[NFL] Wild Card: Dominio Texans (Oakland Raiders vs Houston Texans 14-27)

Houston, abbiamo un problema! Certamente questa espressione è abusata e quasi banale, ma rappresenta in maniera efficace la situazione degli Oakland Raiders. La positiva stagione 2016 volge al termine nel peggiore dei modi, con la squadra completamente dominata dai modesti Houston Texans.

Dall’infortunio di Derek Carr nell’ultima maledetta partita casalinga contro i Colts i Silver & Black sono colati a picco e sono venuti a galla tutti i problemi che la bravura del QB aveva aiutato a cammuffare. Ma è possibile che sia bastato perdere un giocatore, seppur importantissimo, per compromettere una stagione? La squadra è sembrata molle dopo l’infortunio di Carr e sia i giocatori che il coaching staff hanno dato l’impressione di aver perso la fiducia, di non crederci più se non a parole.

Per non rischiare di causare fraintendimenti è bene sottolineare che non era affatto facile affrontare una difesa come quella dei Texans. La squadra di O’Brien ha concluso la regular season prima nella NFL per minor numero di yard totali concesse in media a partita (301.3), seconda per passing yard concesse in media a partita (201.6) ed è inoltre risultata prima per minor numero di primi down concessi a partita (17).

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Nella classifica relativa alla difesa contro le corse i Texans hanno concluso dodicesimi nella lega, ma nella seconda metà della stagione (dalla week 8 alla week 17) Houston ha concesso solamente 71.9 yard a partita, risultando prima nella NFL in quell’intervallo temporale.

I Raiders si sono affidati al terzo QB, Connor Cook, scelto quest’anno al quarto round del Draft da Michigan State. Cook, talentuoso ma ancora grezzo, era rimasto inattivo nelle prime 15 partite giocate dai nero-argento ed aveva indossato la divisa solamente per fare il backup di Matt McGloin nell’ultima partita di regular season a Denver dopo l’infortunio di Carr.

Un infortunio a McGloin lo aveva costretto ad esordire contro una delle migliori difese della lega e viste le condizioni fisiche non perfette del numero 14 il coaching staff aveva deciso di affidare la squadra al rookie in vista della partita di Wild Card. Cook è stato quindi il primo rookie QB a fare il suo esordio da titolare in una partita di playoff.

Poco ci si poteva e doveva aspettare da Connor Cook e le sorti dei Silver & Black dipendevano dal coaching staff e dal resto dei compagni. Era necessario studiare un game plan che permettesse al rookie di non rischiare troppo. Un gioco di corse efficace ed una difesa solida avrebbero permesso ai Raiders di giocarsela contro una squadra solida in difesa ma non certo irresistibile in attacco.

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Inutile cercare di addolcire la pillola, la prestazione dei Silver & Black è stata pessima e Connor Cook è stato solo parte del problema. I Raiders in attacco hanno giocato solo due drive degni di nota e la difesa, pur limitando l’attacco avversario, non è stata in grado di provocare turnover né di mettere abbastanza pressione a Brock Osweiler da costringerlo a forzare e quindi a sbagliare.

Come puoi aiutare il tuo rookie QB se corri solo 21 volte, per 64 yard totali, in una partita che nonostante tutto è rimasta a punteggio basso e quindi recuperabile? Come puoi pensare di vincere se metti il rookie nella condizione di dover lanciare 45 volte?

Cook ha completato solamente 18 dei 45 passaggi, racimolando 161 yard e 1 TD ma lanciando anche 3 intercetti e subendo 3 sack. Il QB non ha mai dato l’impressione di avere feeling con i suoi ricevitori ed ha mancato diverse volte il bersaglio; la maggior parte delle yard guadagnate, ed il TD, sono arrivate in quello che potremmo definire garbage time, quando i Texans avevano deciso di allentare la pressione su Cook e si erano seduti sugli allori.

A giustificazione del poco feeling tra Cook e i ricevitori, che tra l’altro non lo hanno certo aiutato commettendo diversi drop, c’è da tenere presente che per come sono strutturati gli allenamenti nella NFL moderna i backup QB non hanno praticamente occasione di lanciare ai ricevitori titolari. Cook si è quindi ritrovato, in una partita da dentro o fuori tra l’altro giocata in trasferta, a dover lanciare senza conoscere quasi per nulla i suoi compagni.

Se i Texans in attacco hanno fatto solo il compitino (44 corse per 123 yard e una media di sole 2.8 yard a portata, 14/25 per 168 yard e 1 TD via aria), in difesa la squadra di Romeo Crennel ha dominato costringendo i Raiders a calciare 10 punt.

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La prima conversione di un terzo down per i nero-argento è avvenuta solamente nel quarto periodo, dopo ben 11 tentativi falliti. La squadra di Oakland è dovuta andare al punt in 8 drive consecutivi, tutti quelli offensivi giocati nel secondo e terzo quarto (cinque di questi conclusi con dei pessimi three-and-out).

A dimostrazione che il numero di sack messi a segno non è sempre indicativo c’è da segnalare la prestazione dominante di Jadeveon Clowney, che sfruttando anche l’assenza del LT nero-argento Donald Penn ha messo in crisi la linea offensiva avversaria aprendo spazi per i suoi compagni. Chi ne ha approfittato maggiormente è stato il compagno Whitney Mercilus, autore di due sack.

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I Texans hanno avuto vita facile contro i derelitti Raiders, ma non sembrano una squadra in grado di avanzare ancora nei playoff. Certamente il prossimo anno, con il rientro di JJ Watt e con qualche ritocco soprattutto in attacco, i texani hanno il potenziale per dare filo da torcere a molti.

I Raiders concludono nel peggiore dei modi una stagione decisamente positiva. Finalmente dopo 14 anni i Silver & Black hanno mostrato di essere tornati competitivi e anche se ci sono ancora diversi aspetti su cui lavorare la squadra ha la possibilità di essere una candidata al titolo già dall’anno prossimo. Il roster è infatti giovane e ricco di talento e qualche innesto importante potrebbe essere sufficiente a coprire i buchi che sono risultati evidenti nella stagione appena conclusa.

Jack Del Rio, giustamente considerato uno dei candidati al titolo di Coach of the Year per aver trasmesso il suo carattere vincente ai giocatori, dovrà decidere se fare qualche modifica al coaching staff. Ci sono infatti dubbi legittimi sui coordinatori di attacco e difesa Bill Musgrave e Ken Norton Jr., il primo è sembrato a tratti mancare di coraggio e il secondo non è stato capace, nel corso della stagione, di mettere una toppa definitiva ai problemi che stavano affossando la difesa.

Scaricare tutte le colpe sul coaching staff sarebbe ingeneroso visto che in campo scendono comunque i giocatori, ma l’impressione è che questa squadra potesse fare di più, non tanto in termini di risultati (il 12-4 è stato un ottimo traguardo) quanto di gioco espresso.

[clear] [graphiq id=”1VfE7PXJX” title=”Raiders at Texans on January 07, 2017 4:35pm – Game Recap” width=”800″ height=”747″ url=”https://w.graphiq.com/w/1VfE7PXJX” ]

Venite alla nostra festa!!

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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