[NFL] Week 2: Siemian c’è, Elliott meno (Dallas Cowboys vs Denver Broncos 17-42)

6:55 sul cronometro del terzo quarto, Broncos avanti 28:10 e Dallas con un 1&15 da affrontare.

Empty formation (5 ricevitori, nessun runningback), sul lato stretto del campo ci sono Zeke interno e Dez esterno, entrambi hanno una slant. La palla è per Bryant che droppa e serve lo sferoide a Harris per un facile intercetto.

Tutto questo si svolge a poche yard dall’ex rookie fenomeno da Ohio State, che avrebbe dovuto scontare la prima delle 6 giornate di squalifica proprio contro Denver e che invece sta vivendo una delle peggiori giornate della carriera in campo (alla fine chiuderà con 9 portate e 8 yard) e uno dei momenti più complessi fuori.

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Harris ha spazio per ritornare il pallone e taglia il gridiron mentre Zeke, inspiegabilmente, si ferma mani sui fianchi, diventando, di fatto, spettatore non pagante.

https://twitter.com/inbeastitrust/status/909574131951243265

“He was running, getting hit in the backfield, making moves in the backfield. But all of that is OK. I didn’t like the way he quit today. I didn’t like that. He absolutely quit on his team today.”

LaDainian Tomlinson

Denver parte forte costringendo ad un 3&out gli ospiti e mettendo subito a referto 7 punti con il TD di Sanders, dando l’impressione di poter abusare, a piacimento, dell’America’s team. La sospensione per pioggia (oltre un’ora) restituisce un po’ di tranquillità ai Cowboys che forzano il turn-over trasformandolo nei primi 7 punti della partita sull’ asse Prescott-Bryant.

Da quel momento riprende il monologo dei Broncos, un mix di corse e passaggi perfettamente eseguiti che confermano il momento magico di Siemian, autore di 4 td pass, e quello di CJ Anderson, perfettamente a suo agio nei nuovi\vecchi schemi di Mike McCoy e che ne stanno esaltando le qualità sia come portatore di palla che nelle situazioni in cui esce dal back field per ricevere. Sanders, con due TD, e Thomas con 6 ricezioni per 71 yard fanno il resto mentre Virgil Green trova la seconda marcatura in altrettante partite per il 35-17 con cui si chiude il terzo periodo.

Le 103 yard coperte da Talib ad un minuto dalla fine del 4/4 per riportare il secondo intercetto di Prescott direttamente in endzone sono tanto inutili (ai fini del risultato) quanto esplicative della diversa intensità che i due team hanno messo in campo per tutta la partita.

E’ riduttivo pensare che la prestazione e l’atteggiamento di Elliott siano l’unico motivo di una partita sbagliata, dove nulla di quello che era stato preparato ha funzionato per i texani, ma è altrettanto ingenuo immaginare che il team di Jerry Jones possa permettersi una prestazione di questo tipo dalla propria “prima punta” offensiva e la sfida contro i Broncos ne è stata una crudele rappresentazione.

Dallas ha riproposto alcuni dei limiti già mostrati nell’opener vs Giants, dove aveva messo a segno solo 19 punti ed era stata salvata proprio dalla bella prestazione di Elliott. Zeke non si è ripetuto, fermato da una difesa che dopo le difficoltà della stagione passata contro il running game avversario sembra aver trovato il modo di essere efficace anche sotto questo aspetto. Prescott è stato costretto a lanciare in situazioni in cui in passato si sarebbe fatta una scelta diversa ed il risultato è stato un attacco anemico, incapace di convertire i terzi down, e che nonostante abbia costruito alcuni drive interessanti, ha chiuso con 225 yard di total offense e 17 punti.

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Difficile commentare anche la prestazione della D dei Cowboys, grande sorpresa della scorsa regular season e che deve provare a confermarsi in questa stagione, nonostante la partenze di alcune pedine importanti. L’attacco non è stato d’aiuto ma devono comunque far riflettere i 35 punti concessi nei primi tre quarti, troppi per pensare di restare in partita al Mile High.

I Broncos come nell’opener, hanno chiuso la partita in tre quarti, con la sola, fondamentale, eccezione della gestione dell’ultimo periodo, costato quasi la partita contro LA e trascorso senza affanni in questa seconda uscita. Vance Joseph ha fugato molti dei dubbi che avevano accompagnato la sua nomina ad head coach e così ha fatto anche Siemian, totalmente a suo agio  all’interno del nuovo attacco orchestrato da McCoy, lontano parente del signal caller insicuro della stagione 2016.

Siamo ancora all’inizio della stagione e già nel 2016 i Broncos erano stati capaci di vincere e convincere nelle prime settimane per poi perdersi nel momento più importante della stagione ma è innegabile come molte delle risposte ai dubbi della preseason siano arrivate: dalla scelta di Siemiean alle prestazioni di CJ Anderson passando per gli aggiustamenti contro il runnig game avversario denver sembra sulla strada giusta per ritornare alla post season dopo una sola stagione d’assenza.

Discorso opposto per i Cowboys, non tanto per la sconfitta, quanto per l’impressione che hanno lasciato in queste prime due week. Detto dell’importanza di Zeke e di un suo recupero anche psicologico è indispensabile ritrovare la migliore OL della lega, segreto di pulcinella dei successi della scorsa stagione, ma assente ingiustificata Domenica, oltre che vedere come Prescott saprà rispondere agli adattamenti che le difese, inevitabilmente, hanno preparato quest’anno per lui.

Gli highlight della partita

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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