[NFL] Week 11: Ryan lancia la partita nelle mani di Jackson (Indianapolis Colts vs Atlanta Falcons 24-21)
Gli Atlanta Falcons gettano via la terza partita consecutiva portando il ruolino delle ultime 5 gare a 4 deludenti sconfitte.
E dire che i ragazzi di Dan Quinn avevano cominciato alla grande la stagione uscendo vittoriosi da tutti i primi 5 incontri nei quali avevano mostrato prestazioni più che convincenti (anzi, diciamo 4, perché effettivamente già nell’ultima contro i Redskins si era visto ben poco di convincente).
Tutto ciò suona strano?
Probabilmente si, se ci trovassimo in qualsiasi altra città d’America, ma ad Atlanta la gente sembra ormai aver fatto il callo a queste situazioni paradossali dove oggi ti imponi come contendente al titolo e domani lotti per ottenere il miglior draft pick possibile e, alla legittima rabbia che ha seguito le brucianti sconfitte contro i Bucs prima e i Niners 7 giorni dopo, è subentrata una rassegnazione che risulta comunque eccessiva.
Se le pagine rosso-nere dei social, fino a ieri, alternavano sfoghi ad incitamenti, ad oggi lasciano trapelare solo sconforto e anche nei più fermi sostenitori si sta insinuando la convinzione che “i Falcons, in fondo, son pur sempre i mediocri Falcons”.
La realtà dei fatti è che in Georgia, come in tutti gli altri stati del sud, la gente vive le emozioni (positive e negative) con un’intensità unica, coinvolgente e straordinaria che trasforma i loro stadi in autentiche bolge ma che talvolta li porta ad esaltarsi eccessivamente per una vittoria o a vedere nero in situazioni che, se analizzate nel loro complesso, tutto sommato risultano rosee.
Se infatti in pre-season, si fosse presentato al trainig camp un certo Marty McFly a bordo della celeberrima DeLorean, anticipando che all’undicesima giornata la squadra di Atlanta sarebbe stata seconda nella NFC South, con un record positivo e in ballo tra il 5th e il 6th spot per i playoff, il popolo di fede Falcons probabilmente avrebbe apporto la famosa firma.
La situazione degli Indianapolis Colts era invece opposta; ai blocchi di partenza godevano di tutti i favori dei pronostici e, dopo le aggiunte di Frank Gore e Andre Johnson ad un roster che si era mostrato competitivo già l’anno prima, da molti erano considerati i veri pretendenti al Super Bowl.
Erano poi bastate le prime batoste, segnate dalle prestazioni non esaltanti di un Andrew Luck chiamato forse prematuramente a prendere l’eredità di Payton Manning, subite nel match di apertura a Buffalo e, tra le mura amiche, contro la New York di sponda Jets appena una settimana più tardi, per minare tutte quelle certezze.
Approdavano quindi ad Atlanta con il misero record di 4 vinte e 5 perse che comunque era sufficiente a garantirgli il primo posto della division peggiore della lega.
Ad aggravare la situazione si aggiungeva l’infortunio del QB sopracitato; toccava quindi ancora al 40enne Matt Hasselbeck caricarsi i compagni sul groppone e guidarli alla vittoria nell’inospitale nido dei falchi.
Esatto, ancora, perché in questa stagione l’8 di Indianapolis era già stato chiamato a rimpiazzare il compagno acciaccato in 2 occasioni conducendo i suoi al trionfo prima in casa contro i rivali Jaguars e poi in Texas nella difficile Houston.
Al Georgia Dome Hasselbeck comincia nel peggiore dei modi lanciando il primissimo pass della partita in una zona di campo presidiata da sole maglie rosse; inevitabile l’intercetto del capitano della difesa Paul Worrilow che viene atterrato dopo un ritorno di 11 yard consegnando a Ryan la palla in una posizione ottima di campo.
Il QB dei Falcons cerca di spazzare via le voci di mercato che, da qualche tempo, aleggiano intorno a una richiesta di trade di Roddy White coinvolgendolo nei primi 3 passaggi del match; il ricevitore veterano può però solo convertirne uno in un guadagno di appena 5 yard trasferendo l’onere di mettere i primi punti a tabellone a Matt Bryant che però, tradisce la sua fama di kicker affidabile, calciando il field goal a lato.
Per vedere un altro tournover basta però aspettare qualche possesso; corsa di Gore; palla non adeguatamente protetta; tackle sul braccio di Schofield e fumble forzato con palla recuperata ancora da Worrilow.
La posizione è di nuovo invitante ma Ryan vanifica una corsa di DaVonta Freeman di 39 yard cercando ancora White nel centro ma trovando le mani dell’ex Dwight Lowery reattivo nel gettarsi e catturare la palla prima che tocchi terra.
I 3 tournover, a cui si somma il cambio di possesso, in poco più di 5 minuti di gioco sono la rappresentazione perfetta del momento che stanno attraversando le due squadre; in queste situazioni tutto quello che può andare storto va storto e per i Falcons il quadro peggiora con la notizia che Freeman, dopo un tackle durissimo del rookie Geathers, dovrà abbandonare la partita causa concussion.
Dopo la prima altalena di errori reciproci si intravede un quarto di buon football con Ryan che, dopo aver chiuso un 3rd e 12 (ancora con l’ausilio di White), trova il FB Patrick DiMarco totalmente dimenticato dalla difesa di Indy nella end zone e, nel drive successivo, la sinfonia si ripete con il 2 in maglia rossa che connette ancora con DiMarco una playaction magistralmente eseguita.
Per il FB si tratta dei primi 2 TD stagionali; se questo ragazzo, alle straordinarie doti di bloccatore, iniziasse ad aggiungere qualche giocata offensiva personale, staccherebbe definitivamente un biglietto con destinazione Glendale (Arizona) per il Pro Bowl.
Al doppio vantaggio dei padroni di casa gli Indianapolis Colts rispondono con un drive pressochè perfetto nel quale Hasselbeck chiude 3 terzi down e, dopo un 6/6 per 71 yard, termina con un passaggio sottomano spettacolare che prende in contropiede tutta la difesa e permette al RB Ahmad Bradshow di varcare indisturbato la scoring line dei Falcons.
Un paio di buoni giochi difensivi mandano le squadre a riposo sul 14 a 7.
Il secondo periodo si apre con la terza segnatura di Atlanta; il TD di Hankerson è però viziato ad una penalità di Vontae Davis che trasforma un 3rd e 5 da incomplete a primo down.
Il favore viene ampiamente ricambiato dalla difesa rossa poco dopo; prima Soliai con un roughing the passer aggiunge 15 yard ad una ricezione di Fleener di 26 yard portando i Colts in territorio “straniero”; quindi il rookie Jalen Collins con un ingenuo holding regala il primo down su un 3rd e 7 ed infine la defensive pass interference dell’altro rookie Akeem King trasforma un passaggio imprendibile su un 3rd e 5 in 1st e goal sulla linea delle 2 yard di Atlanta.
Per Hasselbeck è un gioco da ragazzi trovare ancora Bradshow e portare i Colts ad un solo possesso di distanza.
Al termine di questo assurdo drive, l’offensive coordinator Kyle Shanahan, vista l’inclinazione al tournover che ultimamente contraddistingue il suo attacco, opta per una linea conservativa puntando a consumare il cronometro e rischiare il meno possibile, ma l’effetto ottenuto è un attacco sterile e rinunciatario che non riesce più ad avvicinarsi alla end zone avversaria per chiudere la partita.
La situazione precipita quando Walden placca la terza scelta dell’ultimo draft Tevin Coleman facendogli perdere un sanguinoso pallone che viene recuperato da D’Qwell Jackson sulle 20 yard di Atlanta.
Sul possesso successivo però Hasselbeck decide di unirsi al nuovo vortice di errori creato da Coleman e lancia una palla di difficile concezione che trova smarcata la safety Ricardo Allen per l’ovvio intercetto.
Come in un videogioco, Atlanta ottiene una vita aggiuntiva, ma Ryan sembra più intenzionato a vincere la sua personale battaglia con Hasselbeck per chi commette più errori e quindi, prima ignora Jones completamente dimenticato dalla difesa di Indianapolis su un 3rd down, poi consegna una palla perfetta nelle mani di Jackson che, dopo una corsa indisturbata di 5 yard, può realizzare il 21 pari.
La partita dei Falcons, malgrado manchino ancora 10 minuti al termine, di fatto finisce qui.
Tocca ancora una volta ad Adam Vinatieri vestire i panni dell’eroe.
È infatti il kicker che, incurante di essere, con i suoi 42 anni, il giocatore in attività più vecchio dell’intera NFL, realizza il field goal partita da 43 yard.
I 52 secondi lasciati sul cronometro servono soltanto al QB dei Falcons per surclassare il pari ruolo rivale nella loro speciale partita, conducendo il drive finale a suon di incompleti e recapitando l’ultimo passaggio della disperazione tra le mani del TE Fleener schierato eccezionalmente in difesa dal sapiente coach Chuck Pagano.
Ryan chiuderà con 25/46 per 280 yard, 3 TD e soprattutto 3 intercetti.
Hasselbeck con 23/32 per 213 yard, 2 TD e 2 intercetti
La palla della vittoria va senza dubbio al LB D’Qwell Jackson che ha messo a segno 7 tackle totali, 1 sack e l’intercetto che, tramutato in TD, ha deciso la partita.
Con questa fondamentale vittoria gli Indianapolis Colts restano al comando della AFC South e si giocheranno l’accesso ai playoff direttamente negli scontri divisionali che seguiranno.
Agli Atlanta Falcons resta, oltre all’ennesima disumana prestazione di Julio Jones che, toccando il primo pallone solo a metà secondo quarto, ha collezionato 9 ricezioni per 160 yard imponendosi saldamente al comando di tutte le statistiche NFL relative ai ricevitori; la consapevolezza di avere una difesa competitiva e affidabile.
In questo va cercato l’orizzonte roseo di cui parlavo all’inizio.
Negli ultimi anni Atlanta poteva vantare un attacco tra i migliori ma era penalizzata da una difesa fragile, distratta e spesso inconsistente.
Per quanto possa sembrare strano, è innegabile che l’arrivo di Dan Quinn abbia reso questo reparto il vero punto di forza di questa squadra e, malgrado il pass rush continui ad essere un fattore critico, ad oggi i Falcons vantano la miglior difesa della lega sulle corse e una delle migliori per tournover forzati.
Non è un caso che finchè l’attacco ha funzionato i “dirty birds” siano rimasti imbattuti.
Dopo questa debacle gli Atlanta Falcons hanno finito i bonus e per approdare ai playoff non possono più sbagliare a partire dal prossimo match casalingo contro i Minnesota Vikings, al quale seguiranno i cruciali scontri divisionali che li vedranno ospiti prima dei Bucs, che li insidiano ad una sola vittoria di distanza, e poi degli imbattibili Carolina Panthers.
Tutto dipenderà da se Shanahan riuscirà a registrare l’attacco e da quando Ryan tornerà a giocare sui livelli a cui ci aveva abituati.