I Panthers alzano il muro (New Orleans Saints vs Carolina Panthers 14-22)

I Carolina Panthers riescono a interrompere il digiuno di vittorie che ormai durava dalla vittoria in casa dei Cardinals lo scorso 14 Novembre. Da li in poi solo sconfitte a chiudere un anno negativo per ricominciare il nuovo anno sullo stesso canovaccio. Le due sconfitte contro Browns e Giants, di certo non squadre insormontabili, hanno fatto ripiombare le aspirazioni dei tifosi in un pentolone di negatività e in molti non avevano alte aspettative per la sfida contro i Saints, seppur anche loro non brillino di luce propria in questo avvio di stagione. Tra le mura amiche del Bank of America Stadium, in una partita dominata dalle difese, i Panthers escono vittoriosi, ridando sorrisi e speranza ai propri tifosi, sperando che non sia solo una semplice casualità.

Partita che ha avuto le difese come protagoniste ma quella di casa è stata praticamente perfetta, concedendo qualcosa solo all’ultimo quarto ma senza dannarsi particolarmente nel contenere l’ultimo assalto di Winston e soci.
Stufa di attendere che Mayfield e il suo attacco cominciassero a fare sul serio e si è messa in proprio, così oltre a bloccare ripetutamente gli attacchi avversari, va a pure in meta grazie a un fumble di forzato da Frankie Luvu su Alvin Kamara recuperato e riportato in end zone da Marquies Haynes. Nemmeno questo però riesce sbloccare Mayfield, il cui primo tempo è stato oggettivamente disastroso, con lanci anche grossolanamente imprecisi, che rivelano che il timing con i wr è ancora tutto da costruire. Da contraltare c’è un Christian McCaffrey che piano piano sta ritrovando la forma migliore ma da solo non può risolvere tutti i problemi. Questa volta però la difesa Panthers trova un alleato negli special teams, che segnano, con un Eddy Pineiro ancora perfetto, e bloccando un field goal di Will Lutz, riuscendo a far chiudere quindi il primo tempo sullo 13-0 per i padroni di casa.

Il secondo tempo inizia sullo stesso copione, difese stoiche e attacchi sterili, Will Lutz fallisce un altro Field Goal mentre all’attacco Panthers ancora non riesce di muovere la catena con continuità. Bisognerà aspettare l’ultimo quarto perchè, complice la stanchezza, le difese comincino a mostrare delle crepe. Winston tira fuori tutto il suo orgoglio, trovando degli assi inaspettati più in Chris Olave e Tre’Quan Smith che in Micheal Thomas e riesce, con drive di lanci ben calibrati, a mettere in condizione Mark Ingram di bucare poi la linea avversaria per il TD del 7 -13. Nel drive successivo, specularmente, è Mayfield a trovare il suo Jolly, che risponde al nome di Laviska Shenault che riceve su short pass, dribbla un paio di difensori, non impeccabili, e si invola in meta per un td di 67 yard che fa esplodere Charlotte. Il TD da sicurezza anche ai difensori che respingono gli avversari (Intercetto di Derrick Brown su defletto di Horn) e i Panthers allungano ancora con un altro FG di Pineiro per il 7-22. I Saints non ne vogliono sapere di arrendersi, per l’onore, e Winston capendo che in questa domenica è meglio lanciare che correre, dialogando ancora con Olave e Smith, trova poi la end zone con passaggio corto su Callaway. Anche la difesa nero-oro vuole lasciare tutto e da un’ultima chance al QB dell’Alabama, che però viene fermato da Jaycee Horn che intercetta e permette a Mayfield di inginocchiarsi.

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In casa Panthers i tifosi giustamente festeggiano, ma non devono illudersi, questa partita, paradossalmente, ha ancora di più messo in luce le difficoltà che ci si porta dietro da inizio stagione, cioè un attacco sterile e prevedibile a livello tattico, nonostante Rhule abbia restituito ai mittenti capitanati da Dan Orlovsky le accuse di prevedibilità. Forse la condizione ancora arretrata di Mayfield non permette a McAdoo di andare in profondità sul playbook, ma a ben vedere Baker non sembra indietro a livello fisico o tecnico, ma mentale e nervoso. L’imprecisione dei lanci vista soprattutto nel primo tempo è clamorosa e c’è da notare che i WR con cui ha raccolto i “migliori” numeri siano stati Shenault e Shi Smith, anzichè DJ Moore e Robbie Anderson. Qualcuno potrebbe interpretare questo come una fiducia tra QB e starter WR che non c’è, un rapporto di spogliatoio che di certo non è zuccherato o forse semplicemente serve più tempo, ma ormai non ce n’è molto. A proposito di numeri 12/25 per 175 yard e 1 TD… no, non non ci siamo, soprattutto in una partita dove la linea ha retto decentemente, concedendo 3 sacks totali di cui uno solo a un certo signor Cameron Jordan, lo stesso che all’ultima tornata, da solo ne ha messi a referto ben 3. Il credito, la pazienza e le attenuanti per Mayfield stanno per esaurirsi, o prende in mano la squadra o di certo lo starting job sarà da ridefinire. Cosa dire della difesa? Un capolavoro di intensità ed esecuzione. Snow sta lavorando alla grande con i suoi ragazzi e i risultati si vedono, la run defense sta nettamente migliorando e i numeri lo confermano: nelle ultime due partite concesse solo 72 yard a Saquon Barkley e 61 a Kamara, e laddove nelle prime due partite non si era riusciti a forzare turnover, domenica si è riusciti per tre volte e pazienza se stavolta si è preso qualche yard di troppo sui lanci.

I Saints possono recriminare di non aver avuto due importanti protagonisti al meglio della forma, Winston e Kamara stanno ancora riassorbendo infortuni alle costole che di certo li hanno condizionati ma è altrettanto che certo superare questa difesa sarebbe stato ostico per molti. Winston fa decisamente meglio del suo rivale, con 25/41 per 353 1 TD e 2 INT che gli porta una sufficienza sul registro ma è mancato nei momenti chiave, con due intercetti davvero sanguinosi nel momento migliore. Quello che manca ai Saints è ritrovare il suo Kamara migliore, perchè in queste tre partite quello visto fin’ora è l’ombra di quello che si è imparato ad apprezzare. Un po’ gli acciacchi fisici e forse anche il nuovo HC, che sta imparando a conoscerlo, stanno in qualche modo rallentando un giocatore che di certo saprà riprendersi, deve riprendersi. La difesa nero-oro aveva una ghiotta occasione di emergere, date le più che note difficoltà dell’attacco delle Carolinas, e invero, non gioca male anzi, tutt’altro, 3 sacks e meno di 300 yard concesse sono ottimi numeri ma a volte la vittoria sta nei dettagli e quei placcaggi mancati su Shenault sono costati molto caro.

Che sarà ora? I Panthers voleranno in Arizona, l’ultima volta è andata bene, e con questa difesa e se Mayfield si desta dal torpore, replicare è possibile, altrimenti è auspicabile una batosta che riporterà tutto in discussione.
I Saints invece ospiteranno i Vikings a Londra e non godranno del favore dei pronostici, di certo daranno battaglia ma, soprattutto in difesa, servirà una prestazione ancora migliore di questa.

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Alessandro Calabrese

Appassionato di Football Americano e tifoso dei Carolina Panthers dal 2006. Ex giocatore, da 3 anni Coach in II Divisione FIDAF

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