Huddle Mailbag, risposte alle vostre domande #10

Vi diamo il benvenuto a questo nuovo appuntamento con Huddle Mailbag, la rubrica bisettimanale in cui rispondiamo alle vostre domande di qualsiasi natura legate al mondo dello sferoide prolato. Ringraziando i nostri lettori per le domande pervenute, come nell’appuntamento precedente in coda all’articolo troverete i metodi per contattarci e porgerci le vostre domande!

Sean ci chiede:

Secondo voi quali saranno le franchise tag più probabili?

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Dalla redazione risponde Eugenio

Partendo dal presupposto che secondo me quest’anno ci sarà un forte aumento di franchise tag per via del salary cap che creerà problemi nei rinnovi, qui parliamo di più probabili quindi sicuramente la S Justin Simmons dei Broncos, il WR Kenny Golladay dei Lions, il TE Hunter Henry dei Chargers ed il WR Chris Godwin dei Buccaneers. Attenzione ad Haason Reddick dei Cardinals e Daryl Williams dei Bills.

Alberto  ci chiede:

Quanto può influenzare il fatto che molti prospetti che usciranno dal draft sono fermi da un anno. Lo stesso Le’Veon Bell insegna.

Dalla redazione risponde Emanuele

Non sono paragonabili con la scelta di Bell che stette fermo per un anno per questioni di contratto e ad una età più avanzata. I giocatori potranno essere valutati fuori dalla combine, nel Pro Day, che permette solitamente ai giocatori di salire e scegliere nei ranking. Sicuramente quest’anno tolti i giocatori più importanti saranno quelli secondari ad oscillare molto per questo motivo  molti buoni prospetti di seconda linea se non hanno avuto modo di “brillare” rimarranno per un altro anno da senior al college senza rendersi eleggibili.

Federico ci chiede:

Come vivono i tifosi il cambio di franchigia? Quale differenza c’è tra i tifosi americani e quelli oltreoceano?

Dalla redazione risponde Eugenio

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Ovviamente male, soprattutto per i tifosi americani. Alla fine è come se ti estirpassero le tue radici. Molti tifosi non seguono un team perché questo è vincente o altro, ma c’è molto campanilismo: si tifa per il team della tua città o dei suoi dintorni solitamente. Pensa, usando una metafora calcistica, se prendessero la Roma, prendo questo esempio perché Milan Inter e Juventus hanno molti tifosi sparsi per tutta Italia a differenza della Roma che solitamente raccoglie consensi dei propri concittadini, e la sposta a Canicattì. Vi sarebbe guerriglia urbana a Roma. Spostassero l’Inter o il Milan sicuro succederebbe uguale ma manterrebbero il bacino non legato alla città ma al team. Negli states ci sono franchigie che hanno dovuto traslocare di notte per evitare subbugli. A San Diego hanno rappato una canzone per cercare di convincerli. Come diceva Emanuele a scusate il disturbo “per un americano è come se gli morisse la mamma”. Molti smettono anche di tifare quel team. Per quanto riguarda l’oltreoceano alla fine, che a noi giochino a San Diego o a Los Angeles cambia ben poco. Certo che se un team storico come Dallas cambiasse città, parlando ipoteticamente, penso che molti tifosi fuori dagli States cambierebbero team perché legati soprattutto alla storia affascinante della franchigia più che al team stesso.

Mauro ci chiede:

Sembra che i Falcons siano orientati nella scelta di un Qb al prossimo Draft. Secondo voi escluso Lawrence che non dovrebbe più essere disponibile, quale Qb si adatterebbe meglio per la squadra di Atlanta? É giusto secondo voi andare su un Quarterback oppure la scelta dovrebbe essere fatta su un altro ruolo?

Dalla redazione risponde Alberto

Ciao Mauro,

Erano anni che i Falcons non potevano disporre di una scelta così alta al draft, e visto il periodo particolare della squadra, l’età dello starting quarterback e la qualità di questa rookie class era in evitabile che il discorso su come spendere quella quarta pick divampasse nel momento esatto in cui questa stagione disgraziata si è conclusa. Onestamente, non ho la più pallida idea di quali parole usciranno dalla bocca di Roger Goodell dopo «with the 4th pick in the 2021 draft, the Atlanta Falcons select».. Non so se sceglieranno un QB e non so su quale QB punteranno le loro fiches. A dire il vero, non so nemmeno se la scelta dei Falcons sarà davvero la quarta. Atlanta potrebbe fare trade up per assicurarsi il suo uomo oppure fare trade down e spendere le proprie risorse altrove.
Il motivo principale di questa incertezza è che i Falcons hanno appena stravolto il proprio assetto dirigenziale, dal GM Terry Fontenot al coach Arthur Smith. Entrambi sono alla loro prima esperienza nei rispettivi ruoli e non hanno ancora avuto modo di “tastare” il roster, a partire dalla posizione più importante, quella di QB.

Detto questo, aggiungo un paio di considerazioni personali, partendo dalla seconda delle tue domande. È giusto scegliere un QB? Questo dipenderà da una serie di valutazioni, prima tra tutte la fiducia in un “bounceback” da parte di Matt Ryan dopo due stagioni piuttosto deludenti. Un altro aspetto che inciderà è la fiducia del nuovo regime riguardo le potenzialità del roster attuale nel suo complesso: se Smith e Fontenot dovessero stabilire che non ci sono i mezzi per competere a breve termine, potrebbero essere incentivati a scegliere un QB, e magari addirittura a salire di 1—-2 posizioni per scegliere il secondo migliore della nidiata dopo l’irraggiungibile Lawrence. Se viceversa dovessero avere fiducia nei 53 a loro disposizione, potrebbero investire la scelta su un impact player immediato, come Kyle Pitts e Penei Sewell, due prospetti generazionali nelle rispettive posizioni di TE e LT.
Oppure potrebbero scegliere la strada del trade down per tappare i buchi che questo roster ha in diverse posizioni strategiche, soprattutto in difesa.

Tutte e tre le strade sono legittime sulla carta, tutte e tre hanno vantaggi e svantaggi ben definiti che andranno ponderati con cautela, perché se tutto andrà come deve andare passerà diverso tempo prima che i Falcons avranno la possibilità di scegliere di nuovo così in alto. Con questo passo alla tua prima domanda: appunto perché scegliere quarti overall non capita tutti gli anni, è molto probabile che alla fine un quarterback venga scelto, e in tal caso si aprirebbero gli scenari più interessanti. Justin Fields, Trey Lance e Zach Wilson sono tutti e tre prospetti interessantissimi che difficilmente verranno scelti al di fuori della top 8. Per il poco che ho visto al momento, onestamente il più promettente (e soprattutto il più “pronto”) mi sembra Fields. Dal mio punto di vista, il prodotto di Ohio State potrebbe scendere in campo week 1 e comportarsi decorosamente.  Visto che però i Falcons un quarterback ce l’hanno ancora e potrebbero avercelo per altri due anni, il progetto che mi intriga di più sarebbe un altro. Scegliere Trey Lance, che è molto acerbo ma ha un potenziale fisico e atletico stellare, farlo maturare dietro a Ryan per 1-2 anni e poi metterlo sotto il centro quando sarà pronto. In più, Lance ha giocato in un sistema offensivo che ha dei punti di contatto con quello di Arthur Smith (lo ha fatto per certi versi anche Wilson, sul quale però ho qualche dubbio in più) e l’idea di godermi gli ultimi anni di Ryan per poi trovarmi in casa il suo successore pronto a tenerci in alto mi fa salivare non poco.

Matteo ci chiede:

Come valutate la trade di Khalil Mack dopo 3 anni? Chi secondo voi ha fatto l’affare e se Gruden ha avuto ragione nel non dargli i 20 milioni annui che chiedeva.

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Dalla redazione risponde Eugenio

A parer mio è un win-win. Mi spiego meglio: tre anni fa per Chicago si era aperta la finestra per poter provare ad andare a vincere un Super Bowl e quando ti si apre questa finestra devi andare a prendere i campioni, e Khalil Mack lo è, per coprire le tue need. L’impatto del giocatore è stato quello che sarebbe dovuto essere tralasciando l’ultimo anno in cui più di qualcosa non ha funzionato nel gruppo squadra. I Raiders invece con il progetto Gruden di 10 anni che iniziava proprio quell’anno non dico che partivano in ricostruzione ma bisognava porre le basi. E se devi ricostruire un giocatore a 20 milioni non lo rinnovi, meglio farti ricoprire di pick alte ed andare al draft a pescare per coprire più ruoli. Secondo me è stata valida per entrambi. Poi non sempre i risultati sono quelli che ci si aspettano, ma vista la situazione di entrambe all’epoca la ritengo così.
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Quiz bisettimanale in aggiunta all’articolo di Huddle Mailbag. La risposta migliore sarà pubblicata nella prossima uscita.  Abbiamo ricevuto una marea di risposte alla domanda della volta scorsa.

“Nel 1977 il quarterback dei Miami Dolphins Bob Griese fu il primo giocatore ad indossare un determinato oggetto durante una partita di campionato. Che cosa?”

Abbiamo ricevuto la risposta corretta da Corrado, Paolo, Roberto e Mario: Bob Griese fu il primo giocatore a scendere in campo con gli occhiali.
Esatto! Come il nostro amato Don Rodrigo Blankenship, K dei Colts al giorno d’oggi.

Ecco allora la nuova domanda:

“Noi oggi conosciamo i Broncos per la loro caratteristica colorazione arancione abbinata al bianco ed al blu, ma quali erano originariamente i tre colori della franchigia di Denver?”
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Per contattarci e porci le vostre domande potete contattarci all’e-mail apposita mailbag@huddle.org e per i membri del gruppo Telegram tramite l’hashtag #mailbag
Le migliori domande riceveranno risposta approfondita e ricercata nella nostra prossima uscita!

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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