Io la penso così: Le’Veon Bell e i Pittsburgh Steelers

Io la penso così: Steelers bocciati sulla gestione del caso Bell

È tra i casi più spinosi della stagione 2018. Sicuramente il più aggrovigliato tra quelli che riguardano una sola franchigia. I Pittsburgh Steelers e Le’Veon Bell. Brevissimo riassunto delle puntate precedenti. Per il secondo anno consecutivo gli Steelers hanno bloccato Bell con il loro “franchise tag” esclusivo. Significa che il giocatore, potenzialmente free agent, deve restare nella squadra d’appartenenza per quell’anno di gioco a una cifra stabilita d’ufficio. Per quest’anno sul piatto di Bell c’erano 14miloni e 544mila dollari. Il tag è nato per tutelare le squadre e far sì che anche le meno attrattive potessero avere una leva per trattenere le loro superstar. Bell così è diventato di nuovo “franchise” perché squadra e atleta, nonostante le trattative, non sono riusciti a trovare un accordo per il prolungamento del contratto che soddisfasse entrambi. Il 26 però non ha gradito la soluzione del tag e ha iniziato a scioperare, saltando ogni attività estiva della squadra e il training camp e non presentandosi nemmeno quando la stagione è iniziata. Sì: hold out.

Gli Steelers sono una delle franchigie più vincenti della storia della NFL, dove la squadra viene prima di tutto. Sacrosanto. Sono il primo a condividerlo pienamente. Ed è tra i motivi del loro successo. In questo caso però per me hanno sbagliato. Su più aspetti della vicenda.

Le’Veon Bell sta facendo i suoi interessi. Questo è chiaro. E deve esserlo. Bell è un’azienda che deve tutelarsi. Ha una finestra limitata in cui massimizzare i suoi guadagni e deve far sì che sia così. Anche perché un infortunio può chiudere senza preavviso quella finestra. Non voglio sentire minimamente l’obiezione: ma la squadra, la maglia, i tifosi ecc… Perché le franchigie non si fanno scrupoli nella gestione dei giocatori e se serve sacrificano anche il bacino dei fan sull’altare dorato del business (chiedete a St. Louis).

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Torniamo a Bell. Il runningback in estate ha chiesto un contratto ricco, ricchissimo. Non c’è stato l’accordo. Senza quello non vuole scendere in campo, perché teme che un infortunio possa penalizzarlo nella ricerca del contratto quando diventerà free agent. Stessa situazione vissuta dalla safety dei Seattle Seahawks Earl Thomas, che nella quarta settimana di stagione regolare, dopo aver mollato la presa ed essere tornato in campo, si è rotto una gamba. Non vuole scendere in campo anche perché lo scorso anno, sempre sotto regime di “franchise tag”, quando il suo sciopero si è interrotto una volta iniziata la stagione, lui è stato spremuto fino all’osso: 321 corse e 85 ricezioni. Con questi volumi di gioco il rischio di farsi male non è quotato. E anche in virtù di quanto è stato impiegato chiedeva che il prolungamento fosse più sostanzioso, perché è evidente come fosse sia il running back sia un ricevitore. Doppio lavoro, più soldi. Lapalissiano.

pittsburgh steelers bell

Gli Steelers dal canto loro evidentemente sono convinti che Bell non sia così fondamentale da garantirgli le cifre che domanda. Qui il primo clamoroso errore. James Conner, sostituto, è un discreto giocatore, che ha fatto bene all’esordio, che può crescere, ma non è Le’Veon. Le difese non organizzano il loro game plan su di lui. Al contrario, possono concentrarsi sul limitare Antonio Brown e mettere tutta la pressione possibile su Ben Roethlisberger. Si è visto in questo primo scorcio di stagione e le difficoltà della squadra sono state sotto gli occhi di tutti. Pittsburgh nel 2017 ha pagato il suo debito ad Antonio Brown, con un quadriennale da 68 milioni di dollari. Il miglior ricevitore della NFL è andato alla cassa ed ha spuntato quello che desiderava. Ma se Brown è il top tra i ricevitori lo deve in parte anche a Bell. E da un punto di vista di non farsi scrupoli sarebbe stato logico non strapagare un giocatore di 29 anni nel 2017. Più logico che tirare la corda fino a farla spezzare con Bell, che di anni ne ha 26 ed è determinante quanto o più dello stesso Brown. Perché se c’è una cosa che gli Steelers sanno fare benissimo è proprio scegliere dei ricevitori. Senza andare al paleolitico, tanto per citarne qualcuno a caso: Hines Ward, Santonio Holmes, Plaxico Burress, Emmanuel Sanders, Antonio Brown (appunto), Martavis Bryant, JuJu Smith-Schuster… Immaginate ad esempio la versione attuale di Sanders dei Broncos insieme a Bell. Cambierebbe poi molto rispetto a Brown?

Vengo allora all’altro clamoroso e imperdonabile errore degli Steelers. Il più sgradevole. Il tentativo di far ricadere la colpa di quanto è accaduto e sta accadendo su Bell. Come? Con le dichiarazioni dei compagni di squadra che quasi in massa (Antonio Brown eccezione che non passa inosservata per carattere e voglia di ottenere risultati in tempi brevi) condannavano le scelte del compagno, infrangendo una regola non scritta che prevede di non immischiarsi nelle vicende contrattuali dei colleghi.

Una franchigia che si basa su “prima la squadra” non doveva permettere quelle uscite. E non le avrebbe permesse se avesse voluto. Ne sono convinto. Ma il messaggio è stato fatto passare. Per me di proposito. Ed è un messaggio dai toni e dagli stili che non mi piacciono per niente.

Come non bastasse così facendo gli Steelers si sono messi nella posizione di dover provare a vendere a tutti i costi Bell. Se ci riusciranno otterranno sicuramente meno di quanto avrebbero ricevuto in cambio muovendosi per tempo – se avevano già deciso che Bell non meritasse i soldi che chiedeva – in modo meno antipatico. Oppure dovranno riabbracciare Bell quando deciderà di sospendere lo sciopero per evitare di rimetterci, probabilmente durante la settima settimana quando gli Steelers sono in bye. Il running back deve tornare prima di week 10 per poter diventare free agent nel 2019.

Sommando tutto quanto, io la penso così: Steelers bocciati.

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5 Commenti

  1. Bellissimo articolo che condivido e sottoscrivo in pieno, con questo tira a molla gli Steelers hanno ridotto una franchigia da titolo a una che, continuando così, faticherà a fare i playoff.

  2. Bell è perfetto per il sistema Steelers per la sua versatilità, ma non ha è il miglior RB delle lega. La dimostrazione di ciò sono le prestazioni nel corso degli anni dei vari Williams e Toussaint, e ora Conner. Tutti RB mediamente solidi, che però magicamente a Pitt hanno maturano ottime statistiche, grazie ad un ottima linea d’attacco, quando Bell era infortunato. E proprio sulla questione infortuni, pochi tengono conto che Bell è un giocatore spesso afflitto da queste problematiche. Playoff compresi, avrà fatto una stagione completa in 5 anni, forse. I soldi offerti a Bell erano coerenti con il mercato dei RB e le sue prestazioni. Semplicemente lui vuole andarsene da un altra parte. Poi se farà le stesse cose in un altra squadra, mi rimangerò tristemente le parole dette.
    E molto più difficile rimpiazzare un uomo di linea, anzichè un RB.

    Comunque il problema degli Steelers non è l’attacco (che rimane fra i migliori della lega), ma bensì la difesa. E’ molto più rilevante l’assenza di Shaizer. Gli score e le statistiche sono abbastanza lampanti in tal senso.

  3. Non sono d’accordo, ovviamente :), sulla valutazione di Bell. Mentre è verissimo che da ormai qualche anno il vero problema di Pittsburgh sia la difesa come ho scritto anche in passato. Ma qui mi sono soffermato volutamente solo sull’attacco. IO LA PENSO COSÌ! 😉

  4. Su Conner il giudizio è sospeso. Ma le avvisaglie le ho descritte. Williams è stato molto forte anche prima di Pittsburgh, dove è arrivato a fine carriera e si è giocato le ultime ottime cartucce in un periodo di tempo ridotto. Gli infortuni possono aver disincentivato e i problemi extra campo di Bell gli Steelers, ma resto convinto che il ragazzo “chiami” un contrattone e sia tra i top. Se non volevano darglielo potevano scambiarlo prima senza tutto il cinema.

  5. Senza considerare aspetti come la riconoscenza e la lealtà, un giocatore non può fare il bello e cattivo tempo con un team. Non può accettarlo Pittsburgh e non possono neanche le altre squadre. Gli Steelers fanno bene a fare muro contro le richieste (assurde) di Bell. Sono curioso di scoprire chi se lo prenderá…

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