[NFL] Week 2: Dallas OK ma Romo va KO (Dallas Cowboys vs Philadelphia Eagles 20-10)

I Dallas Cowboys espugnano il Lincoln Financial Field di Philadelphia in un match già importante in chiave playoff, ma lo fanno pagando un prezzo altissimo, visto che perdono per infortunio il loro regista titolare, Tony Romo, che starà fuori per almeno otto settimane a causa della rottura della clavicola.

Gara importante si diceva, si perché gli Eagles avevano già “ciccato” il match di esordio contro Atlanta e andare sotto in casa, contro Dallas, significava avere due match di ritardo sui texani e dover affrontare quello che sulla carta è l’avversario principale nella corsa alla postseason, ancora una volta ma fuori casa. In una partita sinceramente bruttina, i Cowboys, privi per infortunio del fenomenale ricevitore Dez Bryant, hanno offerto comunque una buona prestazione strameritando il successo, il quarto consecutivo nella città dell’amore fraterno e addirittura il decimo lontano dal Texas.
Intendiamoci, Dallas ha commesso una montagna di penalità, addirittura 18 per 142 yard, e l’attacco non ha fatto vedere cose clamorose, ma la difesa ha annullato l’attacco di Chip Kelly e anche gli special teams sono da elogiare, visto che sette dei venti punti segnati sono arrivati grazie al ritorno in meta di un punt bloccato.

L’attacco del team di Jason Garrett ha tenuto palla per oltre 40 minuti ma alla fine sono arrivati solo 13 punti, anche se c’è da sottolineare che il runner Randle ha trasformato alcune giocate potenzialmente negative in buoni guadagni e, soprattutto, quando è stato chiamato in causa dopo il k.o. di Romo, Brandon Weeden ha giocato alla grande, completando tutti e sette i passaggi tentati per 73 yard più la meta da 42 yard a Terrance Williams che ha definitivamente piegato la resistenza dei locali. In casa dei Dallas Cowboys, sono stati ben nove i receiver chiamati in causa, con l’intramontabile tight end Witten che ha fatto la parte del leone con 7 ricezioni per 56 yard, mentre apporti importanti sono arrivati anche da Terrance Williams che ha portato a casa 84 yard in quattro ricezioni, e dal runner Dunbar, schierato in realtà quasi solo nei down di passaggio, che ha aggiunto altre 45 yard con il coaching staff ospite che lo ha mandato spesso anche sul profondo.
La tanto decantata linea offensiva dei Cowboys non ha invece impressionato: soprattutto nel primo tempo gli Eagles sono riusciti a mettere parecchia pressione su Romo e alla fine saranno tre i sack subiti dal regista di origini messicane, l’ultimo dei quali è stato fatale al numero 9.

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Brandon Weeden Dallas Cowboys
Buona prestazione per Weeden entrato per sostituire Romo infortunato

Alla fine insomma il miglior reparto dell’intero match è stata la difesa dei Cowboys: vero, in questo momento l’attacco degli Eagles è in grande difficoltà, però l’intero gruppo ha messo la museruola a Bradford e soci, trascinato dal linebacker Sean Lee, letteralmente devastante. Oltre ad essere stato protagonista contro la corsa, Lee ha messo a segno il dodicesimo intercetto della sua carriera, tra l’altro in una situazione molto delicata, visto che é avvenuto in end zone. Un dato credo sia significativo: dal 2010 Lee è il linebacker della NFL che ha collezionato più intercetti, pur avendo disputato praticamente metà degli incontri.
Oltre a Lee hanno giocato molto bene anche l’end veterano Mincey e la coppia di defensive backs Byron Jones e Barry Church. Tanto per darvi un’idea dello strapotere di Carr e compagni: Philadelphia ha guadagnato in tutto il match esattamente 7 yard di corsa (ma erano -3 all’intervallo), tutto questo pur schierando l’ex di lusso del match, quel DeMarco Murray che lo scorso anno con la maglia di Dallas, fu il leading rusher dell’intera NFL.

E proprio dalla “non presenza” di Murray parte la disamina di un attacco di Philadelphia etichettato da molti in offseason come “esplosivo” e che invece sta giocando in modo imbarazzante (termine tra l’altro usato dall’head coach Chip Kelly a fine gara). E, attenzione, della offense degli Eagles di queste due giornate non c’è nulla che si salvi. Contro Dallas, Bradford è molto spesso impreciso un po’ in tutte le zone del campo (sui palloni lanciati con una gittata di oltre 10 yard ha un terribile 2 su 12 e il lancio intercettato in end zone da Lee grida vendetta) ma la linea fa acqua da tutte le parti, nonostante la presenza di un perennial Pro Bowler come Peters, e anche i ricevitori non aiutano il loro quarterback, droppando un buon numero di palloni.
In tutto questo naturalmente anche il buon Chip Kelly non è esente da colpe: il rushing game è piuttosto prevedibile, con Dallas che spesso ha usato un fronte difensivo sbilanciato verso il lato forte bloccando sistematicamente sul nascere quasi tutte le corse del team di casa. Un frustratissimo Murray ha infatti terminato la gara con tredici portate per due, sì avete letto bene, due yard.

La difesa invece non è spiaciuta: vero mancava Bryant, ma mettere tre volte a terra Romo non è impesa da tutti e comunque i due runner principali con la stella sul casco: Randle e McFadden, hanno corso rispettivamente a 2,8 e 3,1 yard di media a portata. E sinceramente anche Romo non aveva incantato con 195 yard lanciate in due quarti e mezzo e una pressione spesso efficace. Non per nulla i migliori in campo fra le Aquile sono stati quattro difensori: l’end Cox, il linebacker Hicks e le due safety Thurmond e Jenkins.

sam bradford philadelphia eagles
Sam Bradford ha sofferto la pressione della difesa dei Cowboys

La cronaca del primo quarto è una lunga sequenza di “tre e fuori” con l’eccezione di un bel drive di Dallas che grazie alle ricezioni di Terrance Wiliams e alle corse di Randle riusciva ad arrivare fin sulla 1 di Philadelphia. Qui però si ergeva a protagonista il linebacker veterano Ryans che prima fermava senza guadagno lo stesso Randle, poi controllava bene Witten che non riusciva a ricevere in meta il lancio, per altro corto, di Romo. Dallas andava così al fied goal del 3-0 che era poi il punteggio del primo quarto.
Nella seconda frazione le cose non cambiavano anzi, Philadelphia non chiudeva neppure un down mentre i Cowboys andavano nuovamente a segno, sempre con un field goal, allo scadere al termine di un drive da quasi cinque minuti e mezzo in cui succedeva un po’ di tutto: da un fumble perso da Dunbar poi convertito dagli arbitri in un incompleto, a un numero terribile di penalità, ben otto in un unico drive.

Ma i tifosi degli Eagles non avevano ancora visto il peggio: il primo drive del secondo tempo dei locali vedeva Agholor chiudere finalmente un down su passaggio di Bradford, ma poi Philadelphia era costretta al punt. Il punter Jones si vedeva piombare di fronte McCray che bloccava il calcio, quindi ci pensava Wilber a riportarlo in meta, mentre sul ritorno il povero Jones prendeva un colpo terribile dalla safety di Dallas Heath. Philadelphia si produceva in un nuovo tre e fuori, poi nella serie seguente si consumava il dramma sportivo di Dallas, con Romo che veniva sbattuta violentemente a terra dal linebakcer Hicks perdendo contemporaneamente il pallone. Il regista da Eastern Illinois restava a terra per un po’ poi veniva scortato fuori dal campo chiaramente sofferente.

Jason Witten Dallas Cowboys
Jason Witten si fa strada tra due difensori.

Sul drive seguente, i padroni di casa sembravano finalmente trovare un minimo di ritmo grazie soprattutto ai passaggi di Bradford e ad un paio di penalità contro Dallas. Sul secondo down e goal dalle 3 però Bradford faceva partire un lancio troppo basso che era preda di Lee che stava marcando stretto il tight end Ertz. Si entrava così nell’ultimo quarto, con Philadelphia che finalmente riusciva a iscrivere a referto i primi punti grazie al field goal di Parkey da 46 yard. Non solo, ma sul drive seguente, il tight end Escobar veniva placcato da un Maxwell fino a quel momento inguardabile e perdeva l’ovale recuperato dalla safety Jenkins che lo riportava fin sulle 30 dei Dallas Cowboys. Ma la felicità dei tifosi di casa durava pochissimo: prima azione della serie seguente e lo snap del centro Kelce colpiva un Bradford he stava ancora guardando la disposizione della difesa avversaria, con la palla che alla fine veniva ricoperta dal defensive tackle Hayden.

In realtà Philadelphia aveva ancora una chance, ma in 20 secondi due episodi mettevano fine al match: prima Bradford si faceva intercettare da Wilcox (in realtà la palla persa era una cooperazione mortale fra il lancio troppo arretrato del quarterback e il fatto che il tight end alzava l’ovale che finiva tra le braccia del difensore ospite), poi Weeden trovava Terrance Williams con una traiettoria ad attraversare il campo. Il receiver da Baylor bruciava ancora una volta Maxwell che prendeva un pessimo angolo di placcaggio e si involava per il 20-3. La meta finale sull’asse Bradford-Matthews non serviva neppure come “contentino” in uno stadio ormai quasi deserto.

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