta.

L’ex Titan Adoree Jackson e James Bradberry sono i due cornerback titolari, con Bradberry che è reduce da un ottimo 2020 ma in questo 2021 sta andando a corrente alternata. L’ex Carolina nella gara contro Washington ha messo a segno l’unico intercetto dei Giants fin qui, ma ha anche patito tremendamente McLaurin, e Jackson è finora sicuramente il migliore dei due. Il resto della difesa base, che prevede soprattutto quelle coperture a zona che furono molto efficaci nella seconda metà del 2020 ma quest’anno lo sono molto meno, sono Jibrill Peppers, Logan Ryan e Xavier McKinney, ufficialmente tre safety, che però ruotano, soprattutto gli ultimi due, anche come slot corner.

Completano il gruppo dei defensive backs, il cornerback Darnay Holmes, impegnato come slot corner con risultati alterni nelle prime due gare poi praticamente relegato in panchina contro Atlanta, il collega Rodarius Williams, che invece contro i Falcons ha visto un incremento del suo utilizzo con risultati però peggiori rispetto a Holmes, e la safety al terzo anno Julian Love, che dopo aver visto un aumento del suo impiego fra il suo anno da rookie ed il 2020, nella stagione  in corso è stato usato col contagocce.

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LA SORPRESA

Scelto al secondo giro nei recenti draft, Olajuwari ha iniziato la stagione dietro a Carter e Ximines nella depth chart, ma dopo i tre sack in altrettante partite è probabile che il suo utilizzo aumenti di partita in partita, essendo il rookie efficace anche contro la corsa   

LA DELUSIONE

James Bradberry ho vissuto un 2020 da incorniciare, coronato dalla prima convocazione al Pro Bowl, mentre in questa stagione il suo rendimento è stato finora piuttosto lontano da quello del passato campionato.

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