Disastro Buccaneers! (Washington Football Team vs Tampa Bay Buccaneers 29-19)

“Siamo una squadra di football molto stupida. La stupidità deve andarsene se vogliamo arrivare da qualche parte.”

Sono queste le parole pronunciate in conferenza stampa da un adirato Bruce Arians nei confronti dei suoi Tampa Bay Buccaneers, che al termine di un match deludente al FedEx Field incassano la seconda sconfitta consecutiva.

“Non abbiamo giocato alle nostre condizioni”

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Ha aggiunto Tom Brady, anche lui molto deluso.

La frustrazione dei due è un sintomo della consapevolezza che i campioni in carica, se avessero evitato di commettere errori banali e giocate approssimative, non avrebbero avuto problemi a sbarazzarsi di Washington.
Ma con i “se” non si scrive la storia e non si vincono campionati, come ben sanno entrambi. 

Al primo snap dell’incontro atterra in campo una flag, False Start di O.J. Howard. Se il buongiorno si vede dal mattino…  
L’ avvio di partita per i Buccaneers è semplicemente scioccante: Brady inizia esattamente come aveva chiuso nella precedente sconfitta contro i Saints, nel primo quarto lancia due intercetti e gli ex Redskins ne approfittano portandosi sul 13-0 grazie a due FG del nuovo arrivato Slay (ex 49ers) e un TD di DeAndre Carter, su un lancio di 20 yard di Taylor Heinicke.
Tampa Bay entra nel match da squadra più penalizzata della lega e come seconda per yard di penalità a sfavore e il trend si riconferma tale, soprattutto nel primo tempo. Alla fine le flag sfavorevoli saranno 6 per 43 yard di penalità, da qui lo sfogo di Arians nel post gara.
Le penalità sono principalmente frutto di disattenzioni e particolarmente sanguinose in difesa. In un momento in cui l’attacco è fuori ritmo, dovrebbe essere proprio il reparto guidato da coach Todd Bowles a tenere a galla i Buccaneers, nonostante i pesanti infortuni dei cornerback Richard Sherman, Sean Murphy-Bunting e Carlton Davis.

Per la verità anche L’attacco è vittima di importanti defezioni (Rob Gronkowski, Antonio Brown e Scotty Miller), ma le armi per far male a Washington non mancano, Evans e Godwin in primis. Brady, però, anche a causa i due intercetti, non ha abbastanza fiducia per pescarli in fondo al campo e il primo target è sorprendentemente il runningback Leonard Fournette (abbastanza incolore nel run game), con 8 catch per 47 yard.
Washington, invece, non vuole strafare. Taylor Heinicke fa correre il suo runningback Antonio Gibson e lancia preciso per i suoi target principali: Terry McLaurin, DeAndre Carter e J. D. McKissic.
Nonostante l’ennesima assenza di Logan Thomas la fase offensiva dei padroni di casa procede secondo i piani, tanto che alla fine del primo tempo, grazie anche alla complicità degli avversari, Washington ha 16 punti sul tabellone.

In difesa il piano è chiaro e ben eseguito: coprire sul profondo evitando big play di Brady e concedere solo sul corto. I due intercetti del primo periodo arrivano dai cornerback Williams Jackson prima e Bobby McCain dopo e per poco a Kendall Fuller non riesce il terzo, su una ricezione pasticciata di Godwin.
Tampa Bay prova a scuotersi e prima dell’ intervallo Succop mette a segno due FG, il secondo causato da una sciocchezza colossale ad opera del già citato Jackson, che commette un Face Mask su Mike Evans a tempo scaduto e regala tre punti ai campioni del Superbowl 2021. Si va al riposo con Whashington sopra 16-6.
Da segnalare a metà secondo quarto un terribile infortunio al ginocchio destro per il fondamentale difensive end di casa Chase Young (out per tutta la stagione).

Nel secondo tempo i Buccaneers provano a farsi sentire a partire dalla difesa: il pass rush comincia a funzionare e porta diversi sack (saranno 5 alla fine) e i linebacker Lavonte David e Devin White si fanno sentire.
Nel terzo quarto ci sono due TD: il primo firmato Cameron Brate, il secondo è una corsa di Gibson, a seguito di una pesantissima Pass Interference difensiva di Delaney. Il tabellone dice 23-13 a favore di Washington.
All’alba dell’ultimo quarto è proprio Devin White, di gran lunga il migliore per i suoi in difesa con 8 tackle, che con un pugno sul pallone lo fa sfilare dalle mani avversarie, propiziando il recupero dell’ovale da parte del suo compagno Antoine Winfield. Dal fumble recuperato arrivano punti per i Bucs: Brady lancia verso la sideline pescando Mike Evans per un TD da 40 yard.  

Lo score dice 23-19 a 10:55 dalla fine. Da questo momento in poi sostanzialmente Tampa Bay non vedrà più il pallone. Washington è quasi diabolica. Mangia letteralmente palla e cronometro, avanzando mano a mano grazie alle corse, tenendo Brady e compagni fuori dal campo. L’ultimo drive di casa dura, infatti, ben oltre 10 minuti (il secondo più lungo di questa stagione NFL dopo quello dei 49ers contro i Rams nel MNF), nel quale arriva a 29 secondi dal termine il TD di Gibson, che chiude definitivamente i giochi sul 29-19. Il rischio ripaga Ron Rivera, che sul “4th è goal” decide di tenere in campo l’attacco. Festa grande, quindi, al FedEx Field, per una vittoria totalmente inattesa dei padroni di casa.

Ci sono alcuni dati che ci fanno capire come questo upset sia stato possibile:

1) la conversione dei terzi down, con solo 4/10 per Tampa Bay e 11/19 per Washington;
2) le già citate penalità;
3) il tempo di possesso del pallone, con Washington che ha quasi doppiato Tampa Bay (39 minuti a 21 per la squadra di casa) complice anche il drive infinito dell’ultimo periodo;
4) il 26/32 con un TD di un Taylor Heinicke quasi perfetto, il quale ha saputo guidare sapientemente l’attacco gestendo alla perfezione il cronometro, portando quasi all’esasperazione la difesa ospite.

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Washington tornerà in campo in casa dei Carolina Panthers, dove Heinicke ritroverà da avversario Cam Newton, che in passato è stato il suo sostituto proprio in quel di Charlotte. I Tampa Bay Buccaneers, invece, proveranno a riscattare le ultime due sconfitte nel Monday Night Football contro i New York Giants. Per questa sfida potrebbe aggiungersi alla lunga lista degli indisponibili anche il tackle difensivo Vita Vea, infortunatosi al ginocchio in occasione del TD finale. I campioni in carica avranno una lunga settimana per levarsi di dosso le ultime deludenti prestazioni e lavorare sugli errori commessi ben impressi nelle menti di giocatori e staff.
La stupidità se ne andrà via o il trofeo di campioni del mondo è solo ormai un vago ricordo?

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