NFL Preview 2022: Minnesota Vikings

Rivoluzione. Non di organico, dove prevale la continuità degli ultimi anni. Di dirigenza, sì. Di coaching staff, sì. Di filosofia, assolutamente sì. I Minnesota Vikings chiusa la parentesi soft rebuild, aprono a un copernicano capovolgimento di gestione della squadra e del gioco. Finita l’era Mike Zimmer, inizia quella Kevin O’Connell. Consumata la separazione con Rick Spielman, è arrivato Kwesi Adofo-Mensah. Il draft e la free agency hanno lasciato un sapore agrodolce nei palati dei tifosi gialloviola. Perché non c’è stata la cesura netta che qualcuno si poteva aspettare anche per quanto riguarda il roster. Soprattutto dietro il centro. Ci sarà ancora Kirk Cousins.

Insomma la “macchina” è rimasta praticamente la stessa. Il salto in avanti generazionale è stato fatto per front office e allenatori e quest’anno si vedranno dei Vikings più moderni. Sorrisi, nessun urlaccio, entusiasmo per un playbook che soddisfa moltissimo i giocatori. Il clima che si respira è buono, sebbene i pronostici della vigilia non siano certo entusiastici e i bookmaker prospettino una stagione poco superiore al 50% di vittorie.

D’altronde la domanda che frulla nella testa di tutti è una sola: basterà il cambio di pilota per una corsa migliore nel 2022?

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OFFENSE

Gli schemi. Gli schemi. Sono l’acquisto principale dell’attacco Vikings. Schemi che hanno ricevuto ampio apprezzamento da parte dei giocatori durante l’estate. Schemi che privilegiano i passaggi come mai accaduto negli anni di Zimmer. La mano di Kevin O’Connell avrà come braccio operativo Wes Phillips, anche lui, come l’head coach, ex Rams (era passing game coordinator e tight end coach). Sesto OC diverso negli ultimi sei anni. L’ultimo ad avere continuità è stato Norv Turner. Ci si aspettano soluzioni nuove. Justin Jefferson servito abbondantemente e utilizzato in varie zone del campo. Dalvin Cook, e i running back in generale, più spesso fuori dal backfield (Kene Nwangwu e la matricola Ty Chandler più adatti di Alex Mattison). CJ Ham non più solo fullback ma un ibrido FB-tight end. Anche perché proprio i TE sono una posizione piuttosto attenzionata, visto che alle spalle di Irv Smith, molto atteso dopo l’infortunio dello scorso anno, c’è poco. Molto poco. È arrivato Johnny Mundt e dovrebbe essere lui il backup.

Sulla depth chart dell’attacco sono evidenziati anche i ruoli di centro, guardia destra e backup QB. L’esperienza di Garrett Bradbury in maglia vichinga non andrà oltre il quarto anno e non è detto che riesca a mantenere il ruolo di titolare. Anzi. Non convince ed è sensazione diffusa la necessità di un cambio. Chi possa sostituirlo è tutto da vedere, a meno che non si intervenga con un nuovo free agent. La guardia destra in avvio dovrebbe essere Jesse Davis, con il rookie Ed Ingram intenzionato a soffiargli il posto con l’obiettivo di stabilizzare il ruolo in futuro. Ecco allora che la linea offensiva rimane un tallone d’achille.

Per la riserva di Cousins si è corsi ai ripari (e anche questa è una notizia rispetto a Spielman) subito dopo le prime due partite di preseason. Sean Mannion impresentabile. Punto. Kellen Mond ancora molto acerbo. Adofo-Mensah ha scambiato una settima scelta 2024 per Nick Mullens dei Raiders. Quanto meno un ragazzo che ha alle spalle partite giocate da titolare e può scendere in campo. E che KAM conosce bene visto che era ai 49ers e ai Browns.

Molto “profondo”, al contrario, il reparto dei ricevitori. Dietro a Jefferson e Adam Thielen, KJ Osborn si è assicurato il ruolo di WR3 e sarà parte integrante di parecchi set di partenza. Interessantissima la battaglia per il resto dei posti a roster, con molti elementi in competizione, da Ihmir Smith-Marsette a Olabisi Johnson, da Trishton Jackson a Jalen Nailor.

DEFENSE

Shakerata notevolmente la difesa che dalla 4-3 zimmeriana passa alla 3-4 di Ed Donatell. Lui sarà chiamato anche a portare, insieme a Mike Pettine, il contributo d’esperienza allo staff. La sua difesa in ogni modo non sarà ancorata al modulo, varierà. A seconda delle esigenze. Di sicuro si fonderà su Danielle Hunter e Za’Darius Smith (il free agent più illustre approdato a Minneapolis quest’anno). Con loro in campo si possono ottenere risultati allettanti. Senza, le complicazioni fioccheranno. E vista la storia d’infortuni che la super coppia di edge si porta dietro non è che nel Minnesota si possano dormire sonni troppo tranquilli. In rampa di lancio Patrick Jones, che nei prossimi anni potrebbe dare soddisfazioni.

Harrison Phillps, in compenso, sembra il tackle in grado di ancorare saldamente il fronte a 3 dove è un piacere leggere tra le riserve il nome di Jaylen Twyman, dopo aver saltato la stagione da rookie a causa della sparatoria che l’ha visto come vittima. Dalvin Tomlinson e Armon Watts, sono giocatori solidi.

Più articolata la situazione alle spalle dei tre dove con i titolari Eric Kendricks e Jordan Hicks (altro ottimo innesto dai free agent) i Vikings hanno una coppia di linebacker di spessore. In caso di loro assenza, al contrario, Donatell si troverebbe addirittura in una situazione peggiore degli edge senza Hunter e Smith, sebbene il rookie Brian Asamoah abbia qualità su cui insistere.
Il capitolo secondarie vede Patrick Peterson e Harrison Smith come chiocce per i cornerback e le safety. Il primo rischia anche di non finire da titolare l’annata se Andrew Booth (arrivato dal draft) e Cam Dantzler si sviluppassero in giocatori affidabili h24. Smith dal canto suo, lavorerà con Cam Bynum e Lewis Cine (la scelta più alta dei Vikings nel 2022). Qui ci si aspetta che parta inizialmente Bynum e poi Cine si guadagni i galloni da titolare. Di sicuro si vedranno spesso in campo anche insieme, visto che le tre safety dovrebbero essere parte integrante del playbook. Il resto del pacchetto CB vede Chandon Sullivan innesto dalla free agency e Akayleb Evans altro rookie oltre a ragazzi che sembrano aver già perso il loro treno. Lo stesso dicasi per il resto delle safety, dove si lotterà per un posticino in practice squad.

Quel che è palese è l’assoluta necessità che la difesa faccia meglio di quanto fatto nelle ultime disastrose stagioni. Fare peggio, del resto, non è semplice.

SPECIAL TEAM

Il nodo sono i ritornatori. Con Greg Joseph rimasto a calciare tra i pali, con ancor maggior sicurezza rispetto allo scorso anno; Jordan Berry punter e Andrew DePaola long snapper, gli unici cambiamenti riguardano chi dovrà guadagnare terreno all’inizio di ogni drive. Kwangwu dovrebbe pensare ai kick off, mentre Smith-Marsette ai punt. Ma la competizione è aperta. A coordinare il gioco degli special team è arrivato Matt Daniels.

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COACHING STAFF

Che servisse guardare l’universo da un’altra prospettiva era chiaro anche ai seggiolini dello Us Bank Stadium da un paio d’anni. E’ quello che farà O’Connell con il suo staff. E’ rimasto Keenan McCardell ad occuparsi dei ricevitori. E poi tantissimi volti nuovi che si faranno conoscere man mano. Donatell e Pettine a portare esperienza. Steve Donatell – quality control della difesa – a non farci dimenticare che la NFL è comunque sempre un affare di famiglia. Tra i partenti spiace soprattutto per Ryan Ficken che con gli special team aveva fatto un lavoro superbo. E l’affetto va anche ad Andre Patterson.

Il voto dello staff Vikings chiaramente è sospeso in attesa di un primo riscontro sul campo. Quello della difesa potrebbe essere più alto ma prima serve che tutti restino sani.

Record previsto: 9-8

[review]

I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Rivoluzione. Non di organico, dove prevale la continuità degli ultimi anni. Di dirigenza, sì. Di coaching staff, sì. Di filosofia, assolutamente sì.

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