La storia del dodicesimo uomo tra NCAA e NFL

“The 12s have an unparalleled impact on game days”, così Pete Carroll definisce l’importanza dei tifosi per i suoi Seahawks. Slogan e proclama per esaltare il pubblico del CenturyLink Field non sono mancati, soprattutto in questi anni di grandi successi, ma, chi ritiene che l’esaltazione pubblica e mediatica del dodicesimo uomo nasca nella Contea di King, non ha fatto i conti con il calore del Texas universitario.

L’impatto del tifo sulla squadra di Seattle è riconosciuto fin dal 15 dicembre 1984, quando l’allora presidente Mike McCormack ritirò la maglia numero 12 in eterno come tributo a quello che considerava il miglior pubblico in NFL. La storia continua nel 2003, quando ai “12s”, come sono ad oggi definiti i tifosi dei Falchi Marini (più avanti capiremo il perché di questa definizione), venne reso onore con una bandiera, issata da 12 tifosi che erano in possesso del season ticket per le partite casalinghe.

seattle seahawks dodicesimo uomo

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Da allora tradizione vuole che il vessillo sia issato al cielo da grandi del passato della franchigia, piuttosto che da celebrità locali o personalità del mondo dello sport, prima del kickoff di ogni gara al CenturyLink. Il 27 novembre 2005 i Seahawks conquistarono una soffertissima vittoria contro i Giants al supplementare, forzando gli avversari a ben 11 penalty per false start oltre che a 3 errori su field goal tentati.

L’allora coach, Mike Holmgren, donò la palla della partita al dodicesimo uomo in campo, ad indicare gli sforzi di tutto lo stadio per sostenere la squadra fino al successo. La media di false start nella fortezza di Seattle è di 2.36 a partita ed inoltre proprio qui si è stampata un’onda d’urto di ben 137.6 decibel nella sfida contro i Saints del dicembre 2013, la seconda più alta di sempre.

Per intenderci, la rottura del timpano sopraggiunge al contatto con una fonte sonora di 150 decibel. Ciò non bastasse, nel gennaio 2011, durante la sfida di playoff contro la stessa New Orleans, a seguito dello strabiliante touchdown da 67 di Marshawn Lynch, la folla sugli spalti ha provocato una vera e propria scossa di terremoto, ad ulteriore dimostrazione di quanto il dodicesimo uomo sia particolarmente rovente in città.

Tornando alla terminologia specifica, però, i Seahawks non possono vantarsi di essere i primi ad aver sponsorizzato esplicitamente il calore dei propri tifosi. Da ciò è nata una vera e propria causa giudiziaria.

All’università di Texas A&M il football ha un’importanza incalcolabile, come dimostra la recente espansione dello stadio, il Kyle Field, fino ad una capacità di ben 102.512 persone, la più ampia tra le squadre della SEC, per una spesa di quasi 500 milioni di dollari. Una delle più importanti tradizioni legate agli Aggies è, appunto, quella del dodicesimo uomo, nata addirittura nel gennaio del 1922, quando E. King Gill divenne un simbolo nella storia dell’università.

Allora la squadra non se la passava affatto bene ed il secondo giorno dell’anno si trovò ad affrontare Centre College, la compagine più forte della nazione all’epoca. La partita si trasformò in un’accesa battaglia ed il coach, Dana X. Bible, si trovò a dover fronteggiare l’ennesimo infortunio. Trovandosi a corto di uomini si ricordò di Gill, che aveva fatto un provino con la squadra, ma non era stato ritenuto adeguato al ruolo ed al momento si trovava in tribuna stampa per aiutare i reporter a riconoscere i giocatori.

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Venne quindi chiamato ad alzarsi, prepararsi in divisa e restò per tutta la durata della partita ad aspettare una chiamata da parte dell’allenatore, che però non arrivò mai. La partita finì 22-14 per gli Aggies, Gill a fine partita restò in solitaria sulla sideline. Avrebbe poi affermato:

“Speravo tanto di poter entrare e correre per il touchdown della vittoria, ma non è successo. Sono rimasto lì in piedi ad aspettare nel caso la squadra avesse bisogno di me”.

Questo esempio di lealtà e senso del dovere nei confronti del team e degli undici giocatori in campo aumentò in maniera vigorosa la devozione degli altri studenti nel corso degli anni. Ad oggi l’intero corpo studentesco di Texas A&M è il dodicesimo uomo, The Twelfth Man, e resta in piedi per tutta la durata delle partite per dimostrare il proprio supporto alla squadra.

Nel caso servisse, ognuno si sente pronto a poter intervenire. Una statua di Gill fuori dallo stadio ricorda a tutti della sua importanza e gli studenti, che doverosamente rispettano la tradizione, in cambio ottengono di poter baciare le proprie fidanzate ogni volta che gli Aggies vanno a segno. Perché: “when the team scores, everybody scores”.

King Gill texas

Negli anni ’80 coach Jackie Sherill creò il cosiddetto “12th Man Kick-off Team” composto da studenti che avevano tentato il provino con la squadra, ma non erano stati ammessi. Vennero messi a roster soltanto per le azioni di kickoff, ricevendo il soprannome di “Suicide Squad” e combattendo come leoni anche soltanto per un’azione. Il loro effetto fu straordinario e riuscirono a tenere gli avversari ad una delle più basse medie di yard per ritorno nella Lega.

Successivamente, coach Slocum cambiò la squadra ed inserì uno soltanto dei membri del 12th Man Team, che indossava, neanche a dirlo, la maglia numero 12. La scelta era basata sul livello di determinazione e di duro lavoro compiuto durante gli allenamenti. Kyle Field è quindi “Home of the 12th Man” nel senso vero ed originario del termine. Texas A&M detiene un trademark sull’espressione ed altri marchi commerciali su delle variazioni di questa.

L’uso comune di questa terminologia legato al football quindi appartiene di diritto all’università secondo lo United States Patent e Trademark Office. In particolare, il marchio “12th Man” dal 1989 è in mano all’ateneo e non può, quindi, essere utilizzato da altri come, però, è già successo. In particolare, la questione si è fatta spinosa nello scorso decennio proprio con i Seahawks. Nel 2006, però, si è giunti ad un accordo di licenza. Seattle ha deciso di pagare 100.000 dollari, cui si aggiunge un ulteriore impegno annuale di 5.000 dollari per tutta la durata del contratto, per poter utilizzare l’espressione “12th Man”.

Una volta scaduto l’accordo, i Falchi Marini sono stati in grado di utilizzare il numero 12, creando slogan come “12s” oppure “Spirit of 12“, ma non abbinati alla parola “man”. Una controversia simile si creò nei confronti dei Colts, che nel 2006 usarono lo slogan “Join the 12th Man” per del materiale pubblicitario, finendo nei guai con chi ne detiene il trademark a pieno titolo.

Il rettore dell’università di Texas A&M, John Sharp, ha dichiarato in merito:

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“Vogliamo soltanto che si rispettino i nostri diritti ed il nostro marchio. Abbiamo fatto sforzi per ottenerlo”.

 

Di certo Gill, quel giorno in cui aspettò per tutta la partita la sua occasione di gloria, non si aspettava di diventare il “12th Man” per eccellenza ed un pezzo di storia non soltanto degli Aggies, ma dell’intero football d’America.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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