Rihanna – Super Bowl LVII Halftime Show

Premessa: prima di scrivere questo pezzo ho riguardato lo show tre volte e l’ho tenuto in sottofondo in loop durante la stesura, in modo da essere davvero convinto di quello che avevo visto. E, ogni volta, arrivavo alla stessa conclusione: il primo giudizio positivo che avevo dato a caldo la notte del Super Bowl non stava rendendo giustizia all’esibizione di Rihanna.

Che, comunque, non si era presa un compito facile. Assente dai palchi da 6 anni, ultimo album ufficiale uscito 7 anni fa e il prossimo in uscita non si sa bene quando, una carriera focalizzata ultimamente più sull’imprenditoria che sulla musica. E, volendo, anche una reputazione da difendere, visto che proprio Rihanna aveva rifiutato anni fa l’Halftime Show del Super Bowl quando la NFL era impelagata nell’affaire-Kaepernick, quindi averlo accettato adesso, anche se ormai a pace siglata, comunque non era del tutto esente da pensieri dietrologici (che si sa quanto peso abbiano nel mondo ‘social’ in cui viviamo). E, sorpresa finale, una nuova gravidanza appena iniziata. Ma Robyn Rihanna Fenty ne è uscita alla grande.

Iniziamo dalla musica. Parliamo di pop, niente di più e niente di meno, in salsa black, un po’ di hip hop un po’ di R&B, ma inutile farci chissà che discorsi intorno, questo è il tipo di musica che ormai ha egemonizzato le classifiche e le proposte musicali made in USA. Ma quello di Rihanna è pop fatto bene, nonostante sia assente da parecchio il suo repertorio non ha perso smalto, rimane attuale, per nulla banale e pieno di successi che non sono fatti in fotocopia. E forse non è un caso che Rihanna abbia sempre considerato come sua ispirazione Madonna, l’artista che forse più di chiunque altra ha saputo cavalcare 30 anni di carriera rimanendo sempre fedele al suo genere ma innovandosi sempre. Ma mai come in questo Halftime Show la musica è stata quasi un elemento secondario.

Pubblicità

Quello che Rihanna ha messo in scena a Phoenix non si era mai visto in un Super Bowl. Piattaforme volanti che estendevano in verticale un palco sviluppato come una lunga linea orizzontale longitudinale al campo, scenografia giocata su due soli colori, niente finto pubblico festante sul campo, riprese da tutti gli angoli coordinate da una regia quasi perfetta e, su tutto, un corpo di ballo e delle coreografie ipnotizzanti. Non è stato un concerto, dei musicisti sono apparsi sul palco sono nel finale, con “Run This Town”, ma un vero e proprio spettacolo visuale. La platea di ballerini tutti vestiti di bianco è stata in movimento dal primo al tredicesimo e ultimo minuto, con un sincronismo imbarazzante e Rihanna, di rosso vestita, ha dominato la scena come una regina, sia da sopra una piattaforma in aria sia in mezzo ai ballerini come un puntino rosso sempre chiaramente visibile in mezzo ad un mare bianco. Impeccabile.

rhianna halftime show

Poi la musica ci ha ovviamente messo il suo, con una scaletta che ha mescolato hit mondiali con brani forse meno noti; ed effettivamente Rihanna non ha neanche dovuto andare a pescare tutti i suoi successi più grandi (SOS, Don’t Stop The Music, Man Down fra i tanti esclusi) per realizzare uno spettacolo all’altezza del suo calibro. Nel quale non è passata inosservata l’assenza totale di ospiti sul palco, privilegio riservato solo ai nomi davvero importanti come, evidentemente, lei. Come se il finale dello spettacolo, con Rihanna sospesa in aria da sola su una piattafoma al centro dello stadio a cantare “Diamonds” in un tripudio di luci sullo sfondo non lo avesse già reso chiaro a sufficienza.

Voto: 9

La scaletta:

  1. Bitch Better Have My Money (2015)
  2. Where Have You Been (2012)
  3. Only Girl (In the World) (2010)
  4. We Found Love (2011)
  5. Rude Boy (2010)
  6. Work (2016)
  7. Wild Thoughts (2017)
  8. Pour It Up (2013)
  9. All of the Lights (2011)
  10. Run This Town (2009)
  11. Umbrella (2007)
  12. Diamonds (2012)

Pareri non richiesti: Super Bowl Halftime Show

Merchandising Merchandising

Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.