Campioni ad ogni costo

Mettetevi comodi ed aspettate che Doc Brown metta a punto la De Lorean per catapultarci nel secolo scorso, a quasi cent’anni di distanza da oggi.

Siamo nel 1921, la NFL si chiama ancora APFA (American Professional Football Association) ed il football professionistico sta iniziando ad organizzarsi meglio, dopo un paio di decenni di improvvisazione. Il campionato inaugurale del 1920 si è concluso con una disputa a tre fra gli Akron Pros, i Buffalo All-Americans ed i Decatur Staleys. I primi hanno terminato la stagione imbattuti, con otto vittorie e tre pareggi, mentre Staleys ed All-Americans hanno sì perso una partita, ma ne hanno vinte rispettivamente nove e dieci, e pretendono quindi di essere nominati campioni al posto dei Pros.

L’AFPA decide di assegnare comunque il titolo ai Pros, e la cosa sembra finire lì. Peccato che anche la stagione 1921 termini con due squadre che si disputano il titolo in una delle più famose controversie della storia del football professionistico.

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La storia del football americano – 1920: Akron vince l’AFPA

Prima di raccontare la storia, dobbiamo ricordare che all’epoca non esisteva una schedule ufficiale, ed erano direttamente le squadre ad organizzare tra di loro gli incontri, per cui non era raro vedere squadre che disputavano undici partite (come i Chicago Staleys) ed altre che ne disputavano solo due (come i Muncie Flyers, i Louisville Brecks o i New York Brickley Giants) o addirittura una sola (come i Tonawanda Kardex). Inoltre c’erano squadre che giocavano sempre e solo in casa (i Buffalo All-Americans, ad esempio), non esistendo alcun tipo di norma che regolamentasse il calendario del campionato. Va da sé che stabilire una classifica finale non era sempre una cosa semplice, e spesso si generavano litigi e polemiche, come abbiamo visto per gli Akron Pros del 1920 citati poc’anzi.

Oltre alla mancanza di un calendario vero e proprio, il grosso problema era rappresentato dalla mancanza di una data stabilita per la fine della stagione, per cui quando alcune squadre avevano terminato la loro serie di partite, altre magari ne giocavano ancora due o tre, finché ad un certo punto tutti smettevano di giocare e si tirava giù la graduatoria finale.
Nel caso del campionato 1921, però, oltre alla disorganizzazione generale della lega, ci mette lo zampino quella vecchia volpe di George Halas, primo coach (e giocatore) dei Decatur Staleys, poi passati a Chicago, dove diventeranno Bears nel 1922.
I Buffalo All-Americans stavano terminando la stagione imbattuti con un record di otto vittorie, zero sconfitte e due pareggi (ricordiamo che, all’epoca, il pari non contava per la determinazione del record finale).
I Chicago Staleys di George Halas, invece, avevano al loro attivo otto vittorie, un pareggio ed un’unica sconfitta: quella rimediata per 7-6 a Buffalo nella loro unica partita in trasferta della stagione, il giorno del ringraziamento.

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A rigor di logica, quindi, All-Americans primi e Staleys secondi, e sebbene Buffalo dovesse ancora giocare un’ultima partita contro gli Akron Pros, Halas non ci sta e gioca d’anticipo. Sostenendo che l’unica differenza tra Staleys ed All-Americans fosse proprio la vittoria di un punto ottenuta da Buffalo (e dici poco…), per stabilire chi sia davvero la miglior squadra dell’anno chiede a Buffalo una rivincita, stavolta a Chicago, e la ottiene ad una condizione: la partita verrà considerata come un’esibizione di post-season e non avrà ripercussioni sulla classifica finale.

Frank McNeil, proprietario di Buffalo, prende la partita come l’esibizione che dovrebbe essere, e non protesta per la calendarizzazione dell’incontro, che Halas piazza il giorno immediatamente succesivo a quello che gli All-Americans disputeranno contro Akron. Inoltre, McNeil acconsente a lasciar liberi, dopo la partita con i Pros che dovrebbe chiudere la stagione, i giocatori arrivati a metà stagione dallo smembramento dei Detroit Tigers che, nel frattempo, si sono ricostituiti e vogliono giocare un’ultima partita sotto il nome della franchigia. Sempre per inquadrare il contesto, al tempo i giocatori non avevano un contratto “stagionale” con la squadra, ma cambiavano casacca anche tra una partita e l’altra, per cui non era infrequente incontrare gli stessi giocatori anche tre o quattro volte a stagione con squadre diverse.

Chicago Staleys campioni

Buffalo si sbarazza senza grossi problemi dei Pros e poi, con mezza squadra, sale sul treno che li porta a Chicago per giocare l’esibizione contro gli Staleys il giorno dopo. Chicago può mettere in campo la sua miglior formazione, fresca e riposata, ma fatica lo stesso ad avere la meglio di Buffalo. Il punteggio finale è infatti di 10-7 in favore della squadra di Halas, grazie ad un field goal di Dutch Sternaman sul finire del terzo quarto.
Ottenuta la vittoria, Halas parte al contrattacco e reclama il titolo di campione APFA 1921. Ma come? Non era solo un’esibizione? McNeil ha già ordinato dei piccoli trofei da consegnare ai giocatori per la vittoria del campionato, e nel frattempo Halas inizia la sua operazione di lobbying verso gli altri proprietari delle franchigie APFA.

Al tempo era prassi comune che, in caso di rivincita, la seconda partita contasse più della prima, per cui Halas si sentiva in diritto di reclamare il titolo. E poi anche i punti segnati totali erano in favore di Chicago: 16-14. Infine come si poteva parlare di esibizione di post-season se una vera e propria data di fine stagione non esisteva?
Come accennavamo all’inizio, la cultura dei tie breakers e dei playoff era ancora lontanissima da venire, ed Halas ebbe buon gioco nel convincere gli altri proprietari che, con una votazione formale, decisero di assegnare il titolo del 1921 ai Chicago Staleys. Halas aveva vinto: dopo aver fallito nel tentativo di reclamare un titolo pur con un record inferiore, questa volta era riuscito ad incoronare i suoi Staleys campioni APFA per l’anno 1921 conquistando la Brunswick-Balke Collender Cup (l’antesignano del Vince Lombardi Trophy).

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La coppa non arrivò mai nelle mani di George Halas, ma questa è un’altra storia che vi racconteremo prossimamente. Halas tentò nuovamente lo stesso colpo nella stagione 1924, ma la NFL gli tarpò subito le ali introducendo, anzi, una regola che stabiliva una volta per tutte una data di fine entro la quale disputare le partite di una stagione affinchè fossero valide per la classifica finale.
Si dovette però arrivare al 1932, quando Chicago Bears e Portsmouth Spartans arrivarono primi a pari merito, per vedere la prima partita ufficiale di post season per decidere la vincitrice del campionato, ed il successo fu tale che, a partire dal 1933, la NFL decise di disputare sempre una finale al termine della stagione per stabilire chi fosse il campione.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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