Il borsino degli Head Coach della AFC

Osservando l’andamento della stagione e l’interesse di tanti lettori, soprattutto nella chat ufficiale di Huddle Magazine su Telegram (se non ne siete ancora parte vi aspettiamo), riguardo al possibile licenziamento o meno di ognuno dei 32 head coach delle franchigie NFL, ci siamo divertiti a dare qualche percentuale di rischio. Per ogni allenatore trovate una proiezione su quello che può essere il suo futuro sia in formato testuale che con una barra grafica.

Divideremo il tutto in due appuntamenti: questa settimana il focus sarà sulla AFC, settimana prossima valuteremo al meglio la NFC.

AFC East

Bill Belichick (New England Patriots): investito dell’ennesimo scandalo di video tapings e dalla grana Tom Brady che potrebbe lasciare i Patriots qualora non si raggiungesse l’accordo per il rinnovo, non rischia nulla. Ha un credito pressochè infinito con la franchigia del Massachussets e rimarrà sulla sideline fino a che non sarà lui a decidere di fare un passo indietro.

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Brian Flores (Miami Dolphins): è appena arrivato in Florida ed era già risaputo da tutti che il 2019 sarebbe stato un anno di completa ristrutturazione in casa Dolphins con gli occhi già puntati al 2020. Ed è riuscito a fare già molto di più di quello che ci si aspettava con la squadra che ha a disposizione. Non vi è minimamente dubbio che sarà al suo posto anche per la prossima stagione.

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Adam Gase (New York Jets): discorso complicato quello riguardante l’head coach della “Green Grag Nation”. E’ indiscutibile che i Jets abbiano fatto male quest’anno dopo una free agency mostruosa che li metteva a detta di molti tra le squadre sicure ai playoff, ma bisogna dar credito a Gase che si è ritrovato disponibile Darnold solo a stagione praticamente compromessa. Colpe ne ha e qualche dubbio sulla sua permanenza c’è, ma le parole del CEO Johnson di un mese fa () sembrano confermare definitivamente l’HC anche per il 2020.

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Sean McDermott (Buffalo Bills): l’ex coordinatore difensivo dei Panthers è arrivato in punta di piedi nel 2017 tra i dubbi di molti ed ha riportato subito la franchigia dello stato di New York ai playoff dopo anni. L’anno scorso non benissimo, ma quest’anno la squadra gira e la qualificazione ai playoff di quest’anno è più che alla portata. Contando la qualità del team, a Buffalo dovrebbero fargli ponti d’oro al momento.

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AFC North

John Harbaugh (Baltimore Ravens): curiosa la sua situazione con la scorsa stagione dove molti ne chiedevano la testa e lo si vedeva già nuovo head coach dei Broncos. Poi la decisione della società di tenerlo per l’ultimo anno di contratto, di rinnovarglielo e quindi il capolavoro che sta compiendo con Jackson e soci. Anche qui la sensazione è che, a meno di più stagioni disastrose consecutive, il posto a Baltimore non glie lo leva nessuno a meno di un suo passo indietro. 

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Zac Taylor (Cincinnati Bengals): qui c’è un bel punto interrogativo. E’ appena arrivato, ha preso in mano una squadra che aveva fatto male l’anno prima, ma nessuno si aspettava che avrebbe fatto cosi male anche quest’anno. La scelta di panchinare Dalton per lanciare Finley non è stata apprezzatissima ed essendo praticamente certi di avere la pick numero 1 al prossimo draft, molto stanno accarezzando l’idea di un nuovo QB con un nuovo HC per iniziare una nuova dinastia. Dalla sua vi è tuttavia la filosofia dell’organizzazione dei Bengals che nei quindici anni di Marvin Lewis si è dimostra non molto propensa ai cambi.

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Freddie Kitchens (Cleveland Browns): anche lui è appena arrivato ed è alla sua prima esperienza, ma a differenza degli altri nuovi allenatori, a lui è stata data in mano una fuori serie e pertanto questi risultati fanno storcere parecchio il naso, soprattutto perché spifferi fanno intuire come non abbia in mano lo spogliatoio. Il cambio sulla sideline è più che una possibilità.

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Mike Tomlin (Pittsburgh Steelers): come ogni anno qualche dubbio sulla sua permanenza c’è vista l’ormai longevità della panchina ed i tanti problemi sorti negli ultimi anni. Ad ottobre si vociferava già di un suo addio pressochè certo per trasferirsi ai Redskins, ora invece sembra il favorito per divenire allenatore dell’anno. La stagione che sta vivendo a Pittsburgh, in cui si è trovato privato di Antonio Brown e Ben Roethlisberger, è da incorniciare per come sta andando e dovrebbe valergli la riconferma.

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AFC South

Bill O’Brien (Houston Texans): cambiano gli anni, ma non cambia mai la solfa con O’Brien sempre visto a rischio licenziamento. Anche quest’anno dopo la partenza in sordina molti tifosi ne chiedeva la testa, ma poi la squadra si è ripresa. Dopo la sconfitta contro i Broncos è ricaduto in un limbo: qualora la squadra non dovesse centrare i playoff potrebbe essere anche l’anno giusto per i saluti a detta dei bookmakers.

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Frank Reich (Indianapolis Colts): l’anno scorso ha compiuto un miracolo riportando i Colts ai playoff dopo una partenza a dir poco ad handicap, quest’anno ci sta provando ma con risultati non sempre positivi. Il ritiro di Andrew Luck avvenuto al termine della terza partita di regular season basta a giustificare la presenza di Reich sulla sideline dei Colts anche per la prossima stagione. Aspettarsi una stagione positiva dopo tale situazione sarebbe stata una utopia, infatti molti si aspettavano anche di peggio.

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Doug Marrone (Jacksonville Jaguars): situazione complessa in quel di Jacksonville dove potrebbero saltare tutti come potrebbe saltarne solo uno. Secondo molti la maggior parte delle colpe penderebbero sull’Executive VP Tom Coughlin, ma non è altrettanto vero che la sensazione voglia più il coach Marrone che il VP a rischio. L’involuzione della squadra, soprattutto a livello difensivo da due stagione a questa parte, è preoccupante ed il cambio è davvero molto probabile. Con il licenziamento di Coughlin avvenuto dopo la vittoria sui Raiders sembra essere più vicina la conferma di Marrone ma la sua posizione non è comunque tranquilla.

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Mike Vrabel (Tennessee Titans): non vi sono dubbi sulla permanenza del proprio head coach. Vrabel ha preso in mano una squadra che forse è una delle meno talentuose della lega eppure ci sono giocatori che girano alla perfezione nei suoi schemi. Resta, eccome se resta.

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AFC West

Anthony Lynn (Los Angeles Chargers): non se ne parla molto perché i Chargers sono una franchigia piena di problemi nell’ultimo periodo, vedi lo spostamento infelice a Los Angeles che non sta dando i frutti, ma Lynn è sulla graticola. Nei suoi primi due anni da head coach dei Chargers ha portato in due record positivi, ma la memoria nello sport è spesso corta e bisogna fare bene soprattutto nei momenti clou. I Chargers sono una squadra vecchia che andrà sicuramente rifondata nel brevissimo termine a partire dal QB dove Rivers va ormai per i 38 e sembra alla sua ultima stagione: non è detto che questa rifondazione non possa partire anche da un nuovo, freschissimo, head coach.

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Jon Gruden (Oakland Raiders): è alla sua seconda stagione dal ritorno in NFL, sta portando a termine una stagione che sarà comunque positiva rispetto allo scorso anno e soprattutto ha dalla sua un contratto di dieci anni firmato appena (quasi) due anni fa. Inoltre la squadra è imbottita di rookie e bisogna dargli il tempo di lavorare. Lo vedremo sulla sideline anche il prossimo anno.

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Vic Fangio (Denver Broncos): dopo la vittoria del SuperBowl 50 a Denver si sono fatti la bocca buona e manderebbero via qualsiasi allenatore sbagli anche una mezza partita. Fangio tuttavia ha fatto vedere cose discrete con la difesa che è tornata ad essere dominante, al netto di tantissimi infortuni, mentre in attacco ha dovuto subirsi l’accoppiata Flacco-Allen che avrebbe messo in ginocchio chiunque. Non vi è alcun dubbio che sarà l’head coach dei Broncos anche per il 2020.

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Andy Reid (Kansas City Chiefs): sarà ancora lui il capo allenatore dei Chiefs per il 2020 ma in molti iniziano a pensare, e tra questi mi aggiungo anche io, fino a quando potrà durare se oltre alle fantastiche regular season non riuscirà ad aggiungere vittorie ai playoff al suo palmares. I Broncos qualche anno fa, nemmeno troppo lontano, esonerarono John Fox dopo quattro vittorie consecutive della AFC West ed altrettante eliminazioni ai playoff compresa la disfatta contro Seattle al SB, scelta che portò alla vittoria l’anno dopo con Gary Kubiak allenatore. Alla fine, soprattutto nella NFL, l’unica cosa che conta è vincere. No?

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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